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Autore: barbara_f    10/09/2010    5 recensioni
“Questo semestre l’argomento delle lezioni sarà la rappresentazione dell’amore nella letteratura”. Qualcuno accanto a me fece una smorfia disgustata …
“L’amore … l’amore si può leggere giusto nei libri” disse a bassa voce ma sufficientemente alta da farsi sentire ad almeno due file di distanza …
“Cos’hai contro l’amore?” mi sentivo stranamente offesa dal suo tono disgustato, non seppi fare a meno di controbattere.
“Una ragazzina che parla d’amore, un classico …” si stava rivolgendo a me, quello sconosciuto di cui non avevo ancora visto il volto stava parlando con me… mi voltai verso la fonte di quelle offese.
Due occhi verdi, intensi, felini mi guardarono sprezzanti. Ricambiai lo sguardo.
“Signori, potete renderci partecipi?” il prof. Meson interruppe la nostra conversazione.
Il ragazzo con gli occhi verdi e, ora lo vedevo meglio, con i capelli castano ramati, si alzò e con tranquillità rispose
“Dicevo soltanto che l’amore è qualcosa che si può trovare giusto nei libri… la signorina” disse indicandomi, “non è d’accordo …”.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
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 bellad93 [Contatta] Segnala violazione
 
 07/09/10, ore 18:13 - Capitolo 18: Cap 18 Assenza

bellissimo

grazie grazie

 Ed4e [Contatta] Segnala violazione
 07/09/10, ore 14:09 - Capitolo 18: Cap 18 Assenza
ahhh nn vedo l'ora di leggere il prox chappy......kissa ks succederà....meno male ke è tornato xò è stato uno scemo cavoliiii xkè è dovuto andare via invece ke affrantare la situazione ha bisogno di qlk ke lo aiuti e lo deve accettare nn può pensare di tenersi tt dentro e pensare di stare bene.....ahhh kissa ke dirà charlie e bellla?? km sta? ks farà qndo rivedrà eddy?? a prestooooooo un bacioneeee
spero che il prossimo capitolo ti piaccia... in effetti edward è stato un po' troppo impulsivo...
 giova71 [Contatta] Segnala violazione
 07/09/10, ore 13:15 - Capitolo 18: Cap 18 Assenza

certo che eddy è veramente uno stupido, come può decidere della vita degli altri???????????? bella è caduta in depressione, meno male che alice ed il resto dei cullen le sono stati vicino, altrimenti lei sarebbe già morta, speriamo che carlisle con le sue parole abbia messo un pò di buon senso in eddy, chissà che altro ci aspetta????????????? UN bacione grandissimo ciao *______*
quello che ha fatto edward ha una ragione... nulla è a caso

_Cap.19

 

Ritorno

 

Sarai distante o sarai vicino,sarai più vecchio o più ragazzino, starai contento o proverai dolore,starai più al freddo o starai più al sole

Conosco un posto dove puoi tornare, conosco un cuore dove attraccare.
Se chiamo forte potrai sentire, se credi agli occhi potrai vedere, c'é un desiderio da attraversare
e un magro sogno da decifrare
Piovono petali di girasole, sulla ferocia dell'assenza, la solitudine non ha odore,ed il coraggio é un'antica danza.
Tu segui i passi di questo aspettare, tu segui il senso del tuo cercare
C'é solo un posto dove puoi tornare, c'é solo un cuore dove puoi stare *



Alice mi attese all’ingresso dell’ospedale. Sicuramente Esme l’aveva avvisata del mio ritorno. La sua espressione non era delle più gioiose, ce l’aveva con me. Non potevo darle torto. Mi meritavo qualsiasi insulto, qualsiasi offesa. Ero stato veramente uno stupido!

“Edward!” disse abbracciandomi. Questo non me l’aspettavo. Pensai. 

“Come sta Bella?” chiesi staccandomi dal suo lungo abbraccio. Alice mi guardò ma non rispose all’unica cosa che volevo sapere.

“Sei diverso Ed, Sei cambiato!” non sapevo cosa intendesse. Non mi guardavo più allo specchio dalla notte a casa di Bella.

“Non eludere la domanda Alice! Come sta Bella!” la rimproverai.

“No Edward, non puoi permetterti di usare questo tono con me! Non hai alcun diritto di fare l’arrabbiato! Tu non sai cosa abbiamo passato, cosa ha passato Bella!” abbassai la testa. Il tono di Alice rinfocolava le mie paure.

“Come hai potuto fare questo alla donna che ami!” mi urlò tra le lacrime

“...Perché tu la ami, vero?” continuò in tono più basso. Annuii.

“...Come hai potuto fare questo a tutti noi! Non immagini la mia angoscia? Come ti sentiresti se, tutta la tua famiglia sparisse senza lasciare traccia?” Alice, piccola Alice! Aveva ragione, sarei impazzito se fosse scomparsa! Come avevo potuto pensare di farle questo. Come avevo potuto farlo a Bella! Le asciugai le lacrime con una carezza...

Avrei accettato qualunque cosa, avrei accettato che Bella non mi rivolesse indietro. Sarebbe stata una giusta punizione. Avrei accettato tutto.

Jasper, Emmett e Rose ci raggiunsero nell’atrio. I ragazzi mi ignoravano.

“Vi prego, perdonatemi tutti...vi prego!!!” ero mortificato.

“Ciao Ed!” Jasper parlò per primo. La sua voce era calma e fredda, guardò la sua Alice, poi si avvicinò e mi abbracciò.

“Ci sei mancato tantissimo!” disse con la voce incrinata dall’emozione.

Gli altri fecero lo stesso e mi ritrovai stretto tra tutti loro.

“Finalmente ci hai fatto l’onore di tornare!” il tono di Emmett era duro ma i suoi occhi sorridevano. Mi prese per il braccio e mi portò a sedere. Voleva parlarmi da soli.

“Hai visto mamma e papà?” annuii.

“Mamma ha sofferto tantissimo per la tua assenza, lo sai vero?” annuii ancora, sapevo, intuivo quanto Esme fosse stata male. L’avevo letto nei suoi occhi qualche ora prima.

“Io...” non sapevo cosa dire. Cosa potevo dire in fondo, avevano ragione, ero stato uno stupido ragazzino spaventato all’idea di affrontare i miei sentimenti e, soprattutto, di gettare luce sul mio lato oscuro.

Se avessi avuto il coraggio di rivelarle il mio passato, nessuno avrebbe sofferto. Tranne me...

“Emmett, ti prego, parlami di Bella!” evitò di guardarmi in volto.

“Ed, Bella è stata malissimo!” una pugnalata mi colpì al cuore.

Io che volevo salvarla da me, da quello che ero, avevo finito per ferirla tanto da mandarla in ospedale.

 “...Comunque lo vedrai presto, sempre che la sua famiglia te lo permetta...” rimasi di sasso, non avevo pensato che la sua famiglia mi potesse impedire di vedere la mia Bella.

“Secondo te...lei vorrà ancora vedermi?” chiesi triste e preoccupato.

“Questo potrebbe dirtelo solo Alice, è l’unica della nostra famiglia da cui si fa avvicinare!” era dispiaciuto da questa esclusione. Poi, mi guardò accorgendosi del mio aspetto per la prima volta.

“Cosa ti è successo Ed, sei così diverso...”  non capivo, perché tutti dicevano la stessa cosa. Ero diverso, da cosa, da ciò che ero stato prima che la lacerante sofferenza, provata allontanandomi da Bella, mi cambiasse...

Andai in bagno e mi guardai allo specchio. Era la prima volta, da due mesi.

I capelli si erano allungati di qualche centimetro, un velo di barba copriva il mio volto smagrito, mettendo in evidenza le occhiaie dovute alla mancanza di sonno; ma non era quello che mi faceva apparire diverso.

I miei occhi riflettevano il dolore provato durante il mio esilio volontario.

Stentavo a riconoscermi, sembravo più grande dei miei vent’anni.

“Ed, Rose ha preparato il terreno con i genitori di Bella!” sorrisi rivolgendosi a mia cugina che si avvicinò al suo grande amore.

“...sono delle persone gentili, ma non aspettarti un’accoglienza festosa. Se ti permettono di vederla è perché sperano che, la tua presenza, possa ridestarla dallo stato di torpore nella quale è da quando sei andato via” Rosalie fu dolce, mi mise una mano sulla spalla e mi accompagnò verso il reparto di Bella.

“Ricordati Edward, niente passi falsi, rispetta i loro tempi......” annuii. Qualunque atteggiamento avessero avuto io l’avrei accettato. Ero perfettamente consapevole delle mie colpe.

Davanti alla sua stanza era riunito un capannello di persone, riconobbi l’ispettore Swan, per averlo visto qualche volta a Forks. Al suo fianco una donna alta, magra con lunghi capelli scuri e occhi chiari, indubbiamente la madre di Bella. Mi avvicinai titubante e timido, sentivo addosso gli sguardi di tutti, sentivo la tensione, l’ira del padre di Bella. Mi sentivo solo, abbandonato... ma era quanto meritavo, ne ero consapevole. Alzai la testa pronto ad affrontare il mio destino.

“Buonasera, sono Edward Cullen...” le parole uscirono a stento dalla mia bocca,  “potrei incontrare Bella?” non risposero. Vidi Charlie Swan poggiare impercettibilmente la mano sulla fondina della pistola.

Jacob Black si parò davanti a me, un fiotto di gelosia mi salì alla gola all’idea che fosse stato vicino a Bella nei giorni della mia assenza. Lui era innamorato di lei, lo sapevo, avrebbe approfittato di ogni mio cedimento per insinuare il dubbio in lei...
Si avvicinò a me, minaccioso. Indietreggiai di un passo.

“Come puoi ripresentarti qui dopo tutto ciò che le hai fatto?” la verità di quelle parole colpirono dritte al cuore.

“Vorrei incontrare Bella” continuai ignorandolo e rivolgendomi direttamente ai Swan “pensate che sia possibile?”

Renèe guardò tutti noi e, avvicinandosi, appoggiò una mano sulla mia spalla.

“Bella è molto fragile in questo momento ma...ti ha aspettato tanto” disse guardandomi dritto negli occhi “... forse vedendoti...” sorrisi, vedevo uno spiraglio nel muro di gomma rappresentato da tutti loro.

“Dove pensi di andare Cullen...” Jacob si parò davanti alla porta che mi divideva da Bella.

“Lasciami passare Black” ringhiai, “Ho il permesso dei suoi genitori, non mi serve il tuo!”

“No! La colpa è solo tua se Bella è qui in ospedale! Non ti permetterò di vederla per illuderla nuovamente. Tu decidi di allontanati, tu decidi di tornare, tu giochi con i sentimenti delle persone e te ne freghi se poi soffrono. Sei un ragazzino egoista e viziato Edward!” un pugno mi colpì in pieno viso.

Preso alla sprovvista, caddi a terra, non mi difesi mentre Jacob infieriva su di me. Era la mia punizione.

“Ora Basta Black!” la voce di Emmett

I colpi si fermarono, Emmett bloccava Jacob per le spalle, mentre Jasper mi rimetteva in piedi, passandomi un fazzoletto per ripulirmi il viso dalle gocce di sangue che, copiose, colavano dal mio labbro spaccato. Nessun altro aveva fatto nulla per aiutarmi.

“Troppo facile prendersela con chi nemmeno si difende!”mio fratello era adirato.

“Ha avuto quanto si è meritato! Se si fosse difeso, sarebbe andata allo stesso modo!”

“Edward” la voce di Bella ci  zittì lasciandoci tutti di sasso.

***********************************************************************

Mi sembrava di aver dormito per un tempi infinito, non sapevo dove mi trovassi né da quanto tempo fossi rimasta immobile, sospesa tra sogno e incubo, tra consapevolezza e incoscienza. L’unica certezza era la sua voce, l’avevo sognata così tanto... che ora sembrava reale.

Sicuramente si trattava del mio sogno più bello, Edward era tornato da me e mi abbracciava dolcemente...

Mi sforzai di riemergere dal torpore, cercai di tornare alla realtà, ripensai alle parole di Alice... Dovevo essere forte, dovevo superare il dolore della sua assenza, dovevo tornare a vivere... lo dovevo fare per tutti loro, per mia madre, mio padre,  per Jacob...

Jacob mi era stato vicino, ma lo ricordavo a malapena. Non riuscivo a provare nulla per lui. La mia mente e il mio cuore erano pieni di Edward.

Durante i due mesi appena trascorsi non si era mai allontanato per troppo tempo da me. Lo trovavo opprimente anche se capivo le sue ragioni.

“Lasciami passare Black” la voce di Edward era così reale... il mio cuore prese a battere all’impazzata. Mi sentivo dolorosamente viva.

“Edward!” dissi a voce alta. Silenzio.

Non sentivo più nessuna voce poi, una porta si aprì.

Tra pochi minuti tutto sarebbe sparito, come sempre. Mi sarei ritrovata di nuovo sola, nella mia stanza buia dello studentato stringendo tra le braccia il cuscino dove, ancora, sentivo il suo odore.

“Bella!”, la sua voce sembrava così reale... ormai ero definitivamente impazzita.

Aprii gli occhi e lo vidi.

Era diverso dall’Edward dei miei sogni.

L’uomo che avevo davanti aveva uno sguardo triste, era magro, molto più di quello che ricordavo, i capelli erano più lunghi, un filo di barba gli copriva il viso e aveva un labbro ferito.

Era bello, incredibilmente bello.

“Bella, guardami” non osai alzare nuovamente gli occhi. Avevo paura di sperare. Non poteva essere vero.

“Sto sognando Edward...di nuovo!” dissi a voce alta “non può essere vero, il mio amore mi ha lasciata, se ne è andato senza nessuna spiegazione ....si, è ufficiale sto impazzendo!”

“Ti prego Bella, guardami!” il tono della sua voce aveva una nota disperata. “sono qui, sono reale, ti prego, guardami!” Trovai il coraggio di alzare lo sguardo su di lui.

Sbattei le palpebre per sfuggire all’incantesimo che mi teneva legata ad un’allucinazione.

Dovevo uscirne, dovevo tornare alla mia vita prima della sua comparsa.

Non potevo vivere di ricordi, non potevo farmi prendere la mano dagli inganni della mente. Sarei solo scivolata nella follia.

“Bella, amore....” sentii il tocco caldo della sua mano e riconobbi il suo profumo. Il suo inconfondibile profumo forte, speziato, mascolino.

“Che scherzi strani fa la mente” dissi.“Sembra tutto così reale”

“Bella, io sono qui, non stai sognando, sono veramente qui!” ancora la disperazione nella sua bella voce. Era un angelo dagli occhi tristi.

“Cosa ti ho fatto, mio dio, come ti ho ridotto!” si mise la testa tra le mani continuando a guardarmi, incerto se avvicinarsi o meno.

“Bella, amore... sono qui!” mi strinse a se, sentii il calore di quel corpo che ormai riconoscevo...

“Edward, sei qui...” un lampo di lucidità mi riscosse scuotendo via tutti i brandelli di incertezza.

“Sei qui...” ripetei infine ricambiando l’abbraccio e stringendolo a me. Era tornato. Per quanto tempo...questo pensiero mi ossessionava, non avrei retto ad  un’altra sua fuga, ad un altro rifiuto.... dovevo saperlo, anche se questo avrebbe significato perderlo.

“Per quanto tempo rimarrai?” il mio cuore batté all’impazzata preparandosi ad nuovo dolore, ad una nuova separazione.

Edward mi guardò, gli occhi tristi e profondi, troppo adulto per la sua età.

“perché mi chiedi questo?”

“Devo saperlo, devo sapere se alla prossima frase sbagliata, al prossimo gesto...” la mia voce si incrinò, ero sull’orlo delle lacrime “...inconsapevole, tu fuggirai rinunciando al nostro amore. Il mio cuore è come una foglia secca ora, basta una tua stretta per frantumarlo...sto già sbriciolandomi” distolsi lo sguardo per nascondermi quanto dolore avevo dentro di me.

“Non so se posso farcela... ho solo vent’anni, ho bisogno di aiuto... non so come comportarmi con i tuoi continui sbalzi di umore, i tuoi scatti, le tue fughe...non so come aiutarti... io vorrei, ma non so come fare... non lo so” lacrime copiose scesero lungo le mie guance

“Io...”  mi guardò tentando di rispondermi

“Forse il nostro amore per te non conta molto se riesci a sacrificarlo sempre per cose più importanti. Ma, del resto stiamo insieme da così poco...”

“Bella non dire così...io...”

***********************************************************************

Entrai nella sua stanza e la vidi. Dio com’era ridotta, stentavo a riconoscerla... Smagrita e spenta, con lo sguardo perso nel vuoto, Bella stringeva convulsamente un cuscino. Lo riconobbi, era quello della sua stanza, quello che era stato sotto la mia testa. Un brivido percorse il mio corpo, se era in quello stato catatonico era solo colpa mia. Aveva ragione Jacob, aveva ragione Carlisle. Ero un ragazzino che aveva paura di affrontare la sua vita, le sue angosce... e questa paura l’aveva quasi distrutta. Sembrava così fragile!!!

Una flebo gocciolava lenta, l’alimentavano per via endovenosa...

Mi avvicinai a lei.

“Bella!” la chiamai,

Aprì gli occhi, non ero sicuro che mi avesse riconosciuto. Anch’io ero molto cambiato negli ultimi due mesi.

“Sto sognando Edward...di nuovo!” disse a voce alta “non può essere vero, il mio amore mi ha lasciata, se ne è andato senza nessuna spiegazione. ....Si, è ufficiale sto impazzendo!”

“Ti prego Bella, guardami!” alzò lo sguardo su di me, poi fece cenno di no con la testa, come per scuotersi di dosso un brutto sogno. Ero questo per lei?

“Bella, amore....” le toccai la guancia con la mano. Quel contatto parve quasi scottarmi, tanto era il desiderio di riaverla con me, presente, viva, come lo era stata fino a qualche mese prima.

“Sembra tutto così reale” disse ad alta voce “anche il suo tocco!” non mi vedeva.

“Bella, è reale, io sono qui, non stai sognando, sono veramente qui!” sentii bruciarmi gli occhi. Ero disperato, Bella stentava a riconoscermi, mi credeva fuggito da lei per sempre

“Cosa ti ho fatto, mio dio, come ti ho ridotto!” mi misi la testa tra le mani. Non ero degno di lei, non dopo tutto il dolore che le avevo provocato.

No, ancora la paura di affrontare le cose, il desiderio di scappare... no, dovevo farcela, dovevo starle vicino, dovevo accettare la durezza della realtà anche nel caso avesse deciso di rifiutarmi.

“Bella, amore... sono qui!” la strinsi a me, sentii il calore di quel corpo. Quanto mi era mancata.

“Non parlarmi così, non chiamarmi amore...” la sua voce era un sussurro disperato “ solo Edward è il mio amore...”

“Bella, sono Edward e sono qui, sono tornato...” il suo sguardo si fece meno vacuo

“Edward, sei qui...” mi parlò per la prima volta direttamente, si era riscossa, mi aveva riconosciuto?

“Sei qui...” ripeté come per convincersi della realtà infine, ricambiò l’abbraccio e stringendomi a se.

Mi guardò per un lungo momento.

“Per quanto tempo rimarrai?” la sua domanda mi spiazzò, così come il significato implicito in quella richiesta. Ero inaffidabile e volubile, lei mi vedeva così.

“Perché mi chiedi questo?” volevo saperlo, anche se temevo la sua risposta.

“Devo saperlo, devo sapere se alla prossima frase sbagliata, al prossimo gesto...” era sull’orlo delle lacrime “...inconsapevole, tu fuggirai rinunciando al nostro amore. Il mio cuore è come una foglia secca ora, basta una tua stretta per frantumarlo...sto già sbriciolandomi” il suo sguardo divenne lucido

“Non so se posso farcela... ho solo vent’anni, ho bisogno di aiuto... non so come comportarmi con i tuoi continui sbalzi di umore, i tuoi scatti, le tue fughe...non so come aiutarti... io vorrei, ma non so come fare... non lo so” pianse

Con il mio comportamento l’avevo indotta a dubitare, le avevo insegnato la paura e l’impotenza, l’avevo costretta a sopportare i miei atteggiamenti scostanti senza darle nulla in cambio...non potevo credere di essere stato così crudele con la donna che amavo.

“Io...”  Le parole uscirono a stento. Tentai di rispondere ma cosa potevo dirle?  

Tutto sarebbe apparso, ai suoi occhi come una sciocca giustificazione...

“Forse il nostro amore per te non conta molto se riesci a sacrificarlo sempre per cose più importanti. Ma, del resto stiamo insieme da così poco...” Continuò quasi con astio

La portata della sua frase mi colpì come un pugno nello stomaco. Mi sentii serrare la gola in un groppo.

L’amavo così disperatamente, ero quasi impazzito nell’istante stesso in cui avevo chiuso la sua porta alle mie spalle.

“Bella non dire così...io...ti amo, non ho mai smesso. Questi due mesi sono stati una tortura...” come farle capire che mi ero allontanato solo per lei, per il suo bene, per non obbligarla a subire nessun tipo di costrizione... non volevo portarla a fare nulla, non volevo minacciarla, e invece l’avevo fatto! 

Il respiro si fece corto, il cuore batté furiosamente.

L’unica cosa che volevo era stare con lei ma lei avrebbe ancora voluto amarmi? Temevo una risposta negativa...cosa avrei fatto?

Cercai di essere sincero, di mettere a nudo la mia anima dicendole quale fosse la reale portata dei miei sentimenti per lei

“Io...Rimarrò finché tu mi vorrai... se, dopo quanto ti ho fatto, ancora mi vorrai!” risposi con un filo di voce. Ti prego riaccettami nella tua vita pensai.

“Andare via è stato un grandissimo errore, non avrei mai dovuto farlo, non avrei mai dovuto lasciarti sola e invece, proprio nel momento del bisogno... ti ho abbandonata, con le tue paure, sola con il tuo dolore. Ti prego Bella, perdonami se puoi!” la guardai dritto in volto, un leggero sorriso aleggiò sul suo viso. “Bella, mi vuoi ancora con te?”

“Edward, tu hai rapito il mio cuore e sono completa solo con te!” strano era il mio stesso pensiero, senza di lei mi sentivo vuoto, con un’enorme voragine nel petto.

“Ti prego perdonami.... perdonami...perdonami se le mie paure prendono il sopravvento...tu non sai...ti spiegherò...e allora, forse, sarai tu ad allontanarti da me” non riuscivo a raccontarle di me, non ancora. “La lontananza mi ha provocato un dolore così grande... non so se riuscirei a resistere a separarmi ancora da te... ti ho fatto soffrire, lo so...Perdonami, ti prego... perdonami se puoi. Andrò via se questo ti farà stare meglio...” ero stato sincero, le avevo rivelato l’intensità dei miei sentimenti, avevo messo a nudo la mia anima.

“Io voglio stare con te, non voglio che tu te ne vada via!” mi guardò intensamente, i suoi occhi cioccolato risplendevano di nuova luce...

Sfiorai delicatamente il suo volto, sembrava di porcellana finissima e delicata, pallido come se fosse stato divorato dalla sofferenza.

“Ti perdono amore mio, il mio posto è con te!” le lacrime, miste al sorriso, scesero sul suo volto.

Mi guardò per un lungo istante e, infine dischiuse le sue labbra pronte ad accogliere il mio bacio.

 

*L’assenza_ Fiorella Mannoia

   
 
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