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Autore: Vivien L    11/09/2010    17 recensioni
SEGUITO DE "I GIORNI DELL'ABBANDONO".
Edward e Bella hanno una vita perfetta: insieme sono ormai felici, il loro amore sembra intramontabile, ma...il passato tornerà a fargli visita, distruggendo tutte le loro certezze e sgretolando lentamente il loro rapporto, finchè un nuovo dolore si abbatterà sulle loro esistenze.
DALL'OTTAVO CAPITOLO:
Libidine, desiderio, lacerante parossismo che si insinua nel mio corpo, incendia le mie vene, sconvolge ogni equilibrio, ogni certezza, ogni convinzione.
-Sono tua...lo sono sempre stata. Sempre-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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Parole d'amore

capitolo 2

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Capitolo betato da Yara89

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Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
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Perché bisogna soffrire? Perché l'Amore puro non esiste senza sofferenza.
(B. Soubirous)
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Il dolce baluginio del sole mattutino mi costrinse a socchiudere gli occhi. Inevitabilmente, gli avvenimenti della sera prima mi tornarono in mente, e il ricordo della discussione avvenuta fra me Edward mi strinse lo stomaco in una morsa dolorosa. Mi scostai dalle calde coperte che avevo usato durante quella notte lunga e tormentata, sbuffando e appoggiando le mani al bracciolo del divano, ma un braccio caldo e rassicurante strinse la presa sul mio corpo, facendomi sussultare dalla sorpresa. Mi voltai di scatto, incontrando gli occhi verdi e penetranti di Edward fissi sul mio volto, i capelli scompigliati e l'espressione seria.

- Che ci fai qui? - mormorai con voce assonnata, e lui sospirò.

- Dopo che abbiamo litigato sono sceso giù  anch'io, volevo parlarti ma... beh- si portò una mano fra i capelli, imbarazzato - ti eri addormentata e così...-

- Hai dormito qui?- chiesi sorpresa, e lui annuì, baciandomi con dolcezza la fronte.

- Non ce la facevo a dormire lontano da te - ammise con voce soffocata, ma io mi irrigidii.

Non mi interessavano le sue patetiche scuse, non più. La discussione di ieri era soltanto stata l'ultima di una lunga serie che nell'ultimo mese io e Edward avevamo intrapreso, sempre e soltanto per colpa di un’unica persona: Rosalie.

Lui si sentiva in colpa per averla abbandonata, non voleva causarle altro dolore escludendola dalla nostra vita, ma la realtà  era che non riusciva a capire che quella donna non voleva semplicemente accontentarsi di partecipare alla nostra quotidianità... lei voleva rubarmi mio marito e i miei figli, prendere il mio posto di moglie e madre, e questo lui non riusciva ancora ad accettarlo.

Mi scostai da lui, la mia espressione fredda lo ferì, vidi una smorfia di disappunto spuntare sulle sue labbra rosse e carnose, ma in quel momento non me ne curai: avevo bisogno di stare da sola, del mio spazio e della mia intimità... dovevo fare chiarezza dentro me stessa e prendere una decisione, e la sua presenza non mi aiutava di certo ad analizzare la situazione con occhio clinico.

Mi alzai con lentezza, ignorando i suoi tentativi di stringermi ancora fra le sua braccia, e mi incamminai verso la cucina.

- Ti preparo il caffè - mormorai con voce esitante, e lo sentii sospirare.

La colazione trascorse tranquilla: aiutai Amy a prepararsi per la scuola, ignorando le sue velate proteste quando insistette per rimanere a casa e mi occupai di Mark mentre, nel frattempo, preparavo la colazione a Edward, che quella mattina sarebbe dovuto andare a lavoro un po' prima.

- Bella... oggi pomeriggio esco un’ora in anticipo - sussurrò Edward guardandomi intensamente, mentre sorseggiava la sua tazza di caffè - che ne dici se portiamo Amy al nuovo lunapark che hanno aperto sulla trentesima??- continuò, e la vocina stridula di mia figlia mi giunse alle orecchie, allegra ed eccitata come al solito.

- Si mamma andiamo??- mi pregò con gli occhioni spalancati e fissi sul mio pallido volto.

- Finisci di mangiare - ordinai posando una piccola ciambella sul suo piatto, e lei fece una smorfia - se la maestra mi dice che ti sei comportata bene, oggi, allora papà ti porta - dissi con voce dolce, e lei sorrise.

- Perché, tu non vieni?- chiese mio marito, e io scossi il capo, distogliendo lo sguardo e posandolo su Mark, placidamente seduto sulle mie gambe.

- Non credo - mormorai imboccando mio figlio e pulendogli la bocca con il bavaglio - vorrei... be’, avrei intenzione di farmi un giro da Jakil - Edward posò la forchetta sul piatto, mentre un silenzio carico di tensione saturava l'aria. Anche i bambini sembrarono ammutolire quando videro la sua espressione tesa.

- Sappiamo benissimo entrambi che non hai bisogno di lavorare… perché insisti?- sbottò, e io alzai gli occhi al cielo, baciando i capelli del mio piccolino. Jakil era un’importante agenzia immobiliare situata nel centro di Washington che da mesi mi pregava di unirmi al loro staff lavorativo, considerando l'esperienza che nutrivo nel campo della finanza, ma Edward aveva sempre insistito sul fatto che non avevamo bisogno di denaro e, di conseguenza, non era il caso che io riprendessi a lavorare. Eppure... eppure le parole pronunciate da Rose la sera scorsa continuavano, imperterrite, ad insinuarsi nella mia mente, causandomi una forte sensazione di vergogna che difficilmente avrei dimenticato. Perché lei, nonostante tutto, aveva ragione. Edward si ammazzava tutto il sacrosanto giorno di lavoro per poterci garantire una vita agiata e confortevole, e io non avevo mai contribuito efficacemente al bilancio familiare... e mi sentivo una mantenuta, indegna di stare al fianco di mio marito.

- Ormai ho deciso - risposi a bassa voce, timorosa della sua reazione - oggi accetterò la loro proposta- Edward sbatté i pugni sul tavolo, sembrava seriamente arrabbiato, e io non riuscivo a capirne il motivo.

- E' per quello che ha detto Rosalie ieri sera, vero?- mi accusò  con voce incolore, e io tremai quando scorsi la furia nel suo sguardo lucente.

- No - mentii, ma lui alzò gli occhi al cielo.

- Dopo sette anni di matrimonio credi ancora di riuscire a fregarmi, Bella?-

- Cosa stai insinuando?- sbottai, guardandolo torva, e lui socchiuse gli occhi.

- Nulla, ma penso che la verità sia che tu non riesci ad accettare le critiche o i suggerimenti!- lo guardai, incredula, sbalordita dalle sue parole, e la furia mi attraversò il corpo e la mente, dilaniandomi l'anima.

- Sai invece cosa penso io, Edward?- urlai alzandomi e prendendo Amy per una mano, mentre con l'altro braccio reggevo Mark. Lui non rispose, il suo sguardo sembrava timoroso, quasi pentito di ciò  che aveva detto prima, ma in quel momento non mi importava... ero stufa di quella situazione, e adesso era venuta l'ora di dire basta.

-Penso che sei un idiota, e non dico altro perché ci sono i bambini!- sbraitai con le lacrime agli occhi, dirigendomi con lentezza verso la porta d'uscita e stringendo convulsamente nostro figlio, che gorgogliava ed emetteva mugolii di disapprovazione

- A stasera - sbottai sbattendo la porta di casa, e sentii chiaramente la sua voce urlare, con voce tesa e quasi tormentata il mio nome.

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Dopo aver portato Amy a scuola e aver affidato Mark alla signora Smith, la nostra vicina di casa che era ,fortunatamente, sempre disponibile a tenermelo per qualche ora, mi diressi, ancora turbata dalla discussione avuta con Edward, verso il centro, per presenziare al colloquio che avevo indetto con i rappresentanti dell'agenzia immobiliare. Strinsi con forza il volante dell'auto, infastidita dal traffico che intasava la settantaduesima e, spalancando tutti i finestrini, onde evitare di essere scoperta da mio marito, mi accesi una sigaretta. Edward non voleva che fumassi, diceva che danneggiava la mia salute e quella dei bambini e io, di conseguenza, avevo accettato di non continuare con quell'inutile vizio, ma in quel momento non mi importava della mia salute o della disapprovazione del mio uomo... volevo soltanto rilassarmi, e la nicotina faceva proprio al caso mio.

D'altronde avevo rinunciato a così tante cose per Edward... era diventato il mio pensiero fisso, la mia unica ragione di vita, il sole che illuminava le mie eterne giornate e, di conseguenza, tutto ciò che ero stata prima di incontrarlo, prima di diventare Isabella Cullen e crescere due bambini, era stato seppellito nei recessi della mia memoria, intatto e al tempo stesso intoccabile.

Scossi il capo, forse era proprio questo il problema... ero troppo dipendente da lui, dalla sua presenza e dall'amore che era stato capace di donarmi, e adesso che sentivo questo sentimento scivolare nel baratro dell'indifferenza percepivo un vuoto costante che minacciava di sopraffare la mia anima e il mio corpo. Cercai di non pensarci, sintonizzando l'autoradio su un canale di vecchi successi, e le note di Other Side mi aiutarono a svuotare la mente da quegli incresciosi pensieri.

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L' ufficio della Jakil Menagement Industries era situato al dodicesimo piano del Midwest Tower, il lussuosissimo grattacielo che troneggiava nel centro di Washington.

L'ambiente era ampio e curato, enormi finestre capeggiavano i quattro angoli dell'ingresso, da cui si poteva godere lo spettacolare panorama della città. Mi incamminai con lentezza verso l'ufficio di Mrs Jakil, la co-proprietaria dell'impresa per cui avevo intenzione di lavorare ma, quando bussai alla sua porta, scorsi uomo dall'aspetto familiare accostato allo stipite. Strizzai gli occhi, confusa, e dopo qualche istante lo riconobbi.

- David??- chiesi incredula, e lui sorrise, lo stupore era dipinto sul suo viso dai lineamenti spigolosi, impressi a fuoco nella mia memoria.

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- E ti ricordi di quando Megan Scott venne arrestata per atti osceni in pubblico, solo perché aveva avuto il coraggio di alzarsi la maglietta e mostrare il suo tatuaggio del "Che"?- chiese ridendo, e io annuii, sorseggiando il mio caffè doppio con un sorriso estatico in volto.

- Ne è passato di tempo - mormorai con voce nostalgica, e lo sentii ridacchiare sommessamente, lo sguardo trasognato e l'espressione beata. David Slome era un mio vecchio compagno di corsi al College con cui, con il passare del tempo e nonostante la mia reticenza ad avere dei contatti con persone estranee, avevo stretto una forte amicizia... eravamo sempre stati molto affiatati, entrambi amavamo l'arte e la lettura, i nostri gusti erano simili e i ricordi che ci accomunavano erano molti, eppure, con il passare degli anni ci eravamo, per vari motivi, persi di vista. Lui aveva trovato lavoro in un centro notarile a New York ed era stato costretto a trasferirsi e io, troppo occupata a vivere la mia storia d'amore con Jacob Black, avevo dimenticato tutto il resto, compreso il mio migliore amico. Ed era così strano ritrovarci adesso, dopo tanti anni, comodamente pigiati sulle lussuose poltrone del suo ufficio, a parlare dei vecchi tempi. Eppure con lui mi sentivo strana, diversa: nei suoi occhi fissi sul mio volto rivedevo la Isabella Swan di un tempo... una ragazzina timida e impacciata che credeva nell'amore eterno, che dalla vita aveva ricevuto poche delusioni e che non sapeva cos'era la vera sofferenza.

- E a te come vanno le cose?- sussurrò Dave sorridendo - ho saputo del tuo matrimonio con Edward Cullen...- spalancai gli occhi, stupita de quella inattesa rivelazione, e lui ridacchiò, alzando gli occhi al cielo.

- Come...-

- Come faccio a saperlo?- mi interruppe, piccato - Bella... sei sposata con uno degli uomini più facoltosi della città… le vostre nozze sono finite su tutti i giornali locali - presi fiato, sconvolta, e lui sorrise - sono passati tanti anni, ma sei sempre la solita ingenua - scherzò, e io sbuffai, alzandomi dalla poltrona.

- Sbruffone - ammiccai, abbassando lo sguardo - ora devo andare, i bambini mi aspettano ma...- lo guardai con occhi imploranti - promettimi che ci risentiremo - sussurrai porgendogli un biglietto con il mio numero di cellulare, e lui annuì.

- Ah, e fammi sapere per il lavoro...- azzardai. Dave era diventato il vice dell'agenzia e, considerato che Mrs Jakil era andata in maternità da più di due mesi adesso toccava a lui occuparsi dell'amministrazione dell'impresa.

- Certo - annuì, ma prima che uscissi dal suo ufficio mi chiamò, a voce bassa e preoccupata.

- Bella?- sussurrò, e io mi voltai, incontrando i suoi occhi scuri e penetranti.

- Non mi hai più detto come prosegue il tuo matrimonio...- chiese con malcelata curiosità, e io abbassai lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime.

- Potrebbe andare meglio, Dave -

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Due mesi dopo

- Bella, amore...- sussurrò Edward, baciandomi con dolcezza il collo. I nostri gemiti risuonavano nello spazio, la stanza era intrisa dei nostri profumi, uniti in una danza sensuale, le coltri erano contaminate dalla nostra passionalità.

Gemetti, estasiata, quando Edward, con una spinta dolce e delicata emise un lungo sospiro, sempre sussurrando il mio nome, e poco dopo raggiunsi l'apoteosi del piacere. Lui si accasciò sul mio corpo, stremato, accarezzandomi dolcemente i capelli e baciandomi il collo, un sorriso estatico in volto e l'espressione appagata. Eppure, anche nei momenti in cui la più primordiale delle passioni ci invadeva, intrappolandoci nella sua invisibile morsa di piacere, io mi sentivo strana, diversa, quasi assente, come se partecipassi indirettamente al coronamento del nostro amore. D'altronde, in questi lunghi mesi nulla, nel nostro rapporto, era migliorato, se non che, nelle nostre vite, era sopraggiunta un'indifferenza che smorzava giorno dopo giorno il nostro matrimonio. Edward e io continuavamo a litigare per qualsiasi sciocchezza, ed erano rari i momenti come questi, cui riuscivo a svuotare la mente e lasciarmi andare al sentimento che provavo per lui e che stava diventando sempre più incerto, labile, quasi impercettibile ai sensi. Lui continuava a sostenere che Rose voleva soltanto essere partecipe delle nostre vite, e di quelle dei nostri figli, ma non si accorgeva del modo subdolo in cui, giorno dopo giorno, quella donna riusciva ad allontanarci, a creare screzi e incomprensioni che sfociavano in liti sempre più difficili da tollerare. Ed io ero stanca di tutto questo... stanca delle sue promesse e rassicurazioni, del modo in cui ignorava le avances della sua ex moglie e della sua continua intrusione nelle nostre esistenze e, cosa ancor più importante, in quelle dei nostri figli. Rose e Amy diventavano ogni giorno più simili, mia figlia aveva preso come modello comportamentale non sua madre, la donna che l'aveva amata e messa al mondo, ma colei che stava cercando di distruggere il mio matrimonio e tutte le mie certezze. Sospirai, volgendo il viso verso il mio lato del letto quando la bocca di Edward tentò di sfiorare le mie guance in una delicata carezza, e lo sentii sbuffare, scocciato.

- Si può  sapere che cos'hai adesso?- mormorò  acido, e mi salirono le lacrime agli occhi quando il suo tono irato e glaciale mi penetrò con forza le orecchie. Era così  cambiato, un tempo non si sarebbe mai rivolto a me in quel modo, eppure...

- Nulla - risposi con voce spezzata, allontanandomi da lui e rannicchiandomi fra le coltri del materasso.

Lui si avvicinò, stringendomi per la vita e sillabando al mio orecchio, con voce astiosa e preoccupata - sei sempre così, ultimamente. Scostante e di malumore! Non ti capisco, Isabella. So che le cose fra noi non vanno per il meglio, ma mi piacerebbe vedere che, da parte tua, ci sia un piccolo sforzo per sistemare la situazione...-

Mi voltai di scatto, lo sguardo fiammeggiante e gli occhi lucidi.

- Io dovrei sforzarmi?E di cosa?- sillabai, ferita e umiliata dalle sue parole - sei tu che non capisci, Edward. E anche ora, mentre cerco di spiegarti, vedo scetticismo nei tuoi occhi. Quella donna ci sta rovinando la vita!!- sbraitai, e lui alzò gli occhi al cielo, scocciato.

- Ancora con questa storia?- sbottò stringendo con forza la mia vita - sei ossessionata da lei, Isabella. Vedi cose che non ci sono, te lo ripeto. Io e Rose siamo solo amici...Dannazione!- urlò, causandomi un sussulto di paura - possibile che non riesci a capire?- abbassò la voce, quasi pentito della sua sfuriata - se fossi ancora interessato a lei secondo te condividerei il tuo stesso letto? Se l'amassi ancora, l'avrei lasciata per te?? Cerca di capire, Bella!!Ma tu no... tu devi sempre vedere cose che esistono solo nella tua testa!! Pensi a lei anche quando facciamo l'amore... cosa che, tra l'altro, capita sempre più di rado... sei tu che sei cambiata, Bella, non io... renditene conto!!- sillabò, stringendo i pugni con violenza.

Lo guardai, incredula e furiosa, scostandomi da lui e alzandomi dal letto.

- Io non sono una macchina del sesso, Edward. Non sono il tuo giocattolo. Se hai voglia di sfogare i tuoi istinti corri da qualcun'altra... io sono stufa!-

Mi diressi verso la porta che si affacciava sul corridoio, coperta soltanto da una piccola vestaglia di seta, ma la mano di Edward bloccò  con forza un mio polso, costringendomi a voltarmi verso di lui.

- Che c'è?- sillabai osservando i suoi occhi verdi e malinconici, e scorsi una punta di dolore albergare nel suo sguardo lucente.

- Tu sai cosa si prova ad essere abbandonati, Isabella?- mormorò  con voce soffocata, lo sguardo vitreo e sofferente fisso sul mio pallido volto.

Rabbrividii, una smorfia appena accennata mi deturpò  le labbra, mentre le mie gambe iniziavano a divenire instabili. Ricordavo perfettamente il dolore che avevo provato quando la mia storia con Jacob era finita... e quelle parole mi fecero tremare il cuore, mentre i miei occhi divenivano lucidi.

Si avvicinò  a me, avvolgendo la mia vita con le sue braccia calde e rassicuranti e accostando le labbra al lobo del mio orecchio.

- La sensazione di vuoto che ci lascia la persona che amiamo...- prese fiato, sembrava sconvolto - il senso di disperazione che si prova quando non puoi più  sentire il suo profumo, o il suono della sua voce...- i suoi occhi erano seri, lucidi e commossi.

Bruciavano.

Bruciavano di un fuoco immortale, irreversibile e ardente che stava lentamente dilaniando le nostre anime corrotte, sature d'amore e devozione.

- Il dolore che ti avvolge la vita, cuore e anima, al pensiero che lei non ci sarà  più... sai cosa significa, Bella?- chiese con voce carezzevole, sfiorando i miei capelli con le labbra. Potevo quasi sentire il suo cuore accelerare il suo ritmo cadenzato, rimbombare con violenza nella cassa toracica, saturare l'aria del suo melodioso intercedere.

Annuii lentamente, mentre i ricordi del passato mi penetravano l'anima, e lui chiuse gli occhi, accostando il suo volto al mio e baciando la mia fronte accaldata.

- Tu mi stai abbandonando - sussurrò, le sue parole erano intrise di sofferenza - ogni giorno ti allontani da me, e io mi sento morire dentro quando vedo che i tuoi occhi non mi parlano più d'amore come un tempo... vuoi vedermi morire, Bella? E' questo che vuoi?- mormorò, afferrando la mia mano e portandola sul suo cuore.

Scossi il capo, le lacrime sgorgavano dai miei occhi scuri con acredine, irreversibili si gettavano nel vortice furioso della mia disperazione.

Io lo amavo.

Lo amavo tanto, forse troppo, e non volevo che soffrisse per colpa mia... la situazione che si era venuta a creare era incresciosa, ma davvero sarebbe bastata a metter fine al nostro idillio amoroso?

La risposta la vidi nei suoi occhi quando, con l'espressione più  tormentata gli che avessi mai visto, posò  le sue labbra sulle mie. In quel bacio c'era desiderio, passione, ma anche un bisogno sviscerale di abbandonarsi l'un l'altro, di cedere alla forza impetuosa dei nostri sentimenti.

Quando si staccò  i suoi occhi erano lucidi, calde lacrime di disperazione lottavano per traboccare dal suo sguardo lucente.

Accostò  le labbra al mio orecchio destro, il respiro corto e la voce ridotta ad un sussurro carico d'angoscia

- non abbandonarmi, amore mio -

Mi strinsi con impeto alle sue spalle calde e rassicuranti, i nostri sguardi si incrociarono, nel suo lessi amore, devozione, tormento, ma soprattutto il disperato bisogno di sentirmi vicina.

- Ti amo - mormorai sincera e lui sorrise, prendendomi in braccio con delicatezza e incamminandosi verso le coltri morbide del nostro letto. Quella notte facemmo l'amore incessantemente, senza mai fermarci, ogni mio sospiro era il suo, ogni bacio, ogni carezza era intrisa della più totale devozione... ogni sguardo e ogni parola sussurrata l'apoteosi della più bruciante passione.

Quella notte ebbi la certezza che non lo avrei mai abbandonato, come lui non avrebbe abbandonato me.

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Salve ragazze, ed eccomi qua con la seconda parentesi di questa nuova ff!! Con lo scorso capitolo h seriamente rischiato il linciaggio da parte vostra...Rosalie proprio non la tollerate, vero? Nemmeno io, se per questo. Non che Edward si stia comportando meglio, è chiaro, ma presto si spiegherà anche il suo comportamento, anche se avrete sicuramente intuito qualcosa da questo capitolo. I problemi , per la nostra coppia, non sono affatto finiti, anzi...soltanto che volevo anche descrivere gli alti e bassi di un matrimonio..ed è questo il motivo della resa di Bella.Ma non si sacrificherà ancora per molto, ecco tutto. Edward è stato molto scorretto nell'ultima parte del capitolo, non trovo sia giusto che abbia rinfacciato ad Isabella i giorni dell'abbandono di Jacob per convincerla a rimanere...e presto anche lei se ne renderà conto. Per quanto riguarda Rose, nel prossimo capitolo tornerà, più cattiva che mai...me che ghigna malefica!!!! E ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto e recensito lo scorso capitolo...alcuni commenti mi hanno fatto sorridere...da ciò che ho letto ho dedotto che avreste volentieri scuoiato viva Rosalie, vero?? Per lei mi avete suggerito delle punizioni interessanti: c'era chi la voleva investire , chi voleva scioglierla nell'acido e chi voleva strozzarla...niente male, vero?? Anche Eddie sta facendo una pessima figura: alcune di voi lo hanno definito un fesso, altre lo avrebbero voluto buttare già da un ponte ecc ecc...beh, lascio a voi l'imbarazzo della scelta, XD!!! ^_____^ Purtroppo non ho il tempo di rispondere alle recensioni perchè fra nemmeno un' ora devo uscire...scusatemi tanto, ma ho preferito postare il capitolo e non farvi aspettare troppo, ma  colgo l'occasione per ringraziare  : GIULIINA LA MEIOO, TWILIGHTGIRL , MINERVA_KIKI, ARTEMIDE88 , SWEET DREAMER, ROSALIE91 , BABY2080 , NICOSIA , MEREDITH89, MARIA ANDREA, BO19, ED4E, per aver recensito..leggo sempre i vostri commenti con moltissimo piacere!! Un bacio,eli

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