Primavera
Trovarono Luìs
davanti al
muro, sullo sfondo scuro del melagrano. Imbruniva e lui teneva in mano
la sua scure.
Cèsar se lo era aspettato.
- Lasciaci andare,
Luìs -
disse. Aveva indosso un fagotto di stracci e il bastone che usava per
camminare. Con una mano strinse il braccio di Occhi Verdi, e
sentì che il suo
polso non tremava. Strana ragazza,
pensò, come lo aveva pensato il giorno che l'aveva tratta
fuori dalla sua nave.
Una ragazza in cui la paura era solo una crosta sottile sopra un cuore
di
statua.
Luìs, con
le nocche bianche
dal peso sottile della scure, non si mosse.
- Perché la
stai portando
via, Cèsar?
Cèsar
sapeva che ci sarebbe
stato ancora qualche peso da spostare, qualche lungo stelo da spezzare
prima
che tutti loro potessero essere liberi. Lui stesso, che aspettava la
morte
ormai da muti decenni, lo sapeva: subito prima della fine, non appena
qualcosa
inizia dietro il velo della morte, tutto comincia a muoversi, tutto
comincia la
sua danza frenetica. Anche adesso, negli occhi vuoti e immobili di
Luìs, lui
quella nuova foga la vedeva. Era il segnale di qualcosa di nuovo.
- Lasciaci andare,
Luìs. Lo
sai che devi.
- Io non devo proprio
niente.
- E invece
sì.
Fece un passo in
avanti.
Allungò il braccio, come quando a un bambino che piange si
mette una mano sulla
nuca.
Conosceva quella
sensazione,
l'odioso vuoto che precede la nascita. L'aveva visto negli occhi dei
morenti
quando sapevano che stavano per andarsene, lo aveva visto sopra i
banchi delle
navi quando gli uomini si aggrappano agli schianti e sanno che non ne
usciranno
vivi. Sapeva che prima della morte c'è un istante di
terrore: come un feto,
immaginava, serra gli occhi e crede di morire quando nasce.
- Hanno scoperto che
lei è
qui - sillabò piano - E' tutto pronto, è meglio
che ritorni da dove è venuta,
Luìs.
Luìs lo
guardò come non
capisse. Poi mosse un piede per terra, nella polvere.
- Pensi ancora che la
barca
possa reggerla? Adesso lei è entrata tra i morti, adesso
pesa, non è viva, lei
…
Cèsar
sorrise e avanzò di un
altro passo.
- La barca
potrà reggere il
suo peso. Non sarebbe giusto altrimenti. La barca reggerà il
suo peso come
prima ha retto quello degli altri.
- Quali altri, vecchio?
- Tutti quelli che
sono
tornati e poi partiti.
Ci fu un lungo
silenzio, in
cui Luìs non fece altro che fissare sulla scure i barbagli
che faceva la luce.
Poi riprese, sorridendo, e adesso aveva gli occhi alla polvere per
terra.
- Dici davvero che
avremo
un'altra peste?
- L'ultima. E dopo
tutto
giungerà a conclusione. Stanotte saremo in pace anche noi.
Occhi Verdi vide
Luìs
oscillare. Non mosse un muscolo, ma vide che i suoi occhi sembravano
accendersi
di brama, che il vecchio aveva toccato qualcosa di profondo nel suo
cuore.
Trasse un respiro, perché non capiva. Intorno a loro tutto
si era gelato.
- Allora? - fece
Cèsar - Ci
lascerai andare?
- Tu non mi hai mai
lasciato
andare.
- Non potevo. E poi
eri tu
che non volevi.
- Non è
vero.
- Se fossi morto che
cosa
avresti fatto? E ora invece moriremo insieme. Questa è la
nostra ultima peste.
Luìs
fissò al di là della sua
spalla, nella luce oscura di Occhi Verdi.
- Lo sai dove ti sta
portando, il vecchio?
Occhi Verdi scosse
piano la
testa. Sulla bocca di Luìs comparve un sorriso che era come
una crepa, un
sorriso da animale dissepolto prima che il vento e i brandelli di carne
ne
abbiano fatto uno scheletro.
- Ti sta portando dove
sono i
morti. Sono sott'acqua. Nuotano. Raschiano il fondo delle navi,
bisbigliano strani
sogni alle orecchie. Mai, mai una volta dicono il vero. Sono falsi come
tutti i
sogni. E sempre conducono alla morte. Tu vuoi andarci davvero, da quei
morti?
Occhi Verdi
strizzò le
palpebre. Il sole che tramontava contro l'orizzonte le ferì
gli occhi. Un
uccello che se ne stava rannicchiato sopra un ramo alto del melagrano
sbatté le
ali e frullò via in un soffio. Ogni cosa era detta.
- Li vuoi vedere, i
morti? -
ripeté Luìs.
- Già li
vedo - disse lei. E
di un soffio era già passata oltre.
Luìs rimase
immobile ancora
per molto tempo quando furono andati. La lama della scure ora era
fredda e non
faceva più male alle dita.