(Il mio intento non è assolutamente offendere i Tokio Hotel!!! Sono una loro fan!)

“Dio, che noia” penso mentre mando giù un boccone di pizza. Mia madre non smette di parlare di lavoro, lavoro e solo fottuto lavoro. E mio padre che ancora la sta ascoltando.

E’ passato un anno da quando ci siamo trasferiti ad Amburgo ed indovinate un po’ perchè? per lavoro. Io non volevo trasferirmi. Io amavo, anzi, amo la mia città natale, Roma. E la città dove sono cresciuta che, anche se non era granché, per me era bellissima, speciale: Civitavecchia.

Arrivata qui, dopo tante lacrime le quali ai miei non è fregato un emerito cazzo, sono caduta in depressione. Mi mancavano, le mie amiche, la mia amata cittadina.

È da poco che mi sono ripresa e abituata alla realtà. Ma non sono di certo felice qui.

“Annalisa? Ci sei?” Dio, odio quando mi parla in tedesco quando ci siamo solo noi.

“Si, ci sono”

“Non sembri, stai guardando il vuoto” non gli rispondo, non serve. Sono sedici anni che mia madre cerca di catturare la mia attenzione, ma non ci è mai riuscita. Papà dice che, anche quando ero piccola, non la degnavo di uno sguardo. Sì, la cosa sarà crudele, ma non quanto quello che ha fatto lei a me un anno fa.   Odio tutto di qui: tra la lingua, il cibo e l’intera città, cazzo. Ma la cosa che odio di più sono quelle ochette con cui sono costretta ad andare a scuola. Sono povere deficienti stra-cotte di una band che odio (si, odio tutto): i Tokio Hotel, o Frocio Hotel come li chiamiamo in Italia. Io mi chiedo come cazzo fanno a correre dietro a tali soggetti. Bah, che schifo. Il mondo sta andando a puttane.

“Ma, pa. Vado a famme ‘ngiro.”

“Annalisa, se devi parlare italiano, parlalo BENE”

“Se se” che nervi. Papà ride. È da lui che ho preso il mio caratteraccio, mamma lo dice sempre quando si incazza con lui. O con me.

Questa pizzeria fa schifo, vorrebbero fare la pizza italiana. Vorrebbero. Mi fermo sulla porta per prendere il mio I-pod dentro la mia amata borsa con i teschi. Lo accendo e la prima canzone che metto è Closer to the Edge dei 30 Seconds to Mars, la mia band preferita. Quella si che è musica. Non come quelle cazzate dei Frocio Hotel.

Esco e vado sparata nel giardino comunale di Amburgo, l’unico posto in cui c’è pace. Poi alle dieci di sera, sarà bellissimo. Affretto il passo. Ad un certo punto mi ritrovo per terra. Una baraonda di ragazzine urlanti mi fanno cadere.

“Li mortacci vostra!!” urlo. Mi guardano e ridono, che scema. “Annalisa sei in Germania, non in Italia, li mortacci vostra è italiano.” Mi ripeto nella mia testa. Mi alzo e guardo dove sono dirette quelle ragazzine. Oh oh oh, ora capisco, ci sono i Tokio Hotel. “Mamma mia che entusiasmo.” Penso in tono sarcastico. Pff, riaccendo l’I-pod e riprendo a camminare. Io dico, come cazzo fanno a piacergli quegl.. Dio.

Quegli occhi. Quel piercing. ‘Nte bono. Porca puttana, se quello è uno dei Tokio Hotel, mi rimangio tutto. Mi sta guardando, mi fa l’occhiolino. Glielo faccio anch’io, dopotutto che ho da perdere? E’ un figo della madonna. Sospiro. Anche se fosse, è una celebrità… Aspettate un attimo. Che cazzo sto dicendo? Nooo. No, no e no. A me quello non mi deve piacere, è un frocio dei Tokio Hotel. No. Me lo devo levare dalla testa.

E' la seconda FF che scrivo da sola. E devo dire che, anche se può risultarvi stupida, mi piace da morire *-* Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! Così decido se andare avanti o meno ;) Baci, Annalisa.