07/09/2010
5 recensioniPremessa: le parti in corsivo rappresentano un flashback, mentre il resto può essere contestualizzato nella settima serie.
Caso
Un pugnale ti colpisce il cuore quando gli occhi tuoi cadono sul nome stampato in quel fascicolo.
Ti eri ripromessa di assumere nuovo personale entro breve, vista la grossa popolarità che il Plainsboro stava guadagnando nei primi anni della tua carriera da brillante direttrice.
Nuovi medici, nuove strutture, nuovi strumenti diagnostici e di cura: questi erano i tuoi obiettivi.
Medico
specializzato in infettivologia e nefrologia.
Avevi finto di non leggere il suo nome, scostando subito lo sguardo sul suo titolo di medico.
D’istinto torni però sulla prima riga, dove, accanto alla foto in bianco e nero più che riconoscibile, leggi la sua identificazione.
Dr.
Gregory House
Da quanto tempo v’eravate persi?
Da quanto tempo avevi cercato di non sognarlo più, prima di addormentarti?
Ti passi una mano tra i capelli sciolti.
Troppo poco affinché potessi dimenticarlo.
Ed eccolo, di nuovo lì, su quel curriculum, le lettere del suo nome s’illuminavano sopra quel foglio di carta.
Compi un respiro profondo prima di appoggiare quella cartellina, ancora chiusa, sulla pila dei pretendenti il posto.
Vent’anni.
Vent’anni da quando vi rincorrevate per i corridoi del college, facevate a gara tra chi dei due aveva la media più alta, ti nascondevi nella sua camera per chiacchierare con lui fino a tardi, costringendo i suoi compagni di stanza a ricorrere ad altre soluzioni per non imbattersi nella sua ira.
Rileggi il suo nome, forse convincendoti che quello che guardavi fosse solo un suo anagramma.
Ma le lettere non avevano intenzione di scambiare il loro ordine.
Sbuffi.
Solo per togliere dal tuo viso quel sorriso spontaneo, che, purtroppo, era destinato a ripresentarsi subito dopo.
Bussano alla porta e tu cerchi di ricomporti.
Quando osservi entrare la tua assistente, tiri un sospiro di sollievo.
“Dall’alto premono” espone, allargando le braccia. “Hai notato qualcuno in particolare?”
“No” menti, inclinando il capo.
“Scegli il meno peggio.”
“Grazie del consiglio” spargi un po’ di curricula sulla scrivania.
“Figurati” fa per andarsene.
“Jessica?” la richiami appena prima che potesse aprire la porta.
La donna si volta. “Che c’è?”
“Forse è meglio che sia il caso a scegliere.”
Afferri la cartellina al centro della scrivania e gliela porgi.
“Controlla se è ancora interessato al posto.”
“Sei sicura?”
Annuisci.
“Il caso ha sempre ragione.”
Soprattutto se pilotato da qualcosa chiamato… amore.
*******
“Credevo di averti persa per sempre, dopo il college. Non potevo cercarti, non potevo venirti a trovare, avevo perso il tuo numero, non ero più me stesso.”
Lo abbracci, sorridendo.
“Allora devo ringraziare la fortuna, che mi ha portato ad assumerti.”
“E che ha portato me a fare richiesta di trasferimento a questa clinica solo perché mi piaceva il nome.”
“Questa è una bugia. Sapevi benissimo che-”
Ti zittisce con un dito sulle labbra.
“Io non sapevo niente. Come tu non sapevi che quel curriculum fosse il mio, giusto?”
Adoravi i puzzle.
Forse non quanto House, ma… abbastanza da esultare quando l’ultimo tassello riempiva il buco in mezzo al cielo rimasto sino a quel momento del colore del legno del tavolo.
“Giusto.”
Ti appoggi sul suo petto, sospirando.
Perché la casualità è niente, se due persone non vogliono la stessa cosa.
I commenti sono sempre graditi ^^. A presto!