Fanfic su artisti musicali > Josh Groban
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Autore: EffieSamadhi    13/09/2010    0 recensioni
Ha ventinove anni, un bel sorriso e una personalità dirompente. Ha una voce che incanta, adora gli animali di peluche e ogni minuto della sua vita è pianificato dal suo manager. Ma Josh ha voglia di scoprire che cosa c'è oltre l'orizzonte, ha voglia di uscire dallo schema. Gli basta prendere un aereo, e tutto cambia. ***I personaggi di questa ff non mi appartengono (se Josh Groban mi appartenesse sarei qui? XD) e la storia non è scritta a scopo di lucro.***
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.

“Ci vorranno un paio di giorni per tinteggiare il salotto” mi avverte Grace.

“Ok, non c’è problema. Tanto Brian vuole rinchiudermi in studio per lavorare al nuovo album, e credo tornerò a casa soltanto per dormire. Hai le chiavi, fai come se fossi a casa tua.”

Sento il suo sguardo addosso, mentre rovisto tra i miei appunti. “Come sta tuo padre?”

“Male. Molto male. Però riesce a stupirmi, come al solito.”

“A… stupirti?”

“Sai, è buffo come vanno le cose, a volte. Credi di conoscere qualcuno, credi di sapere ogni cosa, e invece quella persona riesce a sorprenderti. Pensavo di sapere tutto di mio padre. Pensavo di conoscere ogni lato del suo carattere, e invece… è ancora più straordinario di quanto pensassi.”

 

***

 

Humberto e io siamo rinchiusi in studio dalle otto di questa mattina, e ancora non abbiamo concluso nulla. Fare musica può sembrare facile, ma in realtà la mole di lavoro che c’è dietro un album è immensa. Stiamo discutendo degli arrangiamenti da effettuare per ‘My Soul’s Mirror’, quando Brian mi dà una pacca fraterna sulla spalla, suggerendomi una pausa.

La mia pausa consiste nel rileggere il testo de ‘La Voce Del Silenzio’, cercando di memorizzare la pronuncia corretta di ogni parola. Ci tengo a fare bene il mio lavoro, nonostante tutto. Brian mi raggiunge e si siede di fronte a me. Lo guardo con sospetto al di sopra degli occhiali. Quando mi guarda così, di solito sta per chiedermi un favore. Oppure sta per farmi una ramanzina. Non so quale ipotesi sia la migliore.

“Josh, ascolta…”

Ti prego, Brian, non sgridarmi. Qualunque cosa io abbia fatto, anche se non so di che si tratti, prometto che non lo farò più.”

“Dio mio, sono così tremendo?”

“A volte anche peggio” borbotto, riportando gli occhi sul testo della canzone.

“Dai, ascoltami” riprende, togliendomi di mano i fogli.

“Che c’è?” chiedo, stanco. Non sono mai stato così stanco in vita mia.

“Beh, ecco… io mi rendo conto di essere un pochino eccessivo, a volte…”

“Solo a volte?”

“Dai, non scherzare. Sto facendo un discorso serio. So di esagerare, a volte, ma spero sia chiaro che lo faccio nel tuo interesse. Io lavoro per te, e tutto quello che faccio va a tuo vantaggio.”

“Lo so, Brian. E tu sai che apprezzo il tuo lavoro.”

“E io ti ringrazio. Comunque, sono umano anch’io. Sono umano e, come te, anche io ho una famiglia. Più o meno. Beh, quello che sto cercando di dire è che so cosa vuol dire trovarsi davanti a cose come la malattia e… beh, la morte.”

Lo fisso senza capire, ma lo lascio proseguire.

“Insomma, ho perso mia madre, quindici anni fa, ed è stato tremendo. Quindi… insomma, ti capisco, se in questo momento il lavoro è il tuo ultimo pensiero. Se… se non te la senti di portare avanti il progetto adesso, possiamo far slittare tutto di due, tre, sei mesi… finché le cose non andranno meglio.”

Non sono sicuro che questa conversazione stia davvero avendo luogo.

“Brian Avnet, tu mi stai dicendo che saresti disposto a ritardare di sei mesi l’uscita di un disco praticamente già venduto? Il tutto perché mio padre sta male?”

Sorride. “Te l’ho detto, sono umano anch’io. E comunque i pezzi grossi sono d’accordo. Nel caso, mi preoccuperei più delle tue fan. Potrebbero organizzare una rivolta. Ma ripeto, la tua famiglia e la tua serenità vengono prima di tutto.”

Abbasso gli occhi sul tavolo, riflettendo su ciò che Brian mi sta proponendo. Continuare a lavorare, oppure prendermi una pausa, aspettando che il destino di mio padre si compia.

Riporto gli occhi su Brian, sorridendo. In quel momento anche lui si rende conto che la scelta possibile è solamente una.

   
 
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