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Autore: thefung    07/09/2010    8 recensioni
Bella Swan è un'agente della CIA a cui viene affidata un'importantissima e difficile missione. Dovrà lavorare con una squadra molto speciale ed affiatata, in particolare insieme a Edward Cullen, che oltre ad essere un ragazzo arrogante, pieno di sé e donnaiolo, è anche il nipote del capo. Bella pensa di aver capito tutto di lui, sin dal loro primo scambio di occhiate. In realtà Edward nasconde moltissimi segreti, e, alla fine, quella che sembra una missione per la salvezza del pianeta, diventa per Bella una missione per la vita, per ritrovare sé stessa e soprattutto l'amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Missione d'Amore

CAPITOLO DUE

"Dio, guardala, lo sta divorando con gli occhi! E' una cosa oscena!", disse sconvolta Rose.
Erano all'incirca le 23 ed eravamo tutti insieme in un pub.
La cosa mi era sembrata molto strana inizialmente, ma poi Marcus ci spiegò che sarebbe stata l'ultima notte di svago e divertimento che ci sarebbe stata concessa. E non aveva tutti i torti, anche perché ero sicura che qualcuno si stesse divertendo molto quella sera...
La giornata, già di per sé era stata intensa e adesso stavo praticamente dormendo in piedi se non fosse stato per la musica a tutto volume e le chiacchiere di Rosalie, Alice, Tia, Angela e Zafrina che mi tenevano sveglia.
Rose in quel momento si stava riferendo a Tanya, seduta su uno sgabello di fronte al balcone a sorseggiare il suo drink come un'alcolizzata depressa.
Peccato che al posto di fissare il suo bel bicchierino avesse gli occhi puntati sempre verso una persona: Edward.
Lui intanto però se la spassava con due ragazze conosciute qui al pub per caso, e dal modo in cui ridevano alle sue parole sembrava che non fossero affatto dispiaciute delle sue attenzioni.
"Hai ragione, Rose...", convenne Zafrina, scuotendo la testa.
"E poi, guardate lui! Non se la fila nemmeno!", esclamò a bassa voce Tia che, al contrario di ciò che avevo pensato io inizialmente, si era dimostrata davvero disinibita e socievole.
"Già, sempre a fare il cascamorto con tutte...", sussurrò Angela guardandolo di sottecchi.
Risi a quell'affermazione. "Ci ha provato pure con te?"
"Oh, sì, ti pare? Ad ogni nuova arrivata riserva un 'trattamento speciale', per così dire. Fa complimenti, le lusinga e fa un sacco di cose per raggiungere il suo scopo: portarsele a letto.", rispose con un'alzata di spalle, come fosse la cosa più normale del mondo.
"Lo trovo squallido...e pensare che è il nipote di Marcus..."
"Marcus lo adora indiscutibilmente e in effetti Edward è bravo nelle sue missioni. Una volta ho lavorato con lui, e credetemi se vi dico che non ho dovuto fare il benché minimo sforzo.", disse Zafrina.
Stranamente Alice se ne stava zitta, nonostante ascoltasse ogni parola.
"Ehi, Alice, tu non hai niente da dire a riguardo?", domandò Rosalie sorridendole.
Lei sembrò invece risvegliarsi da un specie di trance, dato che sbatté le palpebre due volte prima di chiedere: "Cosa?"
"Niente, niente, ti lasciamo nel tuo mondo, Alice...chissà a che brutte cose stavi pensando...sono sicura che nelle tue fantasie Jasper era molto presente...."
"Rose!", la richiamò dandole uno scappellotto sul braccio dato che, ahimè, alla testa non arrivava.
"Ahah, dai stavo scherzando!", ridacchiò lei.
"Sì, sì. Come se tu e Emmett foste casti e puri...", disse fingendosi indignata.
"Oh, be', io questo non l'ho mai detto!"
Quest'ultima frase suscitò molte risate, prima che Tia disse freneticamente: "Ragazze, ragazze, l'avete vista? Tanya è andata da Edward!", non appena finì di parlare tutte voltammo la testa nella direzione dove prima c'era Edward insieme alle sue due nuove amichette.
Adesso invece Tanya era al suo fianco, gli teneva il braccio con una mano e gli sussurrava qualcosa nell'orecchio.
"Vomitevole...", sussurrò Angela con una smorfia.
Poi Edward sembrò scusarsi con le due ragazze - che invece parvere molto deluse - e si diresse con l'oca verso un divanetto di pelle rossa come quello su cui eravamo sedute noi sei.
Lui si sedette per primo, a gambe semi divaricate, e Tanya gli si mise letteralmente a calvalcioni, strusciandosi contro il suo petto.
"Oddio!!!!", esclamò Rose mettendosi una mano davanti alla bocca. "Qui c'è da avvertire Emmett, stanno superano anche il suo livello di oscenità!"
"Che schifo...", dissi quando lei si mise a baciargli il collo.
Tia improvvisamente si alzò da divano e, mettendosi un dito dentro la bocca molto teatralmente, mimò con le labbra: "Devo andare al bagno...!"
Ridemmo tutte per la sua battuta, poi tornammo a guardare i due ' neo piccioncini'.
Edward, che prima teneva gli occhi chiusi, adesso li aveva completamente spalancati e li rivolgeva verso la nostra direzione.
"Oh, oh, mi sa che qualcuno ci ha notato...", sussurrò Rosalie intimandoci di voltare la testa dall'altra parte.
Per il resto del tempo non li guardammo più, ma io mi lamentai del fatto che avrei dovuto lavorare con lui.
Dai, non ti preoccupare, Bella! In compenso c'è qualcuno che ti sta davvero spogliando con gli occhi...", sussurrò maliziosa Zafrina.
Aggrottai le sopracciglia. Non capivo assolutamente chi fosse sto 'qualcuno'.
"Ma dai, non dirmi che non ti sei accorta di Nahuel!! Come Tanya con Edward, ti sta fissando da tutta la serata. E in effetti con questo vestito stai più che bene!"
Girovagai per tutto il locale con lo sguardo in attesa di trovare Nahuel e di dir loro che avevano torto e che non mi stava affatto guardando. Al contrario presto lo trovai, insieme ad Emmett e Garrett con gli occhi, appunto, sulla mia figura.
Arrossii di botto e girai la testa dall'altra parte.
"Ah, Bella, te l'avevo detto che quel vestito ti stava da favola!", esclamò Alice felicissima.
Sì, certo...ce ne voleva di coraggio a chiamarlo semplicemente 'vestito'. Anzi, vestito era troppo generico. Con questo termine si poteva intendere anche una saloppette vecchia di trent'anni o un travestimento di carnevale.
Invece no, il mio era un vestitino-ino-ino-ino. Corto, nero, senza maniche, attillato e per fortuna non troppo scollato.
A causa del mancato avvertimento di Marcus sul passare la serata in un pub - alla faccia dei miei ritardi! - avevo dovuto farmi prestare qualcosa da Alice e quello era davvero il più casto tra quelli che lei definiva 'abiti da sera'.
E mi ero dovuta rassegnare - anche perché lei era l'unica che si portava quattro cambi di vestiti ovunque andasse.
Dopo un po' il dj della serata attaccò dei un lento e tutte le altre andarono a ballare, ognuna con il proprio compagno. O meglio, Emmett venne a fare una corte spietata a Rose quasi cadendo in ginocchio per smuoverla dal divano; Alice, invece, senza neanche aspettare l'invito si buttò tra le braccia di Jasper, rimasto in realtà un po' spiazzato; lo stesso fu per Tia che si precipitò tra le braccia di Benjamin. Poi, a dispetto di tutte le sue macchinazioni, Zafrina venne invitata proprio da Nahuel che però lanciò anche una breve occhiata a me.
Pensavo di rimanere lì con Angela, ma anche lei venne invitata da un timidissimo Ben, lasciandomi completamente sola.
Ahimè, tecnicamente avrei potuto ballare con Garrett, ma c'aveva già pensato Irina - che avevo scoperto essere la sorella di Tanya - accaparrandoselo piuttosto che ballare con Aro, cosa che mi rifiutavo di fare anche io stessa.
Rimasi a guardarli in silenzio, con un sorriso amaro sulle labbra pensando che alla fine ero sempre io a rimanere da sola senza nessuno.
Ad un certo punto, però, sentii un braccio attorno alla spalla e voltando la testa vidi Edward, con il suo inimitabile sorriso sghembo. Venne a sedersi vicino a me senza aspettare un invito né niente, mantenendo la presa rilassata sulla mie spalle.
"Non balli?", gli chiesi guardando le coppie.
"Nah, non sono tipo da lenti...", rispose lui come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Girai lentamente la testa, per fissarlo bene. "Magari a Tanya sarebbe piaciuto ballare con te". Ok, il mio tono forse era stato un po' duro, ma lui non aveva motivo di andarsene immediatamente solo per quello!
Infatti, dopo che ebbi parlato e che lui ebbe compreso appieno il senso delle mie parole - e forse anche significati a me sconosciuti - si alzò in piedi, proprio sulle note finali della canzone.
E rimanendò lì davanti a me disse: "Vedi di portare qualche bikini per la missione, Swan. In Italia fa molto caldo."
Rimasi perplessa. "In Italia?"
"E certo, vuoi mettere che Black, dopo quello che l'Italia gli ha dato, non facesse qualche regalino allo Stato comprando qualche villetta?", e detto questo se ne andò, con le mani in tasca, lasciandomi anche lui, a bocca spalancata.

* * * * *

"Edward, non esitare a chiamare se avete qualche problema, e ricordatevi che dovremo sentirci non appena trovate qualcosa di interessante, ok? Conto su di voi", ecco le raccomandazioni di Marcus all'aeroporto, due giorni dopo, prima che partissimo per l'Italia, precisamente per Catania.
Una delle ville dei Black - quella in cui avremmo dovuto alloggiare io ed Edward - si trovava a Panarea, una delle Isole Eolie, e per arrivarvi il più velocemente possibile, saremmo dovuti atterrare all'aeroporto di Catania.
Il viaggio, dalla Virginia fino alla Sicilia, durò nove ore. Nove lunghissime ore - dalle 3 di mattina alle 12 - in cui dovetti subire le occhiatine maliziose che Edward rifilava alle hostess e tutti i suoi numerosissimi doppi sensi.
"Hai portato i costumi che ti avevo chiesto?", chiese lui a un certo punto con un'aria divertita.
"Sì", dissi calma, "ma non certo per far piacere a te"
Lui ridacchiò, poi chiese nuovamente: "Allora per far piacere a chi, scusa?"
"Mah...so semplicemente che non li ho ficcati in valigia pensandoti!"
Rise ancora, e chiudemmo finalmente la conversazione per poi tornare ognuno alle proprie occupazioni.
La mia era quanto di più intellettuale e filosofico potessi: le parole crociate. Lui invece...be', pensavo che oltre a guardare tette e sederi delle hostess, si facesse anche qualche sega mentale. Male non gli avrebbe fatto.
Una volta arrivati all'aeroporto, non mi sentivo più le gambe. Ero già stata una volta in Italia e avevo già viaggiato anche per più tempo, ma non era mai facile abituarsi alla cosa.
Prima che arrivassero le valigie, passò una luuuunga ora, durante la quale non potemmo fare altro che sederci sulle valigette che avevamo come bagaglio a mano e farci aria con dei cartoncini distribuiti da qualche parte come deplian.
Quando eravamo scesi dall'aereo, avevo sentito subito l'aria frizzante e fresca del mare, oltre al caldo afoso e soffocante di giugno. Il cielo e terso e perfetto, quanto di più bello si potesse vedere: sapevo che i paesaggi italiani erano fantastici, e una volta aver visitato il Paese una volta, mi ero ripromesso di tornare, tanto l'esperienza era stata piacevole.
E quale migliore occasione se non questa?
Finalmente la passerella circolare cominciò a scorrere e i bagagli piano piano arrivarono. Per fortuna avevamo solo una valigia a testa, e non appena le avemmo prese ci mettemmo a correre fino all'uscita, sotto lo sguardo un po' sconcertato degli altri passeggeri. Non potevamo affatto perdere il pullman delle 13.10 che ci avrebbe portato a Milazzo e da cui avremmo dovuto prendere un elicottero per atterrare a Panarea.
Per fortuna, dopo una corsa a per di fiato con i trolley al seguito, arrivammo alla fermata dei pullman, dove il nostro doveva ancora partire.
Comunicare con l'autista e con l'addetto alla vendita dei biglietti non fu facile dato che il loro 'inglese' non era proprio il più comprensibile che avessimo sentito.
Quante volte Edward dovette ripetere se potevamo andare un attimo a prendere dei panini da mangiare durante il viaggio!
Finalmente, grazie all'aiuto di chissà quale santo, riuscirono a capire ed eccoci di nuovo a correre fino alla panetteria dell'aeroporto.
Mentre aspettavamo che la commessa ci incartasse il panino e la focaccia, Edward cominciò a parlare, con un tono leggermente alterato.
"Ci credo che non capivano, erano impegnati a guardarti le tette!"
"Mi stai dicendo che mi vesto come una sgualdrina?"
Sul suo volto si formò un sorrisetto mentre mi faceva l'ennesima radiografia, sotto il mio sguardo irritato.
Sarebbe stato meglio per lui se avesse risposto negativamente, altrimenti poteva dire addio ai suoi adorati gioielli di famiglia.
"Veramente no...solo che man mano che la temperatura aumenta, le gonne delle donne si accorciano e la cosa, si sa, non aiuta affatto la concentrazione di noi poveri uomini..."
"Eh, sì, mai sforzare troppo il cervello maschile...", concordai con aria pensierosa mentre addentavo il panino.
Per puro orgoglio, mi ero rifiutata di prendere qualsiasi cosa mi offrissero quelle figlie di buona donna di hostess; ma mi ero ridotta a fare la fame e in quel momento non volevo altro che un bel panino, dato che desiderare un barattolo pieno di Nutella sarebbe stato troppo.
Edward mi scrutò attento e divertito mentre mangiavo come una cannibale.
Quando smisi di masticare, lo guardai truce. "Fissare è maleducazione", poi sarebbe stato a lui capire di smetterla di guardarmi come fossi un pagliaccio!
"Pardon...mi ero semplicemente stupito che potessi mangiare così...voracemente."
"Stai zitto, va'...", gli intimai allontanandomi un po'. La lontananza aiutava i miei spiriti più violenti...
Una volta al pullman, prendemmo posto in una coppia di sedili e continuammo a mangiare. Stranamente in silenzio...wow, che progressi! Avrei dovuto complimentarmi con lui, uno di questi giorni se fosse rimasto così tranquillo.
Per tutta la durata del viaggio mi rilassai sul sedile ascoltando la musica del mio iPod e guardando il paesaggio stupendo dal finestrino.
L'autostrada era costeggiata da bellissimi cespugli di oleandri rosa e bianchi, la macchia mediterranea rendeva l'ambiente collinare armonioso, dolce e...caldo. No, non il paesaggio, c'era davvero un caldo pazzesco lì!
Mi girai dall'altra parte, guardando Edward.
Era seduto al suo posto, tranquillo e rilassato mentre leggeva il suo libro... con un paio di occhiali neri sul naso.
Oddio.
Quanto lo rendevano sexy quegli occhiali!!!!! Gli davano un'aria così...professionale...
Lo so, sembrava strano, ma avevo sempre avuto un debole per gli uomini con gli occhiali. Li vedevo come uomini di successo, eleganti, sensuali...e il fatto che Edward li portasse non mi sollevò affatto il morale, anzi.
I miei occhi erano puntati su di lui, ma era bizzarro che lui non se ne accorgesse e quindi ne approfittasse per farmi qualcuna delle sue battutine.
Sembrava davvero catturato da quel romanzo...che fosse davvero un intellettuale?
La cosa in realtà mi sembrava molto poco verosimile, ma quello che vedevo davanti ai miei occhi era palese: Edward era un grande lettore.
Ed ecco un altro punto a favore per lui...nel giro di due minuti ne aveva già acquisiti due! Prima quello per gli occhiali, poi i libri...
Forse mi ero davvero sbagliata nel giudicarlo, forse era davvero un bravo ragazzo, oltre che veramente bello e affascinante...forse avevo avuto troppi pregiudizi, sin dalla prima  olta che aveva aperto bocca, forse... "PORCO!!!!", urlai dandogli uno schiaffo sulla guancia. Si girò immediatamente verso di me, con la bocca spalanata e la mano destra a toccare la parte lesa.
Tutto il pullman aveva sicuramente sentito il mio grido disumano, ma non m'importava: ero fuori di me.
Alla faccia del povero letterario incompreso! Hai capito che si leggeva, il kamasutra!
"Ma si può sapere cosa ti è preso?", chiese sgomento.
Non riuscivo a parlare. "Tu...il tuo...coso!", era impensabile poterlo anche solo semplicemente chiamare 'libro'!
Sembrò illuminarsi e capire finalmente il motivo del mio sfogo.
"Aaaah, certo! Be', avresti dovuto per lo meno intuirlo, Bella. E poi non è affatto colpa mia...non ti ho detto assolutamente nulla, sei tu che di tua spontanea volontà ti sei messa a leggere le mie cose...poi dovevi renderti conto da sola che erano decisamente troppo per un ragazza ingenua come te", mi sfotté dandomi un buffetto sulla guancia sinistra.
"Non mi toccare!", strillai. "Pensa che ti avevo giudicato un grande lettore, e, invece, guarda te cosa vedo...", ero ancora schifata da quello che avevo letto e dalle altre parole che avevo colto nella pagina.
"Oh, quante storie, Bella...avevo semplicemente bisogno di un modo per passare il tempo e...be', l'ho trovato", fece un sorriso smagliante schioccando le labbra divertito.
Non avevo più intenzione di stare a sentire lui e le sue cavolate perciò riaccesi l'iPod e ascoltai la musica a tutto volume per impedirgli ogni qualsiasi tipo di conversazione che volesse instaurare con me.
Ma che se ne stia col suo libro! Pensavo.
Arrivammo a destinazione verso le 14.30, in orario, perciò, dato che il nostro elicottero sarebbe partito entro dieci minuti al massimo.
Milazzo era una bella cittadina, da quello che riuscimmo a vedere. Il mare era splendido, nonostante le spiaggie fossero poco pulite*, e le villette davvero graziose.
"Ah, adesso il problema sarà rintracciare il tizio dell'elicottero...", mormorò Edward guardandosi attorno con un cipiglio nervoso in volto.
Dopo poco si tolse lo zaino dalle spalle e vi frugò dentro attentamente, sotto il mio sguardo perplesso.
"Che stai cercando?", chiesi sospettosa.
"Una cartina"
"Ah, adesso ci mettiamo a fare orienteering? Non sarebbe più semplice chiamare il tuo zietto?"
"No, e ti ricordo che lo zietto è il tuo capo", mi sfotté.
"Allora vediamo quale sarebbe la tua brillante idea, illuminami perché davvero non riesco a capire...dato che non credo proprio tu abbia una cartina di Milazzo e dintorni, sinceramente..."
Ormai non mi ascoltava nemmeno più, quando però il suo cellulare prese a vibrare nella tasca dei jeans si alzò in fretta per rispondere.
"Pronto?"
"Ehi, ciao zio, stavo proprio per chiamarti!"
Toh, che nipotino giudizioso...
"Ah...si, ok e dove dovremmo andare?"
"Ok...va bene, allora ti faremo sapere! Ciao, zio"
Riattaccò e sistemò il cellulare al suo posto. Evidentemente pensava che non fosse necessario informarmi di nulla perciò glielo dovetti chiedere io stessa.
"Allora?"
"Il tizio dell'elicottero, che ho scoperto chiamarsi Quil Ateara, ci aspetta in un posto poco distante da qui e ha telefonato a mio zio perché ancora non ci aveva visti arrivare. Ovviamente non sa il motivo per cui siamo qui, perciò vedi di non farti sfuggire nulla...". Era assolutamente noncurante, come fosse la cosa più normale del mondo.
"Non ti preoccupare, lascerò che sia tu a spifferargli tutto", risposi velenosa velocizzando il passo per raggiungerlo.
"Oh, potrai aspettare in eterno, allora! Io sono noto per essere 'una tomba'!"
Annuii, assorta. "Sicuramente..."
Lui scosse la testa, divertito, ma continuò a camminare senza dir più una parola.
Dopo una decina di minuti arrivammo in un campo pieno di erbacce, incolto e secco dove si trovava, appunto, l'elicottero.
Appoggiato ad esso c'era un ragazzone dalla carnagione scura e i capelli neri, lunghi, raccolti in una lunga coda di cavallo. Era molto muscoloso ed indossava una maglietta nera attilatta e un paio di jeans strappati. Stava fumando una sigaretta, ma non appena ci vide con le valigie la buttò per terra fregandosene altamente della pulizia dell'ambiente e cose varie. Be', quel posto in generale non sembrava di certo dire: "W il rispetto per la natura!", perciò forse ci poteva stare.
Dalla faccia, sembrava un tipo scontroso e suscettibile, e la cosa venne confermata quando ci parlò.
"Siete in ritardo"
"Sì, lo sappiamo, e ci spiace, ma all'aeroporto ci hanno fatto attendere molto", tentò di spiegare Edward porgendogli la mano.
Rispose con un grugnitò e rifiutò il saluto di Edward voltandoci le spalle ed 'invitandoci' a salire a bordo.
Edward per fortuna, vedendo la mia incapacità di salire ebbe la brillante idea di tendermi la mano, aiutandomi.
Fosse stato per il tizio, avrei potuto morire lì tranquillamente.
Una volta che ci fummo sistemati in quello spazio ristretto, partimmo.
"Questa è una zona sicura per decollare?", chiesi con voce traballante.
"Se anche fosse non m'importa. Anzi dovrebbe fregare di più a voi, perché se tenessi alle regole in questo momento dovreste aspettare il prossimo traghetto."
La mia domanda lo fece indisporre ancora di più perciò mi sentii in colpa, soprattutto quando Edward mi toccò la gamba con la mano, ribadendo che avevo fatto una cazzata.
Il viaggio non durò molto, una mezzora al massimo. Sorvolammo il mare senza alcuna difficoltà: per lo meno il tipo sembrava esperto.
Finalmente cominciammo ad abbassarci, il che significava solo una cosa: entro poco avremmo potuto scendere da quell'elicottero.
Piano piano atterrò e io ebbi il buon senso di non fare più la mia domanda apprensiva. Tanto sapevo già la risposta: nemmeno quel posto era sicuro per atterrare.
Dopo essere scesi, con più difficoltà perché Quil non spense nemmeno le eliche, ci allontanammo salutando appena. Il tizio sembrò fregarsene altamente e si preparò ad un nuovo decollo.
"Almeno qui sai dove dobbiamo dirigerci?", chiesi a Edward. Era più avanti rispetto a me e sembrava che non si preoccupasse affatto di lasciarmi indietro.
Uomini...
"La villa dovrebbe essere qui vicino...", rispose senza guardarmi e girando l'angolo di un muro pieno di crepe e croste.
Adesso non riuscivo più a vederlo, perciò accellerai il passo e quando anche io superai quella parete, rimasi a bocca aperta.
Davanti a me - e a Edward - si ergeva una bellissima villa con piscina e giardino incluso. Quel prato su cui eravamo atterrati faceva già parte della proprietà stessa, per questo eravamo riusciti ad entrare senza alcuna difficoltà! Era proprio stupenda!
                                                                                                                                      
 
Edward, come me, era rimasto incantato da quella meraviglia. Fantastico, qualcosa aveva fatto sì che chiudesse la bocca!
Un rumore strano, già sentito, mi fece voltare la testa dalla parte opposta.
Lo stesso elicottero con cui eravamo arrivati noi era quasi vicino a terra e faceva un gran fracasso. Atterrò, finalmente, scomparendo dalla mia vista, ma decollò in tutta fretta dopo poco, forse troppo. 
Sorvolò nuovamente il muro di fronte a me, mentre un uomo si stava appoggiando a fatica al sedile, aiutato da un altro. Dovevano ancora chiudere lo sportello, quando Edward si girò, attirato come me dal rumore persistente.
Non un secondo prima che imprecasse a voce alta: "Cazzo, quello è Billy Black!!!!"
Il rumore delle eliche però era troppo forte perché lo sentissero, così lo sportello si chiuse e l'elicottero riprese il suo volo. 
Merda, come avevo fatto a non riconoscerlo prima?
E adesso? Avevo paura anche solo di girare la testa dall'altra parte, sicura che avrei trovato l'espressione furiosa di Edward.
D'altronde la colpa era mia...
"Ehi!", una voce sconosciuta fece voltare entrambi.
Davanti a noi adesso c'era un ragazzo alto e muscoloso, anche lui di carnagione scura e capelli neri lunghi fino alle spalle con solo un asciugamano bianco legato in vita a coprirgli...l'essenziale.
Chissà come dovevano essere le nostre facce per come rise. "Cazzo, ma vi siete visti?", ci sfotté allegro.
Se ne stava davanti alla porta di casa bello tranquillo e felice. Tanto chissene importa di avere solo un misero asciugamano addosso e due sconosciuti sul giardino di casa...assolutamente normalissimo.
Con un'occhiata densa di sottointesi guardai Edward. Lui però non osservava me, quanto il ragazzo.
"Tu devi essere Jacob", proruppe avvicinandosi a testa alta.
Sì! Evvai!
Per una volta mi congratulai con Edward: aveva fatto centro! Quello era il figlio del fuggitivo Billy, perciò avevamo ancora una possibilità di compiere la nostra missione.
"Sì, sono io. Come mai mi conosci?", chiese lui improvvisamente interessato.
Prima esaminò Edward con lo sguardo, poi passò a me, fissandomi sempre con un'attenta analisi e un apparente sorriso sulle labbra carnose.
"Mi sembra di non avervi mai visti, sinceramente", riprese prima che Edward potesse rispondere.
"Io sono Edward Masen, e lei è Isabella Davies. Dovevamo venire qui a Panarea e pensavamo di fare una visita a tuo padre...ma abbiamo visto che è appena partito e non sapremmo proprio dove fermarci altrimenti...", ah, i nostri falsi nomi! Per lo meno avevo convinto Marcus a lasciare i nomi di battesimo se non il cognome: avremmo fatto meno fatica.
Jacob non sembrò affatto sorpreso dalla sua spiegazione, in realtà ovviamente falsa.
"Oh, ma non c'è problema! Per adesso ci sono io qui in casa, e tra un po' dovrebbero arrivare anche le mie sorelle Rachel e Rebecca, potete rimanere, a me farebbe molto piacere!", sembrava davvero entusiasta di averci come ospiti. Chissà che si aspettava...
"Davvero? Ci farebbe moltissimo piacere, vero, Bella?", chiese Edward interpellandomi.
"Oh, certo, saremmo felicissimi di poter rimanere qui", risposi sfoggiando il mio sorriso migliore - e che in realtà non era nemmeno un granché - al ragazzone.
Dopo un altro sorriso, Jacob riprese a parlare. "Voi, voi siete..."
"Fidanzati", lo interruppe immediatamente Edward avvicinandosi a me e stringendomi la vita con il braccio destro.
Eh????
Cosa????
Mi irrigidii immediatamente, ma non mi arrischiai a dire qualcosa che avrebbe potuto ritorcersi su di noi e la missione anche se non vedevo che senso avesse questa ulteriore sceneggiata!
Jacob sembrò accorgersi della mia espressione, così che Edward si avvicinò maggiormente al mio volto e vi alitò sopra, seducente.
"Non c'è bisogno che ti irrigidisci, amore...scusala, Jacob, la mia Bella ha sempre qualche problema ad ammettere che stiamo insieme...è piuttosto timida...", e detto questo mi diede un bacio sulla guancia. Non superficiale o al contrario troppo forte...era...delicato, dolce...come fossi stata davvero io la sua fidanzata.
"Ah, ok...", disse Jacob dopo un po' di titubanza. "Se volete seguirmi...", e ci guidò verso l'interno.
Prima di seguirlo riservai a Edward un'occhiataccia delle più temibili. Ero sicura che sarebbe stata una missione dura...e da come iniziava non potevo far altro che...andare avanti.


OCCHEI....BE', RIECCOMI QUA!!
HO FATTO PRESTO?? FORSE TROPPO??
BE', SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO SIA GRADITO IN EFFETTI!!!!
LO SCORSO NON HA AVUTO TANTO SUCCESSO, E IO NON ME L'ERO NEMMENO ASPETTATO INFATTI...VOLEVO PERò DIRE A TUTTI QUEGLI SVENTURATI CHE SONO ARRIVATI A LEGGERE FIN QUI (AAAAH, IO NON CI RIUSCIREI MAI!!! U_U) CHE MI FA MOLTISSIMO PIACERE, E CHE LA STORIA, ANCHE SE ALL'INIZIO VI PUò SEMBRARE SUPERFICIALE O FIN TROPPO FRIVOLA SI APRIRà A NUOVI ORIZZONTI...GIà DAI PROSSIMI CAPITOLI! =)
QUESTO BEL VIAGGETTO CHE HO DESCRITTO è QUELLO CHE FACCIO OGNI SANTISSIMO ANNO PER ANDARE IN VACANZA DAI MIEI NONNI...EBBENE Sì, CARISSIME MIE, OGNI ESTATE MI FACCIO BEN 40 GIORNI DI MARE IN SICILIA SENZA SPENDERE NIENTE IN HOTEL O RESIDENCE! CHE FORTUNELLA, EH??? XD
IO PERò MI FERMO SEMPRE A MILAZZO DOVE DEVO DIRE CHE LE SPIAGGE NELL'ULTIMO PERIODO STANNO AVENDO UNA GROSSA CRISI...RIFIUTI DAPPERTUTTO...ED è UNA COSA INSENSATA, SECONDO ME, PERCHè MILAZZO è UNA BELLISSIMA CITTà E POTREBBE ESSERE VALORIZZATA MOLTO DI PIù!!!!!!!!!
A PANAREA CI SONO STATA DUE ANNI FA...X CHIUNQUE NON L'ABBIA ANCORA VISTA RIBADISCO: è MAGNIFICAAAAAAAAAAA!!!!! PER QUESTO HO DECISO DI INSERIRLA COME LOCALITà PRINCIPALE NELLA STORIA! ^^
ED ECCO CHE HA FATTO LA SUA SPLENDIDA ENTRATA IL NOSTRO LUPACCIO...(MOLTO AFFETTUOSAMENTE SI INTENDE...XD) COME AL SOLITO SENZA MAGLIETTA (E  QUI MI SENTO IN DOVERE DI RIBADIRE UNA FRASE DI EDWARD IN ECLIPSE: "MA NON CE L'HA UNA CAMICIA?????" XD) E CON TANTO DI ASCIUGAMANINO-INO-INO! XD
BILLY SE L'è SQUAGLIATA, MA NON TUTTO è PERDUTO PERCHè LA VILLA NON è SCAPPATA CON LUI!!!!!!!!!!!! XD BE', IN EFFETTI CI MANCAVA QUESTA ED ERAVAMO A POSTO...XD
EDWARD HA FATTO LA PROPOSTA A BELLA!!!! CAVOLO, HA FATTO IN FRETTA!!! XD NO, DAI, HA SEMPLICEMENTE VISTO CHE JACOB AVEVA L'OCCHIO DECISAMENTE TROPPO LUNGO E HA MARCATO LA PROPRIETà XD
PER CHI AVESSE LETTO GIà IL PRIMO CAPITOLO E ABBIA NOTATO UNA COSA STRANA VI DICO SUBITO CHE NON AVETE PROBLEMI DI VISTA (CHE IO SAPPIA XD) E CHE SONO STATA IO A TOGLIERLA DAL PRIMO CAPITOLO E A METTERLA QUI NEL SECONDO. QUELL'ALTRO MI SEMBRAVA DECISAMENTE LUNGO E QUESTO MI AUGURO LO SIA DI MENO!
BE'...NON MI RESTA CHE ANDARMENE E LASCIARVI (FINALMENTEEEEEE! XD)! ^^
VI PREGO...NON è CHE MI LASCERESTE UNA RECENSIONE...?
ANCHE SOLO UNA PICCOLA PICCOLA?
PLEEEEEEEEEEEEEASEEEE!!! OCCHIONI DOLCI ALLA ALICEEEEEE!!!
RINGRAZIO TUTTI IN ANTICIPO!!!!!!!!
ALLA PROSSIMA! UN BACIONE ENORME
ELE
   
 
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