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Autore: Yumi_Slyfox483    08/09/2010    20 recensioni
Fred e George si chiedono come mai, a differenza dei loro fratelli, loro sono gli unici a essere identici.
"Charlie... perché siamo uguali?" domandarono improvvisamente ad un'unica voce e Charlie indietreggiò quasi impaurito.
"P-Perché siete gemelli!" rispose trovando quella ipotesi estremamente ovvia. Come faceva a spiegare ai fratellini il motivo della loro somiglianza se nemmeno lui lo sapeva con certezza.
"Sì, ma..." incalzò il primo gemello, che Charlie ipotizzò, dopo una prima occhiata, fosse George.
"... perché siamo identici?" continuò Fred. [...]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Due Pesti, Due Nomi: Fred e George Weasley '
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La storia mi è venuta in mente leggendo l'ultima frase della FF di Lunatica91 "Povera Molly!". Non volevo assolutamente copiarla, ma quella frase mi ha ispirato, quindi spero di non offendere nessuno. ^^

Mamma, perché siamo uguali?

Era un caldo pomeriggio di luglio alla Tana. La scuola era terminata da pochi giorni e i due figli maggiori di Arthur e Molly, Bill e Charlie, erano appena tornati a casa per le vacanze estive.
Tutta la famiglia era riunita in cucina: la signora Weasley preparava la merendina per la piccola Ginny, di appena tre anni; il signor Weasley parlava amabilmente con Bill e Charlie, di 14 e 12 anni, mentre teneva in braccio Ron, di quattro anni, che giocava con il suo giocattolo nuovo di zecca; il piccolo Percy, di appena otto anni, giocava con la sorellina intrattenendola con delle buffe facce che la facevano divertire un mondo.
Nella cucina regnava una pace quasi irreale quel pomeriggio. Non si sentivano schiamazzi, urla o pianti provenire dal piano di sopra e tutti quanti potevano immaginarne il motivo.
"Caro" esclamò la signora Weasley non appena si sedette a tavola per dare la merenda alla figlioletta più piccola "dove sono Fred e George?" si voltò verso il marito, mentre Ginny assaporava il primo boccone del suo yogurt alla fragola.
I due gemellini avevano compiuto sei anni ad aprile e le loro bravate, già a quella tenera età, erano frequenti in casa Weasley tanto che i due genitori non potevano godere di una sola giornata tranquilla.
Di conseguenza il silenzio innaturale regnante alla Tana in quelle calde ore pomeridiane, che erano il momento della giornata preferito dalle due pesti, preoccupava non poco la famiglia.
"Non saprei, cara, saranno nella loro cameretta." rispose il signor Weasley alzandosi e dirigendosi verso le scale per chiamare a gran voce i due gemelli.
Dal piano di sopra non arrivò alcuna risposta e i due fratelli maggiori si guardarono in faccia sorpresi.
"Staranno dormendo!" azzardò a ipotizzare Bill, anche se persino lui non credeva alle sue parole.
"O magari ne staranno combinando un'altra delle loro." fece Charlie in risposta. Suo padre gli scoccò un'occhiataccia e si avvicinò al tavolo intimando il figlio ad andare a controllare nelle loro stanze se stessero facendo qualcosa di sospetto.
"Perché proprio io?" sbottò il ragazzo scocciato mentre il padre gli posava una mano sulla spalla.
"Su non fare il bambino e torna per riferirci che cosa combinano quelle due pesti." esclamò Arthur rivolgendo un sorriso incoraggiante a Charlie che sbuffò, lamentandosi tra sé e sé, mentre saliva le scale che portavano alle camerette dei sette fratelli.
Si diresse verso quella dei gemellini a passo molto lento e non appena fu davanti alla porta, inspirò profondamente e l'aprì.
"Fred! George!" appena fu entrato in camera, abbastanza da scorgere le due sagome dei gemelli, non poté fare a meno di sorridere alla scena che si ritrovò davanti agli occhi.
Due bambini identici, con rossi capelli lisci che arrivavano quasi a toccare le spalle, erano intenti a guardarsi l'un l'altro e a contare le numerose lentiggini che ornavano i loro volti uguali.
"Tu ne hai una in più!" sbottò un gemellino portando un dito sotto l'occhio destro dell'altro.
"Che cosa state facendo?" esclamò Charlie sbigottito, mentre entrambi i bambini si voltarono verso di lui con la stessa identica espressione disegnata sul volto.
"Charlie... perché siamo uguali?" domandarono improvvisamente ad un'unica voce e Charlie indietreggiò quasi impaurito.
"P-Perché siete gemelli!" rispose trovando quella ipotesi estremamente ovvia. Come faceva a spiegare ai fratellini il motivo della loro somiglianza se nemmeno lui lo sapeva con certezza.
"Sì, ma..." incalzò il primo gemello, che Charlie ipotizzò, dopo una prima occhiata, fosse George.
"... perché siamo identici?" continuò Fred afferrando la manina di George e avvicinandosi al fratello, come per ascoltare meglio la sua risposta.
"Bè..." cominciò Charlie ancora più a disagio "io... non lo so con esattezza." Per un attimo si chiese se era uno dei loro soliti scherzi per farlo andare fuori dai gangheri, anche se la loro preda preferita era sempre Percy.
"Sei sicuro che noi due siamo sempre stati due?" chiese di nuovo George, mentre il gemello annuiva, evidentemente soddisfatto della domanda che aveva posto il suo gemello.
"Certo che ne sono sicuro!" rispose Charlie un po' confuso.
"Ma allora come ha fatto la mamma a farci uguali?"
"Non lo so!" concluse Charlie, desideroso che quella conversazione terminasse al più presto.
"Non sai niente, Charlie! Vorrà dire che chiederemo a mamma e papà!" così dicendo Fred uscì dalla stanza, con ancora il gemello per mano e scese le scale di corsa, comparendo in cucina davanti alla madre che stava facendo scendere Ginny dalla sedia per farla uscire a giocare in giardino.
"Oh eccovi qui, tesori" esclamò la signora Weasley dirigendosi verso di loro con un gran sorriso "avete fame?"
"Mamma..." cominciarono i gemelli all'unisono "perché siamo uguali?"
Il signor Weasley si avvicinò a Molly sorridendo mentre Charlie scese imbronciato le scale e si diresse in giardino con Bill, Ron, Ginny e Percy al seguito.
I genitori si scoccarono uno sguardo d'intesa e poi fecero sedere i gemellini su due sedie per spiegare loro con cura il motivo della loro somiglianza.
"Perché siete gemelli!" sorrise la signora Weasley guardandoli con affetto.
"Sì, questo ce lo ha detto anche Charlie..."
"... e lo sappiamo già, ma noi vogliamo sapere..."
"... perché siamo gemelli!" concluse Fred portandosi le manine sui fianchi e gonfiando le guancie come irritato.
La signora Weasley si domandò come mai i suoi due figli si fossero posti quella domanda e, cercando con lo sguardo l'aiuto del marito, cercò di fornire una spiegazione che potesse soddisfare due bambini di sei anni.
"Bè, mettiamola così..." sbottò il signor Weasley alle sue spalle guardando i figli con amore "voi due eravate una cosa sola, che poi si è divisa."
"Perché si è divisa?" incalzò immediatamente Fred, che tra i due era il più sveglio.
"Perché così siete potuti nascere insieme." rispose la signora Weasley "non ne siete contenti?"
"Certo che lo siamo!" risposero in coro i due gemelli.
"Però..."
"... i nostri amici non sono come noi e ci chiedevano il perché..."
"... non vogliono giocare con noi..."
"... proprio perché siamo uguali." questa volta era stato George a terminare la frase e a chinare il capo tristemente.
"Come sarebbe a dire?" domandò il signor Weasley confuso.
"Nessuno riesce a riconoscerci..." iniziò Fred.
"... neppure tu, mamma..."
"... e noi ci sentiamo soli." Fred prese la manina del gemello e cominciò a giocherellare con le sue dita. Ecco spiegato il motivo di quella improvvisa tristezza che aveva preso il posto alla consueta allegria che caratterizzava i due gemelli Weasley.
"Vorremmo essere nati uno solo." sbottò George guardando il fratellino giocare con le sua manina.
"Così non sareste stati insieme, non vi sareste conosciuti." esclamò la signora Weasley prendendo i figlioletti tra le braccia. "Non siete soli. Avete i vostri fratelli e io e papà siamo sempre qui per voi. Se non riusciamo a riconoscervi non vuol dire che non vi vogliamo bene, anzi."
I due gemellini alzarono il capo insieme e si guardarono stupiti.
"E' vero! Se fossimo stati uno solo, come dice papà, non saremmo stati insieme, George!"
"Hai ragione, Fred!" i due piccolini sciolsero l'abbraccio materno e tornarono a sedersi sulle sedie, prendendosi di nuovo per mano.
Arthur e Molly sorrisero nel vedere i loro figli così uniti e non poterono fare a meno di provare un'infinita dolcezza.
"Quando io e George eravamo una cosa sola sapevamo che ci saremmo divisi?" sbottò Fred s'improvviso ritornando di nuovo serio. Sembrava stesse ripensando su quanto aveva appena appreso.
"Bè questo non lo sappiamo." rispose il signor Weasley dolcemente "Eravate più piccoli di un granello si sabbia."
"Wow, eravamo proprio piccolissimi!" esclamarono insieme i gemellini guardandosi negli occhi azzurri stupiti.
I genitori risero di gusto mentre i bambini si guardavano ancora sorpresi "E se non ci fossimo divisi chi sarebbe nato, mamma?" domandarono di nuovo ad un'unica voce con una strana luce negli occhi. Sembrava che l'argomento li interessasse parecchio.
"Questo non può saperlo nessuno, tesoro. Siete nati insieme quindi il primo che è nato si è chiamato Fred e il secondo George!" rispose la signora Weasley con naturalezza, sperando che i bambini smettessero al più presto di porre altre domande che iniziassero con la parola perché.
"Quindi se George è nato per ultimo, forse era lui quello che sarebbe dovuto nascere se non si fosse diviso!" era stato George ad ipotizzare quella soluzione, dopo aver scoccato uno sguardo d'intesa al gemello.
"Siete nati tutti e due quindi nessuno avrebbe dovuto nascere da solo, chiaro Fred?"
"Io non sono Fred..." sbottò George.
"... già lui non è George!" continuò Fred.
I signori Weasley si guardarono in volto spaesati, mentre i gemellini se la ridevano sotto i baffi divertiti dalle buffe espressioni confuse dei genitori.
"ok, adesso basta!" sbottò la signora Weasley esasperata "andate a giocare fuori con i vostri fratelli. Guardate che bella giornata! Su, forza!"
I due gemelli scesero dalle sedie e si diressero verso i fratelli in giardino. Nonostante tutto non erano pienamente soddisfatti delle risposte che avevano dato loro mamma e papà.
"Fred!"
Il piccolo lasciò la manina del gemello e lo guardò avanzare verso gli altri e si voltò trovando Bill dietro di lui che gli correva incontro con un gran sorriso sul volto e i capelli rossi raccolti in una coda.
"Bill" cominciò Fred "posso chiederti una cosa?"
"Certo!" rispose il fratello.
"Sai dirci perché io e George siamo nati insieme?"
"mmm.." Bill fece finta di meditare qualche secondo sulla domanda "bè.. così potevate avere l'uno l'affetto dell'altro! In questo modo non siete mai soli." ripose il fratello maggiore inginocchiandosi per portare il suo viso all'altezza di quello del fratello. Aveva origliato la conversazione avvenuta tra i gemelli e i genitori prima di raggiungere i fratelli in giardino.
Fred non l'aveva mai vista sotto quel punto di vista e subito si ricordò della domanda che George aveva posto poco prima.
"Quindi se io non fossi nato George si sarebbe sentito solo?" esclamò chinando il capo improvvisamente triste.
"Sicuramente senza di te si sentirebbe più solo di quanto si senta adesso." rispose Bill rialzandogli la testolina con la mano "tutti vorrebbero avere una persona come tu hai George e George ha te."
"Davvero? Persino tu?" esclamò il bambino stupito.
"Sì, persino io." Bill rise mentre sul visino lentigginoso di Fred si disegnava un largo sorriso. "Non vedi come è felice George quando è con te."
"Fred, dai cosa aspetti, vieni a giocare con noi! Percy sta perdendo!" esclamò George a gran voce agitando la manina in aria.
"Avevi detto di essere tu Fred!" sbottò Percy infuriato e George corse verso il gemello per scappare dal fratello maggiore.
"Come sempre!" sbottò Bill ridendo e raggiungendo i bambini, dopo aver rivolto al fratellino un altro sorriso.
George arrivò dal gemello correndo e Fred gli prese la manina tra le sue. "Sono felice che ci siamo divisi!" esclamò arrossendo e George sorrise.
"Anche io, fratellino!" e insieme corsero dai fratelli.
Ora erano più che soddisfatti ed erano felici di avere un gemello, ma soprattutto di non essere mai soli.

***

Lo so, non è questo gran che, ma mi sembrava un'ipotetica scena che in gemelli avrebbero sicuramente fatto. E' la mia prima FF su Harry Potter quindi spero che vi sia piaciuta. Siate clementi in caso contrario ^^ Grazie a chi leggerà la storia e chi recensirà ^^

Ho corretto alcuni cose che non mi piacevano e colgo l'occasione per ringraziare le 9 persone che hanno recensito la storia. Sono contentissima che vi sia piaciuta, per essere la mia prima storia su Harry Potter sono più che soddisfatta ^^ ancora grazie e presto ^^
   
 
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