Wooo, che cosa
poco convinta. XD
Scritta per l’iniziativa bingo_italia,
sono
proprio arrugginita çOç, ringrazio infinitamente E-chan per l’opera di revisione
<3, spero che la renderà felice
sapere che questo è solo il primo di cinque capitoli, tutti
su questo genere.
Purtroppo, ancora non so se sarà una raccolta di episodi
legati o slegati... Ci
devo pensare *kufù*
Come al solito, il titolo non ha significato, magari lo
acquisterà in qualche seguito *__*
Mi auguro
comunque che
risulti essere una buona lettura.
The
cage —
Canto
silenzioso.
Aveva trascinato
la poltrona in
finta pelle vicino alla finestra e guardava la neve caduta nel
giardino; la
mano destra stretta attorno alla tazza calda che teneva appoggiata
sulla gamba,
il braccio sinistro che si sporgeva per accarezzare il gatto panciuto
che
sonnecchiava sul davanzale.
Le guance umide di lacrime d’improvviso erano diventate
fredde, gelide, come il
resto del suo corpo: il tramonto infuriava
dietro alle grosse nubi portatrici di pioggia, quando
l’animale si allontanò
infastidito da quelle coccole insopportabili. Arricciò il
muso macchiato di
nero e, la coda che frustava l’aria, prese ad aggirarsi per
il salotto
lanciando sguardi assassini alle ombre.
“Istinto di sopravvivenza” commentò il
padrone di casa con un sospiro.
Un
gatto installatosi in quella da meno di
sei mesi si sarebbe mai mostrato così minaccioso per
proteggere l’uomo che si
occupava solo del suo nutrimento?
Fu l’insperato alleato a individuare per primo
l’intruso: soffiò, abbassandosi
come se si preparasse ad attaccare, però al primo rintocco
del tacco dello
stivale sul parquet fu sufficiente a farlo scappare. Si nascose sotto
alla
cassettiera nell’angolo -uno spazio alto appena una ventina
di centimetri- e
scomparve lasciando come traccia di sé i soli occhi
brillanti, bruciante
terrore.
Una
fiamma nell’oscurità assisteva alla
scena e gli stessi fulmini parevano prolungarsi e arrivare sempre
più vicini
alla casa, quasi fossero interessati a loro volta a quel preludio
odoroso di
sangue e incenso.
La
sensazione che era quasi un profumo lo
avvolse e stordì, ricordi dimenticati pulsavano nelle vene
del collo – tutto fu
un’aria vuota e fredda nella quale respirare, il petto
compresso, l’eccitazione
che faceva battere il cuore tanto veloce da far male.
E
ogni volta che quelle labbra bramose gli
accarezzavano il naso, il collo, la spina dorsale, la testa girava.
Nulla al di fuori del piacere
e
del profumo forte da incidergli la
pelle.
(«Il collo alto, eh? Mister T., la nuova fidanzata è violenta come la precedente oppure è solo un ritorno di fiamma!?»)