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Autore: AlbusSilenteXX    09/09/2010    2 recensioni
Ultima lezione di Pozioni del settimo anno... Piton, che vuol fare il perfido, assegna una pozione difficilissima.... ma qualcosa va storto!
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!!! Ecco il nuovo capitolo, volevo finire la storia ma non ci sono riuscita, quindi credo che farò al massimo un altro paio di capitoli ancora... spero vi piaccia!!! Ciauuuuuuuuuuuuu xD

***********************************

‘’Eccoti finalmente! Maledetto boccino!’’ pensò Silente.

Era da circa un’ora che surfava le acque del campo da Surfidditch. Il suo avversario, il fantasma di Armando Dippet, l’aveva intravisto già un paio di volte. Stava proprio facendo vecchio, se si pensava che era stato campione nazionale di Surfidditch, quand’era giovane.

Silente si calò gli occhialini da mare a mezzaluna e cominciò la rincorsa. Il boccino deviò prima a destra, poi iniziò a scendere in picchiata, proprio come il suo inseguitore, che si teneva ben stretto alla tavola da surf.

Armando Dippet subito notò che il suo avversario aveva intravisto il boccino, e lo inseguì a bordo della sua tavola da surf fantasma, più veloce che mai.

La tavola di Silente sferzava le acque, finchè il boccino non si immerse in esse, e così anche Silente.

Questo scendeva sempre più in profondità, così Albus decise di attivare i suoi occhialini radar con un colpo di bacchetta.

Era un regalo di Arthur Weasley. Sfruttando la tecnologia babbana e la magia, questi individuavano tutti i pericoli con un bip, nonché oggetti magici proprio come il boccino d’oro che aveva davanti.

‘’Vai!’’ pensò Silente, e la tavola da surf accelerò. Mancava pochissimo, quando ad un certo punto, gli occhialini radar iniziarono a trillare.

‘’Emergenza! Emergenza!’’ dicevano con voce metallica ‘’Branco di Ricciocorni Schiattosi Obesi ore tre!’’

Silente si girò giusto in tempo per vedere una decina di riccio corni nuotare verso di lui, alla propria destra.

Proprio quando sembrava che ce l’avrebbe fatta a prendere il boccino, fu costretto a deviare, perdendolo di vista.

Riemerse dalle acque, respirando l’ossigeno.

‘’Dannazione!’’ pensò. Dippet, essendo un fantasma, aveva superato senza problemi il branco di Ricciocorni, vincendo la partita.

Mentre i suoi compagni esultavano, la mente di Silente ragionava.

Il branco di Ricciocorni si era spostato a nord… Harry e Severus dunque non ne erano riusciti a pescare neanche uno, probabilmente. Si voltò nella loro direzione e vide qualcosa di molto strano. Un bolide doveva essere sfuggito dal campo. Perché in lontananza, vedeva un enorme palla dirigersi sulle teste di Harry e Severus…

‘’Caricaaaaaaaaaa!!!’’

Urlò Silente. La sua tavola sfrecciò in avanti verso il bolide che atterrava sulle teste dei due maghi.

L’aria sferzava forte il viso di Albus, mandandogli i lunghi capelli all’indietro.

‘’SBAM!’’

Il bolide era già atterrato sui due, ma Silente lo colpì con la sua tavola da surf mandandolo lontanissimo, a causa dell’enorme impatto. Il rumore gli disse che non era un bolide di metallo. Sembrava gomma da masticare!

Scivolò giù e si affrettò a vedere come stavano i due.

Piton sembrava svenuto. Aveva un espressione orribile in volto.

Harry sembrava addirittura morto.

Doveva fare qualcosa… Chi avrebbe salvato per primo?

Li guardò. Harry aveva gli occhi chiusi e un’espressione innocente sul volto, il bel corpo bianco disteso sugli scogli.

Piton, dopo le trasformazioni di Harry, sembrava irriconoscibile.

Aveva bei riccioli neri che gli ricadevano sulla fronte. Con i capelli corti, il suo naso sembrava meno enorme. E poi era abbronzato, e… e poi i muscoli furono decisivi per Silente.

Aveva uno dei più bei fisici che aveva mai visto, più belli dei modelli nelle riviste che leggeva. E poi, nel suo corpo vi era Harry Potter. E Harry Potter era più giovane… doveva essere salvato per primo, era più prezioso…

Certo che, se quello stupido di Severus si fosse curato meglio, forse… si, forse non l’avrebbe trattato così male, quel giorno, sulla montagna, con la tempesta, quando gli aveva detto che lo disgustava…

 

 

Piton aveva un gran mal di testa. Dannazione. Quel bufalo del cugino di Potter l’aveva proprio steso. Aveva la schiena a pezzi…

Voleva svegliarsi ma non ci riusciva… poi sognò… sognò che Lily era distesa accanto a lui, sorridente, gli occhi verdi e luminosi che lo osservavano, i lunghi capelli rossi che erano sparsi su di lui… in quel sogno, erano così lunghi da coprirgli tutto il corpo… morbidi e soffici, che gli facevano il solletico un po’ ovunque…

‘’Lily…’’ sussurrò.

Lei sorrise e poi gli diede un bacio.

Ma qualcosa non andava… Lily non aveva la barba…

‘’AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!’’

Urlò e si tirò all’indietro all’improvviso, aprendo gli occhi di colpo, e trovandosi Silente di fronte, le labbra ancora socchiuse.

‘’SILENTE! Ma sei pazzo! Eri tu che mi palpavi!’’ disse Piton disgustato.

‘’Severus!’’ disse Silente ‘’Sei… sei tornato nel tuo corpo, è fenomenale!’’

‘’Si… ma tu stavi cercando di baciarmi!’’

Silente rise ‘’Respirazione bocca a bocca mio caro… era indispensabile…’’

‘’Brutto vecchio marpione!’’ balbettò Piton e si ritrasse ancora di più. Silente fece spallucce.

‘’Come vuoi, nega che ti ho salvato la vita… e ora salviamola a Harry!’’

Con la bava alla bocca il Preside si dirigeva verso Harry.

Ma Piton fu più svelto. ‘’Non ci pensare proprio!’’ Afferrò Harry e lo gettò sulla tavola da surf. Poi vi balzò anche lui e con un colpo di tacco la tavola prese quota.

‘’Bye bye vecchiaccio maniaco!’’ lo salutò Piton con aria maligna e i due volarono via tra le nuvole del cielo estivo.

 

Quando furono abbastanza lontani da Silente, Piton accostò verso la costa, vicino ad un piccolo boschetto. Non fu molto bravo, perché la tavola atterrò bruscamente e i due furono sbalzati via.

La schiena di Piton, già aggravata dall’età e dall’ultima trovata di Dudley, urlò di dolore per l’ennesima volta, perché Piton andò a finire sull’unico masso che spuntava dalla radura.

Harry rotolò sotto un grande cedro.

‘’Ma porc…’’ balbettò Piton irato, alzandosi a fatica. Zoppicando, si avvinò a Harry, sempre svenuto, sotto l’albero, e vi si sedette accanto, osservandolo. Era strano ritrovarsi nel proprio corpo. O meglio, di ciò che rimaneva. Si sentiva più alto, proprio come prima, ma aveva la vista offuscata da un mare di riccioli. I suoi odiosi capelli. Aveva passato una vita a sperimentare pozioni liscianti. E quelle buffe addominali… e quello strano colore della pelle… non ammazzava Potter solo perché gli faceva pietà, così piccolo, col sorriso sulle labbra. Si sorprese a fissarlo, e si sorprese ancora di più nel vedere che questo, con i suoi dolci (ma cosa diavolo diceva?!) con i suoi occhi verdi ricambiava.

‘’Cosa diavolo c’è da ridere Potter?’’ gli chiese con la sua aria acida, ma soprattutto la sua bellissima voce bassa e ghiacciata.

‘’Niente’’ disse lui semplicemente ‘’E’ solo… molto buffo…’’

‘’Buffo?!’’ ripeté Piton disgustato ‘’Potter, non ti lascio qui a morire solo perché mi fai pietà!’’ e con sorpresa di Piton, Harry continuò a ridere. Piton ne fu irritato ma non disse niente.

Poi iniziò a piovere improvvisamente.

‘’Dannazione!’’ disse Piton ‘’leviamoci da qui… forse casa mia non è distante.’’

Andò a recuperare la tavola da surf. Harry si mise a sedere e si guardò intorno.

‘’Ma allora…’’ disse mentre Piton si calava a prenderla ‘’se casa sua non è distante… vediamo, qui una volta dovrebbe esserci venuto con mia madre… parlava di un grande cedro, e a meno che non mi sbaglio di grosso… ci sono le iniziali dei vostri nomi… ‘’’

Harry si voltò e proprio dietro di lui, sul tronco dell’albero, vi erano una S, una L, e tra di loro il disegno di una cerva, fatto, era palese, con la magia. Proprio in quel punto, i due ragazzi, a quanto scritto nel diario, avevano incontrato una cerva… e Piton l’aveva disegnata sull’albero, visto che aveva tanto colpito Lily.

Piton si immobilizzò, di spalle. ‘’Che… che cosa?!’’

‘’Hai capito bene’’ disse Harry e gli spiegò come aveva rubato il suo diario dalla sua camera da letto.

Piton tremava di rabbia.

Ma aveva iniziato a piovere troppo forte. Per fortuna, i capelli bagnati gli coprivano in parte gli occhi, colmi d’odio.

Prese il ragazzo per un braccio e lo gettò di peso sulla tavola, cercando di fargli più male possibile. Poi salì e insieme volarono in direzione di una piccola città, da cui si intravedeva un enorme ciminiera scura.

 

  
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