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Autore: Rei Murai    10/09/2010    1 recensioni
Sua madre, puntualmente ogni vacanza, lo costringeva a passare l’estate con lei ad Okinawa, dove venivano ospitati da una sua amica d’infanzia,ed impedendogli di muoversi da casa senza il figlio di essa. Kiba si annoiava. Dannatamente. Il ragazzo in questione, Shino Aburame, era silenzioso, con una passione malsana per gli insetti e i modi di fare di un asociale con la A maiuscola.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shino/Kiba
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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* * * * * *

 

Le sue labbra sfiorarono le mie solo per un istante.

E fu come se mille farfalle volassero libere nella mia pancia.

 

Summer.

 

Seduti sul divano, fissavano la televisione senza particolare interesse mentre la voce squillante della presentatrice del programma delle quattro, ripeteva in continuazione il nome dell’ennesimo vincitore della somma in gettoni d’oro che sembrava non finire mai.

Era un po’ la storia della loro vita:
un continuo rimanere nello stesso punto, facendo un passo avanti e cinque indietro fino a che non si ritrovavano a toccare il muro.

Limonata sul tavolino di mogano scuro, maglietta a  maniche corte e pantaloncini, i libri aperti sulle loro gambe e nessuna intenzione di studiare.

Il termostato segnava i 38 gradi, la stanza sembrava andare a fuoco e non riuscivano a poggiare i piedi nudi sul pavimento senza rischiare d’ustionarsi.

Era cominciata così anche quell’ennesima mattina a villa Aburame.

Sua madre, puntualmente ogni vacanza, lo costringeva a passare l’estate con lei ad Okinawa, dove venivano ospitati da una sua amica d’infanzia,ed impedendogli di muoversi da casa senza il figlio di essa.

Kiba si annoiava.

Dannatamente.

Il ragazzo in questione, Shino Aburame, era silenzioso, con una passione malsana per gli insetti e i modi di fare di un asociale con la A maiuscola.

Per lui, sempre abituato a non rimanere fermo per un singolo istante, parlare in continuazione ed esprimere la propria vitalità in qualsiasi modo, conosciuto e non, rimanere seduto sul divano di quella grande villa a fissare programmi tv privi di senso, cercando di imparare le nozioni di matematica, non era una cosa accettabile.

La vedeva, al di fuori della finestra, la distesa di acqua chiara che si perdeva a vista d’occhio, baciata dai caldi raggi del sole.

Il mare.

Cosa a lui sconosciuta durante le vacanze.

Shino soffriva il sole, la sua pelle troppo chiara si arrossava immediatamente, portando delle pesanti ustioni che gli impedivano di mettere piede fuori di casa.

Una volta o due era riuscito a sgattaiolare al di fuori della villa, per andare a fare una nuotata ma, puntualmente, Tsume Inuzuka lo riportava dentro per le orecchie, si scusava con la signora Aburame e lo ributtava nella camera dove il “povero” Shino stava seduto a studiare i suoi insetti.

E se non erano gli insetti, era la tv.

E se non era la tv, era un libro.

Se solo la compagnia fosse stata tra le migliori, certamente, avrebbe trovato quei lunghi quindici giorni meno noiosi.

 

- E con questo è tutto! A domani gente! –

Ascoltò il castano scimmiottare la voce della conduttrice prima di spegnere con un gesto secco il televisore.

Le cinque e quarantacinque minuti, tra meno di un quarto d’ora sua madre e quella dell’altro sarebbero uscite. Questo significava un po’ di respiro per entrambi i ragazzi che non sarebbero stati costretti a passare altro tempo assieme.

Il nervosismo dell’Inuzuka era così palpabile che quasi lo infastidiva.

Non sopportava le persone iperattive come lui ma capiva anche che, rimanere durante l’estate in una località di mare e non poter uscire di casa, non doveva essere una cosa tanto piacevole … soprattutto per chi il mare non lo vedeva mai.

- Inuzuka –

La sua voce fu poco più di un sussurro che bastò, però, a far voltare gli occhi dorati verso di lui.

- Che c’è? –

Sospirò al tono semitagliente dell’altro.

Era da quando avevano cinque anni che passavano quei quindici giorni estivi a stretto contatto, non c’era mai stato nulla di piacevole nella loro convivenza, caratteri troppo differenti.

- Quando quelle due escono… ti va di andare al mare? –

Lo vide sgranare gli occhi impercettibilmente, poi la testa del castano si mosse in un breve gesto d’assenso, che gli strappò un mezzo sorriso.

Il movimento che avvenne dopo fu troppo veloce per entrambi, perché potessero ritirarsi:
in uno dei suoi soliti slanci d’impeto, l’Inuzuka si gettò su di lui, forse per abbracciarlo o forse solo per un lieve e sbagliato sbilanciamento, che portò le loro labbra ad incontrarsi.

Rimasero così, sul divano, per qualche istante con le labbra a contatto, prima che il castano si ritirasse come scottato, rosso in viso.

Aveva sentito qualcosa di simile ad una stretta all’altezza dello stomaco, così veloce che non aveva avuto modo di identificarla.

Kiba si alzò con un movimento veloce, uscendo dalla sala e lui rimase lì, a fissare il punto dove l’altro era sparito, chiedendosi cosa fosse stata quella strana sensazione.

- Niente mare, Aburame. Né oggi, né mai! –

Gli sentì urlare dall’altra stanza prima che la porta si chiudesse.

   
 
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