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Autore: Ale 87    26/10/2005    8 recensioni
Attenzione: Spoiler Half-Blood Prince. Un pomeriggio felice in riva al lago, ma ne succederanno di belle.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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COLPA E INNOCENZA

COLPA E INNOCENZA

Contiene Spoilers H.P. and the Half-Blood Prince

Ringrazio l’autore, Cassie Payne, per avermi permesso di tradurre l’opera e di pubblicarla qui.

La storia parla di uno dei pezzi non scritti di HBP, precisamente il giorno dell’ora felice in riva al lago con Ginny. Personaggi: Harry, Ginny, Ron, Hermione, Fred, George, Neville, Luna, Draco, Dobby, Kreacher, Piton e Cho.

Harry Potter stava guardando fuori dalla finestra della Sala Comune di Grifondoro. Avrebbe potuto usare il suo tempo libero in modo più produttivo, ma piuttosto spesso in quei giorni poteva essere visto attendere imbronciato che una certa rossa finisse i suoi GUFO del giorno; aspettando impaziente e desiderando con tutto il cuore di poter trascorrere da solo con lei anche appena pochi minuti. Quel giorno, comunque, i pensieri di Harry erano occupati dalla preoccupazione verso di lei. Ginny mostrava evidenti segni di fatica, e lui voleva organizzare qualcosa di speciale per lei. Una sorta di festeggiamento. Per due.

Harry sorrideva mentre ricordava l’ultima volta che erano rimasti da soli, giusto la sera precedente. Ginny gli aveva chiesto di interrogarla per il GUFO di trasfigurazione. Avevano finito con l’addormentarsi insieme su di un comodo divano davanti al camino della Sala Comune. Harry si era svegliato nel bel mezzo della notte con qualcosa di caldo e pesante sui due terzi inferiori del suo corpo, ed un libro abbandonato che si frapponeva scomodamente tra la sua faccia ed il divano. Aveva cercato di spostare il libro e l’aveva sentita mormorare nel sonno, “Harry.”

Subito sveglio, ma senza volerla disturbare, si era appoggiato alla sua sinistra e si era tirato su in una posizione semiseduta che terminava con la testa di Ginny nel suo grambo, la sua faccia pressata contro il suo..

No, non doveva succedere una cosa simile. Si era mosso rapidamente, ma lei si era agitata per lisciare il suo irrequieto cuscino, lasciandolo in uno stato pressoché di panico, e qualcosa di un po’più intrigante. Se Ron fosse sceso di sotto e li avesse visti…

Harry aveva fatto un ultimo disperato tentativo ed era scivolato giù dal divano fin quasi a terra. La testa di Ginny intanto era caduta dal suo grembo ed aveva colpito il divano, si era svegliata con un sobbalzo.

Harry, cosa diavolo stai facendo per terra?”

“Io…ehm…Non volevo svegliarti.”

Ginny aveva sbadigliato. “Che ore sono?” I suoi capelli erano scompigliati e i suoi occhi non ancora perfettamente a fuoco.

“Ora di andare a letto. Intendo io nel mio e tu nel tuo. Letti separati.” Harry aveva risposto ansiosamente.

Ginny aveva sospirato. “Sempre un gentiluomo.”

“Io…ehm…”

“Pazienza.”Ginny si era stiracchiata come un gatto ed era balzata in piedi, riprendendo il suo libro nel contempo. Aveva riso all’espressione confusa di curiosità e paura sulla sua faccia. Si era alzato e l’aveva seguita, raddrizzandosi gli occhiali. Aveva sorriso e lisciato la chioma della rossa.

“Mi aspetto che siamo presentabili ora,” aveva detto tranquillamente. Ginny si era girata e si era diretta verso la scala del dormitorio femminile. Alla porta si era voltata e aveva alzato il viso dicendo, “Bacio,” prima di inciampare assonnata nelle scale.

Harry l’aveva guardata andare, desiderando seguirla, sapendo che non l’avrebbe fatto anche se avesse potuto.

Incapace di addormentarsi, avrebbe passato le prime ore del mattino girando per la sala comune mentre attendeva il suo ritorno, solo per poterle dire “A presto” dopo colazione mentre si sarebbe diretta all’esame di trasfigurazione. Questo l’aveva lasciato pensare che avrebbe potuto fare un sonnellino, ma sapeva che avrebbe preferito non dormire per nulla piuttosto che perdere anche un solo minuto del tempo libero di Ginny.

Ma, Come trovarsi da soli? Sarebbe stata affamata (quella ragazza aveva un appettito che rivaleggiava con quello di un ippogrifo) e si sarebbe diretta nella Sala Grande dove centinaia di studenti e dozzine di professori li avrebbero potuti vedere. Poi Hermione avrebbe suggerito una sessione di studi pomeridiana che li avrebbe obbligati a spendere il loro prezioso tempo con la coppietta litigante. Anche se Ron ed Hermione erano i suoi migliori amici, Avrebbe di gran lunga preferito stare da solo con Ginny che arbitrare un altro scontro verbale.

Ron, che era seduto vicino e stava guardando Harry intento a fissare fuori dalla finestra, ruggì improvvisamente. “Voglio davvero sperare che non stai pensando a mia sorella in quella maniera.

Harry saltò colpevolmente. “In quale maniera?”

“Non lo so, hai ancora quell’espressione sulla faccia”

“Quella per cui vorresti scagliarmi addosso la maledizione Linguincollante.”

“E non pensare che non lo farò”

“E dai, dacci un taglio,” si lamentò Harry.

“Ti servirebbe davvero se ti incollassi la lingua al palato.”

“Probabilmente,Ribattè Harry. Si scambiarono un sorriso (quello di Ron sembrò essere un po’rincuorante) e ritornarono in un confortevole silenzio.

Finalmente Harry decise che la migliore cosa da fare per avere un po’di tempo in privato con Ginny era organizzare un picnic e dirigersi al loro posto preferito, sulla riva più lontana del lago. Si lanciò verso le cucine, dove Dobby lo accolse con un entusiasta “Harry Potter! Cosa può fare Dobby per Harry Potter, oggi?”

“Ehm, un picnic per due.”

Kreacher, che era uscito controvoglia, ansimò “Il Padrone vuole un pranzo al sacco. Oh, ho diversi ottimi manicaretti per il Padrone e i suoi amici traditori di sangue.

Dobby impacchetterà il pranzo ad Harry Potter! Dobby sa cosa Harry Potter e Wheasley amano mangiare. Wheasley mangia qualsiasi cosa!”

“Ehm, Dobby, io non vado con Ron. Esco con una ragazza. Puoi fare qualcosa di, ehm…carino?

Gli occhi di Dobby diventarono ancora più grossi. “Harry Potter esce con una ragazza per un picnic?”

“Si, Ginny, la conosci, penso…”

Harry Potter stava baciando una ragazza vicino al lago! E’ anche lei una Wheasley?”

“Si, è una Whealsey…”

“Harry Potter ha due Wheasley?”

“Si, voglio dire no. Io non ho due Wheasley. Voglio dire…Dobby, solo il pranzo e niente domande, per favore.

“Si, Signore, Harry Potter, Signore!” L’elfo scomparì, tornando pochi momenti dopo con un pesante cesto strapieno, e Kreacher che si trascinava dietro di lui.

“Il Padrone troverà una sorpresa speciale nel cestino da picnic…”

Dobby ha cercato di toglierla, ma Kreacher è il servitore di Harry Potter e Dobby non può…”

“Va tutto bene, Dobby.” Harry prese il cestino dall’elfo con un gemito. “Grazie mille.”

Dobby è felice di esaudire i desideri di Harry Potter! Harry Potter è un grande mago…”

Dobby”, Harry lo interruppe deciso, “In futuro, quando dico ‘Grazie’, voglio che tu rispondaPrego’.”

Gli occhi di Dobby si riempirono di lacrime, “Dobby viene trattato come un uguale. Harry Potter è buono, gentile e generoso…”

Harry si schiarì la gola. “Grazie”, disse rumorosamente.

Dobby tremò sul posto, le sue orecchie da pipistrello percorse dall’eccitazione mentre rispondeva con cautela, “Prego.”

Harry lasciò le cucine, il suono delle lacrime di felicità di Dobby diminuì quando la portta si chiuse dietro di lui. Cecava di portare il pesante cestino su per le scale, pensando a come avesse fatto Dobby a sollevarlo. Stava guardando le scale sconsolato quando udì una fredda voce dietro di lui, “Se uno è un mago, dovrebbe pensare di usare la magia.

Se c’era qualcosa che Harry odiasse più del Professor Piton, era che il Professor Piton avesse ragione. Il cestino era pesante, quindi Harry mormorò “Levicorpus”. Il coperchio diede una flebile scossa come se qualcosa nel cestino avesse cercato di alzarsi, ma nel complesso rimase tutto com’era prima.

“Sembra che il contenuto del tuo cestino non abbia un corpo da cui essere preso”, disse Piton antipaticamente. Harry imprecò sotto voce. “E’ un peccato che tu non sia in punizione. Una certa giovane fanciulla”, e si fermò apposta, “potrebbe pensare che l’hai aspettata in piedi.”

Harry aveva un sacco di pratica nei confronti con gli arroganti. Gli anni sotto il tetto di Zio Vernon gli avevano insegnato a tenere ferma la lingua quando voleva qualcosa disperatamente, e, certamente, non voleva una punizione quel pomeriggio, così fissò semplicemente il cestino, cercando di non pensare che Piton dovesse essere certamente geloso della sua nuova intimità. Dopo tutto, non c’era mica una Signora Piton, no?

Piton mormorò aspramente, “Corretto, per una volta. Le strane cose che accadono occasionalmente. Poi si allontanò con un ghigno.

Non ancora vicino al riuscire a muovere il cestino su per le scale, Harry si sedette abbattuto sugli scalini, sforzandosi di trovare un incantesimo di levitazione. Improvvisamente, ricordò uno dei primi litigi di Ron ed Hermione, e saltò in piedi. “Wingardium Leviosa!” esclamò trionfante e il cestino si sollevo obbediente in mezzo all’aria.

Seguì il cestino per le scale, sorridendo felicemente, pensando solo a Ginny, quando sentì un piccolo “Oh!” prima che il cestino si abbattesse al suolo. Harry saltò gli ultimi gradini e si voltò verso la zona dell’impatto per vedere Cho Chang distesa a terra, con il cestino da picnic sopra di lei.

“Merlino, Cho, mi dispiace!” Harry sollevò lo stracarico cestino con un gemito, e Cho si mise a sedere scossa. “Sei tutta OK? Fatti aiutare.” Harry le mise un braccio intorno e la rimise in piedi.

“Sto bene. Non stavo guardando dove stavo andando.”

“No. Dovevo stare attento al cestino. Mi dispiace davvero.”

“Non importa.” Cho gli stava sorridendo, ed Harry realizzò che quella era la loro prima conversazione di tutto l’anno scolastico. Era divertente, perché lui aveva passato molte ore pensando a dove fosse e a cosa stesse facendo. Aveva scoperto che gli mancava la sua compagnia, ed era curioso di sapere cosa stesse facendo.

“Così i MAGO sono già andati?”

“Più o meno. Ho quello in Difesa contro le Arti Oscure domani.”

“Andrà benissimo. Ne sono sicuro.”

Così, come va, Harry?”

“Bene, veramente bene.”

“Va i ad un picnic oggi pomeriggio?”

“Si, ho pensato che avrei sorpreso Ginny”, si fermò bruscamente, insicuro di dovere continuare la frase.

“Va tutto bene, Harry. Mi piace Ginny. E’ Davvero dolce. Voi due formate una bella coppia.

Decisamente meglio che tu ed io.”

“Già, è stato un disastro, no?”

Cho rise graziosamente, e Harry fu sorpreso che il suo stomaco non si agitasse a quel suono.

“Così, stai uscendo con qualcuno?”

“Oh, un po’, sai così… Niente di serio”. Divenne triste quando lo ammise francamente, “Solo non c’è nessuno che possa comparare. Io pensavo che forse tu avresti potuto farmi dimenticare. Era davvero speciale.”

Harry, che fu sollevato dal vedere che non stava piangendo, annui cordialmente.

“Ma, lascerò presto Hogwarts, e spero che quei ricordi rimangano qui, così potrò andare avanti. Osservò Harry pensierosa e concluse, “Ginny è molto fortunata.”

Nah, sono io il fortunato. Ron me lo ricorda ogni mattina.”

Furono interrotti da una voce che gridava dalla cima delle scale.

Harry! Harry!” ed una piccola rossa si lanciò tra le sue braccia.

Le fece fare un giro e poi la rimise a terra. “Come è andata Trasfigurazione?”

“Direi bene. La mia tartaruga aveva un disegno cinese sul guscio, ma quella di Colin continuava a rompersi ogni volta che la sollevava.

“La mia aveva una coda come il manico di una tazzina da the”, ricordò Harry, ma non stava davvero pensando alla sua tartaruga. Fissava felice la ragazza tra le sue braccia, dimenticando quella che era sgattaiolata con eleganza nella Sala Grande. “Così, oggi pomeriggio…”

“Tutto libero. Sono a tua disposizione.” Ginny inclinò la testa e lo guardò con sensualità mentre giocherellava con la parte lunga della sua cravatta.

“Stavo pensando che potremmo fare un picnic.”

“Ma abbiamo bisogno di cibo.”

Harry indicò il cestino e Ginny diventò rossa mentre le altre ragazze del quinto anno che l’avevano seguita giù dalle scale esclamavano in coro “Oh” e “Che dolce!”

Luna si separò dalla folla e si diresse versò di loro. “Ginny. Harry”, disse semplicemente.

Harry mise un braccio intorno alle spalle di Ginny mentre questa si voltava verso Luna. “Com’è venuta la tua tartaruga?”

“Blu, ma sono sicura che la tazzina fosse stata fatta dalla Cospirazione dei Gobelin.

“Dalla cosa?” chiese Harry.

“I Goblin Contro i Test Obbligatori. Introducono tazzine difettose nei luoghi dei test.

Harry tappò con la mano la bocca di Ginny per coprire la sua risatina. “Questo è davvero interessante.”

“Si, beh, mio padre dice che i test sono solo una scusa del Ministero per tenere dei fascicoli su di noi.

La fronte di Harry si corrugò impensierita. “Tuo padre potrebbe essere su qualcosa di importante.

“Parlando di altro, Sono davvero contenta che voi due stiate insieme. Vorrei avere anch’io un ragazzo bello e coraggioso.”

Harry poteva sentire il collo diventare rosso. “Ehm…”

Ginny tirò via la mano di Harry dalla sua bocca. “Mi dispiace, Luna, questo è tutto mio. Ma lo puoi prendere in prestito per i party di Natale se vuoi.”

“No. Penso proprio che preferisca andare con te il prossimo anno.”

Come al solito, Luna aveva colpito nel segno, e Harry e Ginny si scambiarono sorrisi felici pensando al Natale successivo, ai regali, al vischio.

“Bene, non fatemi trattenervi dal vostro picnic. Luna si voltò per andare nella Sala Grande. “Ricordate di stare attenti ai Loggineli!”

Dovrei sapere cosa sono i Loggineli?” chiese Harry pigramente.

“Probabilmente no.Ginny gli sorrise radiosa. “Grazie per essere amichevole con Luna. La gente di solito non è carina con lei.”

Harry sollevò il cestino con un colpo di bacchetta. “Mi piece Luna. Mi fa ridere.”

“Pensavo di essere l’unica che ti potesse far ridere.”

No, tu sei l’unica che mi fa…” Ma non potè finire la frase perché il suo collo stava diventando rosso di nuovo.

Ginny gli fece gli occhi dolci, facendo si che l’arrossamento arrivasse fino ai capelli, e si diressero verso le porte d’ingresso, Harry era davvero contento dello svago.

Il sole era alto nel cielo e riscaldava il terreno di Hogwarts con un caldo impietoso. Si tolsero le divise scolastiche e camminarono verso il lago, Harry stava disfacendo la sua già allentata cravatta. Poco dopo si sedettero nel loro punto preferito, e prima di prestare attenzione al cestino da picnic Harry evocò una tovaglia e Ginny dei cuscini. Dobby, come si era aspettato, aveva impacchettato un meraviglioso banchetto, ma Harry era deciso ad esaminare il cibo molto attentamente prima di lasciare mangiare qualsiasi cosa a Ginny, preoccupato che Kreacher avesse davvero introdotto qualcosa di disgustoso. Alla fine trovò una vecchia pagnotta ammuffita.

Aha!”

“Ora cosa c’è?”

“L’ho trovata. Sapevo che Kreacher avrebbe messo dentro qualcosa di disgustoso.” Harry l’osservò sdegnato prima di lanciarlo nel lago alla piovra gigante.

“Così, questo significa che possiamo mangiare adesso?” chiese Ginny stizzita.

Harry si sporse sopra il cestino e la baciò. “Dopo di voi, milady.” Aveva preso a chiamrla così dopo avere notato la sua abitudine di guardare i ritratti del castello delle giovani fanciulle bisognose di soccorso e degli affascinanti giovani pronti a salvarle. Trovava che prenderla in giro gli piacesse quanto baciarla, e faceva entrambe le cose il più spesso possibile. Non estranea a questo tipo di abusi, Ginny gli elargiva il suo asciutto umorismo più spesso che poteva, finendo col soprannominarlo “Il Ragazzo Che Ha Scelto Di Vivere Sotto La Maledizione Bat Bogey”, o Bogey, per far prima.

“Sai, a mia zia Petunia piaceva un Attore americano babbano che si chiamava Bogey.

“Roba da pazzi.”

“Si, non so se solo gli americani o i babbani in generale.

“Ma era un soprannome o sua madre l’aveva chiamato davvero ‘Bogey’?”

“Non so”, rispose Harry mentre tirava fuori una bottiglia di burrobirra.

Ginny si tuffò nel cestino, dimenticando il pazzo babbano americano, e ne venne fuori con una coscia di pollo e una mela. “Che paradiso”, mormorò dopo un boccone di pollo.

Harry grugnì il suo consenso facendo colare della burrobirra dal mento fin sulla maglietta. Ginny rise, appoggiò il suo pranzo, e lo raggiunse per pulirgli la faccia. Harry sorrise. “Sai che l’ho fatto solo perché volevo che ti prendessi cura di me.

Lo colpì giocosa. “Non ne avevo dubbi.”

Hey, ho una domanda. Come sapevi dell’Ungaro Spinato?”

“Come sapevo di cosa?”

“Dello Spinato. Il mio tatuaggio.”

“Hai davvero tatuato un Ungaro Spinato?”

“Ah, ah.”

“Dove?”

“Sul petto. Sei stata tu a parlarne a Romilda Vane.”

“Ma non c’è l’hai.”

“Certo che c’è l’ho.”

Ginny saltò oltre il cestino e afferrò Harry. “Fammi vedere”, domandò, sedendosi sopra di lui e slacciandogli i bottoni della camicia. Intenta nella sua missione, non notò che Harry si era fatto molto tranquillo sotto di lei. “Visto? Non c’è niente!” dichiarò trionfante dopo avere spostato da parte gli orli della sua camicia.

Harry si risedette e mormorò, “Questo no è quello che un ragazzo vorrebbe sentire dopo che una ragazza gli ha strappato via la camicia.”

Ginny che era a cavalcioni sopra di lui in un modo non molto signorile, fece un piccolo “Oh” con la bocca. Harry prese vantaggiò ed unì la propria bocca con la sua, ogni pensiero di scherzi dimenticato. La girò facendola andare sotto e continuò a baciarla completamente preso, accarezzandola con una mano sulla pancia e fermandosi improvvisamente. Si tirò su molto riluttante ed iniziò a bisbigliare con voce fioca, “Tu significhi tutto per me, Ginny. Tutto.” Poi si spostò e si sedette con la testa tra le mani.

Harry?”

“Solo un minuto.”

Si inginocchiò di fianco a lui, una mano sopra la sua testa, prima di smettere di lisciare i neri capelli spettinati. Gli accarezzò la testa, poi si piegò a baciargli la chioma scompigliata. Sbriciolata la sua decisione, la avvolse tra le sue braccia, sfiorandole il fondoschiena con una mano e scompigliandole i capelli con le dita dell’altra. Tenne la faccia nascosta nelle sue spalle, mentre lei gli canticchiava di non preoccuparsi. “E’ tutto a posto. Qualunque cosa sia, è tutto a posto.”

“No, non lo è. Quando ti tocco io voglio… io sento… Non sono sicuro di essere capace di fermarmi”, ammise con una nota di disperazione nella voce.

“Magari non voglio che tu ti fermi.”

“Si tirò indietro allarmato, “Tu… tu…” spostò lo sguardo a terra e sorrise impacciato. “ Tu vuoi che ti tocchi?”

Harry, guardami.” Quando non obbedì, lei gli mise entrambe le mani sotto il mento e gli sollevo il viso restio ad alzarsi. I suoi occhi verdi erano profondamente turbati. “Io…” iniziò lei, poi si fermò. Riprovò di nuovo. “Non so sicura di quello che voglio. Ma so che quando ti chiederò ti fermarti, tu lo farai. Si chinò verso di lui e lo baciò dolcemente.

Harry sospirò e l’appoggiò sulla tovaglia, coprendola di nuovo col suo corpo. “Ti prometto che non ti farò ma del male”, riuscì a sussurrare dopo un altro lungo bacio.

Ginny rise dolcemente e mise le sue mani sul proprio corpo. La guardò negli occhi sorpreso. I suoi occhi stavano brillando ancora e, con un tonfo del cuore, Harry abbassò la propria mano fino al piccolo bottone in cima alla camicetta. Le dita gli sembrarono pesanti e goffe, ma riuscì a slacciarlo. La guardò di nuovo negli occhi. Stava ancora sorridendo, il suo respiro era dolce e tranquillo. Una sua mano era scivolata dal suo collo per accarezzarne lentamente il petto. Harry riprese il suo compito, scendendo a giocare piano fin sulla sua pancia, esponendo la pelle lentigginosa e una piccola pezzettino di pizzo bianco. Quando ebbe finito, la guardò nuovamente, non sicuro di quanto di più fosse permesso. “Ora?”

Lei scosse la testa e chiese dolcemente, “Cosa dovrei sapere?”

“Vuoi dire che tu non ha mai nemmeno?”

“No. Non c’è mai stato niente di così bello prima”.

“Era bello, ora?”

“Era perfetto”, sussurrò alzando la mano e tirando indietro i capelli.

Il cuore di Harry era salito fino in gola. Incapace di rispondere, e, cercando disperatamente di controllare il tremolio delle sue mani, spostò gentilmente di lato un orlo della camicetta, esponendo una quantità maggiore di pizzo bianco ed una soffice collinetta di pelle. Incantato, guardò le sue dita

Tracciare un disegno da un’attraente lentiggine ad un’altra.

Ginny? Harry! Dove siete?”

Ginny saltò, mormorò una parolaccia e spinse un ugualmente sorpreso Harry giù da lei. Lui ripetè quella parola in buona quantità mentre si affrettavano a riabbottonarsi.

“Stai calma.” le ordinò Harry mentre le toglieva una foglia dai capelli.

“Aspetta!” lo implorò raddrizzandogli gli occhiali.

Raddrizzarono velocemente il cestino che Harry aveva calciato via involontariamente poco prima, Ginny fece un incantesimo di asciugamento sulla burrobirra rovesciata che aveva fatto cadere dalle mani di Harry quando l’aveva atterrato. Finalmente, senza fiato, ma non più scompigliato, Harry rispose alla domanda di Ron. “Siamo quaggiù!”

“I tuoi capelli!” Ginny gemette disperata.

“Beh, sono sempre così.” Disse Harry con una completa assenza di preoccupazione e si chinò in avanti per darle un rapido bacio. “Ricorda dove abbiamo smesso”, le mormorò.

Ginny stava ancora sorridendo quando Ron ed Hermione sbucarono da dietro il grosso albero. “Eccovi qui voi due. Vi abbiamo cercato dappertutto. Abbiamo pensato che avreste saltato il pranzo.

Harry ha organizzato un picnic. Così potevamo essere soli.” disse a suo fratello decisa.

“Eccellente!” dichiarò Ron servendosi di pollo.

Hermione sorrise e si sedette di fianco a Ron . “Onestamente, non avete mai smesso di mangiare?”

Nohomaiato ficchè amoaivati qui.”

Ginny ed Hermione si scambiarono un’occhiata che diceva chiaramente “Ragazzi…”

Harry, che non aveva avuto tempo di mangiare quel pomeriggio, aiutò Ron a vuotare il cestino. “E non mangia mentre dorme”, aggiunse in difesa dell’amico prima di dare un gran morso al proprio panino.

Ron fece cenno con una coscia di pollo. “Mphfulibome.”

Onatulona”, replicò Harry, e si scambiarono il cinque come se avessero perfettamente capito lo scambio di battute.

Hermione alzò lo sguardo. “Il motivo per cui vi stavamo cercando è che Fred e George sono qui per una visita.”

“Oh, si. Ginny, vogliono parlarti di qualcosa.”

Ron, hai detto loro di me ed Harry?”

“Forse. Non so.”

Harry improvvisamente non ebbe più fame. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare i fratelli Weasley alla fine, ma avrebbe preferito farlo non così presto dopo avere quasi…

Ginny sventolò la bacchetta e il cibo si rimpacchettò da solo. Lei ed Harry fecero sparire la tovaglia ed i cuscini, poi ripresero le loro divise scolastiche ed iniziarono ad incamminarsi verso la scuola, lasciando Ron ed Hermione da soli sulla riva appartata del lago.

Fred e George stavano aspettando sui gradini d’ingresso con espressioni minacciose sul viso. Harry cercò di tirarsi indietro, dopo tutto erano affari di famiglia, ma Ginny gli afferrò la mano e lo trascinò con sé ad incontrare i gemelli. “Qual è il significato di tutto ciò?” domandò.

“Oh, ciao Harry!” esclamò George.

“Ci puoi scusare?” aggiunse Fred.

“Dobbiamo parlare a nostra sorella.”

“In privato.”

Ginny strattonò Harry, che stava cercando di svignarsela, di nuovo al suo fianco. “Lui sta bene dov’è.”

“Probabilmente lo sa già.”

E’ come Ron.”

“Non ci tiene informati.”

“E’ nostra sorella.”

“Ehm”, Harry balbettò nervosamente.

“Così, chi è?” George domandò a Ginny.

“Chi è cosa?” rispose evasiva coraggiosamente.

“Il tuo nuovo ragazzo.”

Ron ci ha detto che hai mollato Dan.”

“Il suo nome era Dean, e solo perché l’ho mollato non significa che ho già un nuovo ragazzo.

Harry, tu lo devi sapere.”

“Diccelo o ti streghiamo.”

“Ehm” Harry continuò, ora seriamente allarmato.

Harry, perché hai un capello rosso sulla divisa?” chiese Fred curioso.

“Ehm”, Harry guardò la divisa nelle sue mani, che aveva, davvero, un lungo capello rosso tra le pieghe che contrastava chiaramente contro il colore scuro.

“No…” boccheggiò George.

“Si!” gridò Fred.

“Ma questo è eccellente! La mamma avrà i nervi!”

“E ci lascerà da soli.”

Bill non sarà felice..

“Ma è Harry. Non sarà arrabbiato.”

E si fermarono per sorridere ad Harry.

“Non mi ucciderete?” chiese Harry esitante.

“Oh, ti uccideremo.”

“Se le fai del male.”

“Non fare errori.”

“La sua maledizione Bat Bogey sembrerà piacevole.

Harry lasciò andare un sospiro di sollievo, ed iniziò a mettere il suo braccio sulle spalle di Ginny, ma si fermò subito quando vide l’espressione dei gemelli contrastare contrastare con le loro miti parole… “Io lascio da soli voi tre…” balbettò ma Ginny gli afferrò decisa il braccio, se lo mise attorno alla vita, catturò la sua faccia tra le proprie mani e lo strattonò per un bacio.

“Ecco”, disse decisa.

Fred e George stavano fissando nervosamente i loro piedi.

Harry si tirò via colpevolmente. Ginny permise la separazione questa volta. “Fred?” chiamò, “George?” E’ a posto. Potete guardare ora.”

Diavolo”, disse Fred debolmente.

George non disse niente, guardò solamente prima Harry e poi Ginnt, e poi di nuovo Harry.

“Diavolo.” Ripeté Fred.

Ginny si voltò verso Harry con un luccichio gioioso negli occhi. “Loro sono senza parole. Non penso che fosse mai accaduto prima. Mi domando se possiamo farli restare zitti per sempre?”

Ginny, no, mi superano in numero.”

Codardo”, sbuffò derisoriamente.

George alzò la mano e bofonchiò flebilmente “Ron.

Fred imitò il comportamento e continuò, “Hermione.

Harry si voltò per vedere quello che avrebbe dovuto sentire; Ron ed Hermione che, attraversando il prato, discutevano rumorosamente.

“Onestamente, Ron, si stavano solo baciando.

“Deve proprio baciarla alla luce del sole sui gradini d’ingresso?”

Beh, se la smettessi di cercare i loro nascondigli e li lasciassi da soli…”

“DA SOLI?” Ron urlò. “Vuoi che la lasci DA SOLA con lui?”

Harry nascose le mani nelle tasche dei jeans e li guardò avvicinarsi con un sogghigno. “Ora ci sono due persone che mi piacerebbe azzittire.

Oh, non permanentemente. Chi farebbe i compiti per te?”

Punto sul vivo, Harry ribatté, “Io li faccio da solo i miei compiti. Il più delle volte.”

Un’altra intrusione esplose dal portone d’ingresso in quercia.

“Se n-non mi ridai la m-mia rana…”

Cosa farai Paciock? Mi balbetterai addosso?”

Harry sentì le profonde risate di Tiger e Goyle. Con un sospiro, si trascinò fino ai gradini, lasciando degli storditi Fred e George venire a patti col suo tradimento, per vedere cosa stesse facendo Malfoy. “Neville, cosa succede?”

Malfoy ha preso Trevor.”

Malfoy alzò le mani innocentemente, “Giuro di non avere una rana con me.

“Allora dove l’hai messa?” disse una voce familiare da dietro di Harry. Malgrado il dilemma di Neville, Harry sorrise. Ron era ancora al suo fianco.

“Perché? Tua madre ne ha bisogno per la cena?”

Ron, non farlo”, Hermione lo sgridò tranquillamente.

Ginny si unì alla lite. “Non vorrai che ti scagli una maledizione, Malfoy.

Luna emerse dalla Sala Grande e chiese vagamente, “Oh, c’è una riunione dell’ES?”

Potter è questo il massimo aiuto che puoi avere? Weasley, Paciock e un gruppo di ragazze?”

“Si, Malfoy, questo è il miglior aiuto che potrei chiedere.

Si squadrarono per diversi momenti molto tesi, prima che Malfoy dicesse, “Andiamo Tiger. Goyle. C’è una puzza che viene da questo gruppo di Sanguesporco a traditori di sangue.

Harry li guardò ritirarsi col cuore pieno d’odio. Avrebbe fatto fuori Malfoy un giorno.

Harry?” Era la voce di Ginny.

“Si?”

Ron rispose per sua sorella. “Amico, andiamo a cercare Trevor. Vieni?”

Scosse la testa per liberarsi dall’odio. “Sicuro.”

I sei studenti si diressero alle scale di marmo, le ragazze facevano strada.

“Da dove pensi che dovremmo iniziare?” chiese Neville entusiasticamente.

Harry mandò un’occhiata losca in direzione di Ron. “Ginny ed io possiamo cercare negli armadi delle scope.

Cosa!”

Ok, tu ed Hermione potete cercare negli armadi delle scope, allora.

“Perché dovremmo… Cosa… Cosa c’è di sbagliato in te Potter?”

“Niente”, ma i suoi occhi stavano tradendo la fonte del problema.

“Ti avverto…”

Ok, ok, prometto di comportarmi bene per il resto del pomeriggio.

“Io no”, protestò Ginny cacciando una cattiva occhiata da sopra la spalla ad Harry.

Ron calpestò pesantemente i gradini delle scale, con la punte delle orecchie incandescente. Hermione mandò un’occhiataccia a Ginny e lo seguì. Ginny lanciò un altro sguardo ad Harry, questa volta indifeso, e seguì suo fratello. “Mi dispiace, Ron. E piantale di fare lo stupido con Harry. Lui è davvero un bravo ragazzo. E’ stata una mia idea baciarci sui gradini d’ingresso. Ha cercato di tirarsi indietro tutto il tempo.

Cosa, mia sorella non è abbastanza brava per te, Potter?”

“No, Weasley, apparentemente sono io che non sono abbastanza bravo per le.!”

Ron sprofondò sugli scalini e seppellì la testa tra le mani. Hermione lo seguì, la sua mano gli massaggiava la spalla, i suoi capelli cespugliosi avevano creato una cortina che bloccava agli altri la vista. “Cosa sto facendo?” Ron gemette piano. “Io voglio questo per lei. Per loro due.”

“Devi lasciarla crescere, Ron. E di chi ti puoi fidare di più che di Harry?”

Ron rialzò gli occhi annebbiati. “Hai ragione, Hermione. Tu hai sempre ragione.”

Si alzò in piedi ed offrì una mano ad Hermione, che l’accetto senza guardarlo per niente negli occhi.

Harry, Ginny, Neville e Luna si erano ritirati verso la cima delle scalinate di marmo. Ron li raggiunse con un sospiro rassegnato e si scusò rivolto verso il pavimento. “Sono tornato. Mi dispiace. Prometto di non esagerare più.”

Harry alzò la sua mano e quella di Ginny che stava ancora tenendo, e disse semplicemente, “Ci dispiace. Lo promettiamo. Solo questo.”

Ginny annuì solennemente. “Tutto a posto?”

“Si, tutto a posto. Non penso che Fred e George siano così difficili.” Guardarono fuori dalla finestra castello per vedere Fred e George, che stavano gesticolando selvaggiamente.

“Pianificando la mia lenta e dolorosa morte, senza dubbi”, Harry disse con un smorfia.

“Io non mangerei nessuna caramella trovata in giro” lo avvisò Ron.

“Sei fratelli maggiori. Sei!” Harry esclamò con frustrazione. “Sono un uomo morto.”

“Oh, guarda!” lo interruppe Luna. “Qualcuno ha perso una rana?”

Trevor!” esclamò Neville. La rana si adagiò comodamente nelle mani di Neville ed Harry poté vedere tagli sospetti sulle zampe di Trevor. Si scambiarono occhiate nervose, ognuno pensando agli abissi in cui Malfoy e compagni sarebbero annegati. “Hagrid saprà cosa fare”, disse Neville deciso, e si girò per uscire dal castello.

Harry guardò Neville andare, felice dia avere risolto almeno un problema. Luna si scusò di dovere andare a studiare, lasciando Ron, Hermione, Ginny ed Harry di nuovo da soli.

“Dobbiamo studiare”, disse Hermione prevedibilmente. Gli altri convenirono e si diresseo veros la torre di Grifondoro. Dopo solo pochi passi, comunque, Harry tirò la mano di Ginny, indicando che sarebbero dovuti tornare indietro.

Harry, no!” sibilò Ginny. “Abbiamo promesso a Ron che ci saremmo comportati bene.

“Si, ma…” indicò il fratello di lei con la mano libera, e lei si tenne dentro un risolino.

Ron stava ancora tenendo la mano di Hermione.

  
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