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Autore: tinta87    09/09/2010    1 recensioni
"Succede tutto così, in una manciata di secondi... Secondi che valgono una vita." L'attentato che Callen subisce, il risveglio, la riabilitazione ed il ritorno alla normalità..il tutto raccontato dai suoi pensieri.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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secondi
CAPITOLO 1:  Secondi


Succede tutto così, in una manciata di secondi. Secondi che valgono una vita.
Non ho mai avuto paura, tante volte sono arrivato ad un soffio dalla morte, ma non ero io, vivevo la vita di qualcun altro. Sapevo che sarei potuto incorrere nel pericolo, e proprio per questo ero pronto a fronteggiarlo. L’esperienza, la fortuna e la prontezza del mio collega, mi hanno sempre permesso di tornare a casa sano e salvo, più o meno.
Quella sera ero semplicemente me stesso, Callen. Vulnerabile, forse.
La giornata era giunta al termine, un altro caso si era concluso con successo. Un’indagine particolare, in collaborazione con DC, con Gibbs, il mio vecchio capo, un vecchio amico.
Sam mi aveva dato un strappo fino a casa, vicino alla spiaggia. Quel posto aveva una vista meravigliosa sul mare, ma presto lo avrei cambiato. Di nuovo. Il quarto in un anno e mezzo. Mi sentivo osservato, come se qualcuno mi stesse spiando. Magari era solo un’impressione o forse colpa di quella ragazza russa che mi aveva messo gli occhi addosso, come aveva detto Sam. Era la mia nuova vicina, si era trasferita da poco; una bella ragazza, ma ogni volta che le passavo vicino il mio istinto cercava di dirmi qualcosa, anche se non sapevo bene cosa.
“Mai sottovalutare l’istinto” è una delle tante cose che ho imparato lavorando con Gibbs, aveva ragione, anche questa volta.
Lasciai la macchina di Sam, salutandolo con un gesto di risposta ad una delle sue battute sceme. Mi avviai verso la fine della strada, accompagnato dagli ultimi raggi del sole e da una piacevole brezza marina che penetrava sotto la camicia.
La ragazza russa era lì, dall’altro lato della via, stava leggendo e forse mi stava aspettando. La osservai. Lei alzò lo sguardo ed allora mi voltai. Continuai a camminare fino a raggiungere la fine della strada. Voltai di nuovo lo sguardo verso di lei e cercai i suoi occhi. L’istinto non disse di fermarmi, anzi, sentivo che non era sbagliato, dovevo farlo. Le sorrisi e lei ricambiò; sembrò felice del mio gesto.
Tornai a guardare l’orizzonte lasciando che il sole mi accecasse. Una piacevole sensazione mi invase.
Ma finì troppo presto. Sentì da lontano Sam urlare il mio nome. Non capendone il motivo, cercai di voltarmi verso di lui, ma non feci in tempo. Una pioggia di proiettili mi travolse. Ricordo ancora il rumore di ogni singolo proiettile uscire dalla canna e finire la sua corsa su di me. Mi sono preso cinque colpi.
Fui spinto da tutta quella ferocia all’indietro, cadendo sul banco del fruttivendolo, fino a scivolare a terra. Mi ritrovai con la faccia a contatto con l’asfalto, senza realizzare quello che effettivamente era successo. Non riuscivo più a muovermi, il petto mi faceva un male cane.
Sentì qualcuno sollevarmi di peso.
Sam.
Mi fece voltare e mi sorresse con un braccio. Urlava il mio nome, diceva di non mollare, di continuare a respirare. La sua voce, però, mi arrivava sempre più lontana. Ero io che mi stavo allontanando.
Ricordo di aver sbattuto più volte le palpebre, ma non vedevo niente. Tentavo di fare respiri profondi, ma ogni respiro mi procurava un dolore lancinante.
Avevo freddo, pensavo che quella sarebbe stata l’ultima sensazione che avrei provato prima di morire.
E' l'ultima cosa che ricordo prima di essere avvolto dall'oscurità.
   
 
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