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Autore: cupidina 4ever    12/09/2010    2 recensioni
“ Ti potrà sembrare, per uno che scrive canzoni, stupido ma non trovavo le parole per parlare con te dopo stanotte. Non so come la prenderai ma sappi che per me, per quanto possa valere, è stato sconvolgente, nuovo,incredibile. Hai vissuto un sogno, abbiamo vissuto un sogno, un dolcissimo sogno. Non è né un ciao, né un addio. È un arrivederci, se il destino vorrà.” Una notte di passione per Jared Leto lo porterà a pensare alla sua vita ed..ad altro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei personaggi narrati, nè offenderle in alcun modo poichè non le conosco.

 

******

 

Sweet Dreams

 

 

“Nulla è come si desidera.

Basta muovere le carte giuste in tavola per avverare i propri sogni.”

 

“…I mention you when I say my prayers
I wrap you around all of my thoughts
Boy you’re my temporary high

I wish that when I wake up you’re there…”

 

È la prima volta che mi sento in questo modo nell’alto dei miei quasi 39 anni e tutto grazie, o colpa, ad un giovane 23enne.

Gli anni, per me, non sono mai stati un problema ma solo ora mi rendo conto, vedendola dormire tranquilla e bellissima sul giaciglio testimone della nostra unica notte d’amore, di quanto lei sia fragile, indifesa, e terribilmente sola.

Un groppo al cuore si crea solo al solo pensiero di doverla salutare per tornare alla mia solita vita fatta d’eccessi , musica, della mia band, di fama, successo, popolarità, album e tour mondiali mentre la sua, di vita, ritornerà tale e quale ad un tempo, tranquilla e monotona, arricchita dall’avventura di una notte, di un’attrazione fatale per entrambi che ci ha portati dove siamo ora, la follia di un cantante noto col nome di Jared Leto e il sogno di una ragazza, che ancora doveva scoprire il mondo attorno a se, realizzato senza volerlo neppure.

Non che il suo sogno fosse quello di finire a letto con il proprio cantante preferito, o almeno credo visto che non sono nella sua testa, eppure ci siamo conosciuti e qualcosa, fin dal primo istante, mi ha fatto capire che lei sarebbe stata la mia Atena* per quella sera, che la desideravo come non desideravo più una donna da ormai molto tempo e tutto con un solo sguardo, i suoi occhi color dell’ambra e la sua risposta, tagliente il più delle volte, sempre pronta.

Non era affatto come le altre nostre fans o le Echelon, pronte a qualsiasi cosa solo per rivolgerci la parola**: era rimasta pacata, fredda ma cortese, ironica ed educata senza sembrare troppo seria per la sua giovane età.

Mi aveva stregato, ammaliato, catturato con la sua freccia più potente e condotto a Lei con nulla.

A cosa diavolo stavo pensando?

Mi ero del tutto ammattito?

Possibile che una notte di sesso, per quanto bello sia stato, una ragazzina con un paio d’occhi color dell’ambra ed una lingua biforcuta peggio di un serpente mi avessero fatto perdere il lume della ragione?

Se lo venisse a sapere mio fratello mi farebbe rinchiudere immediatamente in un centro psichiatrico o mandato a calci da nostra madre per farmela passare velocemente, prima di incominciare la registrazione del nostro nuovo album.

Sorrisi nuovamente come un cretino, sostando con lo sguardo sulla figura della ragazza addormentata accanto a me, Caroline: il suo corpo era melodioso e perfetto, sulla sua pelle di porcellana vi erano alcuni tatuaggi che spezzavano la linea longilinea della schiena, le prove del suo “amore” per noi e la nostra musica.

Alla base della schiena, infatti, vi erano tutti e quattro i glyphics, rossi all’interno e bordati di nero, rappresentati in orizzontale ed uniti da due rose con i gambi incrociati tra loro che si chiudevano tra i simboli “30” e “Mars”; le spine si andavano a conficcare nei simboli, dai quali uscivano delle goccioline di sangue, create veramente a misura d’opera tanto da sembrare reali; vi era anche una scritta in piccolo, vicino alla prima rosa, che citava “L’amore è una grave malattia mentale***”.

Rimasi perplesso per quella frase così strana: perché una ragazza così giovane doveva farsi tatuare una frase simile proprio vicino ai nostri simboli?

Vi erano altri due tatuaggi ma quello aveva attirato la mia attenzione fin dall’inizio come un calamita, quando lo intravidi la sera precedente grazie alla gonna a vita bassa che indossava.

Non riuscivo proprio a darvi un significato, al disegno nel suo insieme, a parte per i nostri simboli: cosa volevano significare quelle spine conficcate nei glyphics e perché usciva sangue da questi?

Non mi accorsi neppure,perso com’ero nei miei pensieri, di un movimento al mio fianco ed un fruscio di lenzuola muoversi accompagnato da un mugulio strozzato.

Sorrisi divertito e fui tentato di posare un dito lungo la sua schiena e tracciare delicatamente il tatuaggio che tanto mi aveva attirato e colpito ma non volevo svegliarla, non se di lì a poco avrei dovuto lasciare quel letto e riprendere possesso della mia solita vita, lasciandola sola al suo risveglio.

La tentazione di svegliarla ,toccarla, accarezzarla, baciarla e farla mia un’altra volta era troppo alta ma sarebbe stata una vigliaccata enorme, un’ulteriore pena aggiunta a tutte le altre che aveva già e non volevo essere la causa di ulteriori sofferenze per qualcuno.

Non era solo per sentirmi la coscienza pulita o per non avere alcun tipo di ripensamento o rimorso ma perché situazioni del genere non mi erano mai accadute e non sapevo come comportarmi, cosa la gente si aspettasse che facessi.

Era tutto un casino,cazzo!

 

“….Tattoo your name across my heart so it will remain
Not even death can make us part
What kind of dream is this?...”
 

      

 Mi passai stancamente una mano sugli occhi, sospirando lievemente sperando di non farmi sentire da lei.

Caroline.

Il più delle volte dimenticavo i nomi delle ragazze con cui andavo e non perché fossi un uomo solo interessato a divertirmi senza dovermi preoccupare delle conseguenze ma perché sapevano benissimo che non poteva esserci nulla oltre a ciò, che non avrei lasciato la mia musica solo per un capriccio infantile o perché si erano illuse di poter andare oltre ad  una notte di sesso, di poter diventare, magari, la donna padrona del mio cuore.

Lei non lo aveva fatto: non si era illusa, seppur la sua età lo potesse far pensare, non aveva cercato di contrattare usando stupidi trucchetti e non aveva osato sollevare quello che io consideravo un argomento spinoso e vietato per le donne con cui andavo: il giorno seguente.

La maggior parte delle donne, un buon numero di quello che ho conosciuto, pretende di risvegliarsi con accanto l’uomo della notte precedente, di lasciarsi andare a romantiche e dolci effusioni, salutarsi con  un bacio e con la promessa di rivedersi la stessa sera o il prima possibile.

Io, dato il lavoro che faccio, non sono così bastardo ed ipocrita d’illuderle ma pongo immediatamente quei limiti che non vanno assolutamente superati: la vita per un cantante, attore, regista, semi-pittore e produttore**** non è affatto semplice, tanto meno se bisogna sempre star all’erta che nessuno ti pugnali alle spalle e ti venda alla prima occasione  al nemico, e l’unico modo per sopravvivere in quella foresta è combattere con le unghie e con i denti e nascondersi dietro ad una maschera quando la gente inizia ad avvicinarsi troppo a te.

È strano detto da uno abituato a stare sotto i riflettori ed agli occhi delle persone ogni giorno ma proteggo costantemente la mia privacy, la mia vita ad di fuori della musica e gli incontri occasionali con fan o meno non rientreranno mai tra questi, non fino a quando non avrò capito ed imparato a lasciarmi andare senza dover stare su un palco a suonare le mie canzoni con mio fratello e gli altri del gruppo.

Socchiusi gli occhi buttando all’indietro il capo, lasciando che alcune ciocche bionde mi oscurassero la vista ma un nuovo pensiero prese possesso della mia mente, spiazzandomi così tanto da rimanere incapace di compiere qualsiasi gesto.

Io e Lei ci assomigliavamo più di quanto credessi.

Feci fatica ad assimilare la cosa ma era vero, tutto fottutamente vero e non potevo far finta di non vederlo.

Seppur non conoscessi nulla di lei, eravamo due gocce d’acqua per quanto riguardava il carattere: entrambi, infatti, preferivamo nasconderci dietro alle nostre insicurezze, alle paure che ci intralciavano la strada; non ci piaceva parlare di noi, non se eravamo costretti a farlo e scoprire le carte agli avversari; i nostri occhi, per motivi differenti, lasciavano trasparire un senso di vuoto e di solitudine.

Io perché non avevo ancora trovato la persona giusta a cui aprire il mio cuore e donare tutto l’amore che custodivo con gelosia all’interno di esso.

Lei..bè.. il mio sesto senso mi diceva che centrava qualcosa il tatuaggio, che non fosse solo un disegno fatto per caso ma che fosse la chiave con cui rispondere a molte domande.

Il mio cuore, la mia curiosità, il mio istinto mi dicevano di tentare, di non lasciarmi sfuggire quella ragazza così misteriosa ma, allo stesso tempo, maledettamente intrigante per i miei sensi.

La mia testa, il mio cervello,invece, mi dicevano di smetterla con quegli assurdi pensieri sentimentalisti, di non farmi travolgere da qualcosa più grande di me con rischio di rimanerne scottato per sempre ma di dimenticare tutto e nasconderlo in un angolo buio della mia mente, sperando di non dover più riaprire quella scatola.

Era così dannatamente complicato, anche dopo anni ed anni, mantenere tutto sotto controllo, non sbagliare mai, non eccedere di una sola virgola per non combinare guai o rimanere indifferente alle frasi delle nostre fan adorate.

Mi sembrava di vivere in un sogno, fin dall’inizio, e che fossi riuscito a risvegliarmi grazie a quella giovane ragazza con il tatuaggio alla base della schiena.  

Come in un sogno, però, tutto, prima o poi, svanisce e quello era il momento di scrivere la parola “fine” a quella notte.

 

  “…You could be a sweet dream or a beautiful nightmare
Either way I don’t wanna wake up from you
(Turn the lights on)

Sweet dream or a beautiful nightmare
Somebody pinch me, your love’s too good to be true
(Turn the lights on)…”******

      

Il suo dolce sogno o un bellissimo ricordo?

Come catalogherà la nostra unica notte che ci ha visti amarci, toccarci, baciarci, accarezzarci, morderci, leccarci, bramarci, inseguirci e trovarci senza mai lasciarci una sola volta?

Non so se mi crederà mai o se penserà subito che è la solita frase che un personaggio famoso rifila non appena ha soddisfatto i suoi bisogni più fisici e morbosi ma è stato qualcosa di..diverso.

Non so spiegarmi bene cosa provai ma è stato qualcosa di..nuovo, appassionante, travolgente, adrenalinico, mai provato prima d’allora.

Forse per questo motivo che, in un primo momento, ne rimasi totalmente spiazzato, così tanto da fare la figura del cretino inesperto o il sfigato di turno che si spaccia per cantante semi-famoso?

Nel momento in cui realizzai la cosa mi sembrò di vedermi cadere il mondo addosso: solo una volta si provano emozioni tanto forti da sconvolgerti nel profondo e lasciarti un segno permanente nel tuo animo e il fatto che fosse stata una ragazzina a farmela provare, ad un uomo dall’alto dei suoi quasi 39 anni, non mi rassicurò poi molto*****.

Mi spiego meglio: è pazzesco solo il poter pensare che un uomo come me, abituato ad avere una donna diversa quasi ogni giorno, possa rimanere stupito, meravigliato, incantato dal modo di amare, della passione, del calore che mi ha trasmesso una giovane donna di 23 anni ma è quanto accaduto, seppur mi costi molto doverlo ammettere, infierendo sul mio  già provato orgoglio maschile.

Brutta bestia veramente ma è ciò che valorizza il mio già difficile carattere e alla gente, soprattutto per i fan o gli altri che mi stanno attorno ogni giorno, dimostra quanto si possa esser reali senza lasciarsi cambiare dalla fama e dalla notorietà.

Seppur indossassi maschere per non far vedere agli altri le mie paure e le mie insicurezze, i fan e gli Echelon sapevano chi vi si nascondesse dietro, vedevano un lato del mio carattere espansivo, giocoso, ironico, divertente, giovanile, sempre pronto a divertirmi ma serio, austero, composto, freddo e distaccato nelle situazioni che lo richiedevano.

E Lei?

Cosa aveva fatto per colpirmi tanto?

Per quale motivo temevo così tanto le conseguenze di una sua,probabile, prolungata vicinanza al sottoscritto?

Non ero,forse, un uomo maturo in grado di gestire anche le situazioni più difficili e nelle quali nessuno vorrebbe mai trovarsi?

Come mai mi risultava così complicato, doloroso, quasi auto-distruttivo, andarmene in silenzio, lasciandola sola a rigirarsi tra le lenzuola e pensare a cosa avesse fatto di male o di sbaglio per avermi fatto, letteralmente, scappare come un codardo, lasciando solo uno stupidissimo biglietto d’addio?

No, mi sbagliavo.

Lei non si sarebbe mai disperata per una cosa simile, non si sarebbe posta tante domande ma sarebbe andata avanti con la sua vita, lasciando che la musica fosse un ottimo diversivo per evadere dalla quotidianità e dalla monotonia in cui era capitata; non avrebbe fatto tante storie al suo risveglio se avessi deciso di rimanerle accanto fino all’ultimo secondo che ci fosse concesso.

No,non lo avrebbe fatto.

Chiunque altro ma non Lei.

Non so dire da dove provenga tutta questa sicurezza su una persona che conoscevo da un giorno forse ma anche in quel momento, solo a guardarla dormire tra le lenzuola mostrandosi indifesa, pura e tenera ad occhi estranei, tutto mi diceva qualcosa di Lei, del suo mondo, dei suoi affetti, dei suoi sogni, della sua vita.

Attento a non svegliarla, mi alzai dal letto e presi a rivestirmi dandole le spalle, temendo di poter cedere alla voglia prorompente che avevo in corpo di voltarmi e baciarla, un’ultima volta, su quelle labbra di pesca.

Non mi voltai neppure quando, preso un foglietto di carta da uno dei miei blocchi d’appunti in cui custodivo le canzoni, le lasciai un biglietto sul comodino, incapace di affrontarla in volto come tutte le altre ragazze.

Era squallido, me ne rendevo conto, eppure il coraggio di cui mi facevo tanto vanto con Shannon e gli altri non era nulla in confronto a quello che avrei dovuto usare per Lei e salutarla come meritava.

Ero un vigliacco, un fottutissimo vigliacco.

La guardai un’ultima volta nella speranza di ricordarmi il suo corpo, il suo viso, il suo carattere e il suo sorriso: dimenticare la cosa più bella che mi fosse capitata fino a quel momento era come togliermi l’ossigeno dai polmoni o stroncare le mie corde vocali per sempre e non ero pronto a farlo, non in quel momento e in quello stato pietoso della mia vita.

Raccolsi velocemente la mia borsa, la mia giacca ed altri effetti personali e poi, in assoluto silenzio ma tentennando fino all’ultimo, me ne andai dalla stanza, chiudendo dietro di me l’unica porta in grado di condurmi alla felicità.

Nella hall dell’albergo trovai gli altri del gruppo, leggermente spazientiti per la mia scomparsa e perché non avessi dato loro notizie a nessuno dalla sera precedente.

Non mi curai molto di loro e delle loro lamentele perso com’ero a respirare a fondo il profumo della Sua pelle rimastomi sui vestiti ed imprimerlo a fuoco nella mia testa.

Socchiusi leggermente gli occhi per un secondo, il tanto che bastava per convincere mio fratello cad avvicinarsi ed a dar inizio al suo snervante terzo grado- interrogatorio da fratello maggiore rompi coglione.  

<<: “Che hai, J? Qualche problema ad andartene?” >> il suo tono era pacato e serio mentre mi fissava aspettando un mio passo falso con il quale poter trarre le ovvie conclusioni sul perché fossi sparito in quel modo la sera precedente.

Non erano tanto “ovvie” quella volta.

Non mi premurai neppure di rispondergli: infilai le cuffiette nelle orecchie e calai gli immancabili occhiali da sole sul naso, presi la mia borsa in spalla, nascosi la mano libera in tasca ed uscii dall’albergo, seguito dagli altri, per rifugiarmi in macchina, pronto per tornare a vivere la mia vita di cantante discretamente famoso.

In quella vita, seppur per una manciata di minuti, c’era stata anche Lei.

 

“ Ti potrà sembrare, per uno che scrive canzoni, stupido ma non trovavo le parole per parlare con te dopo stanotte.

Non so come la prenderai ma sappi che per me, per quanto possa valere, è stato sconvolgente, nuovo,incredibile.

Hai vissuto un sogno, abbiamo vissuto un sogno, un dolcissimo sogno.

Non è né un ciao, né un addio.

È un arrivederci, se il destino vorrà.”

 

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Precisazioni:   

* : Mi sono ispirata al tema comune del loro ultimo album, ossia la guerra. Ho attribuito a Jared il ruolo di Dio mentre alla ragazza quello di essere la sua Dea per una notte.

** : Naturalmente no so cosa pensino i 30 né le vere Echelon, Believers e fans. Non è un “attacco” contro nessuno ma riporto solo un pezzo di quanto compreso leggendo altre ff su di loro.

*** : La frase è stata detta da Platone. L’ho usata perché, oltre ad essere una grande amante del filosofo, trovo la frase perfetta per il personaggio immaginato.

**** : Non so bene quali siano tutti gli innumerevoli lavori che fa Jared perciò go messo solo quelli conosciuti,sperando che siano tutti giusti.

***** : Nelle altre ff che ho letto entrambi i fratelli Leto non hanno alcun problema col fattore età. Non conoscendoli ho immaginato l’esatto opposto, cercando di far capire quanto possa esser difficile ed angosciante la cosa con una così alta differenza d’età.

****** : Il testo della canzone è “Sweet Dreams” di Beyoncè. 

   
 
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