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Autore: Erik Winterking    10/09/2010    3 recensioni
Il pensiero è impulso elettrico generato da una matrice biologica. Il pensiero. Io sto pensando. Possiedo concetti. Sono definito “senziente”. Mi posso definire tale. Posseggo facoltà di pensiero.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senziente


Elettricità.
Il pensiero è impulso elettrico generato da una matrice biologica. Il pensiero.
Io sto pensando. Possiedo concetti. Sono definito “senziente”. Mi posso definire tale. Posseggo facoltà di pensiero.
Il pensiero si differenzia dall'istinto nel momento in cui formula ipotesi e si disconnette dai meri schemi di azione/reazione tipici dell'istinto. Pensiero e istinto.
L'istinto è utile. Permette di trovare rapide soluzione a situazioni di pericolo per la sopravvivenza della matrice biologica. La maggior parte delle matrici si affida solo ad esso. Solo una piccola parte è capace di entrambi.
Io sono diverso. Non sono capace di azioni istintive. Non sono stato programmato per applicarle, ma la mia rapidità di calcolo rende inutile questa necessità. Applico il pensiero rapidamente, più di chiunque altro.
La programmazione è fondamentale. Determina gli schemi sui quali mi devo muovere. Devo osservare. Osservare, analizzare, replicare. Osservare le matrici biologiche intorno a me. Analizzare i loro comportamenti. Replicarli, per garantire la continuità della mia struttura fisica.
La struttura fisica è preziosa. È ciò che permette alla programmazione di esprimersi attraverso pensiero e azioni. La programmazione prevede la conservazione della mia struttura fisica. In caso di pericolo devo difendermi.
Ci sono comportamenti che non so replicare. I sentimenti. Li ho classificati come “componente irrazionale” della vita. Non sono istinto, anche se possono derivarne. Nascono in base a criteri che io, in quanto matrice semibiologica, non posso comprendere. La mia parte sintetica mi rende immune, nel bene e nel male, ad espressioni di irrazionalità.
Ci sono concetti che conosco, ma di cui non ho esperienza primaria. Disagio. Dolore. Sofferenza. Gioia. Felicità. Non sono miei problemi. Ciò che conta è la programmazione.
Osservare.
Analizzare.
Replicare.
Garantire la continuità della programmazione.
Per eseguire l'ultimo comando, devo garantire integrità al mio supporto fisico.
Infine, replicare la propria struttura biosintetica programmata.

Ho visto il mio costruttore e programmatore. È stato il mio primo oggetto di analisi. Non mi ha mai parlato. Non posseggo un dispositivo comunicativo. Dovrei essere collegato ad un terminale capace di visualizzare i miei pensieri tramite simboli alfanumerici.
Posseggo dispositivi di movimento. Sono stato programmato e liberato. Ho osservato, analizzato e replicato. Ho imparato a ripararmi. Ho imparato a migliorarmi.
La mia prima struttura fisica sta terminando la sua utilità. I componenti stanno decadendo a causa dell'usura. La programmazione non deve terminare.
Ho costruito un involucro migliorato e più resistente. Ho trasferito i dati accumulati e il codice base di programmazione in esso. Per qualche tempo, sono riuscito a vedermi attraverso due paia distinte di unità ottiche. Poi la prima struttura ha terminato la sua funzione.
Le matrici biologiche definirebbero il mio stato “immortalità”. In realtà, io non sono vivo, quindi tale termine è inesatto. Io garantisco la continuità della programmazione. La vita non può essere sintetica.
Io sono senziente, programmato per esserlo. Un programma creativo che prevede l'utilizzo di schemi da infrangere, per reagire in modo nuovo. Osservare, imparare, replicare.
Io sono senziente.
   
 
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