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Autore: aufhebung_9    08/09/2010    3 recensioni
"Wen Kinoc conosceva benissimo quale sarebbe stato l'esito della giornata, e sapeva altrettanto bene quale fosse il motivo per cui venne permessa una simile azione suicida. Ciò che non poteva immaginare era il modo diretto ed esplicito con cui Auron gli rinfacciò quella sua grande sapienza".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Auron
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Wen Kinoc passeggiava avanti e indietro per il lungo corridoio che portava alla Via Purifico, adempiendo al dovere di guardia che gli spettava a quell'ora della giornata. La luce rossastra emanata dalle lampade che illuminavano il percorso rendevano i colori della sua nuova divisa più caldi, rivestendoli di un'ulteriore autorità, quella che spettava al secondo in comando dell'esercito di monaci guerrieri di Bevelle.
Già, la sua recente promozione. Il raggiungimento di una simile vetta sarebbe stato motivo di orgoglio per chiunque ma non per Kinoc: ne era felice, ma la felicità è ben lontana da ciò che può essere definito orgoglio. Sapeva infatti come il successo fosse dovuto alla sua debole personalità più che alla bravura sui campi di battaglia: la sua posizione era la diretta conseguenza delle azioni di qualcuno che non aveva nessuna intenzione di piegarsi ai giochi burocratici.
Accettare la mano della figlia del sacerdote poteva essere l'inizio di una lunga ascesa verso i gradini più alti della gerarchia di Spira: a quanto pare, per Auron quello non fu un motivo per rinunciare ai suoi ideali, e preferì lasciarsi condannare all'oscurità rinunciando al mondo in cui era cresciuto fin da bambino.
La voce del suo amico era troppo alta e potente per le sensibilissime orecchie del tempio della capitale: era meglio offuscarla con chi, di voce, ne aveva poca.
Fu proprio durante quella guardia che Kinoc se ne rese pienamente conto, lì con la sua appunto nuova divisa della quale i colori, probabilmente, con la luce del luogo non erano solo più caldi, erano anche difficilmente distinguibili. Era perfetto per il suo ruolo.

L'ora che aveva aspettato con una strana ansia arrivò, e non appena Kinoc sentì provenire da lontano i passi di Auron, prese la sfera che aveva portato con sè e la sistemò nascosta dietro una colonna in modo che però potesse riprendere lo spazio di fronte, la accese e aspettò.
Quando Auron si ritrovò infine di fronte a lui, non si stupì di non riuscire a cogliere in lui nessun particolare turbamento: Auron era un ottimo monaco guerriero, sapeva quando fosse giusto nascondere le proprie emozioni, e anche in quel caso non mancò al suo dovere.
Kinoc sapeva anche che molto probabilmente quella sarebbe stata l'ultima occasione per parlare con il suo amico.
Nonostante l'innegabile ed incredibile bravura con la spada, Auron era, letteralmente, una persona buona: genuina e buona, esattamente come lo erano i sentimenti che trasmise quando si complimentò con lui per la sua promozione, anche se doveva certamente sapere come quella carica in effetti gli spettasse personalmente di diritto.
Per Kinoc era abbastanza plausibile che, con quel modo di essere, Auron avesse trovato il coraggio di intraprendere un pellegrinaggio, ma si domandò come sarebbe tornato nel caso il viaggio si fosse concluso con una vittoria, esito comunque decisamente più vicino al mondo dei sogni.
Si era preparato un lungo discorso, ma le parole alla fine vennero meno, in ogni caso Auron rese tutto più semplice, tanto da concludere quel breve dialogo -addio?-  serenamente.
Dopo che Auron si allontanò, Kinoc si avvicinò alla sfera rimasta fino ad allora nascosta e la spense: aveva in quel modo conservato il ricordo di un momento prezioso.
Si augurò che l'amico tornasse presto sano e salvo a Bevelle, così da potergli mostrare la sfera -si sarebbe arrabbiato, ne era sicuro- e guardarla insieme.

*******

Fu sorpreso di rivederlo, ma soprattutto si meravigliò di rivederlo in quel luogo: dopo dieci anni, Auron non era cambiato poi così tanto se si escludevano i capelli ingrigiti e la cicatrice sulla parte destra del viso. Convinto di ritrovarsi di fronte all'amico di un tempo, gli andò incontro salutandolo con un abbraccio: fu in quel momento che si accorse come chi tornava da Zanarkand non potesse più guardare il mondo di Spira con gli stessi occhi.
Auron era freddo, distante e sarcastico, tanto da apostrofare con ironia la sua nuova carica di Maester di Yevon; in quel nuovo stato il guardiano leggendario riusciva ormai ad osservare la realtà da un nuovo punto di vista, e se dieci anni prima poteva essere genuinamente contento per i successi -non ampiamente meritati- di Kinoc, adesso riconosceva in essi il compimento di una personalità decisamente debole...e opportunista.
Rendendolo partecipe della nascosta eppur evidente conclusione della prossima Operazione Mi'ihen, Kinoc credette inizialmente di aver giocato una carta vincente: il modo con cui Auron lo fissò, invece, lo mise in guardia da un ulteriore tentativo di avvicinarlo ai giochetti di cui Spira si serviva per sopravvivere.
Per Kinoc, Auron era diventato un nemico probabilmente più temuto di Sin stesso.

*******

L'Operazione Mi'ihen era stata un disastro, ma non una tragedia: si può denominare tragedia solo qualcosa che rimandi al dolore di un'inattesa perdita. Wen Kinoc conosceva benissimo quale sarebbe stato l'esito della giornata, e sapeva altrettanto bene quale fosse il motivo per cui venne permessa una simile azione suicida.
Ciò che non poteva immaginare era il modo diretto ed esplicito con cui Auron gli rinfacciò quella sua grande "sapienza".

-Una veloce ritirata. Soddisfatti?
-Che intendi dire?
-Coloro che si allontanarono da Yevon sono morti, mentre i fedeli continuano a vivere.

Era stato uno sciocco a pensare di potersi ritrovare di fronte alla stessa persona con la quale in passato chiaccherava e divideva volentieri il pasto durante le lunghe campagne militari; era stato ancora più stupido per avere solo ipotizzato la possibilità di gestire comunque quel cambiamento con qualche scambio di battute. Non c'erano dubbi: lui e Auron non appartenevano più alla stessa realtà.

-...Dieci anni ti hanno cambiato, vedo.

Dolorosa, per Kinoc, fu anche la chiarezza di come il mondo di Auron fosse decisamente migliore e vero; ma ciò che lo distruggeva ancora di più era la consapevolezza di non avere il coraggio di unirsi a quella che per lui era comunque una novità. E le novità non sono mai vie sicure.
Non era neanche certo gli convenisse sostenere lo sguardo di chi aveva preso una posizione nella vita, e si allontanò velocemente, quasi fuggendo. Auron fece lo stesso, anche se con passo più tranquillo.

*******

Tre giorni erano passati dalla recente battaglia folle e senza scopo, ma per motivi burocratici Kinoc non aveva ancora potuto fare ritorno a Bevelle, entro quelle mura in cui il suo cuore si sentiva più protetto.
Camminò senza una meta precisa -ma comunque nelle zone in cui era sicuro fosse garantita una protezione- per Mushroom Rock tenendo tra le mani qualcosa che aveva portato con sè in quell'occasione senza un reale motivo... o forse era troppo codardo per ammettere che ne esistesse uno ben preciso.
La sfera che preservava la memoria dell'ultimo dialogo avuto dieci anni prima con quello che era il suo migliore amico era stata fino ad allora custodita gelosamente: molto spesso si ritrovò a guardare la proiezione, soprattutto dopo la momentanea sconfitta di Sin che non gli aveva permesso per qualche motivo a lui sconosciuto di rivedere Auron. La guardò anche quando venne proclamato Maester, accorgendosi di sentirsi lontanto da quel passato: dapprima ne fu rammaricato, poi con il tempo Yevon gli permise di trasformare il tutto in sollievo.
Quel giorno per la strada di Mushroom Rock, Wen Kinoc guardò per l'ultima volta il contenuto della sfera; subito dopo, sospirando, la gettò a terra in un angolo della strada, poi si allontanò senza voltarsi.
Non aveva più senso preservare il ricordo di qualcosa che poteva riavere ma che aveva deciso comunque di rinnegare.

 

 

 

 

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Ormai è chiaro come io preferisca rimanere sempre all'interno delle trame originali: quando una storia è costruita bene, desidero sviluppare, soprattutto a livello introspettivo, quei momenti che vengono presentati solo tramite scambi di sguardi e brevi dialoghi (avete riconosciuto il dialogo in questione, vero? Quelle battute, quindi, non mi appartengono).
Kinoc, a mio avviso, è un personaggio importante: rispecchia esattamente il mondo ipocrita di Yevon, che vince anche sull'amicizia. Eppure in lui si intravede anche l'ombra del dubbio...
Ho deciso che la sfera venisse gettata proprio in quel luogo perchè, nel gioco, è possibile trovarla lì.
Ringrazio in anticipo chi passerà da queste parti, magari permettendomi di conoscere la sua opinione.

  
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