Eccomi qui di nuovo! Penso
che alcuni di voi non sopportino più né me né le mie fan, ma abbiate pazienza ho troppa fantasia! Questa fan
è narrata dal
punto di vista di
Alice, ed
è ambientata 24 ore prima della battaglia…Leggete e recensite,
ho tanto bisogno delle vostre opinioni perché di questa fan non sono
ancora convinta! Vi comunico che in settimana ne posterò un'altra su Breaking Dawn.
Un bacio a
tutti, ma soprattutto alle 9 meravigliose persone che hanno recensito I TRUST YOU MRS HALE- WITHLOCK ovvero:
Isangel (mi hai commosso! T^T)
IsaMarie (sei stata un tesoro!
presto posto anche la fan che tanto attendi)
AliceLove (hai ragione Bella è sempre in mezzo xD)
Niky4ever
( Thanks a lot!)
EDVIGE86
(grazie mi hanno riempito di gioia I tuoi complimenti =D)
Miss Halfway (grazie Nadia non dovevi…amo la tua
storia)
faryedely (vi adoro <3
anche se so che un giorno d questi mi ucciderete a distanza x quanto sono rompi
xD)
) Giulia_Cullen
(sempre troppo carina con me)
e poi la mia unica e sola…
__Wrath__, mia autrice preferita !(i love you Pingu non scordarlo mai che sei
il mio mentore per quanto riguarda la scrittura!)
A tutte voi dico:
grazie di cuore, perché con i vostri commenti non solo mi fate felice, mi
incoraggiate anche a scrivere.
Spero di non deludervi, nel caso succedesse
perdonatemi cercherò di rimediare… promesso T^T
Buona lettura!
The center
of my existence
In una lista di lati positivi
dell’essere vampiri, oltre all’eternità con Jasper e al mio
dono da veggente, c’era senza dubbio la possibilità di correre a
velocità disumana.
Mi permetteva di raggiungere le mie mete immediatamente senza
nemmeno perdere tempo a controllare dove mettevo i piedi.
In quel momento, la mia destinazione era sconosciuta. Ero
guadata solo dalla scia lasciata dall’odore di un animale carnivoro.
Dopo qualche chilometro di corsa, eccomi arrivata
all’obiettivo.
Bastò meno di un secondo, durante il quale pregustai il
sapore di ciò che scorreva nel corpo del povero animale che non aveva
avuto nemmeno il tempo di accorgersi del mio attacco, e dopo aver perforato la sua gola, gustai
il sapore del sangue caldo e delizioso. Prosciugata la bestia, mi sedetti
più che soddisfatta. Era l’ennesimo animale che cacciavo quel
giorno, non era la sete ad obbligarmi, ma una necessità più
importante. Di lì a meno di ventiquattro ore avremmo affrontato i
neonati dell’esercito di Seattle che stavano avanzando verso Forks, e
Jasper diceva che più avremmo cacciato, più in forze saremmo
stati.
Chi li guidava, per
noi era ancora un mistero. Nella visione che mi aveva avvisato del loro arrivo,
era apparso un vampiro biondo, che dimostrava a malapena trent'anni. Ma eravamo
sicuri che qualcun altro lo stesse usando per non venire scoperto.
Bella era certa che si trattasse di Victoria. Beh, in effetti,
per quel poco che ci avevamo avuto a che fare Victoria non si era mai esposta
troppo. Tuttavia la stavo tenendo d’occhio e non sembrava aver niente a
che fare con i neonati.
Edward, invece, pensava ai Volturi. Nessuno di noi però
era d’accordo: nemmeno i Volturi si sarebbero esposti ad un tale rischio,
creando tutto quel putiferio a Seattle.
Ma chi altri oltre a loro conosceva bene i punti deboli delle
mie visioni? Chi altro poteva avercela con noi? Possibile che l’unico
motivo che li guidava fosse… Bella?
La cosa che più m’irritava era il non avere un
quadro preciso della situazione, a causa del coinvolgimento dei licantropi. Tutti
li consideravano un aiuto importante e anche io, ma ciò non cambiava il
fatto che la loro presenza non mi aiutava a vedere.
Di una sola cosa ero certa senza aver bisogno di visioni: il
comportamento che Jasper avrebbe avuto l’indomani. Si sarebbe fatto in quattro per
proteggermi senza preoccuparsi della sua di sicurezza. Non avevo nemmeno
tentato di dissuaderlo dal fare una simile sciocchezza, lui certo non mi
avrebbe dato retta.
Mi chiedevo la sua reazione se anch’io avessi fatto la
stessa richiesta che Bella aveva fatto ad Edward, ovvero di non partecipare al
combattimento. Sicuramente mi avrebbe risposto “Non hai nulla da
temere” oppure “ So cavarmela” o “I neonati sono meno
esperti, sarà facile” risposte che mi sembravano banali e in un certo senso ipocrite, dato che lui avrebbe fatto di tutto
per lottare al posto mio. Se i neonati erano meno esperti e ce la saremmo
cavata alla grande, perché lo vedevo dannarsi per combattere al mio
posto? Il mio assurdo Jasper...
Sospirai, pregando con tutta me stessa che la sua smania di
farmi da protettore non lo avrebbe messo nei guai. Certo, forse preoccuparmi
per lui, che aveva combattuto battaglie molto più pericolose, era una
sciocchezza,ma non potevo farne a
meno. Era pur sempre il mio compagno, la mia forza vitale. Il suo volto era
stata l’immagine alla quale mi ero aggrappata quando mi ero svegliata in un
corpo a me sconosciuto. Fin dalla mia prima visione, avevo capito che trovarlo
sarebbe diventato lo scopo della mia vita.
Ripensavo spesso a quel giorno meraviglioso in cui finalmente ci
riuscii, ogni volta analizzandolo nei minimi dettagli.
Ero in quel posto squallido di Philadelphia da ore ad
attenderlo. Chiunque avrebbe perso le speranze ma non io, certa che sarebbe
arrivato e disposta ad aspettarlo anche per sempre. Poi, finalmente,
arrivò.
il suo viso, anche se solcato dalle cicatrici era più
bello che nelle mie visioni. Quando posò lo sguardo su di me vidi i suoi
occhi, così diversi da i miei, riempirsi di curiosità.
«Mi hai fatto
aspettare parecchio! » cantilenai in preda alla gioia mentre mi
avvicinavo.
«Scusi
signorina» farfugliò confuso.
Anche sua voce era magnifica.
Gli porsi la mano ed ogni incertezza svanì
nell’istante in cui la prese senza fare domande.
E poi, come se tutto questo non fosse bastato a rendermi la
creatura più felice del cosmo, mi aveva dichiarato il suo amore, facendo
cessare ogni paura che avessi di perderlo.
Persa tra i ricordi
del giorno più bello della mai vita, mi accorsi che qualcuno si stava
avvicinando. Mi alzai in piedi senza voltarmi. Sapevo chi era costui e che
intenzioni avesse. Sorrisi ed un istante dopo, fui afferrata per le spalle, ma
sfuggii alla presa facilmente e lo buttai a terra, ma nel farlo mi
trascinò con se.
«Non male
davvero» commentò Jasper sghignazzando. Diedi un breve sguardo ai
suoi occhi. Erano castano dorati, il che significava che anche la sua battuta
era andata benone.
«Volevi
mettere alla prova la prontezza dei miei riflessi? ».
«Che i tuoi rifletti siano prontissimi non è un mistero»
rispose «Ma
non immaginavo che saresti stata così rapida a mettermi ko».
«Lo vedi che
mi sottovaluti sempre? » ribattei con tono acido mentre
alzandomi lo aiutai a rimettersi in piedi.
«Lo sai che
non è vero» disse accarezzandomi una guancia
«Sono solo invidioso. Sei molto più brava di me».
Quella frase mi fece ridere e non poco. Jasper Whitlock, uno dei
vampiri più forti che avevo mai conosciuto, che era sopravvissuto a
mille tentativi di uccisione, si riteneva meno bravo di me a combattere? Una
barzelletta…
«Molto diverte»
commentai tra le risate.
« Beh tu sai
mantenere la concentrazione» disse avvicinandosi con fare accattivante «Mentre io la perdo spesso se mi sei vicina».
«Ti dovrei
stare lontana, allora? » dissi scherzando, ma lui mi lanciò una strana
occhiata ammonitrice.
«Uhm» mugugnai,
mentre gli mettevo le braccia al collo «Forse è vero che so
mantenere la concentrazione meglio di come faccia tu…ma
ci sono mille altre cose in cui sei molto bravo» dissi catturando le sue
labbra perfette con le mie. Fu un bacio leggero, ma bastò a farmi
provare tante di quelle emozioni da riempirmi il cuore, la mente e il corpo di
una gioia che mi sbigottiva.
« Si»
sussurrò non appena gli diedi la possibilità di parlare «In
questo me la cavo a quanto pare».
«Benissimo»
confermai stringendomi a lui.
Quanto tempo che non
lo facevo…
M’intristii. Lui naturalmente lo capì e mi
guardò apprensivo.
«Lo so. Mi sei
mancata anche tu» disse come se mi avesse letto nella mente. Jasper non
era Edward, semplicemente mi conosceva a fondo tanto che con lui non
c’era quasi mai bisogno di parole. Interpretava i miei pensieri anche con
una sola occhiata.
«Non vedo
l’ora che sia dopodomani» mormorai
pensando a come avevamo passato i tre giorni precedenti.
Eravamo troppo presi dalla battaglia, Jasper cercava di
addestrare ancora meglio la famiglia ed i nostri alleati, io cercavo di vedere
al di la della presenza dei licantropi, col risultato
che non eravamo rimasti soli un momento, che avevamo parlato pochissimo e solo
del combattimento.
«A chi lo dici» disse lui ancora più malinconico « Quando mi hai portato da i Cullen pensavo di aver chiuso con neonati, battaglie e
addestramenti. Invece eccomi di nuovo costretto a dover
distruggere dei vampiri e, cosa peggiore, ad ignorare la mia donna».
Sapevo quant’era difficile per
lui ripetere un esperienza che gli ricordasse la sua
vecchia vita, dalla quale si era staccato senza rimpianti ma con grande sforzo.
Però non mi era parso che gli fosse pesato così
tanto fare questo piccolo tuffo nel passato, o forse non voleva farmelo
notare. Jasper aveva la cattiva abitudine di non volermi raccontare alcuni dei
suoi problemi pensando che lo stare ad ascoltarlo potesse
pesarmi in qualche modo. Ma sfortunatamente per lui io lo conoscevo troppo bene
e me ne accorgevo se c’era un qualche
cambiamento di umore per lui, ed anche se restavo in silenzio bastava un
piccolo gesto a fargli capire che gli ero vicina e pronta a dargli una mano.
Decideva lui quando e come confidarmi cosa c’era che non andava. Era per
questo che mi amava così tanto, perché
io, nonostante fossi una gran chiacchierona non lo forzavo mai a parlare
sapendo quant’era taciturno.
«E’ per una buona causa»
gli rammentai «Stiamo
proteggendo Bella».
«Lo so
altrimenti non esporrei nessuno di voi ad un rischio
simile».
Alzai gli occhi al cielo «Non eri tu ad assicurare che i
neonati non sanno come combattere, che essere
combattenti più esperti ci avvantaggia tantissimo, e che la
collaborazione dei licantropi ci sarà di grande aiuto? » ripetei
le esatte parole che aveva detto a Bella per non spaventarla.
«Si»
ammise «Ma è pur
sempre un rischio a cui preferirei non esporti».
«Non ci sono
altre scelte» tagliai corto «Dobbiamo proteggere Bella e tutta
Forks, quindi combatteremo».
Annuì, probabilmente per non farmi irritare, ma leggevo
nella sua espressione il suo disaccordo. Mi guardai
intorno e non vedevo nessuno nei paraggi, mi accorsi solo allora di quanto mi
ero allontanata.
«Dove sono gli altri? » domandai non scrutando nessuno.
« Un po lontani» rispose «Ero con loro, ma poi non ti ho vista e ti sono venuto a cercare».
«Hai fatto
bene, così siamo rimasti soli soletti almeno
un pochino» dissi
con tono dolce, sperando di allentare un pochino la tensione,
l’ultima cosa di cui avevo bisogno era una litigata con lui. Non
sembrò funzionare (come mi dispiaceva in quel momento non essere io a
poter controllare il clima emotivo), ma per non
ferirmi si sforzò di sorridere.
«Ci incamminiamo?
»
chiesi.
«No» disse
sghignazzando mentre mi prendeva per mano e mi faceva
aggrappare a lui «Tu non
cammini. Oggi ti faccio da mezzo di trasporto».
Risi mente gli strinsi le braccia
intorno al collo più forte di prima e legai saldamente le gambe attorno
alla sua vita.
«Gli altri hanno
finito? »
domandai.
«Lo chiedi a
me? »
disse per risposta sorridendo.
Diedi una sbirciatina nel futuro. A quanto pareva mancavano una
quindicina di minuti prima che finissero.
«No» mi auto-risposi «Almeno questo riesco
a vederlo chiaramente».
Jasper notò il mio tono amaro «Nessuna nuova visione sulla lotta?
».
Feci cenno di no «Odio questa parte della
collaborazione con quei cani» mi lagnai.
«E’ una cosa da accettare, il loro aiuto è
indispensabile».
«Gia,
perché saremo quindici contro diciannove»
.
«Non è
una cosa da poco» commentò « I neonati sono meno
esperti si…ma pur sempre più numerosi. E
visto che Edward non può combattere, dei licantropi proprio non si
può fare a meno».
«C'e
l’hai un con lui? » chiesi.
Io ero stata comprensiva con Edward per amore di Bella, ma
chissà com’era stato difficile convincere Jasper, era molto
più razionale e risoluto di noi.
«Assolutamente
no» dichiarò, ed ero certa fosse sincero.
La cosa mi stupiva. Lo guardai con espressione meravigliata attendendo una
spiegazione.
«Edward ha
usato argomenti legittimi » disse brevemente.
Continuavo a non capirlo, e soprattutto mi sfuggiva il perché di tanta remissività da parte di
Jasper nel parlarne.
«Perché non vuoi raccontarmelo? ».
«Non
c’è niente che tu non sappia» rispose accennando ad un
sorriso.
«Non ci credo»
borbottai mettendo il broncio «Non vuoi dirmelo».
Mi lanciò un occhiata incerta «Non è questo…solo
che…» continuai a guardarlo di sottecchi e sospirò «Te lo dirò, oppure
corromperai Edward per saperlo».
«Senza dubbio»
confermai. Sciolsi la presa attorno al suo bacino e dal collo e mi posizionai in piedi accanto a lui
Conosceva anche i miei di metodi persuasivi ed allora
iniziò a raccontare «All’inizio sono rimasto
sorpreso e anche un po’ seccato dalla sua decisione. Anche
lui sapeva che la preoccupazione di Bella era superflua, ma si ostinava a
volerla accontentare. Stavo iniziando a chiedergli di farmi parlare con lei per
convincerla che la sua paura era inutile, quando Edward mi ha chiesto “te
la sentiresti di abbandonare Alice se ti implorasse di
non separarvi? E’ quasi impazzita l’ultima volta che siamo stati
lontani”. Ho capito il suo punto di vista, forse non lo condividevo a
pieno, ma non riuscii a dire più nulla. Vuole proteggere
la salute mentale di Bella, così come io voglio proteggere te.
Gli ho fatto un cenno d’assenso e mi ha ringraziato. L’ho fatto
anche per te. Tu vuoi bene a Bella e vuoi che niente
la turbi. Se non mi avesse convinto Edward
l’avresti fatto tu».
«Quindi il motivo principale sono io» mormorai.
«In sostanza
si» concluse.
Sapevo che raramente Jasper si faceva convinto di qualcosa,
testardo com’era. L’unica in grado di tenergli testa, fino a un certo punto, ero io, il che non era un impresa facile.
«Ti faccio
proprio un brutto effetto» commentai.
«L’amore
cambia il modo di vedere ogni cosa» rispose sorridendo
«Non potevo fare
diversamente. Forse se non ci fossero stati i licantropi
sarebbe stato più complicato acconsentire ma l’avrei fatto
comunque».
«Hai fatto la
scelta giusta. Andrà tutto bene, nonostante non riesco ad avere una
visione perfetta, credo proprio che grazie al tuo addestramento ce la caveremo
alla grande».
Annuì mentre continuavamo a
camminare. Restammo in silenzio per un bel po’, ad un certo punto notai
che Jasper era assorto in chissà quali pensieri.
«Tesoro che
c'è? » domandai preoccupata.
«Nulla piccola»
rispose prontamente.
Mi stava irritando. Beh non era un tipo logorroico,
ma normalmente non dovevo fare grandi sforzi per farlo rispondere a qualche
domanda.
«Certo» bonfochiai.
«Prometti di
non aggredirmi» intimò.
«Lo
farò se non parlerai».
Prese un bel respiro «Come avresti
reagito se ti avessi chiesto la stessa cosa la stessa cosa? » mi disse
ad un tratto, sorprendendomi non poco.
Mi fermai e lo
guardai chiedendomi se fosse impazzito. Avevamo parlato di svantaggio numerico
due minuti prima ed adesso che discorsi si metteva a
fare?
«E’
così assurdo? » chiese senza capire la mia meraviglia.
Si rendeva minimamente conto di quello che diceva?
«E’
ridicolo» ribattei.
«Cosa? » chiese con espressione seria.
«Parecchie
cose» sbottai «La tua
richiesta…».
«Io non ti ho
chiesto nulla, se non la tua reazione ad una proposta del genere»
precisò.
Continuai l’elenco come se non ci fossero state
interruzioni «il
solo pensare di farla, e l’idea anche lontana che ti fa credere che io ti
lascerei combattere da solo».
«Proprio tu
non dovresti dirlo, dato che quando mi hai implorato
di non seguirti in Italia, nonostante mi facesse letteralmente morire
l’idea di starti lontano in quel momento, ho accettato»
commentò con un tono molto duro e arrabbiato. Sapevo che avevo rischiato
davvero di farlo impazzire dal dolore.
«Non avevo
altra scelta, e non potevo prevedere che ci sarebbe finita bene. Se ci fosse
stata una minima speranza, forse ti avrei detto di raggiungermi» dovetti
mentire, nemmeno in quel caso l’avrei messo in pericolo
« Questa volta
è diverso. Primo –e questo lo sai anche tu- perché non ci
sono alternative. Secondo perché voglio combattere al
tuo fianco. Se dobbiamo rischiare, lo faremo
insieme e non voglio sentire ragioni. Mettiti nei miei panni» dissi
ripensando all’idea che mi era passata per la testa prima che lui venisse
a cercarmi «Tu mi scoppieresti a ridermi in
faccia se solo provassi a chiedertelo».
Mi accorsi di aver
usato un tono più duro di quanto volessi.
Rimase in silenzio qualche minuto «Non ho mai preso seriamente in
considerazione l’idea
di chiedertelo. Sapevo come avresti reagito» sbuffò e li capii di
avere esagerato.
Si allontanò da me di qualche passo e lo lasciai fare. Rimasi
lì immobile, col cuore in gola e una stranissima sensazione di afflizione.
Jasper avvertì ciò che provavo e, tornato
indietro, mi si avvicinò lentamente, incerto «Scusami» mormorò
dispiaciuto «Non era mia
intenzione trattarti male. Lo sai che quando si tratta di te e della tua
sicurezza non riesco ad essere razionale ed inizio a dire cose senso. E’
chiaro che ciò non giustifica il mio comportamento ed il fatto che ti ho ferito».
Jasper che non riesce ad essere
razionale…quella era una novità.
Dentro di me sapevo che c’era un motivo se mi ero
arrabbiata tanto. Non avevo tanti punti deboli ma uno
di questi era proprio Jasper e la sua capacità di influenzarmi. E se
avesse insistito troppo con quella richiesta avrebbe
iniziato a far vacillare le mie certezze, cosa che di certo non potevo
permettermi.
Ero ancora un po’ offesa, ma vedevo la sua sofferenza ed
il suo sincero pentimento e con gli occhi bassi dissi «Un po’ è colpa mia.
Dovevo aspettarmi una richiesta del genere, perché domani sono sicura che ti farai in quattro per essere dappertutto e
combattere al posto mio, ma speravo davvero tu non lo arrivassi a propormelo».
Mi avvicinai e presi le sue mani «Hai ragione, ho rischiato di
morire, mentre tu eri non c’eri, ed anche per me è stato
difficile starti lontana, perchè
ti avevo promesso che non ci saremmo separati mai, mi dispiace di non
aver mantenuto la parola data e non voglio si ripeta mai più. E’ per questo che voglio rimanere accanto a te.
Dobbiamo combattere insieme,è l’unico
modo per vincere».
«Hai ragione
tu» concordò «Solo
se staremo sempre vicini nel bene o nel male potrò proteggerti adeguatamente».
Sospirai scuotendo la testa per quell’ultima
frase. Su quel punto proprio non si discuteva. Sorridemmo entrambi «Mi perdoni? » chiese
speranzoso.
«Quanto sei stupido» dissi buttandomi tra le sue braccia.
Anche se non avesse avuto quell’espressione
mesta e quel tono implorante la mia risposta sarebbe
stata una soltanto. Mai e poi mai avrei potuto non perdonare Jasper.
«Dopo aver
sconfitto i neonati sarai a mia completa e totale disposizione. Ti starò
così appiccicata che non avrai nemmeno il tempo di respirare»
dissi in tono semi-minaccioso.
«Tutto
ciò che vuoi».
«Non era un
eufemismo» lo avvisai « Avremo anche un matrimonio
da organizzare».
«Non ho paura»
ridacchiò «Mi meritavo
una punizione ed invece mi stai dando un premio per
come ti ho trattato».
«Adesso non
esagerare» lo ammonii, non volendo che ne facesse un dramma.
«Anche ammesso che tu mi perdoni, io non lo farò. Ti ho trattato male ». Mi aspettavo un discorso del
genere da lui.
Presi il suo volto tra le mani «Ti perdono Jasper solo se la
pianti. Hai solo pensato di fare una richiesta, io ti ho aggredito e tu ti sei
difeso, nulla di così terribile da farti andare in paranoia. Ti voglio lucido per la
battaglia e soprattutto voglio
dimenticare questa scaramuccia immediatamente. Mi aiuterai? ».
La sua espressione dispiaciuta sfociò in un sorrido. Non ebbi bisogno di una risposta.
« Ti amo»
sussurrò dolcemente cullandomi tra le sue braccia.
« Sei il
centro della mia esistenza » risposi io emozionata da quelle parole che
potevano risultare banali, ma per me significavano
tutto, perché conoscevo alla perfezione la purezza dei sentimenti di chi
le pronunciava.
Più il tempo passava più la
minaccia si avvicinava.
Ma non avevo paura,
perché in quel momento, tra quelle braccia, ebbi la certezza assoluta
che ce l’avremmo fatta.
Avremmo lottato a fianco a fianco, e con Jasper vicino ero sicura che niente sarebbe potuto andare storto.
Piaciuta?
Spero di si… ho inscenato questo piccolo screzio
tra i due perché sappiamo quant’è
testarda Alice e ad una proposta come quella di Jasper non avrebbe reagito diversamente
(o almeno io la penso così)
Kiss! MaRtA HaLe