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Autore: Yu Lunae    10/09/2010    0 recensioni
L'amore può non durare per sempre e quando termina le conseguenze potrebbero non essere sempre piacevoli. E' accaduto questo ad uno dei Cullen. Qualcuno ha spezzato il suo cuore, ma il cuore di un vampiro, freddo e morto, è imprevedibile. Una serie di vittime costellano una stravagante e filosofica collezione. Lui colleziona peccati, per attirare l'attenzione di lei. Cassandre trova la prima vittima, delle tante e presto lui la guiderà nel suo labirinto. Una strana collaborazione tra un Cullen ( o forse un EX Cullen) e una Black. Riuscirà Cas a fermare il feroce collezionista?
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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« E cosi, coll'imagine tua o coll'amor tuo,
tu, benché assente, mi sei ognora presente,
poiché non puoi allontanarti oltre il confine de' miei pensieri
ed io sono ognora con essi,
ed essi con te.
»

Sonetto XLVII
William Shakespeare



Onore. Gloria. ( Memoria. )
Rabbia. ( Istinto. ) Passione.
Vendetta.

Omicidio.


Se quelle mura avessero potuto parlare avrebbero raccontato mille storie, seppellite ai loro piedi dalle sabbie del tempo e dalla corruzione dell'essere umano. Se quelle mura avessero potuto parlare, avrebbero raccontato degli amori consumati sicuri della loro protezione, delle amicizie perdute e del veleno nascosto tra il cemento che univa l'una all'altra, le loro mattonelle. Quella casa era la bocca dell'inferno, nascosta da un insospettabile paradiso.
Si diceva vivesse un angelo da quelle parti. Un angelo che mai avrei voluto incontrare. Li conosco gli angeli. Loro sono troppo, per considerare abbastanza tutti gli altri. Per loro noi siamo nullità. Feccia che ricopre la superficie delle terre emerse e che ogni giorno le distrugge.
E ora un angelo era ai miei piedi, e noi eravamo lì con lei.
Noi eravamo lì perché era lì dove dovevamo essere.



Il corpo della ragazzina era disteso sul pavimento unto di sangue rappreso, proveniente dal foro che devastava la sua fronte. Avrà avuto forse quattordici o quindici anni, non di più, bionda e molto bella. O almeno un tempo doveva esserlo. Emanava un cattivo odore, perché erano diversi giorni che era lì, in quella piccola stanzetta nella baita che si trova appena oltre il bosco di Forks. Lì da troppo tempo o forse da troppo poco. Troppo tempo per noi che non l'avevamo salvata, troppo poco per l'assassino che aveva costruito una diversa sceneggiatura, dove evidentemente lei doveva sì essere trovata, ma non da noi.
Ma da chi?
Non lo avevamo capito ancora. Erano troppo poche le tracce che aveva lasciato, quelle che aveva voluto lasciare. Perché da quello che, presuntuosi, avevamo intuito, lui stava giocando. Come un'ammirevole logista, stava giocando la sua partita a scacchi e come il più perfido degli artisti, stava disegnando quello che sembrava il primo bozzetto di un memorabile dipinto.
Non voleva farci capire, no non ancora. Ma qualcosa ci suggerii che presto ci avrebbe spiegato, a modo suo, la trama della fitta tela che stava tessendo.
Sulla parete di fronte al corpo, l'unico indizio, scritto con il sangue. Il sangue di lei ovviamente.

« Il peccato è l'unica nota di colore che sussiste nella vita moderna. »

Una citazione famosa di un autore altrettanto famoso. Oscar Wilde e i suoi aforismi d'autore. Mi piaceva, lui e le sue storie, mi piacevano. Ma non se portavano a questo. Qualcuno si era firmato con uno dei suoi più famosi aforismi e non sembrava volersi fermare. Voleva continuare a scrivere, dipingere, giocare.
Mi chinai sul corpo della ragazzina, per osservarla meglio. I suoi erano spalancati e fissavano il vuoto. Un vuoto ormai incolmabile e senza ritorno. Un vuoto, in cui probabilmente vigeva la sua anima. Lei che probabilmente si chiedeva il perché. Non potevo toccare il corpo, perché non era compito mio farlo. Eppure ebbi la tentazione di farlo, perché quegli occhi, verdi come una foglia in una lago d'inverno, mi facevano paura.
« Non toccarla.» mi ammonì qualcuno. Io sapevo chi era e seppi controllarmi bene, seguendo il suo consiglio.
« Chi diavolo ha fatto questo? » dissi io, rivolta a quella voce che ora taceva.
« Non lo so. Ma chiunque sia stato, non sembra abbia intenzione di fermarsi.» la voce.
Mi voltai a guardare il suo volto, il volto di mio fratello Jacob. Rimasi a fissarlo per un momento prima di rialzarmi e allontanarmi.
« Dobbiamo chiamare la polizia.» dissi io con voce secca.
« Questo è il nostro territorio, possiamo sbarazzarcene da soli.» disse lui quasi cinicamente e io lo guardai allibita.
« Stai scherzando spero. E la famiglia di questa poveretta? » dissi io indicando il corpo della ragazzina distesa sul terreno. « Non ha forse il diritto di sapere che la figlia è stata ammazzata per il divertimento di uno psicopatico ? » alzai appena la voce verso la fine, colma di rabbia.
« Non ci avevo pensato.» disse lui, abbassando appena lo sguardo. « Mi dispiace.» mormorò intimidito.
Scossi il capo e diedi un ultimo sguardo al corpo. « Va bene.» dissi in tono più calmo. « Vado a chiamarla. Andiamocene prima che arrivi.» dissi poi dando un ultimo sguardo alla parete, che Jake aveva fotografato, così come tutto il resto dell'appartamento. Un appartamento in cui non c'erano né tracce né odori.
Solo Fantasmi.

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Note

Ed eccomi con una nuova storia, ( che sarà relativamente breve visto che sette notti insonni passano in fretta.) ispirati ad una versione thriller della famosa saga della Meyer, Twilight Saga. Per ora ovviamente questo è un prologo, possiamo considerarlo come il taglio del nostre a queste famose sette notti. Più notizie ai nostri prossimi aggiornamenti, che arriveranno presto anche con il nome della protagonista. XD

Suggerimenti Track da ascoltare.
Plumb - Cut

Per il resto Buona lettura
Spero vi piaccia
Yu Lunae

  
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