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Autore: Rei Murai    10/09/2010    1 recensioni
C’era riuscito. Costruire una macchina capace di parlare, respirare, camminare… Il sogno di tutta la sua vita. Sasuke si concesse un breve sorriso, chinandosi verso il piccolo robot, carezzandogli i capelli. - Benvenuto al mondo…Kiba –
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La canzone da cui è stata presa la storia è: Kokoro  (Rin Kagamine).

Il video con la traduzione del testo e la storia “originale” (Anche se non ne sono sicura, credo sia un Amv) la trovate al seguente link: http://www.youtube.com/user/HyuuZukaPro#p/f/4/Mje0pMvk7z8

I personaggi sono di Kishimoto Sensei ed io non ci guadagno nulla a muoverli se non il piacere nel farlo.

In sintesi tutte cose che sapete XD

 

 

Kokoro.

 

 

Un robot costruito da uno scienziato solitario

Per dire com’è finita

“Miracolo”

“Miracolo”

 

 

Lo scienziato fissò con sguardo critico il suo ultimo lavoro.

Occhi dorati, capelli castani, fisico snello…

L’umanoide lo fissava, seduto su una sedia, con sguardo ingenuo e curioso.

Piccoli rettangoli rossi facevano bella mostra sulle guance color bronzo, con le labbra dello stesso colore semi aperte.

C’era riuscito.

Costruire una macchina capace di parlare, respirare, camminare…

Il sogno di tutta la sua vita.

Sasuke si concesse un breve sorriso, chinandosi verso il piccolo robot, carezzandogli i capelli.

- Benvenuto al mondo…Kiba –

 

Ma ancora mancava

Una cosa che non poteva essere costruita

Ed era chiamata “Cuore”.

Un programma.

 

- Cosa…stai facendo? –

Il moro alzò lo sguardo dal computer, che occupava metà della stanza, per fissarlo.

Erano giorni che non si riposava.

Anni che lavorava senza sosta.

Eppure, fissando quegli occhi dorati che lo guardavano fiduciosi

Era sempre più convinto di ciò che dovesse fare.

- Stò cercando di darti un cuore, Kiba –

 

 

Passarono degli anni

Lasciato solo

Un miracoloso robot

Speranze

 

La mano dell’umanoide passò sulla guancia liscia di suo “padre” avvertendone a stento il freddo che la pelle emanava.

Dopo anni passati assieme, in quella piccola stanza, l’uomo aveva smesso di muoversi.

Non respirava più.

I suoi occhi stanchi non si aprivano più.

Non gli sorrideva più.

Il suo cuore aveva smesso di battere.

Ma che cos’era un “Cuore”?

 

 

Volendo sapere ciò che quell’uomo

Sin alla fine della sua vita

Aveva fatto per me

“Cuore”

 

Non riusciva a venire a capo di quel dilemma.

Suo “padre” gliene aveva parlato a lungo.

Pareva che questo “Cuore” fosse il programma che gli permetteva di provare “Sentimenti”.

Quel programma che proprio lui non era riuscito a creare.

 

Senza il cuore non poteva amare…

Eppure lui provava “Affetto” verso il suo creatore.

 

Senza il cuore non poteva provare tristezza…

Eppure sentiva uno strano senso di “Vuoto” all’altezza del petto da quando Sasuke non si muoveva più.

 

Senza il cuore…

 

Ora,

Cominciando a muovermi

Il miracolo accelera

Perché le mie lacrime non si fermano?

Perché stò tremando?

 

Il robot si rannicchiò su se stesso, ai piedi del letto dove il creatore giaceva, tenendosi le braccia.

La sensazione che provava sulla pelle erano brividi di freddo.

Che la neve avesse ripreso a scendere sulle case attorno a loro?

Le gambe non lo reggevano, gli occhi bruciavano.

Qualcosa di bagnato colava sulle sue guance, rovinando i segni disegnati sul suo viso.

 

Il battito del mio cuore sta accelerando

È questo in cui ho sperato, Un “Cuore”?

 

Che quello fosse il programma che il creatore aveva cercato di installare nel suo corpo?

Che quella “Cosa” che sentiva battere a ritmo serrato all’altezza del petto fosse il suo “Cuore?”

 

 

“Un prodigio”

“Un Cuore”

“Un Cuore”

Ora, forse, poteva capire cos’era la felicità?

 

“Un prodigio”

 

La stessa che il creatore gli aveva donato in quegli anni.

 

 

“Un prodigio”

“Un Cuore”

“Un Cuore”

 

Ora, forse, poteva capire cos’era quella cosa chiamata tristezza?

 

 “Un prodigio”

 

Quel costante senso di vuoto che sentiva al centro del petto da quando Sasuke non parlava più.

 

 

“Un prodigio”

“Un Cuore”

“Un Cuore”

Quanto quei sentimenti potevano essere toccanti?

 

“Infinito”

 

Sentiva la paura invadergli le membra come un morbo, costringendolo a “tremare” rannicchiato accanto al letto…

 

 

Ora

Iniziando a capire la ragione per cui sono nato.

Da solo deve essere triste

Sì,

Quel giorno, a quel tempo,

In ogni ricordo,

I “sentimenti” vivono…

E stanno traboccando.

 

Ora riusciva a capire tutte le parole che il creatore gli aveva detto.

Tutti i racconti che Sasuke si era prodigato ad insegnarli.

Stare soli doveva essere triste

Stare in compagnia doveva essere felice.

Una ferita poteva provocare dolore.

Un sorriso poteva creare calore.

In ogni ricordo rivedeva Sasuke e quei sentimenti che cercava di spiegargli passargli sul viso.

Solo quando era con lui.

Il petto continuava a dolere e il vuoto si allargava sempre di più.

 

Ora

Posso dire

Parole sincere

Le stò dedicando a te

 

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

Per avermi fatto nascere in questo mondo.

 

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

Per i giorni che abbiamo passato assieme.

 

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

Per tutto ciò che mi hai dato.

 

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

Voglio cantare per sempre .

 

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

“Grazie”

Era tutto ciò che riusciva a dire.

Tutto quello che traboccava dalle sue labbra,

mentre con mani tremanti, stringeva quelle del suo creatore.

 

 

 

La porta si aprì cigolando lentamente.

Una testa bionda fece capolino all’interno della stanza chiamando,

con voce bassa,

il nome del suo migliore amico.

Quando si decise ad entrare,

tutto ciò che trovò,

fu solo il corpo inerme del moro, con il volto serio provato dalla stanchezza.

Accanto a lui un ragazzo, all’apparenza addormentato,

gli stringeva forte la mano con le guance bagnate dalle lacrime e i segni rossi quasi totalmente sciolti.

 

 

Era proprio un miracolo…

Il robot che aveva ottenuto il cuore continuando a cantare

Cantò tutti i suoi sentimenti

Ma il miracolo durò solo un momento

I sentimenti erano troppo grandi per lui.

Incapace di sostenere quel peso

La macchina sobbalzò…e non si mosse mai più.

 

Comunque il suo viso era fisso in un sorriso…

…Sembrava un angelo.

 

 

   
 
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