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Autore: Emily27    07/09/2010    4 recensioni
Spencer ricorda una serata particolare, che segnò l'inizio della sua inattesa felicità...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HAPPINESS

Sono da poco trascorse le ventidue, tra breve il jet toccherà il suolo della Virginia, riportandoci a casa. Siamo di ritorno da Houston, dove abbiamo risolto un caso senza troppa difficoltà, come non spesso accade. Mi guardo intorno nella fioca luce dell'abitacolo, dove i miei compagni di viaggio trascorrono il tempo mancante all'atterraggio chi dormendo, chi ascoltando musica, chi leggendo. Io rifletto, come sovente mi accade di fare, sulla felicità che mi è stato concesso di raggiungere. A volte mi chiedo se tutto ciò che allieta ora le mie giornate consista soltanto in un sogno, se così fosse non vorrei svegliarmi più. Ma non posso e non voglio dimenticare quanto la mia gioia odierna debba poggiare inevitabilmente su un fatto molto triste.

La mia mente corre a otto mesi fa, quando la mia nuova vita ha avuto inizio...

 

* * *

 

In quel tardo pomeriggio di sole camminavo con andatura da passeggiata nella via popolata da pedoni e ciclisti desiderosi di godersi quelle ultime giornate estive, sorridendo ai discorsi da bambino che mi stava rivolgendo il piccolo Henry, che con la sua tenera mano nella mia trotterellava accanto a me.

Jimmy Brown va già a scuola ma è una schiappa! Io non ho ancora compiuto cinque anni ma sono più bravo di lui a pallone, ho segnato quattro volte! L'hai visto anche tu Spencer vero?” Henry era tutto orgoglioso del successo avuto giocando con i suoi amichetti.

Certo che l'ho visto. Sei stato bravissimo! Un piccolo campione.” Mi divertiva il fatto di vederlo gongolare.

Domani mi porti ancora al parco?” mi chiese sollevando la testa a guardarmi con quegli occhi dello stesso colore di quello della madre.

Non lo so...” risposi a malincuore.

Se tu e la mia mamma non dovrete lavorare” continuò lui per me, senza nessun tono accusatorio. Nonostante la sua tenera età comprendeva il fatto che non sempre poteva avere la madre vicino.

Per qualche istante sembrò riflettere su un qualcosa di indefinito.

Spencer” esordì poi. “E' vero che il mio papà vede tutto quello che faccio?”

Quella domanda improvvisa mi fece un certo effetto. Deglutii prima di rispondere:“Sì, è proprio così.”

Henry alzò gli occhi verso il cielo indicandolo con l'indice. “Anche da lassù?”

Quanta tenerezza mi fece in quel momento. “Certo, lui segue ogni tuo passo.”

Tu Spencer non te ne andrai via come lui, vero?”

Trassi un respiro profondo prima di chinarmi per essere alla sua altezza. “Io non ti lascerò mai, starò sempre con te.” Lo guardai intensamente, per dare maggiore risalto alle mie parole.

Lui sorrise, per poi buttarmi le braccia al collo. “Ti voglio tanto bene Spencer.”

Lo strinsi forte accarezzandogli i capelli biondi. “Anch'io piccolo...”

 

* * *

 

Henry vede in me il padre che ha perso e del quale purtroppo gli rimangono solo pochi ricordi confusi. Io cerco di essere per il bambino una figura sulla quale lui possa fare affidamento. Chi più di me può capire quanto difficile possa essere crescere senza un padre. Tra me ed Henry si è instaurato un legame fortissimo, gli voglio un bene immenso, desidero che cresca circondato dall'affetto di una famiglia e ho sempre cercato di riempire in qualche modo il vuoto creato dall'assenza del genitore. Non avevo mai neanche provato ad immaginarmi come papà, mi pareva una possibilità remota. Ma con Henry mi è venuto tutto sorprendentemente naturale. Credo di essermi innamorato di questo bambino la prima volta che l'ho tenuto fra le braccia. Ora è come un figlio per me, mi occuperò sempre di lui, l'ho promesso a JJ il giorno in cui è nato.

 

* * *

 

Raggiungemmo la casa di JJ, dove la trovammo fuori nel piccolo giardino. Henry le corse incontro finendo ad abbracciarla all'altezza della vita. “Ciao mammina!”

Ciao amore mio” lo accolse lei chinandosi a baciarlo sulla testa.

Mi sono divertito tanto con Spencer” la informò contento il bambino.

JJ levò il suo sguardo su di me sorridendomi in quel suo modo dolcissimo. Il suo viso era sempre luminoso, anche se inesorabilmente segnato dal dolore per la perdita che aveva subito. Io le sorrisi a mia volta restando fermo poco oltre il cancelletto. Lei tornò a rivolgere la sua attenzione al figlio.

Vai a lavarti le mani, è quasi ora di cena.”

Henry ubbidì correndo dentro.

Spencer, vuoi fermarti?” mi chiese.

Esitai. Ogni volta che JJ mi invitava a mangiare da loro ero sempre un po' titubante nell'accettare. Consapevole del poco tempo che lei ed Henry avevano a disposizione per stare insieme, mi spiaceva andare in qualche modo a intromettermi nella loro intimità di madre e figlio, un mondo al quale io non appartenevo.

JJ mi guardò nel solito modo che in quell'ultimo periodo aveva contribuito a far crescere in me una sorta di illusione, ed io accettai di restare per la cena.

 

Quella sera Henry volle che fossi io a metterlo a letto. Stanco dalla giornata si abbandonò ad un sonno beato ancora prima che io uscissi dalla sua stanza. Mi soffermai per un momento a guardarlo dalla soglia, poi lentamente e senza fare rumore chiusi la porta. Scesi al piano inferiore dove JJ stava finendo di riordinare la cucina.

Henry si è addormentato, io vado.”

Lei mi si avvicinò puntandomi con i suoi splendidi occhi. “Te ne vuoi già andare?”

Qualcosa in quello sguardo mi fece vacillare. “Sarai stanca... “ mormorai incerto.

JJ prese due tazze da un pensile. “Ti va un tè?”

Annuii, nuovamente convinto a restare.

Mise a scaldare l'acqua in un bollitore, poi, prendendomi per mano, mi condusse in salotto. Si mise sul divano facendomi segno di accomodarmi accanto a lei. “Vieni qui.”

Mi sedetti, tirandomi i capelli dietro le orecchie. Sentivo nell'aria qualcosa di insolito, che mi metteva in agitazione, che mi faceva sentire quasi in imbarazzo di essere lì, da solo con lei. Eppure era successo innumerevoli volte.

JJ mi osservava in un silenzio per me quasi insopportabile, mentre io non riuscivo a guardarla.

Spencer...” sussurrò appoggiando la testa allo schienale.

Io le sorrisi brevemente, per poi rivolgere il mio sguardo al pavimento.

La sua mano lenta andò ad appoggiarsi sul mio braccio ed io quasi trasalii a quel contatto.

Sei molto importante per me, per noi” disse avvicinandosi a me.

Quelle parole fecero battere più forte il mio cuore, ma riuscii finalmente a parlare. “Anche voi lo siete per me.” Dio solo sapeva quanto lo erano.

Hai fatto tanto per me ed Henry. Lui ti adora.”

Non era la prima volta che mi esternava la sua riconoscenza, ma in quel momento le sue parole sembrarono assumere un significato particolare.

Gli voglio molto bene, mi fa piacere prendermi cura di lui.”

JJ mi era così vicina che potevo sentire il profumo dei suoi capelli e avvertire il calore del suo corpo.

Sei molto caro.” La sua mano scivolò dal braccio verso la mia.

Deglutii, attanagliato da un turbine di emozioni.

Poi JJ si alzò e si diresse in cucina, lasciandomi così libero di trarre un profondo respiro per calmarmi un po'. Mi dissi che non esisteva un motivo logico per il quale dovessi sentirmi così nervoso, perchè doveva essere soltanto frutto della mia immaginazione credere che JJ provasse per me sentimenti diversi dall'amicizia. Ciò che pensavo di vedere nel suo sguardo era soltanto mera illusione. Quando si ama qualcuno si tende ad interpretare ogni suo gesto o parola in un modo ingannatorio, creando false convinzioni, il cui crollo ci riporta bruscamente alla realtà e a una buona dose di sofferenza. Era ciò che non volevo permettere accadesse a me.

JJ ritornò in salotto reggendo un vassoio con due tazze e una zuccheriera. Lo posò sul tavolino davanti al divano e si risedette vicino a me, molto vicino.

Zuccherò?”

Sì, grazie” risposi aggiustandomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

Versò nel mio tè due cucchiaini di zucchero e me lo porse con un sorriso. Lo presi e lo tenni con entrambe le mani, picchiettando un dito sulla tazza. Dopo avere zuccherato anche il suo iniziò a berlo guardandomi di sottecchi. Io sorseggiai lentamente la bevanda appoggiandomi allo schienale, fingendo una rilassatezza che in realtà non provavo.

Sono contenta che tu sia qui” disse dopo un po' posando la tazza sul tavolino, come feci io, regalandole un sorriso.

Non intendo solo qui in questo momento” continuò con voce morbida e carezzevole. “Sono felice che tu ci sia nella mia vita...”

JJ...” sussurrai.

Lei si sporse verso di me, come in attesa che io dicessi qualcosa.

Ed io lo feci. “Mi sono innamorato di te.” Non so come riuscii a dirlo, e non fui neanche sicuro di averlo fatto davvero.

Un sorriso illuminò i suoi occhi. “Lo so...” Mi posò sulla guancia la mano leggera. “Anch'io Spence...”

Mi sentii travolto da un'ondata di emozioni. Tutto ciò non era frutto della mia fantasia, avevo udito veramente quelle parole, potevo sentire il calore della sua mano sulla mia pelle, era tutto meravigliosamente reale. Con il cuore che mi batteva forte non potei fare altro che appoggiare delicatamente le mie labbra sulle sue.

 

* * *

 

Guardo le luci di Washington luccicare sotto di me, tra poco inizierà la fase di atterraggio. Sono stanco e non vedo l'ora di essere a casa, la nostra casa. Mi volto a guardare JJ che dorme con la testa appoggiata sulla mia spalla, le accarezzo piano i capelli e lei si muove rannicchiandosi contro di me, in un modo che mi ricorda Henry quando dorme con noi nel nostro letto. Questo pensiero mi provoca un sorriso. Stiamo bene insieme noi tre, siamo una famiglia. Famiglia, che bella sensazione mi dona questa parola, non mi sono mai sentito così completo, appagato e sicuro di me in tutta la mia esistenza. Il mio cuore si fa leggero quando penso a JJ ed Henry, gli amori della mia vita. Questa è felicità.

 

 

 

 

 

 

  
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