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Autore: Rem95    05/09/2010    7 recensioni
"Finché alla fine la verità ci colpisce, la felicità è sempre stata lì". Questa è una one-shot sul possibile futuro dei nostri protagonisti. Sono passati diversi anni e si ritrovano a festeggiare il Natale tutti assieme, in famiglia, con i loro figli =) Nuovo Capitolo aggiunto, spero che anche questo vi posso piacere, parla sempre di un porovabile futuro. Solo un pò più lontano.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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So che può sembrare scontato, la famigliola allegra. Ma dopo tutto quello che hanno passato un po' di felicità, dopo tanti anni, la meritano =). Leggetela e fatemi sapere cosa ne pensate =)

Una Giornata Speciale

Forse più cerchiamo e vogliamo uno stato di beatitudine, più questo desiderio ci confonde. Al punto di non riuscire a riconoscerci più. Invece continuiamo a sorridere e basta, sforzandoci di apparire in tutti i modi felici come vorremmo essere. Finché alla fine la verità ci colpisce, la felicità è sempre stata lì. Non nei nostri sogni o nelle speranze, ma in ciò che conosciamo..che è confortevole, familiare. (citazione episodio 6x22 G'sA)

 

_<< Ginny! Ginny! Dai alzatii! >>, il bambino di cinque anni saltava su letto della sorella cercando in tutti i modi di svegliarla. La ragazzina mise la testa sotto il cuscino cercando di ritrovare invano la tranquillità di qualche minuto prima.

<< Mamma!! Ginny non si vuole alzare! >> il fratellino cercò di lamentarsi con i genitori.

<< George non saltare su letto >> urlò una voce seria ma divertita dal corridoio.

<< Ma mamma! Oggi è un giorno speciale, per aprire i regali ci dobbiamo essere tutti!>>.

Meredith aprì la porta della cameretta con in mano il catino dei panni da stendere. Portava capelli in una grossa coda, anche se qualche ciuffo ribelle le finiva sugli occhi. Aveva una camicetta bianca con un golfino violetto scuro e i jeans neri. Sembrava essere tutto pronto, ma le ciabatte a forma di coniglietto che portava ai piedi indicavano che c'era ancora molto da fare.

Appena vide la mamma George si mise a sedere con una faccina angelica. << Su vai in bagno a lavarti denti, a tua sorella ci penso io >> << Ma però io non ho ancora fatto colazione..>>. Meredith alzò gli occhi al cielo divertita dalle scuse del figlio.<< Ma però non si dice, su fila. Che se no babbo natale si riprende tutti i pacchi!>>. Il bimbo non se lo fece ripetere due volte e corse in bagno, i regali erano sacri. Almeno sarebbe stato buono per un po' pensò la donna.

Meredith posò il catino e si sedette sul letto della figlia. << Tesoro tua fratello ha ragione, è ora di alzarsi, fra un po' arrivano gli zii>>. << Uffa! Io ho sonno..>> Ginny comparve da sotto le coperte.

Meredith rise << sembri uno zombie e noi non gli vogliamo gli zombie cattivi>> ed incominciò a fargli il solletico. Le due scoppiarono a ridere, sua figlia si dimenava sotto le coperte cercando di liberarsi.

Uno strillò seguito da un pianto le interruppe. << Questa è tua sorella che chiama. Vuole da mangiare >>, diede un bacio sulla fronte di Ginny e si avviò verso la porta. << Per quando ritorno vi voglio vedere pronti>> disse un po' più forte in modo che anche George la sentisse.

Di sotto qualcuno stava trafficando in cucina con i piatti.

Cinque minuti dopo i due bambini erano pronti e vestiti sul pianerottolo prima delle scale. Derek salì dalle scale sorridente. George li si fiondò in braccio. << Papà nessuno deve scendere, dovevamo farlo insieme!>> << lo so tesoro, ma la mamma voleva che preparassi la tavola, sai com'è fatta >> il bimbo si mise a ridere felice << già>>. Aveva i capelli neri come Derek, leggermente mossi. Anche il profilo del viso ricordava molto i tratti del padre, ma gli occhi erano dello stesso azzurro della madre.

Derek si girò verso la figlia << buongiorno principessa >>. La bambina si avvicinò sorridente e gli diede un bacio sulla guancia << Ciao papà >>. Lei invece era la copia di Meredith. Ogni giorno si stupiva sempre di più della loro somiglianza. Aveva gli stessi capelli castano chiaro, il viso dolce ed elegante. Gli occhi chiari ed emotivi si muovevano veloci e curiosi. Derek ripensò a quando avevano deciso come chiamarla. Il suo nome era uscito per caso, guardando un vecchio film la sera stessa in cui l'avevano portata a casa per la prima volta .

Dalla camera infondo al corridoio uscì Meredith con in braccio una bambina di un anno e mezzo. << Ora ci siamo tutti >> mormorò Derek, incantato dalla bellezza della moglie. Lei li sorrise.

<< Ora possiamo scendere?? Ti pregooo >> George non riusciva più a stare fermo dall'agitazione, era emozionatissimo, voleva aprire i regali. << Permesso accordato >> rispose Derek ridendo, senza staccare gli occhi dalla sua amata. I loro due figli si precipitarono giù dalle scale. << George Christopher Shepherd non correre per le scale, sei ancora piccolo!>>, ma il bambino non la ascoltava più.

Meredith sorrise e si avvicinò con la bimba tra le braccia << non so se ce la faremo, fra un po' arrivano tutti e noi siamo ancora in alto mare!>>. Derek le prese il viso tra le mani, con delicatezza << guardami>>. La moglie sbuffò e i loro sguardi si incrociarono << andrà tutto bene >>. Meredith alzò gli occhi al cielo << no invece! Siamo in ritardo, non è pronto niente!>>.

Il marito sorrise, era così cambiata negli anni, si era trasformata in una mamma fantastica. Si ricordava ancora quando la moglie per la prima volta aveva preso Ginevra in braccio, a momenti non la faceva cadere. E di tutti i casini che aveva combinato in cucina e con i pannolini.

<< Andrà tutto bene. Va tutto bene. Tu sei bellissima, i nostri tre figli sono magnifici e la casa è a posto>>. Meredith si avvicinò di più il marito, spostando la bimba su un fianco. Il loro amore con gli anni era cresciuto, si era solidificato. Lo amava così tanto, sembrava solo ieri il giorno in cui si erano conosciuto al bar, dove tutto era iniziato. Si lasciarono andare in un bacio appassionato.

Carolyn sorrise dalle braccia della mamma, guardando i genitori con grossi occhi uguali a quelli del papà. Aveva pochi capelli castano scuro e un visino paffuto. L'avevano chiamata come la madre di Derek.

<< Wow!! babbo natale mi ha regalato un aeroplano telocomandabile! >> le urla di George e le risate di Ginny che arrivavano dal salotto li convinsero a scendere.

Circa un'ora dopo il campanello di casa suonò: gli invitati erano arrivati. Derek andò ad aprire la porta con un orsacchiotto di Carolyn in mano. << Vecchio mio! >> Mark si era affacciato alla entrata con un grosso sorriso sulle labbra << Cavolo per arrivare fin qua su bisogna fare una faticaccia! Dovevate per forza abitare in mezzo a un bosco?! >> si lamentò subito dopo.

I due amici si abbracciarono e si spostarono dall'ingresso per far entrare Lexie. La donna sorrise felice tenendosi i fianchi parecchio arrotondati dalla gravidanza con le mani. << Mio marito è sempre il solito, non è poi così difficile arrivare qua >>, Mark alzò gli occhi al cielo ed aiutò la moglie.

<< Mark Junior vieni qua con la torta >> urlò l'uomo. Un bambino di circa sei anni entro di corsa con in mano un pacchetto blu. Aveva i capelli neri e ricci a caschetto e gli occhi verdi. Posò la torta su tavolo e si fiondò a cercare George. Urlò solo un << ciao zii>>. Lexie sbuffò << Junior ha preso tutto dal padre >>.

Derek rise e diede una pacca sulla spalla a Mark << siediti pure >>. << Bé grazie amico >> rispose il cognato, ma Derek lo bloccò, spostando la sedia in direzione di Lexie. << Grazie >> rispose lei, sedendosi con stanchezza.

La porta era rimasta aperta ed entrarono Cristina e Owen. La prima teneva per mano una bambina di tre anni con dei lunghi capelli rossi e occhi azzurri, Rebecca. Suo marito invece stringeva con un braccio l'altra figlia, Reachel, di un anno più piccola di Ginny. La bambina aveva i capelli a caschetto neri e gli occhi a mandorla grigi come la mamma. Come Ginny per Meredith, Reachel sembrava la copia della madre. Le due sorelle non si assomigliavano per niente, eppure guardandole si poteva capire benissimo che erano imparentate.

La famigliola era seguita da Callie e Arizona. Le due si tenevano per mano e la mora aveva in braccio una bambino di colore di circa quattro anni. L'avevano adottato tre anni prima, si chiamava Clark.

Anche Meredith si era unita al gruppo e tutti si abbracciavano e si scambiavano gli auguri. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare, visto che con gli anni la padrona di casa non aveva imparato a cucinare.

<< Direi che vi potete incominciare a sedere, fra un attimo sarà tutto pronto >> dichiarò Derek sfregandosi le mani. << Quali sono i nostri posti? >> chiese Mark.

Meredith rispose con enfasi << ognuno ha un segna posto, i bambini da una parte e gli adulti dall'altra >> mentre spariva in cucina. << Ha voluto fare le cose in grande quest'anno >> scherzò Derek appoggiato allo stipite della porta. << Ti ho sentito sai!?!>> urlò la moglie dall'altra stanza.

Dopo circa dieci minuti si trovavano già tutti seduti a passarsi le varie pietanze.

Si erano aggiunti anche Alex e la sua nuova fidanzata. Ormai ne cambiava una ogni mese, questa era alta magra e bionda. Un'infermiera del quarto piano, si chiamava Chantal. Era tipico del ragazzo non avere una storia fissa, dopo il vecchio matrimonio con Izzie non si era più ripreso. Forse con questa faceva davvero sul serio, visto che l'aveva portata addirittura al cenone di Natale.

<< La Bailey non viene?>> chiese Owen mentre si serviva la sua porzione di arrosto. Arizona, che si stava per infilare un mega forchettata di insalata in bocca, rispose in tutta fretta << è andata a sciare con..>>, ma il resto della frase divenne incomprensibile, perché il cibo era arrivato a destinazione impedendole di parlare.

Sua moglie Callie finì la frase per lei <<.. con Ben e i suoi figli>>, mentre sorrideva ad Arizona che le sussurrò un grazie. Alex incominciò a sghignazzare << la Bailey che scia >> e lo seguirono a ruota Mark Owen e Derek. Le ragazze alzarono gli occhi al cielo.

<< Quindi non manca più nessuno?>> , sta volta la domanda era partita da Lexie e fu Meredith a risponderle << no, Teddy e Jakson sono rimasti a fare il turno in ospedale>>.

La sorella minore le sorrise, ma la felicità si tramutò in dolore e una smorfia le dipinse il viso. Mark le si avvicino preoccupato, mettendo una mano sul pancione. Lexie tossì << niente di grave, la piccola si diverte a tirare calci>>.

<< Come la chiamerete?>> si informò Cristina. << Pensavamo a Susan, come mia madre >> rispose prontamente la donna, interrompendo il marito. Probabilmente avevano avuto quel genere di discussione un milione di volte e lei previdente voleva evitare che il marito spuntasse fuori con i suoi soliti nomi assurdi.

Il pranzo volò via infetta e Ginny si alzò per portare via i piatti sporchi e cambiarli con quelli del dolce.

<< Cavolo com'è cresciuta..>> buttò lì Mark nel vederla << sta proprio diventando una signorina >>. La bambina si riempì di orgoglio, le piaceva sentirsi dire che ormai era grande. Prese tre piatti e si diresse in cucina seguita da Reachel.

Mark continuò << sembra ieri quando è nata. Sono già passati otto anni..>>. Derek annuì << è passato tutto così in fretta, se non sbaglio eri alla fine del terzo anno di specializzazione quando la aspettavi? >>, chiese rivolto a Meredith.

Sua moglie si era alzata per aiutare la figlia e sua “nipote” << Mmh.. sì. Se non mi sbaglio..>>. << E ora siamo tutti qua, tutti strutturati >> concluse Mark. I presenti annuirono pensierosi.

Cristina fu la prima a riprendersi dalla malinconia degli anni passati << piuttosto, avete visto l'intervento al cuore, pancreas e braccio destro della signora della 25a?>> << era veramente conciata male>> << è stata un'operazione emozionante..>>. Fiumi di commenti inondarono la stanza, ognuno voleva dire la sua.

Tutto era perfetto. Aveva anche iniziato a nevicare. Sicuramente avrebbero giocato a palle di neve più tardi. E la loro casa nel bosco era lì, finalmente non era più un sogno. Nella loro camera, sopra il letto, il post-it ricordava a tutti l'amore che due persone possono provare l'una verso l'altra._

 

 

 

 



  
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