Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: lud_194    07/09/2010    4 recensioni
"Ti odio ancora." "Ci possiamo lavorare."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lanie e Beckett erano attorno al grande tavolo della dottoressa ed esaminavano il corpo bianco, o meglio grigiastro, di Linda Black, vittima dell’ennesimo caso della detective.

“Vedi questa ferita sulla tempia? E’ stato questo il colpo letale.” Lanie muoveva le dita esperte sul cadavere.

“Credevo che fosse stata la pallottola al cuore ad ucciderla.” Beckett corrugò la fronte.

“Inizialmente l’ho pensato anche io, ma è una ferita più recente rispetto alla prima. L’omicida l’ha procurata qualche minuto dopo la morte della Black.”

“Presumi che lui o lei sapeva che fosse già morta?”

“Certo.” Beckett esitò qualche istante.

“L’assassino ha voluto lasciare un messaggio, o semplicemente le ha sparato al cuore per pura soddisfazione personale. Doveva detestarla..” Lanie annuì e ricoprì il cadavere con il lenzuolo celeste.

“Fa molto libro di Castle, non trovi?”

“Tesoro, quanti libri hai letto di Rick?” Le chiese il medico legale sistemando i suoi arnesi. A sentire la domanda, Beckett si pentì di aver fatto quell’affermazione. Abbassò automaticamente la voce.

“Tutti..” Lanie spalancò la bocca girandosi di scatto verso l’amica.

“Tutti? Davvero tutti? Anche quelli non famosi, o dei suoi inizi..?”

“Sì.. appena usciva un suo libro, mi fiondavo a comprarlo. A volte li ho ordinati su internet.”

“Ma sei scandalosa! Adesso mi dirai perfino che ti sei fatta autografare la prima pagina.” Lanie rise, e le guance di Kate presero colore nonostante il clima gelido dell’obitorio. All’amica non sfuggì.

“No, aspetta.. mi stai dicendo che..? Raccontami tutto!” Beckett la zittì.

“Non urlare! Dov’è Castle adesso?” Si guardò intorno.

“Oh, nell’altra stanza a curiosare. Sono arrivati nuovi strumenti..”

“Immagino quanto si sarà eccitato..”

“Peggio di un bambino il giorno di Natale.” Rispose Lanie in modo frettoloso. Kate si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio nervosamente e tornò a guardarla.

“Erano parecchi anni fa, lui era appena agli inizi, aveva pubblicato solo qualche libro. Una mattina, era nella libreria a pochi passi dal mio vecchio appartamento, per presentare il suo ultimo manoscritto..che io ovviamente avevo già comprato appena uscito. Quando lessi la notizia su un cartellone pubblicitario.. beh, è stato più forte di me. Alle 7 di mattina, prima di andare al distretto, mi armai di libro e penna con l’intento di farmelo autografare. Feci una fila di quasi un’ora e mezza, Lanie. C’erano centinaia di donne che si sarebbero prese a capelli pur di vederlo..E pensa che ancora non si era diffuso l’autografo sul seno. Quando finalmente arrivai di fronte a lui, lo scrutai per interminabili istanti. I capelli, gli occhi, i lineamenti.. Ma a me sarebbe piaciuto molto di più conoscere la sua psicologia, i suoi pensieri.. capire da dove partoriva quelle idee fantastiche per i libri. Lui alzò distrattamente lo sguardo su di me chiedendomi il nome, ma la sua penna era scarica. Così mi chiese se ne avevo una, perché se l’avesse chiesta al responsabile della libreria, avrei passato tutta la giornata lì. Mentre glie la porgevo, trattenne la mia mano.

‘Cosa hai combinato qui?’ Mi chiese notando una piccola scottatura sul dorso.

‘Mi sono bruciata.. caffè bollente.’ Risposi. Mimò una smorfia di dolore e mi restituì il libro autografato. Non lo vidi più per anni.. e poi me lo sono ritrovato tra i piedi per tutto questo tempo. E’ buffa la vita.” Lanie sorrise.

“Non glie l’hai mai detto?”

“No, nel modo più assoluto. Non si ricorda di me, altrimenti me l’avrebbe fatto presente.. e soprattutto ‘rinfacciato’. Non voglio che sappia che i suoi libri sono stati così.. fondamentali, per un periodo della mia vita.”

“E’ un ragionamento assurdo, ma, in quanto donna, ti capisco benissimo.” Beckett le sorrise e cacciò via i ricordi. In quel momento Rick fece ingresso nella stanza.

“Belle signorine di nuovo buongiorno. Lanie, quei nuovi strumenti sono una bomba.. forse però ho premuto qualche tasto per sbaglio..” Azzardò un sorriso che ricordava quello di un bimbo di cinque anni.

“Che cosa?! Castle ti garantisco che un giorno ci sarai tu su questo tavolo.. per merito mio però!” Lanie corse verso l’altra stanza.

“Non preoccuparti, te lo porto via! Ciao Lanie ci sentiamo quando avrai novità!” Le urlò Beckett, e assieme allo scrittore uscì dall’obitorio.

Durante il tragitto in macchina, Castle era stranamente silenzioso.

“Che c’è, Castle? Il morto ti ha morso la lingua?” Beckett si aspettava qualche risposta degna di quella sua battuta pessima, ma lui rimase ancora in silenzio. Per aprire bocca approfittò di un semaforo rosso.

“Mi fai vedere la mano?” Le chiese. Esitò, poi gli porse la mano destra.

“No, non questa.. la sinistra.” Lei deglutì, ma fece ciò che le aveva chiesto. Castle guardò dritto su un punto preciso.

“La scottatura a forma di mezza luna, il caffè bollente.. me lo ricordo perfettamente, ma.. non sapevo che fossi tu..” Beckett ritrasse subito la mano. Stava cercando le parole adatte per una sfuriata, ma era come se di parole non ne avesse più. Castle continuò. 

“Avevi i capelli più lunghi.. e portavi un cappellino, non è vero? Ecco perché non ricordo gli occhi. Il sorriso, sin da quando ci siamo conosciuti, mi era vagamente familiare, ma le mani.. sì, le mani sono inconfondibili.” Beckett accostò, in preda alla rabbia.

“Castle hai ascoltato la conversazione con Lanie!”

“Non volutamente..”

“Sei nato per.. per.. per dare fastidio! E per rovinare tutto!”

“Beckett, quando la gente legge i miei libri, e sta bene leggendoli, sto bene anche io. E soprattutto, sapere che a te hanno fatto bene.. ecco, sapere questo, mi fa stare ancora meglio.”

“Richard Castle ti odio!”

“Tutte le donne che l’hanno detto in realtà hanno finito per amarmi. Ok forse quasi tutte.. probabilmente quella donna a cui andai addosso con la macchina, sfondandole il paraurti, mi odiava per davvero.” Intanto Beckett era scesa dall’auto sbattendo la porta e camminava a passo svelto verso il distretto. Rick la raggiunse in pochi istanti.

“Avevi ragione quando hai detto che la vita è buffa..” Disse, ma lei entrò in ascensore senza degnarlo di uno sguardo, aveva messo il broncio.

“Ma è anche sorprendentemente bella. Soprattutto quando ti fa rincontrare con un’accanita, orgogliosa, permalosa, straordinaria fan.” Lo guardò con la coda dell’occhio.

“Permalosa?”

“Moolto permalosa. Ma straordinaria, ricordalo.” Beckett girò di scatto la testa per non far intravedere il sorriso, nello stesso momento le porte si aprirono sul ventesimo piano.

“Ti odio ancora.” Sentenziò lei. Castle sorrise, essendo sparita nella voce ogni traccia di arrabbiatura.

“Ci possiamo lavorare.” E si fiondò fuori dall’ascensore, seguendola. Lui era pronto a seguirla ovunque, e sempre. Anche in capo al mondo. 

________________________________________________________________________________

Sono tornata con un'altra one shot xD Ve l'ho detto, quando mi prende l'ispirazione, adoro scrivere. Spero vi piaccia, a presto!

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: lud_194