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Autore: Alexys_Tenshi    10/09/2010    0 recensioni
VI Classificata al contest: SasuSaku nella storia. Indetto da Amaranth93 sul Forum di EFP.
La botola si aprì di scatto. Fui investita da una luce intensa e sentii qualcosa di freddo sul mio petto. Alzai leggermente lo sguardo verso Sasuke.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Risparmiata [Paura o Amore?]

Da qualche giorno, al villaggio, si avvertiva una sensazione sgradevole. Un brutto presentimento s’inoltrava negli animi di tutta la gente. Più il tempo passava, più la sensazione di pericolo aumentava.

Quella mattina mi affacciai alla finestra della mia piccola casa: il sole era coperto da grandi nubi grigie. Osservai il mare blu scuro. Le onde si abbattevano contro gli scogli del promontorio a sud-est del villaggio, e c’erano pochi gabbiani che affrontavano le acque per procurarsi la colazione.

D’un tratto udii un suono di corno. L’allarme.

Qualche secondo dopo tutta la gente del villaggio si ritrovò a correre per le strade. Cercavano di salvare il possibile. Gli uomini cercarono le loro armi per difendersi, anche i ragazzi più giovani. Le donne, intanto, corsero di nuovo nelle case per mettersi al riparo insieme ai bambini.

Vidi mio padre uscire in fretta da casa e mia madre afferrarmi per la mano e correre verso il centro della stanza. Spostò un po’ di paglia da terra e aprì una botola nascosta. Mi ci infilò dentro.

<< Resta qui Sakura. Non uscire per nessun motivo e non fare rumore. >> mi disse agitata.

Poi un rumore assordante. Urla e colpi dai suoni metallici e freddi. La battaglia era iniziata.

Guardai mia madre con occhi spaventati. Lei mi sorrise per confortarmi.

<< Vado a vedere cosa succede fuori. Torno tra un minuto. >> chiuse la botola e la nascose con un po’ di paglia.

 

Mi portai le ginocchia al petto e le circondai con le braccia. Ormai erano passati circa dieci minuti e mia madre ancora non tornava. Che l’avessero catturata? Torturata? O peggio… Non volevo pensarci. Strinsi più forte l’abbraccio alle ginocchia e nascosi il viso tra di esse.

Non sapevo cosa fare. Passò molto tempo, non sapevo quanto con precisione. Lacrime calde iniziarono a scendermi sul viso.

Nella botola regnava il buio.

Fuori dalla botola regnava il caos.

D’improvviso sentii dei passi sul ciglio della porta.

<< Tu controlla questa casa, Sasuke. Se trovi qualcuno, portalo sulla nave. >> disse una voce rauca.

Dei passi leggeri stavano percorrendo la casa. Li sentii vicini alla botola e sperai che fosse ben nascosta. Trattenni il fiato e restai immobile. I passi si spostarono per tutta la casa, vicino ai letti, verso il cucinino e nella stanza delle dispense. Sentivo le sue mani che cercavano, afferravano e spostavano gli oggetti.

Qualche minuto più tardi Sasuke era ritornato nei dintorni del mio nascondiglio. Speravo che andasse via da casa, ma improvvisamente non sentii più i suoi passi, solo silenzio.

La botola si aprì di scatto. Fui investita da una luce intensa e sentii qualcosa di freddo sul mio petto. Alzai leggermente lo sguardo verso Sasuke. Era un ragazzo più grande di me, forse avevamo tre anni di differenza. Aveva la pelle chiara e i capelli scuri. Vidi i suoi occhi neri fissarmi con freddezza.

Restammo per qualche minuto a fissarci. Lo smeraldo di miei occhi affogava nell’onice dei suoi. Il suo volto era duro, freddo e tagliente come la spada che brandiva.

Immaginai la mia morte. Trafitta da quell’arma gelida mentre Sasuke sogghignava osservandomi mentre, lentamente, la mia vita si spegneva.

Presa da quel pensiero tetro e raccapricciante, chiusi gli occhi attendendo la mia fine… che non arrivò.

La lama tornò nella sua fodera rompendo il silenzio che si era creato nella stanza. Riaprii gli occhi e vidi Sasuke camminare verso la porta. Se ne stava andando lasciandomi viva.

<< Grazie >> gli dissi con un filo di voce.

Lui si girò verso di me. Non emise una singola parola. Fece solo un cenno d’assenso con la testa e poi uscì dalla casa. Io rimasi a fissare il vuoto da dentro la botola.

Dieci minuti più tardi tutto era finito. Gli uomini erano andati via ed io capii che ero l’unica sopravvissuta del villaggio.

 

   
 
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