Disclaimer:questa storia è stata scritta con l’unico scopo di
divertire.Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad Orlando Bloom,attore
che stimo ed apprezzo moltissimo.
Naturalmente
la vicenda narrata è frutto della mia fantasia.
Dedica:dedico questa fic a Mami,come
ringraziamento per tutti i “piccoli-grandi”capolavori che ci regala giorno dopo
giorno.CONTINUA COSI’,MAMI!!! ^_^
Ed
ora,vi auguro buona lettura,sperando che possiate apprezzare questa mia piccola
storia.
§Galadriel§
“LA CURA PIU’DOLCE”
Me ne stavo rannicchiata sotto le coperte tentando
di ripararmi da un freddo così pungente che neanche il calore dei termosifoni
sembrava riuscire a contenere. Starnutii.
Non riuscivo a dormire.Avrei tanto voluto che ci
fosse lui lì a riscaldarmi tenendomi stretta a sé.
Chiusi gli occhi provando ad immaginare di essergli accanto,e un’espressione beata si dipinse sul mio volto.
Accorgendomi dei miei pensieri mi resi conto di
quanto fossi sciocca:possibile che non riuscissi a levarmelo dalla testa?!Per
quale motivo mi ritrovavo a pensare a lui in continuazione?!
Semplice.Orlando mi piaceva.Mi piaceva da impazzire.
Avrebbe potuto essere un venerdì sera diverso,se
solo questa maledetta influenza non mi avesse colpito così all’improvviso.Ma
non potevo certo rischiare che per venire a ripassare da me la parte che
l’indomani avrebbe dovuto interpretare per un provino si prendesse un
raffreddore.
Colta da un’ondata di egoismo pensai però che almeno
una telefonata di conforto avrebbe potuto farmela,e mi rabbuiai ancora di più.
Se solo fossi riuscita ad addormentarmi avrei
impedito all’invadente pensiero di Orlando di insinuarsi ancora nella mia testa
ovattata.Ma il sonno purtroppo sembrava un’irraggiungibile chimera.
Così mi alzai dal letto,dirigendomi verso lo
specchio della mia stanza per guardare il mio orribile aspetto febbricitante.
Trovai che il naso arrossato e gli occhi lucidi come
due specchi d’acqua mi conferissero un aspetto alquanto buffo.Come se non
bastasse il mio viso era incorniciato da una massa indomita di capelli
arruffati,che nel continuo rigirarmi nel letto avevo reso davvero
spaventosamente intricata.
Presi la spazzola sulla mia toletta,e cominciai a
pettinarmi lentamente,cercando di sopportare il dolore che i nodi mi
procuravano.
Ultimata quest’operazione di “restauro” ,li raccolsi
in una morbida coda alta,e mi osservai nuovamente allo specchio:già
meglio.Adesso almeno sembravo una semplice ragazza influenzata,e non più una
pazza selvaggia febbricitante.
Fissai sconsolata l’orologio:le dieci e mezza.Mi
sentii assalire dalla noia,e senza che potessi fare nulla per impedirlo tornai
a pensare ad Orlando e a quanto avrei voluto che fosse lì con me.
L’improvviso trillo del campanello mi fece
prepotentemente tornare alla squallida realtà di quel triste e solitario
venerdì sera.
Corsi all’ingresso e mi sollevai in punta di piedi
per guardare dentro lo spioncino della porta:dall’altra parte Orlando aspettava
che io gli aprissi appoggiato al muro.
Quell’inaspettata visita mi colse alla
sprovvista,impedendomi di assumere una parvenza di autocontrollo.Starnutii
ancora.
“Salute!”disse ridendo Orlando da dietro la porta.
Dopo aver recuperato la mia scatola di fazzolettini
mi diressi nuovamente all’ingresso per aprirgli una volta per tutte.
“Ho pensato che avessi bisogno di un po’ di
compagnia…”mi disse assumendo un’espressione canzonatoria.
“Ti do forse quest’impressione?”mormorai acidamente
mettendo il broncio.Odiavo che lui mi prendesse in giro,soprattutto in quelle
condizioni.
“Beh?Posso entrare o credi che prima sia meglio
chiamare una ditta per la disinfestazione?A forza di starnutire avrai riempito
la casa di microbi…”
Mi scompigliò affettuosamente i capelli,mentre
varcando la soglia d’ingresso lo fulminavo con lo sguardo febbrile.
“Mettiamo le cose in chiaro:se sei venuto per
divertirti a prendere in giro questo mio stato,sappi che non sono in vena di
scherzi.”
In tutta risposta Orlando sfoggiò uno dei suoi
dolcissimi sorrisi e mi prese per mano.
“La febbre e il raffreddore ti rendono piuttosto
suscettibile,eh?”
“Vorrei vedere te al posto mio…”mormorai con aria
sconsolata divincolando la mia mano dalla sua.
Mi sentivo troppo indebolita dall’influenza per
poter sopportare anche i battiti accelerati del mio cuore,così mi allontanai
ulteriormente da lui andandomi a sedere sul divano.
Non fu una mossa efficace,perché poco dopo Orlando
si accovacciò davanti a me con aria sorridente.
“Ti va una cioccolata calda?”
Avrei voluto rispondergli che l’unica cosa che
volessi veramente era lui.Ma decisi che per il momento sarebbe stato meglio
accontentarmi della sua dolcissima proposta.
Annuii in silenzio,e lo vidi alzarsi e scomparire
dietro la porta della cucina,per poi fare ritorno qualche minuto dopo con una
tazza di fumante cioccolata e un piattino con alcuni biscotti:vivande che mi
porse con grande circospezione,consapevole del fatto che la mia già scarsa
prontezza di riflessi fosse ulteriormente ridotta a causa dell’influenza.
Nel vederlo così premuroso un grande calore mi riscaldò
il corpo e il cuore,ed ebbi subito l’impressione di stare meglio,impressione
che divenne assoluta certezza quando mi si sedette accanto.
“Potresti avere un futuro come infermiere…”mormorai
ridendo.In quel momento non riuscivo a trovare parole migliori per
ringraziarlo.
“Già,soprattutto se le pazienti sono dolci e
attraenti come te!A quel punto posso lasciare la carriera d’attore e darmi
direttamente alla medicina infermieristica!”rispose ridendo.
Sentendo quelle parole non potei fare a meno di
arrossire,sperando che grazie al mio colorito già leggermente purpureo per la
febbre lui non lo notasse.
Era tipico di Orlando fare questo genere di
affermazioni senza dare loro particolare peso.Se solo avesse immaginato la
reazione che ogni gesto,ogni parola da lui pronunciata scatenavano in me
probabilmente avrebbe evitato di dire certe cose.
Già,perché ero sicura che per lui non fossi altro
che un’amica.Una carissima amica,certo,ma niente di più. Purtroppo.
Alzai gli occhi,ed incontrare i suoi che mi
fissavano mi spinse a riabbassarli di colpo.
Odiavo quel gioco di profondi sguardi che avveniva
spesso tra noi nei momenti di imbarazzante silenzio,soprattutto perché perdevo
puntualmente.Non riuscivo a sostenere il suo sguardo dolce e accattivante al
tempo stesso,perché quando mi fissava in quel modo avevo l’impressione che mi
leggesse dentro.Che scavasse a fondo nei profondi e segreti meandri della mia
anima. E del mio cuore.
Non potevo permettere che si accorgesse dei miei
reali sentimenti per lui,altrimenti avrei rovinato lo splendido rapporto di
amicizia che si era instaurato in tutti quegli anni di assidue frequentazioni.
Non avendo il coraggio di sollevare lo sguardo,
cercai di allentare la tensione che si era venuta a creare tentando di aprire
una discussione.
“Allora…il provino è domani,eh?”
“Già. Domani.”
Ebbi l’impressione che si avvicinasse di più a me,e
mi spinsi fino ai limiti del possibile contro il rigido bracciolo del divano.
“Non credi che sarebbe stato meglio se stasera fossi
rimasto a casa?Non vorrai rischiare di prendere l’influenza anche tu standomi
vicino…”
“Beh,inizialmente avevo deciso di non venire,ma poi
mi sono detto che non sarebbe stato giusto lasciarti sola in queste
condizioni…”
“Cosa credi che non sia in grado di gestire una
banalissima influenza?”risposi seccata.Non sopportavo quel suo essere così
maledettamente protettivo.Mi faceva male.Da morire.
Starnutii subito dopo,e cominciai a tossire a
ripetizione mentre il mio viso assumeva un colorito ancor più purpureo di
prima.
“Sì,credo proprio che tu non sappia gestirti da sola
”mi rispose ridendo esortandomi a bere qualche altro sorso di quella invitante
cioccolata calda.Peccato solo che quel maledettissimo raffreddore mi impedisse
di distinguerne il sapore.
“Come al solito sei esageratamente protettivo.So
badare a me stessa da sola.”
Starnutii ancora,e questa volta Orlando si alzò per
dirigersi in camera mia.
Dall’altra stanza mi giunse all’orecchio la sua
voce:”Credi che sotto questa massa enorme di fazzoletti sparsi sia possibile
trovare il termometro?”
Distinguendo il suo irritante tono ironico non
risposi nulla,sapevo benissimo che sarebbe riuscito a trovarlo da solo.Quella
frase era solo un pretesto per criticare il mio disordine e la mia
disorganizzazione. E non potevo sopportarlo.
Come avevo previsto,tornò poco dopo e si risedette
accanto a me porgendomi il misuratore con aria di sufficienza.
Sollevai la felpa per infilarlo sotto un braccio,e
subito un brivido di freddo mi fece accapponare la pelle.
“Se ti scopri così non farai altro che peggiorare le
cose” mi disse avvolgendomi fra le sue braccia mentre posizionavo il termometro
sotto l’ascella.
Sperai che il mercurio nell’apparecchio impiegasse
tutta l’eternità a dilatarsi,così che potessi rimanere in quella posizione per
sempre.Purtroppo sapevo che l’abbraccio di Orlando avrebbe contribuito a far
aumentare di più la mia temperatura,e che per questo il termometro si sarebbe
surriscaldato ben presto.
Così decisi di assaporare ogni attimo di quel tenero
momento,e appoggiai istintivamente la mia testa nell’incavo del suo
collo.Sembrava una posizione così naturale.Non avrei voluto più muovermi di
lì,soprattutto quando sentii le mani di Orlando accarezzarmi delicatamente il
collo e la schiena.
Non potei trattenere il brivido che mi percorse e
sollevai per un momento lo sguardo,incontrando nuovamente il suo.
Ecco che ricominciava quell’infinito dialogo fatto
di sguardi che mi vedeva sempre ed immancabilmente perdente.
Ripresi il termometro,controllando i miei movimenti
per non alterare quella stupenda
posizione.
“Visto?Sto bene…misura 36°…”mormorai con aria
saccente.
“Eppure scotti…”mi disse posando le sue labbra sulla
mia fronte,dopo aver sollevato delicatamente il mio viso.
Ebbi la sensazione di morire. L’influenza era
improvvisamente svanita, ma mi sentii avvampare lo stesso.
Chiusi gli occhi,cercando di mantenere un respiro
regolare per non palesare le emozioni che mi stava regalando con quel
semplicissimo gesto.Paradossalmente era il bacio più bello e dolce che avessi
mai ricevuto.Perché era suo.
Con mio enorme disappunto,qualche attimo dopo scostò
le proprie labbra dalla mia fronte così, riaprendo gli occhi,mi imposi di
rimanere lucida e tranquilla.Ovviamente questo mio proposito andò a farsi
benedire,quando mi resi conto che i nostri visi erano a pochi millimetri di
distanza l’uno dall’altra.
“Credo…credo che la febbre ti sia aumentata…”mi
sussurrò non spostandosi minimamente.
“Già…lo credo anch’io…”risposi di rimando,stavolta
sforzandomi di non abbassare lo sguardo.
Orlando mi sfiorò una guancia con le dita,per poi
cominciare ad avvicinare ancora di più il suo viso al mio.
Sentii il cuore scoppiarmi nel petto,mentre
d’impulso accarezzavo il suo viso continuando a fissarlo.
Avevo perduto completamente il senso della
realtà.Tutto intorno a noi aveva perso importanza,non riuscivo a fare altro che
fissare i suoi intensi occhi scuri e le sue labbra, che sembravano attirarmi
come il dolce miele fa con le api.
Ma proprio mentre le nostre labbra stavano per congiungersi,un improvviso formicolio al naso mi riportò
violentemente alla realtà.Non adesso!Proprio ora doveva venirmi da
starnutire?!Evidentemente non era destino che tra me ed Orlando accadesse
nulla,mi rassegnai a pensare scostandomi in tempo dal suo viso onde evitare di
starnutirgli in faccia.
Lo sentii scoppiare a ridere in modo
comprensivo,mentre prontamente afferravo un fazzoletto dalla scatola che avevo
poggiato sul tavolino posto davanti al divano su cui eravamo seduti.
Non potei fare a meno di sentirmi incredibilmente
idiota. L’imbarazzo mi attanagliò senza via di scampo,e scattai in piedi con gli
occhi bassi.
Non sapevo cosa dire o fare. L’unica cosa di cui ero
sicura era di aver sprecato la più grande occasione della mia vita.Non avrei
più avuto il coraggio di guardarlo negli occhi.
“Forse è meglio se torni a casa,Orlando .Vedi quanto
sono contagiosa?Non faccio altro che starnutire…”mormorai seccata aspettando
una sua qualche risposta.
Orlando si alzò in piedi,sfiorandomi affabilmente
una guancia.”Per un attimo ho temuto che fossi allergica a me.”mi disse
continuando a ridere.
Mi sentii offesa da quel suo atteggiamento
ironico,così gli misi il broncio.”Potrebbe anche darsi,quindi è meglio che tu
stia lontano da me...”
Feci per voltarmi,ma sentii le sue mani posarsi
sulla mia vita,e tirarmi verso di lui.
Lo guardai negli occhi:era tornato improvvisamente
serio.
“Ho paura che questo non sia possibile…”mi sussurrò
avvicinando il proprio viso al mio.
“…Ma domani hai il provino…non…non hai paura che ti
attacchi l’influenza?”
“Correrò il rischio…”bisbigliò maliziosamente prima
di sfiorarmi le labbra con un tenero bacio.
Ero spiazzata:non mi sarei mai aspettata una cosa
simile.Lo guardai stupita arrossendo maggiormente.
“Tu…”non riuscii a dire altro.
“Sì…”rispose sottovoce prima di posare una mano sul
mio collo e baciarmi ancora.Stavolta più a lungo ed intensamente.
“Aspetta…ho il naso tappato...soffoco…”dissi ridendo mentre mi staccavo
bruscamente da lui.
Orlando sorrise,e mi avvolse in un caldo
abbraccio.Mi sentii subito protetta. E al sicuro.Adesso avrei potuto sopportare
qualsiasi influenza.
Sollevai un poco il viso,quel tanto che mi bastava
per guardarlo negli occhi.Quegli occhi che amavo alla follia.”Cosa dirai domani
al tuo agente se per colpa dei miei microbi salti il provino?”
“Beh,dirò che sono malato….malato d’amore…”mormorò
dolcemente.
Detto questo,mi sfiorò ancora le labbra,più e più
volte,fino a che non ci lasciammo cadere abbracciati sul divano.
Sorrisi.Non avrei potuto trovare cura più efficace
dei baci di Orlando.Quella sarebbe stata una lunga notte…
FINE