A
star’s about to fall, so what d’you say? –
Rosemary
e Marianne
-
Perché Rosemary e Marianne? Perché loro sono due semplici e apparentemente
normali ventenni, con vite normali, che conducono un’esistenza che si basa
sostanzialmente sull'abitudine.
La
loro amicizia va avanti fin da quando erano piccole ed entrambe, adesso che sono
due giovani donne, non smettono di volersi bene, di supportarsi, d'esserci
sempre l'una per l'altra.
Ma
non è tutto così facile.
Le
vite delle due giovani nascondono problemi, dolori e angosce che loro provano a
combattere insieme, andando anche contro il mondo, contro
tutti.
Ad
affiancarle, vedremo i Jonas, pronti a qualunque cosa. Dei ragazzi forse un po’
diversi dal solito, un po’ diversi da come li abbiamo sempre visti. Dei ragazzi
che colpiranno Rosemary e Marianne come delle stelle.
…So,
what d’you say?
Capitolo I
Was
looking for some action
but
all I found was cigarettes and alcohol
You
could wait for a lifetime
To
spend your days in the sunshine
You
might as well do the white line
You
gotta make it happen!
(Cigarettes and Alcohol –
Oasis)
Rosemary stava seduta al bancone, su uno di quegli sgabelli
di pelle rossa ruvida. Fissava il bordo circolare del bicchiere di Martini che
aveva davanti.
Sospirò sonoramente, facendo spostare una ciocca dei suoi
capelli castani di lato.
La musica fin troppo alta e assordante, perforava le sue
orecchie, come fosse un rumore infernale ed incredibilmente
fastidioso.
Le dita scorrevano lente sul gambo del bicchiere ormai
vuoto. Sì, esattamente come si sentiva lei in quel
momento.
Vuota .
In quel locale dove la musica era troppo alta, c’erano persone e persone che ballavano nel centro di una pista, divertiti, felici, forse ubriachi. Ma per Rosemary quelle erano solo figure lontane, sfocate, e non solo perché già era al terzo bicchiere di Martini. Erano tutti degli sconosciuti, volti mai visti, e si sentiva completamente disorientata.
La musica rimbombava nelle pareti, nei mobili, nelle sue orecchie. Ovunque guardasse, vedeva solo scene poco nitide, tremule, quasi grigie, ed in quel momento desiderò come non mai potersi aggrappare ad un gancio, una corda, qualsiasi cosa le potesse dare la sensazione di stabilità. Aveva bisogno di sapere di non essere sola.
Ma quelli, erano solo i pensieri di una ragazza quasi brilla, che, ormai lo sapeva bene, quando era ubriaca riusciva solo ad essere malinconica oppure ad emanare una travolgente euforia da tutti i pori. E spesso, era capace di passare da uno stato d’animo all’altro in un semplice schiocco di dita.
Ma quello, era solo l’inizio della serata.
E lei era solo al terzo bicchiere; le ci voleva ben altro per dare il meglio di sé.
Abbozzò un sorriso, giocherellando con uno stuzzicadenti che aveva preso dal bancone, rigirandoselo tra le dita e quasi automaticamente si domandò se la sua amica Marianne ce l’avrebbe fatta ad arrivare entro venti minuti. Altrimenti, lo aveva già deciso, l’avrebbe chiamata annullando l’appuntamento, poiché stava morendo di sonno. La sua vista era quasi offuscata da quella lunga giornata di studio e di lavoro e spesso si chiedeva come facesse Marianne a trovare la forza di andare anche a trovare il suo fratellino in ospedale. Ma forse, in una situazione come quella, anche la stessa Rosemary avrebbe messo da parte la pigrizia e avrebbe corso per tutta la città anche solo per vedere il suo fratellino sorridere.
Proprio come Marianne.
Era forte,
Rosemary, e non si fermava davanti a nulla. Spesso i suoi conoscenti la
definivano sfrontata, presuntuosa o persino una stronza. Ma a lei di quello che
diceva la gente non interessava per niente, erano cose che le scivolavano
letteralmente addosso. A lei importava solo che le persone che amava davvero
sapessero com’era nel profondo. E le
bastava.
Fu solo quando sentì delle dita picchiettarle sulla spalla
capì che qualcuno stava cercando di attirare la sua attenzione. Allora si voltò,
leggermente infastidita, per ritrovarsi di fronte il viso dai lineamenti
delicati della sua migliore amica.
Marianne era bassina ed aveva i tratti di una bambola di
porcellana: la pelle bianca con qualche lentiggine sparsa per le guance, gli
occhi color ambra e le labbra piccole e carnose, tutto incorniciato da dei
boccoli rossi.
Emise qualcosa di simile ad un mugugno, impegnandosi per
farlo apparire un saluto. Alzò debolmente lo sguardo verso di lei, e sbuffando
disse << Eccoti.. >>
Marianne le rivolse un sorriso. << Perdonami per il
ritardo, ma Danny ha fatto le storie perché non voleva andassi via >>
guardò l'amica con aria colpevole, ma i suoi occhi erano illuminati. Poi il suo
sguardo cadde sul bicchiere di Martini vuoto sul bancone. << Spero che tu
non ti sia già ubriacata, tesoro >>.
Rosemary si permise una risata. << Sono al terzo.
>> affermò affondando completamente il corpo nello schienale dello
sgabello. << Mi ci vuole di peggio. >> aggiunse poi
sorridendo.
Riuscì a leggere la stanchezza negli occhi dell'amica, e la
vivida preoccupazione con la quale doveva combattere ogni
giorno.
Rosemary stimava Marianne per la sua forza, per il modo in
cui riusciva ad andare avanti.
Avrebbe voluto essere come lei a
volte.
Marianne all'apparenza sembrava debole. Aveva gli occhi
dolci come quelli di un bambino, ed anche le sue parole lo erano: non riusciva
neanche a pensare di far male ad una persona. Era buona d'animo, calma,
all'asilo era sempre quella che cercava di pacare Rosemary e la sua
irrequietezza. Ma, forse era a causa della sua vita difficile che nascondeva
dentro di sé una forza inimitabile, e se non ce l'avesse avuta non sarebbe mai
riuscita ad andare avanti.
<< Lo sai che, mia madre vuole andare in Europa? Oh,
adesso vuole l'Europa.. dice che si è stufata dei carboidrati americani.. E
poi.. Che me ne faccio di una figlia che
studia arte!.. >> esclamò Rosemary senza smettere di ridere o di far
cadere il suo sguardo verso il bicchiere vuoto.
Iniziò a picchiettare nervosamente la mano sul bancone,
fino a che non chiese un altro Martini. E quando il barista insinuò che forse ne
aveva già avuto abbastanza, lei gli rispose. << Taci, fottuto idiota.
>>
Marianne si accomodò accanto all'amica, e le mise una mano
sul braccio. << Beh, Rose... Se non altro una cosa positiva c'è
>>.
L'altra strinse le labbra, dissentendo. << E sarebbe?
>>
<< Avrai del tempo per stare da sola, la casa
libera...E niente scocciature. Pensa a quanti quadri potrai fare >>
rispose Marianne, con un sorriso incoraggiante.
Rosemary piegò debolmente gli angoli della bocca, poi prese
in mano il bicchiere e posò le labbra sul suo bordo,
indecisa.
Poi, bevve un sorso. << Hai ragione. E te ne
dedicherò uno. L'ennesimo. >>
Marianne ridacchiò dolcemente. << Grazie. Vorrei
poter fare anche io qualcosa di simbolico per te, ma sono alquanto imbranata con
le mani, e lo sai bene >>.
<< Nonostante io sia brilla posso risponderti che non
ce n'è proprio bisogno. >> rispose la castana.
Si voltò verso l’entrata, stavolta con meno sconforto di
prima. Incrociò per bene le gambe e si sistemò il lunghi
capelli.
<< Siamo pur sempre ad un locale chic. >>
asserì poi, con una risatina.
<< Ma ti prego! >> esclamò Marianne << Al
prossimo sorso cadi a terra! >>.
<< Nah. >> ribatté l’altra, mentre sapeva che
pian piano, la razionalità si stava mettendo da parte.
Non avrebbe mai voluto ridursi in quel modo, specie perché
palesava ancora di più la sua debolezza e di certo, non lo avrebbe mai
accettato.
Non se lo sarebbe mai perdonata. Perché sarebbe stato come
dare vinta agli altri.
<< Piuttosto.. tu come stai?
>>
La rossa alzò le spalle, con una smorfia di sofferenza in
volto. << Al solito. I medici stanno facendo progressi, ma ancora non
sanno bene cosa abbia... >>.
Rosemary si avvicinò alla sua amica cingendole il braccio
con una spalla. << Vedrai che presto si risolverà tutto. E che non sarà
nulla di tanto irrisolvibile.. Ce la farete.. >> mormorò portando
all'esaurimento anche l'ultimo neurone buono che aveva a disposizione in quelle
condizioni.
<< Lo spero proprio >> sospirò Marianne
<< Mi chiedo solo se sarebbe stato meglio per lui se quella bastarda di
mia madre non fosse scappata. Perché senza di lei sono completamente sola, Rose,
col fatto che papà non c'è più da cinque anni, ormai
>>.
Se c'era una cosa che accumunava in maniera profonda le due
ragazze, questa era di certo l'assenza dei loro genitori.
L'indifferenza.
La castana roteò gli occhi. << I genitori sono una
brutta razza, Mar, di certo te la caverai. Starai meglio senza quella..
>>
Marianne fece un risolino. << Lo spero proprio.
Ascolta, te stai per crollare...Perché non torniamo a casa?
>>.
Rosemary scosse il capo con enfasi. << Non se ne
parla. Domani è sabato, non abbiamo lezione, rilassati!
>>
La rossa alzò gli occhi al cielo, divertita. << Sì,
hai ragione...Ehi, Rose? Ma che stai guardando? Sai che non è bene fissare...E
tu sei pure ubriaca! >>.
L'amica si portò una mano alla bocca coprendo un sorriso
pericolosamente malizioso. << Guarda quei due laggiù. Dio, ma da dove sono
usciti? >>
Marianne scoppiò a ridere, osservando due ragazzi mori e
ricci che erano appena entrati nel locale. << Cielo, Rose, neanche dai
loro tempo di sedersi che già li adocchi? >>.
L'altra annuì con decisione. << Dovrò sfoderare tutte
le armi del mio fascino. >>
<< Rosemary, tu sei ubriaca ! Ma dove
pensi di andare? >>.
<< Da nessuna parte, sto solo invogliando quei
due a venire da
questa parte. >> rispose placida.
Poi, si voltò verso il bancone, abbassando lo sguardo verso
il suo drink ancora non terminato.
Sorrise compiaciuta.
Sapeva che non avrebbe mai dovuto trovare piacere in un
tipo di cose come questa, specie perché dalle sue parti risultava piuttosto
squallido. Ma quella sera sembrava rievocare tanto O.C. o Beverly Hills
90210.
E dopotutto, era ubriaca.
Di nuovo, portò i suoi occhi verso l'ingresso, quando
accorgendosi che proprio uno di quei due ragazzi la stava fissando, acclamò a
Marianne con una risata. <<
Ci ho appena allietato la serata. >>
<< Oh mio Dio, che fai? >> strillò Marianne,
cercando di convincere l'amica di smettere di guardare i due ragazzi <<
Non potrò mai più farmi vedere in giro! >>.
<< Chi vuoi che siano questi due! >> rispose
Rosemary.
La rossa sbuffò, poi scoppiò a ridere. << Fai come ti
pare, a questo punto perché non li inviti a sedersi qui? Basta che mi prometti
che non li incontreremo mai più >>.
<< Non si fa così. Sono loro che devono venire a
chiedersi di sedersi qua. Ma tanto è fatta. >> annuì poi con un sorriso
smagliante. << Ora, girati verso il bancone e fai l'indifferente.
>>
Marianne obbedì con una fragorosa risata. << Se hanno
cattive intenzioni... >>.
<< Non le hanno.. E se così fosse.. Io sono incinta..
va bene? >>
<< Oh sì, va bene, mammina . Io però
che scusa ho? >> replicò Marianne.
Rosemary parve pensarci un attimo su. << Dì che non
sei interessata agli uomini. >>
<< D'accordo... amore >>
disse Marianne.
Entrambe scoppiarono a ridere, accompagnate dalla folla
caotica di persone che si accalcavano per andare in pista.
Per quanto quello fosse uno dei locali più in voga della
città, quella sera, sembrava essere piuttosto desolato.
Molti tra i ragazzi preferirono andare nelle aree VIP per
concedersi un po’ più di pace, mentre quelli più spavaldi, si gettavano
direttamente in pista alla ricerca di qualche anima sola.
Tutto sembrava muoversi con
indeterminazione.
Eppure, nonostante le incertezze, quando quei due ragazzi
dell'ingresso, si sedettero di fianco Rosemary e Marianne, non sembravano essere
tanto insicuri.
Marianne fu colta da un improvviso impulso di scoppiare a
ridere. Arrossì violentemente e, per non farsi vedere, si voltò a chiedere al
barista un cocktail alla pesca.
Rosemary invece, si voltò verso i due ragazzi e con fare
innocente chiese << Scusate non è che sapete dirmi che ore sono?
>>
Quello che doveva essere il più giovane dei due guardò
fugacemente l'orologio. << L'una e un quarto. Non è un po' tardi per
ragazze come voi? >>.
Rosemary rise appena. << Scusami, ma che tipo di
ragazza è una che il venerdì sera non è fuori all'una e un quarto? Una suora?
>>
Lui le si avvicinò con occhi maliziosi. << E tu? Tu
cosa sei di preciso? >>.
La ragazza sorrise, portando una mano in avanti per frenare
il suo istinto. Osservò meglio il volto di quel ragazzo: lineamenti perfetti e
dolci, occhi color caffè, capelli ricci e folti castani. Come
cioccolato.
E cavolo, quanto costò a Rosemary mantenere le
distanze.
Rifletti, respira. Sei ubriaca, non
stupida. .
<< Di certo, non una suora.
>>
<< Ma neanche una sgualdrina, vero? >> continuò
ad insinuare il ragazzo, ricevendosi occhiate divertite ma preoccupate
dell'altro dietro di lui.
<< Ti sembro una sgualdrina per caso? >>
ribatté lei con finto sdegno.
<< Assolutamente no >> disse lui con un grande
sorriso << E sai, è positivo questo >>.
Rosemary sorrise. << Tu invece sembri un figlio di
papà. Sei qui per sbaglio o il tuo amico ti ci ha portato con la forza? >>
chiese poi, indicando il ragazzo dietro di lui.
Il riccio scoppiò in una risata ironica. << Figlio di
papà? Pensala come vuoi. E, tanto per la cronaca, il mio amico qui
presente, è mio fratello. E poi non ritenerti messa molto meglio, mia cara, la
tua amica qui sembra annoiarsi a stare con una ragazza sbronza come te
>>.
La ragazza gli tirò un colpetto sulla spalla. << Ehi
Mar! Guarda che, questo
qua pensa che
tu ti annoi a stare con una sbronza come
me. Dico, è matto? >> rivolse il suo sguardo prima all'amica, poi al
ragazzo.
A quest'ultimo sorrise con aria di sfida.
Marianne le strizzò l'occhio. << Sicuro! Prima che
arrivasse ce la stavamo spassando...Il barista può confermarlo, no, Rose?
>>.
<< Assolutamente. >> rispose inarcando il
sopracciglio.
Dall'altra parte, invece, il secondo ragazzo iniziò a
ridere con aria divertita. << Dovete perdonarlo, gli piace scherzare!
>> fece poi, cercando di trattenersi.
<< Avevamo notato >> constatò Marianne a bassa
voce, vicino all'orecchio di Rosemary.
Quest'ultima invece, non riuscendo a tacere, continuò a
dire << Piuttosto, mi sembri sciupato caro, perché non prendi qualcosa o..
E' troppo per te? >>
Non le era mai capitato di trovare un ragazzo che non ci
provasse subito spudoratamente con lei.
Aveva subito sentito che quel ragazzo era diverso, per
questo, badava a provocarlo ancora di più.
Lui la guardò con aria di sfida. << Una vodka alla
pesca, per favore >>.
Rosemary scoppiò a ridere. << E' il massimo che sai
fare? >>
Lui le strizzò l'occhio, iniziando a sorseggiare dal suo
bicchiere. << E' solo l'inizio della serata, tesoro
>>.
La ragazza, di rimando, prese il suo bicchiere e finì il
Martini. << Sono Rosemary. >> disse poi, allungando la mano verso il
ragazzo.
<< Io Nicholas >> dichiarò lui << Piacere
di conoscerti, tesoro >>.
Lei ricambiò con una smorfia. << Non sono il tuo
tesoro, Nicholas .
>>
Nicholas le fece l'occhiolino. << Non ancora, Rosemary, non ancora
>>.
Lei rise di gusto, muovendo leggermente i capelli a causa
dell'eccessivo caldo. << Quello di fianco al tipo mi sembra carino..
>> disse poi a Marianne.
La rossa ridacchiò. << Già. Prova a parlare anche con
lui >>.
<< Io no di certo! Ti sta guardando fisso da tre ore,
perché non attacchi bottone con una scusa? Io devo andare al bagno.
>>
<< E che gli dico? No, Rose, mi vergogno
>>.
<< Non aver paura! Sbloccati un pochino! Tesoro, sei
bellissima, non preoccuparti di nulla. La scusa ce l'hai qui bella e pronta.
>> si indicò. << Io. >>
<< Hai ragione...Ma non andare via, che fai, lasci
Nicky da solo? >> scherzò Marianne.
<< Devo rendermi conto in che condizioni sto!
>> rispose Rosemary agitando un braccio.
<< Sembri una modella >> commentò Marianne,
lanciando un timido sorriso al ragazzo accanto a Nicholas << Una modella
brilla. Ma ci vuole ben altro per tirare fuori il meglio di te, no?
>>.
<< Lo hai detto sorella, lo hai detto. >>
confermò Rose, prima di voltarsi nuovamente verso
Nicholas.
Il ragazzo alto che era accanto a Nick, altrettanto riccio
e con gli occhi scuri, si avvicinò alle due giovani. << Non mi sono ancora
presentato...Io sono Joseph >>.
Rosemary sorrise incoraggiante a Marianne e, dopo aver
ribadito il suo nome, rimase in silenzio, osservando quella scena che le
appariva nitidissima anche sotto alcool.
La rossa curvò leggermente le labbra. << Io sono
Marianne >>.
Joseph esitò prima di allungare la mano e stringerla con
quella della ragazza.
Rimase completamente colpito dal suo sorriso e dai suoi
occhi che sembravano nascondere nuovi colori. << Bel nome. >>
rispose con un gran sorriso.
<< Non è niente di speciale >> si affrettò a
dire Marianne, maledicendo sé stessa e la sua timidezza.
Il ragazzo negò con il capo. << Ti sbagli invece.
Poi, sembra rispecchiarti molto.. mi sbaglio? >>
Lei arrossì. << Non sono in grado di giudicare se i
nomi rispecchiano o no una persona, non sono molto brava. Però...Mi farebbe
piacere se me lo dicessi tu, Joseph >>.
Il ragazzo annuì. << Io credo di sì. Penso che..
>> si fermò un attimo e scrutò meglio il viso della ragazza. << Sia
un nome molto dolce, ed anche tu sembri esserlo. >>
La rossa si attorcigliò un boccolo attorno ad un dito per
l'imbarazzo. << Già... >>.
Subito Joseph notò una nota di malinconia nella sua voce,
come se, quel sospiro lo stesse portando alla realtà. << Qualcosa che non
va? >>
Lei scosse la testa. << No, no, sta' tranquillo. Non
voglio annoiarti con i miei problemi, davvero, parliamo d'altro
>>.
Il ragazzo annuì accondiscendente. << Volevo
chiederti scusa per mio fratello Nick. Di solito non è così sfrontato.
>>
Marianne rise. << Mentre invece Rose è sempre così.
Ora che è ubriaca anche di più >>.
<< Penso a Nicholas interessi. O non si comporterebbe
così. >> aggiunse lui con un sorriso beffardo.
<< Oh, anche a lei! >> esclamò la
ragazza.
<< Bene! Credo che Nick mi ammazzerebbe se sentisse
questa conversazione. >>
<< Rose mi infilerebbe la testa nel gabinetto
>> proseguì Marianne ridendo << Joseph, posso chiamarti Joey?
>>.
<< Chiamami come vuoi! Nessuno mi chiama mi Joseph..
Sono Joe, Joey, Danger e.. un mucchio di altra roba. >> rispose
sorridendole affabilmente.
<< Danger? >>.
Joe rise. << Si, mi considerano uno un po’..
Pericoloso. Ma in senso buono, tranquilla! >>
Anche lei rise. << D'accordo, allora Joey ...Dimmi
qualcosa di te >>.
Sentiva come se fosse speciale. Come se l'avesse
protetta.
E, mentre parlava di lui, non si accorgeva del mondo che le
girava intorno.
Non si accorgeva di Rosemary che stava ingurgitando
quantità industriali di alcool seguita da Nicholas, che però era più
moderato.
Joe sorrise, stringendo tra le mani un bicchiere che
conteneva un goccio di un insulso liquido di cui neanche conosceva il
nome.
<< Non sono bravo a parlare di me.. Lo trovo strano.
Ad ogni modo ho ventitré anni, e suono in un complesso che mi fa guadagnare fior
di milioni e poi.. La mia vita si ferma qui. Visto? Non sono neanche
interessante. >>
<< Invece sì...Cosa suoni? >> fece
Marianne.
<< La chitarra e anche il tamburello! >>
rispose lui ridacchiando. << Ma di solito canto. >> aggiunse con
orgoglio.
<< Che meraviglia! >> esclamò la rossa <<
Amo la musica >>.
Joe annuì. << E tu? Che cosa mi dici di te?
>>
Marianne alzò le spalle. << Marianne Gray, vent'anni,
studentessa di medicina la mattina e segretaria per pagarmi gli studi il
pomeriggio. Vivo sola e mi ci sento spesso, mio padre è morto cinque anni fa
mentre mia madre è scappata quando io ne avevo diciassette, lasciandomi con il
mio fratellino di sei anni che vive in ospedale. Un po' uno schifo
>>.
Lo sguardo di Joe si addolcì. Rimase stupito dalla sua
franchezza, sincerità.
Nessuno si sarebbe mai sognato di raccontare la sua vita ad
uno appena conosciuto, eppure lei lo aveva appena fatto.
E questo lo fece sentire maledettamente
bene.
<< Almeno hai la tua amica.. >> disse con un
sorriso sincero.
<< Già. Lei è un dono da Dio >> sussurrò
Marianne, osservando Rosemary con immenso affetto e gratitudine negli occhi
<< Oh Cielo, Joseph, perdonami...Non ti volevo seccare con tutte queste
cose che probabilmente neanche ti interessano, io, non so che mi abbia preso,
davvero, scusa... >>.
<< No, no ma cosa dici! >> esclamò il
ventitreenne, e prese involontariamente una mano della ragazza e continuò a dire
<< Ammiro molto il fatto che tu riesco ad essere così serena.. E'
incredibile. >>
Forse non avrebbe dovuto farlo.
Marianne sorrise e strinse forte la mano di Joe. Le
sembrava di sentirsi meglio, in quel momento. << Forse sembro serena.
Certe volte penso che ho bisogno di una mano >> e, dicendo questo, lanciò
uno sguardo alle sue dita intrecciate a quelle del
ragazzo.
<< P-P..Posso capirti. A volte la gente si avvicina a
me solo per interesse.. Ed è bello vedere che non tutti, sono così. >> Joe
alzò lo sguardo verso Marianne e sorrise debolmente.
<< Beh, se può farti sentire meglio, io non ho la
minima idea di chi tu sia se non un ragazzo fantastico che è considerato un
pericolo >>.
Joe rise. << Beh grazie, ragazza fantastica dal cuore
d'oro. E se proprio vuoi sapere chi sono.. Ti basta guardare quella foto la
infondo e vedere cosa c'è scritto. >> disse,indicando lì dove Marianne
avrebbe dovuto guardare.
Lei obbedì, e guardò un enorme poster che ritraeva tre
ragazzi con le chitarre. << Jonas Brothers >> disse << Quello
è Nicholas? >>.
Il ragazzo annuì. << Si, e poi quello è il nostro
fratello maggiore Kevin. >>
<< Una banda di fratelli...Che cosa dolce >>
commentò Marianne. Quanto avrebbe voluto che anche il suo fratellino Danny
avesse queste possibilità.
<< Già. >> si limitò ad affermare Joe con un
sorriso sereno stampato in volto.
Rivolse a Marianne uno sguardo che forse, solo lui fu in
grado di capire.
Lei fu solo capace di arrossire, e di dire sottovoce:
<< Forse dovremmo far calmare un po' Rose e Nick o... >> si bloccò,
sconvolta dalla scena che si ritrovò davanti.
Nick teneva Rose da un fianco, mentre la ragazza ormai
priva di autocontrollo, tentava di non cadergli addosso.
<< E allora smettila di dire stronzate! Non è vero
che i coccodrilli puzzano. Piuttosto tu puzzi. >> ribatté la ragazza con
decisione. Non sembrava assolutamente ubriaca, dato che certe uscita le aveva
anche da sobria, ma se non fosse stato per quello strano luccichio negli
occhi…
Marianne scoppiò a ridere, seguita da Joe. << I
coccodrilli puzzano, Joey? >>.
<< Non lo so e non lo voglio sapere! >> ribatté
il ragazzo guardando male suo fratello.
<< Ma tu guarda un po', sono totalmente impaz...
>> iniziò Marianne, ma poi la sua voce si strozzò, non fu più in grado di
pronunciare una parola non appena vide ciò che successe poco dopo.
I fitti ricci di Nick sembravano voler completamente
ricoprire il volto di Rosemary, ed insieme, quello che stava
succedendo.
Non che non fosse lecito o immorale, ma era del tutto fuori
luogo baciarsi dopo mezz'ora e in quella maniera.
Per quanto anche lo stesso Nicholas lo ritenesse poco
ortodosso, non sembrava volersi contenere.
O meglio.
Non voleva fermarsi .
E, per quanto avesse potuto bere, la sua mente era rimasta
lucida fino a quel momento, anche quando, si ritrovò a distanza fin troppo
pericolosa dalle labbra di Rosemary.
E sarebbe stato un peccato per quella notte di follia non
baciarla.
<< .. mi hai baciata.. Visto che avevo ragione io?
>> bisbigliò Rosemary dopo essersi separata dal
ragazzo.
<< Ragione di cosa? >> si intromise Marianne
freddamente, afferrando il braccio dell'amica.
<< Ragione che le ragazze hanno sempre la meglio.
>> borbottò soddisfatta.
Poi, prese la sua testa tra le mani e fu avvolta da un gran
dolore. << Ed io dico che è abbastanza. >> affermò poi, scendendo
dallo sgabello barcollando.
La rossa fulminò Nicholas con lo sguardo. << Rose,
andiamo a casa >>.
<< Ehi! Non date la colpa a me! Abbiamo bevuto
entrambi.. >> si intromise Nick per cercare di
discolparsi.
<< Taci, e andiamo anche noi. >> si affrettò a
dire Joe con tono severo.
Marianne cinse le spalle di Rosemary per sorreggerla.
<< E' stata una bella serata, Joey...Beh, fino ad ora
>>.
<< Mi spiace.. >> sussurrò il ragazzo, prima di
sorriderle in modo a dir poco disarmante.
Lei si dimenticò di respirare per qualche istante. <<
Ci...Ci rivedremo? >>.
<< Io credo di sì.. Ora.. Porto via mio fratello,
prima che faccia ulteriori danni.. A presto, Marianne. >> sussurrò il
ragazzo, prima di trascinare via con sé Nicholas e sparire completamente tra la
folla.
Marianne non riuscì a muoversi per qualche secondo. Già
sentiva la nostalgia di Joseph e sperava che l'avrebbe
rincontrato.
Poi, con un sospiro, aiutò Rosemary ad uscire dal locale e
la portò a casa.
Ci
auguriamo che questo esperimento prodotto dalle sei mani di slideaway_,
LadyBird27 e abigailw13 vi piaccia, anche se è portato avanti da solo quattro
mani perché una delle nostre si trova dall'altra parte del mondo…Lunga storia.
E’ davvero molto importante per noi e gradiremmo molto sapere la vostra
opinione!
Teniamo
a precisare che questa storia non è scritta a scopo di lucro e che la famiglia
Jonas non ci appartiene. Rosemary, Marianne e gli altri personaggi ci
appartengono, in quanto sono di nostra invenzione.
Fateci sapere!