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Autore: Ilovewrite    13/09/2010    11 recensioni
One shot narrata dal punto di vista di Alice, contesto eclipse ed è ambientata 24 ore prima della battaglia…Leggete e recensite ^^ kiss
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
- Questa storia fa parte della serie 'Alice & Jasper: But love is forever'
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Bastò meno di un secondo, durante il quale pregustai la sensazione di ciò che scorreva nel corpo del povero animale che non aveva avuto nemmeno il tempo di accorgersi del mio attacco, e dopo aver perforato la sua gola, gustai il sapore del sangue caldo

 

 

Eccomi qui di nuovo! Penso che alcuni di voi non sopportino più né me né le mie fan, ma abbiate pazienza ho troppa fantasia! Questa fan è narrata dal punto di vista di Alice, ed è ambientata 24 ore prima della battaglia…Leggete e recensite, ho tanto bisogno delle vostre opinioni perché di questa fan non sono ancora convinta! Vi comunico che in settimana ne posterò un'altra su Breaking Dawn.

 

Un bacio a tutti, ma soprattutto alle 9 meravigliose persone che hanno recensito I TRUST YOU MRS HALE- WITHLOCK ovvero:  

Isangel (mi hai commosso! T^T)

 IsaMarie (sei stata un tesoro! presto posto anche la fan che tanto attendi)

AliceLove (hai ragione Bella è sempre in mezzo xD)

 Niky4ever ( Thanks a lot!)

EDVIGE86 (grazie mi hanno riempito di gioia I tuoi complimenti =D)

Miss Halfway (grazie Nadia non dovevi…amo la tua storia)

 faryedely (vi adoro <3 anche se so che un giorno d questi mi ucciderete a distanza x quanto sono rompi xD)

)  Giulia_Cullen (sempre troppo carina con me)

e poi la mia unica e sola…

 __Wrath__, mia autrice preferita !(i love you Pingu non scordarlo mai che sei il mio mentore per quanto riguarda la scrittura!)

 

 

A tutte voi dico: grazie di cuore, perché con i vostri commenti non solo mi fate felice, mi incoraggiate anche a scrivere.

Spero di non deludervi, nel caso succedesse perdonatemi cercherò di rimediare… promesso T^T

 

Buona lettura!

 

 

The center of my existence

 

 

 

 

 

In una lista di lati positivi dell’essere vampiri, oltre all’eternità con Jasper e al mio dono da veggente, c’era senza dubbio la possibilità di correre a velocità disumana.

Mi permetteva di raggiungere le mie mete immediatamente senza nemmeno perdere tempo a controllare dove mettevo i piedi.

In quel momento, la mia destinazione era sconosciuta. Ero guadata solo dalla scia lasciata dall’odore di un animale carnivoro.

Dopo qualche chilometro di corsa, eccomi arrivata all’obiettivo.

Bastò meno di un secondo, durante il quale pregustai il sapore di ciò che scorreva nel corpo del povero animale che non aveva avuto nemmeno il tempo di accorgersi del mio attacco, e  dopo aver perforato la sua gola, gustai il sapore del sangue caldo e delizioso. Prosciugata la bestia, mi sedetti più che soddisfatta. Era l’ennesimo animale che cacciavo quel giorno, non era la sete ad obbligarmi, ma una necessità più importante. Di lì a meno di ventiquattro ore avremmo affrontato i neonati dell’esercito di Seattle che stavano avanzando verso Forks, e Jasper diceva che più avremmo cacciato, più in forze saremmo stati.

 Chi li guidava, per noi era ancora un mistero. Nella visione che mi aveva avvisato del loro arrivo, era apparso un vampiro biondo, che dimostrava a malapena trent'anni. Ma eravamo sicuri che qualcun altro lo stesse usando per non venire scoperto.

Bella era certa che si trattasse di Victoria. Beh, in effetti, per quel poco che ci avevamo avuto a che fare Victoria non si era mai esposta troppo. Tuttavia la stavo tenendo d’occhio e non sembrava aver niente a che fare con i neonati.

Edward, invece, pensava ai Volturi. Nessuno di noi però era d’accordo: nemmeno i Volturi si sarebbero esposti ad un tale rischio, creando tutto quel putiferio a Seattle.

Ma chi altri oltre a loro conosceva bene i punti deboli delle mie visioni? Chi altro poteva avercela con noi? Possibile che l’unico motivo che li guidava fosse… Bella?

La cosa che più m’irritava era il non avere un quadro preciso della situazione, a causa del coinvolgimento dei licantropi. Tutti li consideravano un aiuto importante e anche io, ma ciò non cambiava il fatto che la loro presenza non mi aiutava a vedere.

Di una sola cosa ero certa senza aver bisogno di visioni: il comportamento che Jasper avrebbe avuto l’indomani.  Si sarebbe fatto in quattro per proteggermi senza preoccuparsi della sua di sicurezza. Non avevo nemmeno tentato di dissuaderlo dal fare una simile sciocchezza, lui certo non mi avrebbe dato retta.

Mi chiedevo la sua reazione se anch’io avessi fatto la stessa richiesta che Bella aveva fatto ad Edward, ovvero di non partecipare al combattimento. Sicuramente mi avrebbe risposto “Non hai nulla da temere” oppure “ So cavarmela” o “I neonati sono meno esperti, sarà facile” risposte che mi sembravano banali e in un certo senso ipocrite, dato che lui avrebbe fatto di tutto per lottare al posto mio. Se i neonati erano meno esperti e ce la saremmo cavata alla grande, perché lo vedevo dannarsi per combattere al mio posto? Il mio assurdo Jasper...

Sospirai, pregando con tutta me stessa che la sua smania di farmi da protettore non lo avrebbe messo nei guai. Certo, forse preoccuparmi per lui, che aveva combattuto battaglie molto più pericolose, era una sciocchezza,ma non potevo farne  a meno. Era pur sempre il mio compagno, la mia forza vitale. Il suo volto era stata l’immagine alla quale mi ero aggrappata quando mi ero svegliata in un corpo a me sconosciuto. Fin dalla mia prima visione, avevo capito che trovarlo sarebbe diventato lo scopo della mia vita.

Ripensavo spesso a quel giorno meraviglioso in cui finalmente ci riuscii, ogni volta analizzandolo nei minimi dettagli.

Ero in quel posto squallido di Philadelphia da ore ad attenderlo. Chiunque avrebbe perso le speranze ma non io, certa che sarebbe arrivato e disposta ad aspettarlo anche per sempre. Poi, finalmente, arrivò.

il suo viso, anche se solcato dalle cicatrici era più bello che nelle mie visioni. Quando posò lo sguardo su di me vidi i suoi occhi, così diversi da i miei, riempirsi di curiosità.

 «Mi hai fatto aspettare parecchio! » cantilenai  in preda alla gioia mentre mi avvicinavo.

 «Scusi signorina» farfugliò confuso.

Anche sua voce era magnifica.

Gli porsi la mano ed ogni incertezza svanì nell’istante in cui la prese senza fare domande.

E poi, come se tutto questo non fosse bastato a rendermi la creatura più felice del cosmo, mi aveva dichiarato il suo amore, facendo cessare ogni paura che avessi di perderlo. 

 Persa tra i ricordi del giorno più bello della mai vita, mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando. Mi alzai in piedi senza voltarmi. Sapevo chi era costui e che intenzioni avesse. Sorrisi ed un istante dopo, fui afferrata per le spalle, ma sfuggii alla presa facilmente e lo buttai a terra, ma nel farlo mi trascinò con se.

 «Non male davvero» commentò Jasper sghignazzando. Diedi un breve sguardo ai suoi occhi. Erano castano dorati, il che significava che anche la sua battuta era andata benone.

 «Volevi mettere alla prova la prontezza dei miei riflessi? ».

 «Che i tuoi rifletti siano prontissimi non è un mistero» rispose  «Ma non immaginavo che saresti stata così rapida a mettermi ko».

 «Lo vedi che mi sottovaluti sempre? » ribattei con tono acido mentre alzandomi lo aiutai a rimettersi in piedi.

 «Lo sai che non è vero» disse accarezzandomi una guancia  «Sono solo invidioso. Sei molto più brava di me».

Quella frase mi fece ridere e non poco. Jasper Whitlock, uno dei vampiri più forti che avevo mai conosciuto, che era sopravvissuto a mille tentativi di uccisione, si riteneva meno bravo di me a combattere? Una barzelletta…

 «Molto diverte» commentai tra le risate.

 « Beh tu sai mantenere la concentrazione» disse avvicinandosi con fare accattivante  «Mentre io la perdo spesso se mi sei vicina».

 «Ti dovrei stare lontana, allora? » dissi scherzando, ma lui mi lanciò una strana occhiata ammonitrice.

 «Uhm» mugugnai, mentre gli mettevo le braccia al collo  «Forse è vero che so mantenere la concentrazione meglio di come faccia tu…ma ci sono mille altre cose in cui sei molto bravo» dissi catturando le sue labbra perfette con le mie. Fu un bacio leggero, ma bastò a farmi provare tante di quelle emozioni da riempirmi il cuore, la mente e il corpo di una gioia che mi sbigottiva.

 « Si» sussurrò non appena gli diedi la possibilità di parlare  «In questo me la cavo a quanto pare».

 «Benissimo» confermai stringendomi a lui.

 Quanto tempo che non lo facevo

M’intristii. Lui naturalmente lo capì e mi guardò apprensivo.

 «Lo so. Mi sei mancata anche tu» disse come se mi avesse letto nella mente. Jasper non era Edward, semplicemente mi conosceva a fondo tanto che con lui non c’era quasi mai bisogno di parole. Interpretava i miei pensieri anche con una sola occhiata.

 «Non vedo l’ora che sia dopodomani» mormorai pensando a come avevamo passato i tre giorni precedenti.

Eravamo troppo presi dalla battaglia, Jasper cercava di addestrare ancora meglio la famiglia ed i nostri alleati, io cercavo di vedere al di la della presenza dei licantropi, col risultato che non eravamo rimasti soli un momento, che avevamo parlato pochissimo e solo del combattimento.

 «A chi lo dici» disse lui ancora più malinconico  « Quando mi hai portato da i Cullen pensavo di aver chiuso con neonati, battaglie e addestramenti. Invece eccomi di nuovo costretto a dover distruggere dei vampiri e, cosa peggiore, ad ignorare la mia donna».

Sapevo quant’era difficile per lui ripetere un esperienza che gli ricordasse la sua vecchia vita, dalla quale si era staccato senza rimpianti ma con grande sforzo. Però non mi era parso che gli fosse pesato così tanto fare questo piccolo tuffo nel passato, o forse non voleva farmelo notare. Jasper aveva la cattiva abitudine di non volermi raccontare alcuni dei suoi problemi pensando che lo stare ad ascoltarlo potesse pesarmi in qualche modo. Ma sfortunatamente per lui io lo conoscevo troppo bene e me ne accorgevo se c’era un qualche cambiamento di umore per lui, ed anche se restavo in silenzio bastava un piccolo gesto a fargli capire che gli ero vicina e pronta a dargli una mano. Decideva lui quando e come confidarmi cosa c’era che non andava. Era per questo che mi amava così tanto, perché io, nonostante fossi una gran chiacchierona non lo forzavo mai a parlare sapendo quant’era taciturno.

  «E’ per una buona causa» gli rammentai  «Stiamo proteggendo Bella».

 «Lo so altrimenti non esporrei nessuno di voi ad un rischio simile».

Alzai gli occhi al cielo  «Non eri tu ad assicurare che i neonati non sanno come combattere, che essere combattenti più esperti ci avvantaggia tantissimo, e che la collaborazione dei licantropi ci sarà di grande aiuto? » ripetei le esatte parole che aveva detto a Bella per non spaventarla.

 «Si» ammise  «Ma è pur sempre un rischio a cui preferirei non esporti».

 «Non ci sono altre scelte» tagliai corto  «Dobbiamo proteggere Bella e tutta Forks, quindi combatteremo».

Annuì, probabilmente per non farmi irritare, ma leggevo nella sua espressione il suo disaccordo. Mi guardai intorno e non vedevo nessuno nei paraggi, mi accorsi solo allora di quanto mi ero allontanata.

 «Dove sono gli altri? » domandai non scrutando nessuno.

 « Un po lontani» rispose  «Ero con loro, ma poi non ti ho vista e ti sono venuto a cercare».

 «Hai fatto bene, così siamo rimasti soli soletti almeno un pochino» dissi  con tono dolce, sperando di allentare un pochino la tensione, l’ultima cosa di cui avevo bisogno era una litigata con lui. Non sembrò funzionare (come mi dispiaceva in quel momento non essere io a poter controllare il clima emotivo), ma per non ferirmi si sforzò di sorridere.
 «Ci incamminiamo?
» chiesi.

 «No» disse sghignazzando mentre mi prendeva per mano e mi faceva aggrappare a lui  «Tu non cammini. Oggi ti faccio da mezzo di trasporto».

Risi mente gli strinsi le braccia intorno al collo più forte di prima e legai saldamente le gambe attorno alla sua vita.

 «Gli altri hanno finito? » domandai.

 «Lo chiedi a me? » disse per risposta sorridendo.

Diedi una sbirciatina nel futuro. A quanto pareva mancavano una quindicina di minuti prima che finissero.

 «No» mi auto-risposi  «Almeno questo riesco a vederlo chiaramente».

Jasper notò il mio tono amaro  «Nessuna nuova visione sulla lotta? ».

Feci cenno di no  «Odio questa parte della collaborazione con quei cani» mi lagnai.

 «E’ una cosa da accettare, il loro aiuto è indispensabile».

 «Gia, perché saremo quindici contro diciannove» .

 «Non è una cosa da poco» commentò  « I neonati sono meno esperti si…ma pur sempre più numerosi. E visto che Edward non può combattere, dei licantropi proprio non si può fare a meno».

 «C'e l’hai un con lui? » chiesi.

Io ero stata comprensiva con Edward per amore di Bella, ma chissà com’era stato difficile convincere Jasper, era molto più razionale e risoluto di noi.

 «Assolutamente no» dichiarò, ed ero certa fosse sincero. La cosa mi stupiva. Lo guardai con espressione meravigliata attendendo una spiegazione.

 «Edward ha usato argomenti legittimi » disse brevemente.

Continuavo a non capirlo, e soprattutto mi sfuggiva il perché di tanta remissività da parte di Jasper nel parlarne.

 «Perché non vuoi raccontarmelo? ».

 «Non c’è niente che tu non sappia» rispose accennando ad un sorriso.

 «Non ci credo» borbottai mettendo il broncio  «Non vuoi dirmelo».

Mi lanciò un occhiata incerta  «Non è questo…solo che…» continuai a guardarlo di sottecchi e  sospirò  «Te lo dirò, oppure corromperai Edward per saperlo».

 «Senza dubbio» confermai. Sciolsi la presa attorno al suo bacino e dal collo e mi posizionai in piedi accanto a lui

Conosceva anche i miei di metodi persuasivi ed allora iniziò a raccontare  «All’inizio sono rimasto sorpreso e anche un po’ seccato dalla sua decisione. Anche lui sapeva che la preoccupazione di Bella era superflua, ma si ostinava a volerla accontentare. Stavo iniziando a chiedergli di farmi parlare con lei per convincerla che la sua paura era inutile, quando Edward mi ha chiesto “te la sentiresti di abbandonare Alice se ti implorasse di non separarvi? E’ quasi impazzita l’ultima volta che siamo stati lontani”. Ho capito il suo punto di vista, forse non lo condividevo a pieno, ma non riuscii a dire più  nulla. Vuole proteggere la salute mentale di Bella, così come io voglio proteggere te. Gli ho fatto un cenno d’assenso e mi ha ringraziato. L’ho fatto anche per te. Tu vuoi bene a Bella e vuoi che niente la turbi. Se non mi avesse convinto Edward l’avresti fatto tu».

 «Quindi il motivo principale sono io» mormorai.

 «In sostanza si» concluse.

Sapevo che raramente Jasper si faceva convinto di qualcosa, testardo com’era. L’unica in grado di tenergli testa, fino a un certo punto, ero io, il che non era un impresa facile.

 «Ti faccio proprio un brutto effetto» commentai.

 «L’amore cambia il modo di vedere ogni cosa» rispose sorridendo  «Non potevo fare diversamente. Forse se non ci fossero stati i licantropi sarebbe stato più complicato acconsentire ma l’avrei fatto comunque».

 «Hai fatto la scelta giusta. Andrà tutto bene, nonostante non riesco ad avere una visione perfetta, credo proprio che grazie al tuo addestramento ce la caveremo alla grande».

Annuì mentre continuavamo a camminare. Restammo in silenzio per un bel po’, ad un certo punto notai che Jasper era assorto in chissà quali pensieri.

 «Tesoro che c'è? » domandai preoccupata.

 «Nulla piccola» rispose prontamente.

Mi stava irritando. Beh non era un tipo logorroico, ma normalmente non dovevo fare grandi sforzi per farlo rispondere a qualche domanda.

 «Certo» bonfochiai.

 «Prometti di non aggredirmi» intimò.

 «Lo farò se non parlerai».

Prese un bel respiro  «Come avresti reagito se ti avessi chiesto la stessa cosa la stessa cosa? » mi disse ad un tratto, sorprendendomi non poco.

 Mi fermai e lo guardai chiedendomi se fosse impazzito. Avevamo parlato di svantaggio numerico due minuti prima ed adesso che discorsi si metteva a fare?

 «E’ così assurdo? » chiese senza capire la mia meraviglia.

Si rendeva minimamente conto di quello che diceva?

 «E’ ridicolo» ribattei.

 «Cosa? » chiese con espressione seria.

 «Parecchie cose» sbottai  «La tua richiesta…».

 «Io non ti ho chiesto nulla, se non la tua reazione ad una proposta del genere» precisò.

Continuai l’elenco come se non ci fossero state interruzioni  «il solo pensare di farla, e l’idea anche lontana che ti fa credere che io ti lascerei combattere da solo».

 «Proprio tu non dovresti dirlo, dato che quando mi hai implorato di non seguirti in Italia, nonostante mi facesse letteralmente morire l’idea di starti lontano in quel momento, ho accettato» commentò con un tono molto duro e arrabbiato. Sapevo che avevo rischiato davvero di farlo impazzire dal dolore.

 «Non avevo altra scelta, e non potevo prevedere che ci sarebbe finita bene. Se ci fosse stata una minima speranza, forse ti avrei detto di raggiungermi» dovetti mentire, nemmeno in quel caso l’avrei messo in pericolo  « Questa volta è diverso. Primo –e questo lo sai anche tu- perché non ci sono alternative. Secondo perché voglio combattere al tuo fianco. Se dobbiamo rischiare, lo faremo insieme e non voglio sentire ragioni. Mettiti nei miei panni» dissi ripensando all’idea che mi era passata per la testa prima che lui venisse a cercarmi  «Tu mi scoppieresti a ridermi in faccia se solo provassi a chiedertelo».

 Mi accorsi di aver usato un tono più duro di quanto volessi.

Rimase in silenzio qualche minuto  «Non ho mai preso seriamente in considerazione  l’idea di chiedertelo. Sapevo come avresti reagito» sbuffò e li capii di avere esagerato.

Si allontanò da me di qualche passo e lo lasciai fare. Rimasi lì immobile, col cuore in gola e una stranissima sensazione di afflizione.

Jasper avvertì ciò che provavo e, tornato indietro, mi si avvicinò lentamente, incerto  «Scusami» mormorò dispiaciuto  «Non era mia intenzione trattarti male. Lo sai che quando si tratta di te e della tua sicurezza non riesco ad essere razionale ed inizio a dire cose senso. E’ chiaro che ciò non giustifica il mio comportamento ed il fatto che ti ho ferito».

Jasper che non riesce ad essere razionale…quella era una novità.

Dentro di me sapevo che c’era un motivo se mi ero arrabbiata tanto. Non avevo tanti punti deboli ma uno di questi era proprio Jasper e la sua capacità di influenzarmi. E se avesse insistito troppo con quella richiesta avrebbe iniziato a far vacillare le mie certezze, cosa che di certo non potevo permettermi.

Ero ancora un po’ offesa, ma vedevo la sua sofferenza ed il suo sincero pentimento e con gli occhi bassi dissi  «Un po’ è colpa mia. Dovevo aspettarmi una richiesta del genere, perché domani sono sicura che ti farai in quattro per essere dappertutto e combattere al posto mio, ma speravo davvero tu non lo arrivassi a propormelo». Mi avvicinai e presi le sue mani  «Hai ragione, ho rischiato di morire, mentre tu eri non c’eri,  ed anche per me è stato difficile starti lontana, perchè  ti avevo promesso che non ci saremmo separati mai, mi dispiace di non aver mantenuto la parola data e non voglio si ripeta mai più. E’ per questo che voglio rimanere accanto a te. Dobbiamo combattere insieme,è l’unico modo per vincere».

 «Hai ragione tu» concordò  «Solo se staremo sempre vicini nel bene o nel male  potrò proteggerti adeguatamente».

Sospirai scuotendo la testa per quell’ultima frase. Su quel punto proprio non si discuteva. Sorridemmo entrambi   «Mi perdoni? » chiese speranzoso.

 «Quanto sei stupido» dissi buttandomi tra le sue braccia. Anche se non avesse avuto quell’espressione mesta e quel tono implorante la mia risposta sarebbe stata una soltanto. Mai e poi mai avrei potuto non perdonare Jasper.

 «Dopo aver sconfitto i neonati sarai a mia completa e totale disposizione. Ti starò così appiccicata che non avrai nemmeno il tempo di respirare» dissi in tono semi-minaccioso.

 «Tutto ciò che vuoi».

 «Non era un eufemismo» lo avvisai  « Avremo anche un matrimonio da organizzare».

 «Non ho paura» ridacchiò  «Mi meritavo una punizione ed invece mi stai dando un premio per come ti ho trattato».

 «Adesso non esagerare» lo ammonii, non  volendo che ne facesse un dramma.

 «Anche ammesso che tu mi perdoni, io non lo farò. Ti ho trattato male ». Mi aspettavo un discorso del genere da lui. 

Presi il suo volto tra le mani  «Ti perdono Jasper solo se la pianti. Hai solo pensato di fare una richiesta, io ti ho aggredito e tu ti sei difeso, nulla di così terribile da farti andare in paranoia. Ti voglio  lucido per la battaglia e  soprattutto voglio dimenticare questa scaramuccia immediatamente. Mi aiuterai? ».

La sua espressione dispiaciuta sfociò in un sorrido. Non ebbi bisogno di una risposta.

 « Ti amo» sussurrò dolcemente cullandomi tra le sue braccia.

 « Sei il centro della mia esistenza » risposi io emozionata da quelle parole che potevano risultare banali, ma per me significavano tutto, perché conoscevo alla perfezione la purezza dei sentimenti di chi le pronunciava.

Più il tempo passava più la minaccia si avvicinava.

 Ma non avevo paura, perché in quel momento, tra quelle braccia, ebbi la certezza assoluta che ce l’avremmo fatta.

Avremmo lottato a fianco a fianco, e con Jasper vicino ero sicura che niente sarebbe potuto andare storto.

 

 

 

 

 

Piaciuta? Spero di si… ho inscenato questo piccolo screzio tra i due perché sappiamo quant’è testarda Alice e ad una proposta come quella di Jasper non avrebbe reagito diversamente (o almeno io la penso così)

 

Kiss! MaRtA HaLe

  
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