Nota: i
personaggi di Sailor Moon, detenuti da Naoko Takeuchi, non mi appartengono.
Appagante
Desiderio
Ne aveva voglia.
Lei ne aveva davvero tanta voglia.
Lo sentiva, lo percepiva dentro di sé … pure il suo
corpo aveva cominciato a mandarle chiari e inequivocabili segni. Non riusciva
più a stare ferma.
Fino a poco tempo prima era tranquillamente sdraiata
nel letto della sua stanza a leggere un romanzo di quelli in cui le eroine
pensano languidamente al loro amato e nel contempo immaginava chissà quali
sviluppi delle loro storie d’amore … adorava quelle fantasticherie, le
scioglievano sempre il cuore come burro.
E poi, successe tutto a un tratto. La assalì
quell’irrefrenabile desiderio.
Potente.
Travolgente.
Intrigante.
Chiuse il libro e si alzò di scatto, quasi come il
suo corpo avesse obbedito ad un ordine inconscio.
Si ritrovò a fissare lo specchio: la superficie le
restituiva l’immagine di una donna fremente, impaziente di concedersi il
momento.
Le guance si tinsero di un lieve rossore e prese a
ridacchiare da sola per l’imbarazzo. Si stupiva ancora dell’effetto che le
causava. A dire il vero, lei lo adorava proprio per questo: la faceva sempre
stare meglio.
L’unica pecca era il bisogno spasmodico di averlo
che irrompeva a qualsiasi ora e in qualsiasi situazione: da un lato se ne
vergognava perché sembrava una debolezza a cui lei, però, non poteva rinunciare
per nessuna ragione al mondo … no, peggio, era quasi come una droga; dall’altro
poteva sembrare una piacevole espressione dell’adorazione infinita che provava.
Anche il senso di colpa si faceva sentire
abbastanza spesso, attanagliandola quando meno se l’aspettava ma riusciva
velocemente a mettere a tacere qualunque scrupolo di coscienza.
Spostò lo sguardo verso la sveglia: segnava le tre
del pomeriggio.
Presto. Era troppo presto. Ma non ce la faceva più
ad aspettare. Involontariamente le scappò una smorfia di malcelata tensione.
In un lampo di lucidità, pensò che forse fosse
meglio trattenersi. Luna le diceva sempre che l’autocontrollo era una dote
importante per una futura sovrana e che ovviamente lei non la possedeva … aveva
ragione ma non l’avrebbe certamente ammesso di fronte a lei. Magari imparare a
gestire questi impulsi con meno emotività le avrebbe evitato conseguenze inaspettate
in futuro…
Fu un pensiero così fugace che non ebbe tempo di
radicarsi nella sua mente.
Cercò di dare ascolto almeno ai moniti che la sua
coscienza le lanciava. Decise di rimettersi seduta. Avrebbe trovato il modo di
mettere un freno a quella dannata ma deliziosa bramosia.
Pochi minuti dopo, però, si dichiarò sconfitta. Si
rese conto che la sua forza di volontà era alquanto labile … purtroppo, per
quella giornata non sarebbe riuscita a pensare ad altro.
Allora fece l’unica cosa che le sembrò sensata:
uscì dalla sua abitazione, desiderosa di raggiungere al più presto la sua meta.
Tanto valeva togliersi la soddisfazione…
S’incamminò svelta e sicura per le vie assolate della
città, con il cuore che ormai pompava a più non posso, annegando nel desiderio
di raggiungerlo.
Le tre e un quarto.
Era ancora troppo presto. Ma, in fondo, per quello,
lei non aveva orari. E… lo sapeva, nemmeno lui.
Mancava poco. Un altro isolato e sarebbe arrivata a
destinazione. E lei già si pregustava la scena. Incontenibile, le scappò una
risata maliziosa e argentina. Fortuna che c’erano pochi passanti che giravano a
quell’ora per strada … l’avrebbero sicuramente presa per una pazza.
Un pensiero insolito la colpì: la gente a volte era
davvero stupida. Come poteva una cosa tanto bella e appassionante come quella
risultare dannosa? Lei non lo capiva proprio, anzi non lo concepiva. Sì,
giusto, i difetti esistevano come in tutte le altre cose ma i vantaggi erano
maggiori in tutti i sensi.
Per esempio, una qualità da considerare era la
compagnia: da sola, era piacevole, non poteva negarlo ma … insieme la
sensazione era decisamente amplificata, totale. Niente dubbi in proposito:
condividere era l’idea migliore.
Anche la posizione poteva influire sul risultato:
in piedi non le piaceva molto perché dimostrava un bisogno affrettato e lei
aveva bisogno di goderselo, affondare e riemergere per poi tuffarcisi ancora. Seduta
era la sua posizione preferita: con calma, senza fretta, si poteva andare
avanti anche per delle ore, persa nella contemplazione e nel piacere dei sensi.
E poi, come dimenticare il meraviglioso senso di
completezza che non accennava a diminuire neanche dopo? Pienezza non solo
fisica ma anche mentale e psicologica. Niente la faceva stare mai bene come
quella situazione. E i segni erano visibili fin da subito: sorriso radioso,
occhi brillanti di felicità, stato di benessere e soprattutto voglia di
assaporarlo ancora ma con atteggiamenti diversi e nuovi. Anche le persone a lei
più vicine non potevano fare a meno di notare che lei era sempre più vitale
dopo quei momenti: l’energia non le mancava, il chiacchiericcio era frenetico e
la sua vivacità risplendeva in tutto ciò che faceva. Lei, per prima, si sentiva
nuova: aveva una maggiore consapevolezza e non stonava per nulla un pizzico di
maturità accanto alla sua indole allegra e sbarazzina.
In pace col mondo, pensava che dare fosse più
importante che ricevere.
La maggior parte delle persone però non considerava
la cosa da tutti questi punti di vista, lo sapeva bene: c’erano prima paure e
angosce da superare. Gli effetti sul corpo erano i più destabilizzanti e le
donne avevano una particolare sensibilità nel percepire quelli negativi. Se si
eccedeva, le conseguenze erano inevitabili: una giornata passata in bagno tra
vomito, nausea e crisi di pianto, nonché spossatezza, affaticamento e - sintomo
ancora più grave – voglia di evitarlo per un po’. Ma quello non era il suo
caso.
Ancora pochi metri e si sarebbe saziata della sua
vista. Giusto per cominciare.
Si ritrovò a ricordare una delle sue innumerevoli
volte che aveva soddisfatto il suo istinto in quell’ultimo periodo. Ormai era
frequente e non poteva lasciarlo perdere.
Non era affatto vero che la prima volta fosse la
più bella. C’erano volute ulteriori approfondimenti perché lei ne godesse
appieno le sensazioni.
Era un
pomeriggio caldo e assolato. Lei, tanto irrequieta da impedirsi di stare ferma
sulla sedia, vagava con lo sguardo da una parte all’altra, nella speranza di
vederlo arrivare. La faceva sempre attendere un po’ prima di concedersi. Ma il
gioco valeva la candela.
L’attesa
si era fatta insopportabile. Se lui non fosse arrivato al più presto, lei
sarebbe scoppiata lì. Finalmente, entrò nel suo campo visivo. L’impazienza
lasciò subito il posto alla brama che gli occhi di lei tradivano.
Una
consapevolezza la colse: era la persona più fortunata del pianeta. Lo poteva
vedere, toccare, sentire. Era la sua fonte di felicità e un’autentica gioia per
i sensi. In tutti i sensi.
Un
aspetto che la colpiva sempre nell’intimo era il suo profumo. Uguale e sempre
diverso. Intenso e più o meno penetrante a seconda delle occasioni.
Inebriata,
chiuse gli occhi e si avvicinò fino a quando non li separarono solo pochi
centimetri di distanza. Respirò a fondo per riuscire ad imprimere il suo aroma
fresco e rigenerante nella mente.
Aprì
gli occhi lentamente come se avesse timore di vederlo scomparire. Ma non fu
così: le era ancora davanti, in attesa di una sua mossa. Lei lo contemplò per
un momento: non aveva fretta di far scorrere i suoi occhi per ammirare la
visione d’insieme. Era così …solido e morbido allo stesso tempo. Come diavolo
faceva ad accenderla in questo modo? Eppure il suo aspetto era quello di sempre
…che cosa era cambiato?
Le sue
mani, fino a quel momento ferme, ebbero l’improvvisa voglia di colmare con una
carezza quel distacco che la separava dall’anelato contatto e che le faceva
mozzare il respiro in gola. Non resistette un secondo alla tentazione. Le sue
dita scattarono in avanti, lo toccarono e affondarono nei punti lasciati
scoperti. Si portò poi le dita sulle labbra: chissà, se l’odore era buono, il
sapore era anche meglio, no? Decise che avrebbe verificato all’istante quanto
il suo sapore fosse gustoso. Non perse tempo in frasi banali che potevano
rovinare il momento: si avventò con slancio su di lui.
Era ora di darsi una calmata.
Continuando a pensarci finiva solo per prosciugare
la salivazione e lei aveva necessità di averne tanta per affrontare la
situazione di lì a pochi minuti. Ricordare le aveva aumentato il desiderio che
adesso pretendeva di essere appagato.
Era finalmente arrivata.
Tra poco la sua bramosia crescente avrebbe trovato
lo sfogo tanto atteso.
Si concesse un breve momento davanti alla porta,
giusto per riordinare le idee. L’avrebbe scambiata per un’assatanata maniaca se
fosse entrata come una furia.
Inspirando profondamente, prese coraggio ed entrò.
Lo vide subito.
Con piglio deciso e l’espressione determinata sul
volto, Usagi sbatté la mano sul bancone e dichiarò la sua intenzione.
-“Motoki-san, portami subito una mega coppa gelato
con vaniglia e cioccolato e tripla dose di panna! Non dimenticare i biscotti,
per favore!”-
Note
dell’Autrice
Ok, avevo deciso di non pubblicare altre storie
fino a metà novembre ma, a quanto pare, non ce la faccio a stare lontana da
questo bellissimo sito. La mia forza di volontà è nulla in questo proposito.
D’altronde quando l’ispirazione chiama, io devo
rispondere altrimenti finisce come questa notte: l’illuminazione mentale per
questa piccola fanfiction l’ho avuta esattamente alle tre di notte (in cerca di
una posizione comoda per dormire) e l’ho elaborata fino alle quattro del
mattino, ora all’incirca in cui ho preso finalmente sonno. Appena mi sono
svegliata mi ci sono messa. Altrimenti è la fine: non riesco a pensare ad altro
per tutta la giornata (ed è una cosa svantaggiosa per chi ha una tesi da fare…)
Spero che questa piccola storia vi sia piaciuta e
vi abbia lasciato qualcosa. Io ridevo da sola mentre la scrivevo (così però mi
faccio passare per pazza da sola!). Se mi lasciate qualche commento, sarei
davvero felice perché mi aiuta a migliorare. Soprattutto sono curiosa di sapere
se il mio stile di scrittura funziona e se questa storia è stata strutturata
bene (l’intento era di lasciare al lettore la suspence fino all’ultimissimo
istante.)
Ringrazio tantissimo luciadom e ellephedre
per aver recensito la mia storia precedente e un grazie speciale anche a aquizziana (oltre che a luciadom di nuovo) per averle messe
nelle ricordate. Mi avete fatto molto piacere!! J
A presto!!