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Autore: Kiki May    07/09/2010    11 recensioni
Lo ricordi sempre luminoso. Come il sole, il tuo Arthur. Future!fic. Merlin e la sua continua attesa - ricerca - dell'amato Arthur.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dunque, salve a tutti e buon pomeriggio!
Quella che vi apprestate a leggere è la mia prima fanfic dedicata a Merlin & Arthur.
Probabilmente rimarrà l'ultima *ehr* perchè non sono certa del risultato. Ho scritto di getto, d'impulso, mossa dall'emozione.
Tutta la colpa è di Arthur/Bradley e della sua bellezza solare, luminosa. Meravigliosa. *______*
Ricomponendomi, posso dire che questa fanfiction è ambientata ai nostri giorni e narra dell'amore per Arthur dal punto di vista di Merlin. Spero di aver reso i personaggi IC. Ci tengo molto.
Concludo augurandovi buona lettura.

 

 

 

 

Come il Sole


 

 

 

Lo ricordi sempre luminoso.
Come il sole, il tuo Arthur.



Chiudi gli occhi, rimestando il tè svogliatamente.
Le voci nella caffetteria ti avvolgono e t’intorpidiscono, creando un’insolita barriera di solitudine tra te e la folla. Sei grato dell’isolamento che la società moderna ti offre giorno dopo giorno. Lo percepisci quasi come un segno d’inumana e consolante libertà.
Ti volti, esaminando con attenzione i visi che ti circondano.
Non ne scorgi uno – uno solo – solare e bello quanto il suo.
Lo ricordi sempre luminoso.
Come il sole, il tuo Arthur.
Ricordi il suo coraggio in battaglia, la forza del braccio teso contro i nemici, l’equilibrio nella guida del popolo, la tenerezza dell’uomo giusto.
Ricordi anche il piglio giovanile, irruento e audace.
Una testa bacata, un Asino Reale, Arthur Pendragon.
E tu l’hai amato ogni singolo istante, perdendoti nel bagliore cristallino dei suoi occhi, nel rossore delle labbra piene.
Ti manca ancora, dolorosamente.
L’hai lasciato immobile e freddo, in un’epoca lontana, ai confini di Avalon.
Nell’incavo del suo collo impregnato di sangue, hai pianto disperato, stringendo nei pugni la terra amara, imprecando contro gli dèi che ti strappavano il cuore. Distrutto, ti sei lasciato cadere accanto al corpo di Arthur, serrando gli occhi impolverati e gonfi. Hai raggiunto una mano umida e callosa e l’hai stretta nelle tue, attendendo la misericordia della fine.
Hai pazientato per giorni, mesi, senza mangiare né bere né dormire. Piegato e alienato dalla stanchezza, hai fissato le stelle e poi il sole.
Hai pianto, consapevole del nuovo destino.
Ti sei rialzato.
Di Arthur non era più rimasto nulla, solo la spada.
L’hai gettata lontano, maledicendo chiunque avesse osato riprenderla. La Giustizia era Arthur e Arthur era morto.
Vestito di stracci, sei tornato a Camelot ed hai cominciato il tuo lungo viaggio. Un vagabondare infinito, impietoso come la tua esistenza immortale.



Col tempo hai visto le mode cambiare.
Le leggi farsi, a tratti, più severe o più permissive. I re legittimare il potere della corona prima con la religione, con la missione di difesa del vero Dio, poi col proposito di assicurare benessere ai sudditi. Hai frequentato le corti più importanti di Francia, Spagna, Germania. Sei stato anche a Roma, nascosto ai sacerdoti del Nuovo Culto, talmente influenti ed ingordi da piegare alle loro richieste eserciti e signori.
La tua figura è diventata misteriosa, leggendaria, quasi terrificante.
Hai abitato in dimore antiche e lussuose, animate da stuoli di servitori donati in omaggio da re cattolicissimi e principi di Baviera. Hai offerto i tuoi servigi quando necessario, per placare persecuzioni e barbare torture, senza concedere a nessun principe la tua fedeltà ed il tuo rispetto esclusivo.
Hai sofferto alla vista di mille nuove Freiya, innocenti e condannate al rogo, e hai gioito per le prime sperimentazioni mediche suoi cadaveri umani, nonostante fossero bandite dalla religione e dal diritto.
Ti sei sentito, contemporaneamente, guida del mondo e alieno indifferente. Hai vissuto in un tiepido isolamento.
Ogni tanto, hai sorriso di sorpresa per qualche dono originale, unico.
Ti sei concesso il lusso e la cultura, senza farti troppi scrupoli.
Per decenni, la tua tavola è stata imbandita con tulipani costosi quanto una dimora. Hai arricchito decine di biblioteche di volumi preziosi ed hai assaggiato per primo cioccolato, spezie nuove e pomodoro. Hai intrapreso un lungo viaggio in mare, raggiungendo le coste del Nuovo Continente, e hai riso, ripensando con gioia febbrile all’espressione di conquista sul volto di Arthur.
Mio re, il mondo non termina, non termina mai! Ruota su se stesso, rivelando molteplici meraviglie sconosciute.
Hai danzato coi selvaggi e, poi, ti sei accasciato distrutto accanto ai loro cadaveri, urlando di rabbia contro le croci dei conquistatori. Maledicendo la razza dei guerrieri come Arthur, incapaci di provare compassione e pietà.



Hai amato.
Ti è capitato, dopo i primi secoli di astinenza e privazione.
La tenerezza ti ha sorpreso scrutando i volti di giovani servitori ignoranti e devoti, affascinati dalla tua figura come da quella di una bestia mitologica e potente. Hai accarezzato boccoli profumati e schiene flessuose, sentendoti libero, rinnovato. Ti sei specchiato in occhi pieni di adorazione, trattenendoti abbastanza dal rivelare il tuo cuore e la tua vera natura.
Raramente il pensiero di Arthur ti ha sfiorato.
Sollevato, ti è sembrato di amarlo di meno, di dimenticarlo quasi. Indifferente, alcune volte ti sei scoperto a provare un contenuto distacco al suo pensiero.



Hai sofferto ancora, al capezzale di ragazzini ammalati, curati con tutti i mezzi e pur sempre persi.
Nessuno ha potuto esserti compagno per più di qualche decade e ti sei sempre riscoperto solo, unico al mondo, maledetto.
Il ricordo di Arthur, allora, si è riaffacciato piano nella mente, per aumentare il dolore e spingerti a lunghi esili oscuri.
Arthur, Arthur, Arthur … così disperatamente voluto, desiderato!
A tornare indietro, avresti ammazzato la dannata lucertola gigante prima che potesse cominciare a parlarti di destino, di corona e di regno. Avresti rapito Arthur, trascinandolo per le foreste sperdute. Tra i fiori selvaggi e sull’erba umida di rugiada, avresti speso le giornate semplicemente a fare l'amore. A sentirti parte di lui, a sentirlo parte di te.



Sorseggi il tè con un sorriso di beffa.
L'ultima volta che il destino ti ha chiamato, un’ombra nera si stava diffondendo in Europa, soffocando speranza e civiltà.
Hai combattuto con tutte le forze, chiedendo, in cambio, la libertà e il ritorno ad un’esistenza apparentemente normale.
A seguito dello sgancio di due bombe, con l'indignazione e il lutto nel cuore, hai abbandonato la vita da stregone e sei diventato prima un eccentrico milionario, poi un giovane e brillante scienziato. Hai scelto di abitare in quattro case soltanto, per assicurarti di poter assistere alla vita del mondo. Non hai voluto più incontrare politici e capi di Stato.
Il tuo nome si è perso nella leggenda.



“Ancora tè, signore?”
Alzi lo sguardo, sorridendo dolcemente, e scuoti il capo.
L’orizzonte oltre i vetri della caffetteria è carico di pioggia. Passanti armati d’ombrello affollano la strada principale.
D’improvviso, i tuoi occhi individuano un capo luminoso e biondo, prima per strada, poi dentro il locale. Ti tendi, come impazzito.
Vedi sparire la testa bionda e tremi di sollievo e terrore.
Una parte di te, quella razionale, ti impone di calmarti, di ricordare tutte le volte in cui una simile percezione ti ha spinto a fermare perfetti sconosciuti, totalmente diversi da Arthur. Chiudi gli occhi e respiri a fondo, indebolito dallo sforzo mentale. Deglutisci, fiero.
Il cucchiaino ti scivola dalle dita, assieme a una lacrima dispettosa.
Lo vedi, non hai più dubbi.
Mio re, mio destino, mia patria …
Amore mio.
"Arthur..." sussurri incredulo, cominciando a fare tutte le supposizioni possibili.
Scoraggi te stesso ripetendoti che è solo somiglianza, che potrebbe non ricordare, non essere lui.
Eppure, il suo sguardo incrocia il tuo. E lo rivedi. Il tuo sole.
Non puoi che essere convinto, assolutamente certo, di avere di fronte Arthur.
Stringi le mani sudate ai bordi del tavolo, mentre lui si avvicina. Vorresti svenire come una donzella inerme, tanto ti senti scombussolato.
Arthur avanza lento, con un sorriso spavaldo dipinto sulle labbra morbide.
Senti crescere la rabbia dentro di te e vorresti insultarlo, picchiarlo e baciarlo sino a farci l'amore davanti a tutti.
Il maledetto intuisce i tuoi pensieri. Ti fissa e si siede.
Merlin...
Chiudi gli occhi, sussultando, percependo l'emozione nella sua voce. Fremi e ti mordi le labbra, quando le sue dita calde raggiungono le tue e le stringono.
Dei del cielo, fate che questa non sia un'illusione.
Ho impiegato tanto a trovarti... mi sembrava d'impazzire! confessa Arthur poco dopo. Riconosci la forza del suo tocco, il battito del suo cuore.
Piangi senza riuscire a trattenerti, incurante della sorpresa di chi ti circonda. Intrecci le dita di Arthur nelle tue.
Lui parla ancora e le lacrime lo assalgono.
Mi sono svegliato .... in un quartiere da qualche parte ... in Cina! articola, scoppiando in una risata roca. “Devo esserci arrivato per un viaggio d’affari. Sono commerciante in questa vita, sai? Sono venuto al mondo ventisette anni fa e, sempre, mi sono sentito smarrito, incapace di dare un senso della mia esistenza. D'improvviso, mi sono ricordato di te. Mi sono ricordato di tutto. Eccomi qui.”
Ha un’espressione da cucciolo smarrito e sembra davvero convinto dell'assoluta intensità del suo dolore.
Sorridi felice e arrabbiato, imprecando sottovoce contro di lui.
Ti verrebbe da prenderlo a bastonate tanto è ignorante e stupido.
Stupido asino … mormori, e sono le prime parole che gli rivolgi dopo secoli.
Arthur spalanca gli occhi incredulo.
Stupido, stupido asino... vent’anni soltanto! Io ti aspetto da secoli! Ti aspetto da tutta l’eternità! sei in grado di farfugliare, non completamente certo che Arthur capisca.
Non potrebbe mai comprendere tutto il dolore e la solitudine e l'odio per te stesso.
Piangi ancora.
Andiamo via di qui, stiamo dando spettacolo... e tu sei sempre la solita femminuccia. Dice lui, pieno di dolcezza.
Tremante, ti alzi in piedi.
Arthur si prodiga a sostenerti per la vita. Non sei certo di poter camminare sulle tue gambe.
Uscite fuori.
L'aria fredda di Londra ti punge il viso, ma non hai tempo di pensare che Arthur è di fronte a te e ti abbraccia, ti bacia.
L’hai aspettato così tanto, ti è mancato così tanto …
Ti perdi nel bacio come se ne andasse della tua stessa vita e seppellisci il capo nell'incavo del suo collo.
Ti amo, Merlin. Ti amo da sempre. Ti amo.
Te lo ripete come una dolce nenia e attende la fine dei tuoi singhiozzi, accarezzandoti con premura.
Torni a guardarlo. Torni a baciarlo.
Un desiderio languido e rovente ti prende lo stomaco. Sospiri e gemi sulle sue labbra.
Adesso, il tuo unico pensiero è quello di spingere l’ex sovrano di Camelot in un appartamentino vicino Trafalgar Square e possederlo e lasciarti possedere da lui in tutti i modi possibili.
Arthur sembra intuirlo.
Ridacchia, carezzando il tuo volto con le dita ruvide.
Dovrei essere io il porco della situazione...
Taci asino! lo interrompi, mordendogli il naso arrossato dal freddo.
Arthur ricambia divertito.
E' vero che in questo secolo hanno inventato il gay pride e i matrimoni tra coniugi dello stesso sesso, noi però stiamo offrendo uno spettacolo indecente. Ci tengo ancora alla mia reputazione di re!
Sorridi, lo stringi forte, indicandogli la strada per il tuo appartamento.
Cominciate a camminare mano nella mano, come fidanzatini.





 

  
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