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Autore: Holand    11/09/2010    2 recensioni
La breve storia di un servo capace di spingersi oltre i propri limiti per amore e fedeltà nei riguardi della sua principessa.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giuramento, una promessa che vincola una persona a dedicare anima e corpo per difendere qualcosa o qualcuno con tutte le sue forze; essere feriti o morire per proteggere quel per cui si è prestato giuramento non fa paura, anzi non si può che sentirsi onorati di perire per una causa così nobile.

Correre, arrivare prima di altri, prima che sia troppo tardi per perdere ciò che gli è più caro, il solo pensare che la vita di quella persona sia in pericolo gli pugnala il cuore, gli fa venire la nausea e fa salire brividi di dolore lungo la schiena; non può permettere che ciò accada!
Fatica, rabbia, tristezza e dolore tutte sensazioni che in quel momento si mischiavano, si confondevano tra loro formando un'unica e sola emozione che devastava interiormente il corpo del ragazzo già provato dalla ferite riportate durante quella cruenta battaglia per respingere gli assediatori del castello. Erano apparsi all'improvviso, come se protetti da qualche vile stregoneria, avevano celato la loro presenza e i loro spostamenti fino a giungere davanti alle mura del castello per dare il via ad un assedio rapido e tremendo. Furono così veloci che non ebbe neanche il tempo d'indossare l'armatura, talmente preoccupato per la sorte della sua principessa uscì dalla stanza con la sola spada stretta nervosamente tra le mani.

L'ondata principale di nemici era stata sconfitta, il peggio sembrava essere passato, ma c'era veramente da star sicuri? La possibilità che altri nemici si sarebbero fatti vivi era alta ed era anche possibile che alcuni di essi si fossero infiltrati all'interno del castello alla ricerca del loro bersaglio principale, ovvero la principessa.
Rifiutò ancora di andare ad indossare l'armatura, non si fece neanche medicare le ferite riportare su tutto il corpo, il suo ruolo di servo non era ancora stato compiuto, doveva assicurarsi che la vita della sua padrona fosse al sicuro, la sua stessa vita era meno importante ora, il suo compito era difendere la padrona, dare tutto se stesso per lei nonostante i sentimenti che provava per lei fossero impossibili da realizzare; ma non importa, quel che un servo deve volere è solo il bene per il padrone, solo così anche il servo può essere felice.
Per questo correva, per questo reprimeva il dolore provocato dalle lacerazioni presenti sul suo corpo. Esitare solo per qualche secondo poteva costare la vita della principessa e lui non poteva permettere che questo accadasse.

Ogni passo lo portava sempre più vicino alla stanza della sua adorata signora, ogni passo lo trascinava sempre più verso l'ansia, l'ansia di non essere stato veloce, di aver impiegato troppo tempo nel raggiungere la principessa; se così fosse stato una scena raccapricciante avrebbe trovato dinnanzi a se.
In prossimità della porta l'ansia non poté che aumentare a dismisura, a fuoriuscire dal suo corpo come se volesse provocare il cedimento di esso facendolo agonizzare al livello della psiche stessa, in questo momento preferiva essere morto sotto la spada del nemico piuttosto che sopportare una tortura psicologica del genere.

La porta era chiusa o aperta? Nel primo caso sarebbe arrivato troppo tardi, mentre invece nel secondo avrebbe potuto ancora mantenere viva la speranza di poter salvare la sua padrona, la donna a cui aveva donato tutto se stesso; anima, corpo e cuore appartenevano solo a lei!
Un sospiro di sollievo, una scintilla di speranza, una porta ancora chiusa.
Inutile dire che non era il momento per il galateo e cose del genere, quindi senza annunciare la sua presenza entrò in fretta all'interno della camera da letto della sua padrona.

"Milady, siamo sotto attacco, i nemici sono penetrati nel castello e lei non è al sicuro in questo posto!"

Al centro di quella stanza vi era lei, la sua padrona, la sua adorata principessa alla quale aveva giurato fedeltà. Indossava una semplice vestaglia bianca, una di quelle lunghe vesti sobrie che le donne indossano per dormire per intenderci meglio, una lunga chioma raccolta in un unica e bionda treccia gli scende giù dalla testa fino a giungergli a metà del busto; ma sono i suoi occhi a renderla unica, irridi di un azzurro chiaro e limpido come il cielo, occhi di pura semplicità e ingenuità, occhi che non hanno mai visto male e che ammansirebbero anche la fiera più malefica. Era preoccupata, ma non per la sua sorte.

"Stupido! Nonostante le ferite sei corso fino qui solo per dirmi questo, per una volta tanto pensa più a te stesso piuttosto che a me! Lo sai che io..."

Non finì la frase, non poté farlo perché fu il servo a interromperla.

"Non continui Milady, sa che quello che sta per dire non è possibile, io sono un semplice servo e lei una principessa, non sono la persona che fa per lei."

Parole di dolore, dire ciò gli causava gli stessi effetti di un paletto che lentamente penetrava le carni fino a giungere al cuore.


"Ma ora non è il momento per parlare di questo, deve essere scortata in un luogo sicuro Milady."

"...come vuoi. Scortami in un luogo sicuro e poi fatti curare quelle ferite.

Testa china e occhi colmi di lacrime, ormai era quasi rassegnata al modo di comportarsi di quel ragazzo, di quel giovane che ogni volta rischiava la morte per lei e che sicuramente un giorno l'avrebbe trovata visto il suo modo di comportarsi così stupido.

"Se questo è il suo volere appena messa al sicuro penserò alle ferite sul mio corpo, ma ora che la sua vita non è ancora al sicuro non posso far altro che pensare a lei."

Passi, veloci e minacciosi passi che avanzavano in quella direzione, passi che non promettevano nulla di buono. Si voltò rapidamente fissando la porta, il cuore pulsava incontrollato, l'ansia era tornata a farsi viva e la preoccupazione per la principessa aveva raggiunto una soglia critica per la sua povera psiche.
Il sangue che scorreva nelle sue vene si gelò! La situazione era precipitata drasticamente, le possibilità di riuscire nell'impresa sembrano essergli appena scivolate dalla mano, non avrebbe mai potuto competere contro di loro.

Due neri mantelli fecero la loro comparsa all'interno della stanza, due uomini che avevano celato la loro presenza con l'ausilio delle tenebre per approfittare di tutto quel caos e colpire il loro obbiettivo senza lasciar traccia. Brandivano minacciosamente le proprie armi, mentre il loro volto lasciava spazio ad un ghigno che aveva qualcosa d'inumano. Persone che per denaro avevano prestato le loro abilità ad un falso re, ad un ipocrita che bramava ciò che di diritto apparteneva alla principessa, persone che al contrario dell'umile servo non operavano per fedeltà e amore ma solo per soldi. La loro determinazione era inferiore a quella del servo, così inferiore che in uno scontro equo avrebbero sicuramente perso, ma lui era ferito e in svantaggio numerico; le speranze d'uscire vivo da lì erano praticamente nulle!

"Stia indietro Milady!"

Una frase caratterizzata principalmente da due emozioni, preoccupazione e rabbia. Combattere, nonostante il corpo era stanco, nonostante il fisico era vicino al punto di cedere non poteva fare altro; non avrebbe permesso a quelle persone senza onore di compiere la loro missione, finché avrebbe avuto un solo barlume di speranza avrebbe continuato a combattere, a ferire ed essere ferito, ad uccidere ed essere ucciso fino a quando la principessa non fosse stata portata al sicuro; in quella stanza l'unico corpo vivo doveva appartenere alla principessa!

Uno scatto in avanti, la spada brandita saldamente nella mano destra e poi solo il rumore metallico di spade che si scontrano tra di loro.
Uno scontro impari fin dall'inizio, uno scontro che prima di cominciare sembrava già voler far capire chi avrebbe vinto, evitare l'attacco portato da due spade era difficile da evitare senza le giuste protezioni; lembi di stoffa che andavano a strapparsi, carni che venivano lacerate aprendo ferite sempre più dolorose, sangue che ormai cominciava a fuoriuscire da ogni parte del corpo.
Ormai non sentiva più neanche il dolore per quanto ne stava provando, anzi tutti i suoi sensi stavano pian piano andando a sparire; ma non cedeva, continuava a combattere, quella fiamma che aveva nel corpo era ancora accesa e fino a quando sarebbe rimasta così avrebbe trovato la capacità per combattere.
Un affondo che oltrepassò la difesa nemica, una spada che penetrò il mantello nero fino a penetrare nel corpo nemico, un colpo diretto che gli squarciò un polmone facendolo accasciare a terra per morire in un lago di sangue prodotto dall'emorragia.
Quel colpo portò speranza al servo, la speranza di salvare la sua padrona e la speranza di poter uscire vivo da quello scontro, malconcio e in fin di vita, però sarebbe potuto uscirne vivo.
Nonostante le profonde ferite lo scontro ora volgeva in suo favore, l'avversario combatteva per ideali opposti a quelli del giovane, non aveva nessuno da proteggere, combatteva solo per soddisfare la sua sete di cupidigia e quindi non avrebbe mai potuto competere contro quel servo. Una piccola apertura nella difesa ed ecco che quell'uomo si ritrovò la giugulare recisa; anche quest'ultimo avversario si accasciò a terra per poi spirare.

Era vivo! Certo, necessitava di cure urgenti per fermare la fuoriuscita di tutto quel sangue e sicuramente prima di riprendersi completamente da tutte quelle ferite ci sarebbero volute settimane, però sia lui che la principessa erano vivi.

Un urlo; un urlo di terrore proveniente dalla principessa. No! Non era ancora finita.
La spalla sinistra cominciò a bruciare, come se qualche grosso insetto l'avesse punto, ma non appena la vista si portò su di essa il servo non poté fare a meno di notare che qualcosa gli era penetrato tra le carni arrivando a rompere le ossa. Un dardo, un arma silenziosa e letale che colpisce il bersaglio senza che questo riesca a pararlo in alcun modo, un'arma infida per colpire un uomo privo di difese e malconcio come lui.
Un terzo uomo si era nascosto per tutto questo periodo e che solo ora aveva deciso di fare la sua comparsa. Si trovava a qualche metro, aveva aspettato il momento giusto per colpire ed ora si stava nuovamente per ricaricare l'arma per sferrare un nuovo colpo.
Il servo ormai esausto, cominciò a muoversi a passo lento verso l'uomo, barcollava e soffriva ad ogni piccolo passo in avanti che faceva, ma non per questo mollava; la principessa non era ancora al sicuro e lui non poteva ancora arrendersi.

Una nuova ferita, un dardo che stavolta perforò la spalla destra bloccandogli i movimenti di quell'arto. La spada andò a cadere sul pavimento, l'unica arma che gli avrebbe permesso di salvare la vita della sua amata era andata persa ormai, ma non per questo la sua corsa si fermò!
Passo su passo continuava ad avvicinarsi verso quell'uomo, la fiamma non si era ancora estinta e quindi neanche lui si sarebbe arreso. Un terzo dardo partì da quella balestra andando a colpire il suo stomaco. Si piegò in due dal dolore, cominciò a sputare sangue dalla bocca, la vista cominciava ad offuscarsi, ormai periodi di buio totale si alternavano a lenti fotogrammi di quel che stava accadendo. L'uomo si avvicinò a lui, tirò fuori un pugnale dalle maniche del mantello e lo colpì alla bocca dello stomaco; la fiamma si era spenta.

Crollò a terra, non udiva più nulla, anche il tatto sembrava averlo abbandonato visto che non riusciva a sentire contatto fisico con il terreno. La vista cominciò a diradarsi sempre di più, lo scorrere degli eventi a diventare sempre più lento e difficile da distinguere. La sua mano si tirò in avanti in un ultimo e disperato tentativo di prendere il nemico per la gamba, ma non ci riuscì, lo sfiorò mentre questo gli passò davanti.

Aveva fallito? No!

Rapidamente altri individui penetrarono all'interno della stanza, stavolta però non erano nemici ma amici, erano i suoi compagni d'arme che giunsero giusto in tempo per salvare la principessa da una fine ormai certa. Nonostante la vista venisse a mancare sempre di più, il servo riuscì a scorgere la figura di una donna che si era chinata al suo corpo, riuscì a scorgere della mani che accarezzavano il suo volto e infine vide degli occhi azzurri tanti familiari e tanto amati devastati da dolore e dalle lacrime prodotte.
Le tenebre cominciarono ad avvolgerlo, dopo aver visto gli occhi della sua amata ci fu il nulla, il vuoto totale, il sonno eterno che la morte donava.
Era morto per salvare la sua principessa, ma nonostante tutto aveva lasciato questo mondo con un unico rimpianto; nonostante fosse stato lui stesso ad impedire il coronamento del sogno d'amore tra lui e la sua padrona, almeno per un fugace momento, avrebbe voluto stringerla tra le braccia, odorare il suo dolce profumo e baciare con passione le sue delicate labbra.

  
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