Cominciamo
con lo
spendere due piccole parole su questa raccolta di non so ancora bene
quante
oneshot (probabilmente solo due).
Tanto per
cominciare
l’idea delle storie non è mia.
Sono
rifacimenti in
racconti di alcune canzoni che ho ascoltato in questo ultimo periodo e
di cui
mi sono innamorata (Fanno parte di alcuni video sulle Vocaloid e le
storie
erano così terribilmente angst che non ho potuto fare a meno
di riproporle come
fic su Naruto).
Ovviamente
i
personaggi sono OOC (Anche se nemmeno troppo presi in questo contesto)
e i
diritti non sono miei su NULLA, nemmeno sulla trama.
Al
massimo posso
prendermi il merito per averle adattate ecco…
Quindi
qualsiasi
commento non sarà rivolto a me.
La
canzone da cui è
stata presa la storia è: Aku no Musume (Rin
Kagamine).
Il video
con la
traduzione del testo e la storia “originale” (Anche
se non ne sono sicura,
credo sia un Amv) la trovate al seguente link: http://www.youtube.com/user/Camicarlot#p/u/11/smPdbJx1ohE.
I
personaggi sono di
Kishimoto Sensei e io non ci guadagno nulla a muoverli se non il
piacere nel
farlo.
In
sintesi tutte cose
che sapete XD
I fiori del
male.
Allora, vogliamo
cominciare?
Sakura
prese il grande libro
nero che si trovava in cima allo scaffale, respirando affannosamente.
La
camera era piena di polvere,
dalle finestre filtrava pochissima luce.
Era
andata a vedere i resti di
un castello, qualche giorno prima.
La
guida aveva detto che molte
principesse erano vissute tra quelle mura ma due, che in particolare si
somigliavano, avevano regnato in modo sgradevole su quella piccola
contea
vivendo due finali simili, anche se differenti.
Sua
madre diceva sempre, che
nella soffitta di casa sua, si trovava un libro nero – lo
stesso che teneva tra
le mani – che raccontava favole crudeli, di principesse
esistite realmente, che
avevano fatto del male agli abitanti del loro regno.
La
quindicenne si sedette in un
angolo della stanza, con il libro tra le mani, aprendolo e fissando le
incisioni in oro sulle pagine bianche.
I fiori del male
Aku no Musume.*
C’è
stato un tempo, in un altro
luogo
Un regno del male che
nessuno
ha mai avuto il coraggio di affrontare.
E il sovrano era, come
dire,
Una piccola giovane
principessa
di soli quattordici anni.
Moltissimi abiti
disseminano la
sua dimora
Il suo fedele servitore
che
aveva un volto leggermente simile a lei,
Il suo cavallo si
chiamava
Josephin
Tutte le ricchezze del
mondo
era ciò che lei aveva rivendicato.
- Naruto, fa
entrare il prossimo –
Ino si
riavviò una ciocca dei lunghi capelli
biondi, sistemandosi meglio sul suo trono di legno, sventolandosi il
viso con
il ventaglio di piume, ultimo regalo di sua madre prima che morisse.
Il biondo
servitore fece qualche passo verso
l’enorme porta della sala, ordinando alle guardie che
lasciassero entrare la
paesana arrivata dal villaggio, con la sua richiesta.
Tornò
accanto alla propria sovrana fissando
con pena, la donna dai capelli neri e gli occhi lucidi che,
inginocchiata di
fronte a loro, tratteneva a stento le lacrime.
- Che succede
ora, Yoshino? –
Chiese con voce
annoiata la bionda,
rigirandosi una ciocca tra le dita.
- Mia sovrana. Il
villaggio sta soffrendo,
manca il cibo, i soldi… -.
- Se sei a corto
di soldi, non è una cosa
tremenda, basta prenderne da chi è nullafacente. –
Rispose la
sovrana annoiata, trattenendo uno
sbadiglio.
Naruto chiuse gli
occhi per qualche istante,
sospirando, prima di avvicinarsi alla regina.
- Per quanto
riguarda coloro che mi si
oppongono, devono semplicemente riordinarmi l’abito
–
Aggiunse lei poi,
lisciandosi la gonna con
aria divertita, dando ordine alle guardie di avvicinarsi.
La paesana non
fece in tempo nemmeno a
ribattere, prima che esse l’afferrassero per le braccia e la
portassero via.
- Ora
inchinati a me, Naruto -
Fiori del male,
In costante fioritura
Con una serie di
coloratissime
condanne
E anche se le erbacce
vogliono
rimanere
Non potranno fare altro
che
morire e alimentarmi comunque.
Era passato poco
più di un mese da
quell’episodio.
La sovrana, che
abitava da sola in quel grande
castello, chiese un giorno a Naruto di accompagnarla a fare compere
nella
contea vicina.
Passeggiando tra
le bancarelle, si soffermò a
fissare i passanti che, oltrepassandola, sembravano non riconoscerla
nemmeno.
Tra la folla
incontrò un paio di svogliati
occhi castani.
Il ragazzo,
seduto su una panchina, la
fissava con aria annoiata, non accennando minimante a un sorriso per la
sua
bellezza o per il semplice fatto che lei gli avesse mostrato interesse.
Ino
sentì di essersi innamorata di lui a
prima vista.
Tornata al
castello, la principessa diede
ordine alle sue guardie di indagare su di lui e, quando queste
rientrarono a
palazzo, corse verso di loro ricolma di speranza.
- Si chiama
Shikamaru Nara, è il figlio di
Yoshino Nara, la donna che avete cacciato da palazzo qualche settimana
fa –
La bionda si
accigliò, ritornando nelle
proprie stanze e pensando al da farsi.
Quando ebbe preso
una decisione, convocò
Naruto e, sorridendo, gli diede il suo ordine.
- Shikamaru,
è arrivata una busta con il
marchio reale indirizzata alla tua attenzione! –
Yoshino
consegnò la lettera al figlio, con il
timore che, qualcosa, stesse per cambiare.
Il ragazzo prese
la lettera, sbiancando
stupito quando, tra le sue mani, frusciarono soldi
dall’insolito color lucido tanti
quanti lui non aveva mai visto.
Il volto della
donna si riempì quasi di
gioia, che aumentava ogni volta che una lettera o un regalo arrivavano
dalla
villa reale, senza alcuna motivazione, e rimanendo ancora
più sorpresa di come
il figlio non se ne curasse, lasciandole i soldi e tornando alla sua
vita di
tutti i giorni.
La principessa
continuava a spedire regali,
raccontando al suo biondo servitore come quel ragazzo, ancora a lei
sconosciuto, fosse bello e di quanto avrebbe voluto conoscere ogni
singolo
dettaglio della sua vita per farne il proprio Re.
Quando Naruto
tornò con la notizia del
giorno, lei si sedette sul suo trono di legno pronta ad ascoltarlo.
- Non ho buone
informazioni, mia regina –
Il sorriso di Ino
si mozzò sulle belle labbra
rosse.
Gli occhi della
ragazza si assottigliarono
mentre, con un gesto della mano, lo intimò a parlare.
- Shikamaru ha
una fidanzata ufficiale, tra
pochi giorni ci sarà il loro matrimonio, lei…-
- Basta
così! –
La bionda si
tirò in piedi, sbattendo il
tacco contro il pavimento di marmo e gettando a terra il ventaglio.
- Ho un compito
per te. Distruggi quel
villaggio, uccidi ogni suo singolo abitante. –
Le case del
popolo vennero bruciate e rase al
suolo.
Tante voci non
avrebbero più emesso suono.
E il dolore delle
persone che soffrivano non
raggiunse mai la principessa…
-
Oh, Naruto! È l’ora della
merenda! –
Fiori del male,
In costante fioritura
Con una serie
d’insanguinate
condanne.
Anche se il fiore
è molto raffinato
Le spine hanno guidato
questo
giardino al declino.
Dopo
quell’episodio, nella contea si era
sparsa la voce della crudeltà della regina.
I paesi vicini
non aspettavano altro che
attaccare il suo regno e arraffare quanto più oro possibile.
Così, il primo
gruppo di mercenari, mandati dal Re di un altro paese, si fece spazio
nelle
stradine del piccolo villaggio, diretti verso il castello.
Il servo della
regina, che aveva fiutato da
prima il pericolo, aveva ordinato alle guardie di appostarsi nei punti
migliori
per fermare l’attacco e, dato che all’esercito
mancavano i soldati della contea
che la principessa aveva precedentemente raso al suolo, non fu
difficile per
lui, fermare l’assalto e portare in salvo Ino.
Ma quando,
qualche mese dopo, fu l’intero
villaggio a ribellarsi alla crudeltà della ragazzina,
nemmeno la sua
intelligenza riuscì a salvarle la vita.
I servi
scapparono a gambe levate non appena
il portone principale fu buttato giù e, nella notte, la
principessina fu
catturata e imprigionata nelle segrete, al freddo e al buio.
Fiori del male,
In costante fioritura
Con una serie di
funeree
condanne
Come il paradiso che
lei creò
per se stessa.
Metti questa ormai
rotta
bambola dritto sulla piattaforma di legno.
C’è stato un tempo, in un
altro luogo
Un regno del male che nessuno ha mai avuto il
coraggio di affrontare.
E il sovrano era, come dire,
Una piccola giovane principessa di soli quattordici
anni.
Verrà punita alle tre del pomeriggio
Quando le campane della chiesa rintoccheranno.
La persona che una volta era reale,
Rimaneva annoiata, in carcere, senza
fedeltà.
Le porte del
carcere si aprirono con un
cigolio sinistro.
Una delle guardie
entrò all’interno della
cella tirando in piedi la ragazza apatica che, seduta sul pavimento,
fissava
fuori dalle sbarre l’orologio del grande campanile prossimo
alle tre.
Sospirando, la
trascinò fino alla piazza.
Le piccole mani
pallide, con quelle enormi
manette di ferro, sembravano già morte.
La principessa
camminava, guardando dritta di
fronte a sé senza vedere realmente i visi del popolo che la
indicavano
aspettando la sua condanna.
Solo quando il
suo capo fu infilato nella
ghigliottina, si permise di alzare il volto verso la gente
lì raccolta,
puntando gli occhi azzurri dentro quelli di uno dei ragazzi
incappucciati.
Riconoscendolo
sorrise crudelmente, prima che
la sua testa fosse mozzata in un solo colpo.
-
Oh Naruto! È l’ora della
merenda. -
Fiori del male,
In costante fioritura
Con una serie di
coloratissime
condanne.
Ora la gente parla di
lei senza
pensarci due volte.
La figlia del diavolo
ha
ricevuto quello che le spettava.
Sakura
chiuse il libro con gli
occhi pieni di lacrime.
Si
alzò dalla scomoda posizione
tra la polvere, lisciando la corta gonna e aprendo la porta della
soffitta.
Scese
i piccoli gradini a due a
due, rientrando nella propria camera, stringendo il libro forte a
sé.
Ogni
storia aveva il suo lieto
fine, o così le avevano insegnato.
Grazie
a quei racconti avrebbe
imparato che non sempre era così.
*La
figlia del male.
Ci vediamo al prossimo capitolo (ItaSasuko).
Ja Nya!.