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Autore: Hi Fis    13/09/2010    3 recensioni
Questa raccolta continua a raccontare le avventure di Hayat Shepard, la dove Heroes si era interrotta. La narrazione riprende dalla distruzione della base dei Collettori e traccia un possibile prologo per Mass Effect 3, appoggiandosi ad elementi del gioco.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Sono Tornato! E assieme a me, anche Hayat Shepard di cui questa raccolta narra il prosieguo delle avventure.
Ai lettori che già conoscono "Heroes" do il bentornato, mentre invece a coloro che non hanno mai letto le mie precedenti raccolte su Mass Effect, do il benvenuto.
Per poter godere a fondo di questa raccolta, consiglio di leggere prima "Heroes", proprio poichè "Ronin" riprende da essa la sua narrazione e molti elementi vengono dati per scontati, come ad esempio i rapporti con l'equipaggio.
Avviso inoltre che iniziando dalla fine del gioco, ci saranno inevitabilmente molti spoiler!

Come sempre la post- fazione conterrà qualche commento per spiegare meglio alcune invenzioni narrative che potrebbero magari risultare poco chiare nel testo.
Detto questo, vi lascio a questo primo capitolo, sperando che vi possa piacere almeno quanto mi ha divertito scriverlo. ;)
Buona lettura.



  
“Avanti.”

La porta si aprì con un sospiro, permettendo a Garrus di entrare nella cabina del Comandante: non era la prima volta che entrava nelle stanze di Shepard, ma era sempre stato in circostanze molto diverse. L’ultima volta era stato prima di entrare nel portale di Omega 4, quando assieme a Tali avevano scambiato un brindisi di buona fortuna.
Allora non immaginavano cosa li aspettasse.
 
“L’ignoranza può essere una benedizione” aveva commentato Shepard quando avevano visionato i dati estratti dalla base dei Collettori, e Garrus avrebbe trovato quella frase maledettamente calzante.
 
La cabina era affollata, erano stati tutti convocati lì. Perfino Joker, che raramente lasciava il suo posto di pilota, aveva ceduto la guida della Normandy a IDA per rispondere alla chiamata.
Era anche l’unico del gruppo a essere seduto: tutti gli altri erano in piedi, ad aspettare che Shepard spiegasse il motivo della loro riunione.
Nella stanza aleggiava odore di caffè stantio e aria viziata.
 
Era passata una settimana dalla distruzione della base dei collettori. Una settimana in cui avevano rappezzato la Normandy meglio che potevano, mentre facevano rotta verso il portale galattico più vicino.
Il portale di Omega 4 si era rivelato una strada a senso unico: una volta arrivati, non ce n’era un altro per il ritorno. Non sapevano se i collettori avessero un qualche altro metodo per compiere le loro sortite, ma dalle mappe estratte dalla loro base, avevano scoperto che esisteva un portale galattico sconosciuto al consiglio a solo due settimane di viaggio alla massima velocità, quasi il limite dell’autonomia della Normandy.
L’unica cosa che restava loro da fare era tornare a casa.
 
Avrebbero voluto continuare a festeggiare tutti assieme quella loro miracolosa vittoria, quell’impresa impossibile che avevano compiuto, ma dopo le prime celebrazioni, Shepard si era chiusa nella sua cabina, rifiutandosi di uscire e di parlare con chiunque, gettando nello sgomento il suo equipaggio.
Poi era arrivata quella chiamata improvvisa.
La prima cosa che Garrus notò era la mancanza del letto: era stato schiodato dal pavimento e adagiato alla parete, per fare spazio a un’interfaccia olografica che occupava tutta la metà della stanza. Sparsi sul pavimento, una dozzina di datapad erano connessi all’interfaccia.
Shepard dava la schiena al gruppo, appoggiata alla parete della cabina.
“Ci siamo tutti?” chiese lo Spettro. C’era qualcosa nella sua voce che non suonava correttamente.
Fu Samara a rispondere:
“Siamo tutti qui, Comandante.”
“Ehi Comandante, si può sapere cosa sta succedendo? Quando mi hai chiamato nella tua cabina, credevo volessi divertirti un po’, ma non credevo sarebbe stata una cosa di gruppo.”.
 
A sentire la voce di Joker, Shepard si staccò dal muro e si voltò.
“Kelaah!” esclamò Tali e tutti furono d’accordo con lei.
La prima cosa che Garrus notò furono le guance scavate. Sembrava che non mangiasse da giorni. Le borse sotto gli occhi, le pupille iniettate di sangue, tutto testimoniava uno stato di veglia continuata e una prostrazione fisica al limite della capacità di sopportazione. Perfino gli impianti di Cerberus, a malapena visibili sotto la sua pelle, sembravano esauriti: non emettevano più alcun tipo di luminescenza.
Nessuno l’aveva mai vista ridotta così: nessuna delle battaglie che avevano combattuto l’aveva lasciata così prostrata.
Shepard era la loro Guerriera, il loro capo, la più forte combattente a bordo e il motivo ultimo dell’esistenza di molti di loro. La donna che vedevano davanti a loro ne era solo l’ombra.
“Co.. Comandante ti senti bene?” Joker espresse a voce alta quello che tutti stavano pensando.
Shepard ci mise un poco per metterlo a fuoco, come se non lo riconoscesse o lo stesse guardando da molto lontano.
“No, Joker. Non sto bene per niente.” Aveva una voce arrocchita, come se fossero molti giorni che non si dissetasse a dovere; una supposizione che probabilmente si avvicinava alla verità, a giudicare dalle labbra screpolate e spaccate.
Non bisognava essere Mordin per capire quanto potesse cedere da un momento all’altro:
“Sintomi da stress, disidratazione. Insonnia. Fisico molto debilitato. Necessario trattamento medico immediato.” Esalò il salarian tutto d’un fiato.
Shepard sorrise, un’espressione che tirò ancora di più il suo viso scavato.
 
A Garrus vennero in mente molte cose orribili mentre la guardava e avevano tutte a che fare con ostaggi torturati dai loro carnefici.
Non riusciva nemmeno a fare un passo, a ridurre la distanza fra loro: il terrore lo teneva inchiodato là, dove si trovava. Lo sguardo di Shepard vagò nella stanza, fino a quando non incontrò quello del turian:
“Garrus, ho una faccia così terribile?” disse, tendendo faticosamente una mano verso di lui.
 
Prima ancora di rendersene conto, il suo corpo aveva agito. Incurante di chi fosse loro attorno, attraversò la stanza e l’abbracciò, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse dimagrita: gli sembrò di stringere un sacco di ossa.
“Garrus…?” Chiese sorpresa Shepard dal rifugio del suo abbraccio.
“Sei….” Cominciò il turian. Cosa avrebbe potuto dire? Una sciocca per essersi ridotta in quel modo? Qualsiasi parola che gli veniva alla mente, sarebbe stata inadeguata. Garrus sentì la colpa, che gli scavava nel petto: cosa aveva fatto lui, mentre Shepard si riduceva in quello stato? Aveva passato tutta la settimana a occuparsi della Normandy, senza badare a Shepard, sua Comandante, ma soprattutto la sua migliore amica.
Certo, aveva bussato più volte alla sua porta, come tutti gli altri membri dell’equipaggio durante quella settimana, ma quando EDI gli aveva detto di tornare al suo posto, aveva obbedito. Non aveva insistito.  
Come aveva fatto a essere così stupido?
Come aveva potuto permetterle di farsi carico di qualunque cosa l’avesse ridotta così, lasciandola sola?
 
“…bellissima.” Disse infine.
Shepard alzò una mano al suo volto.
“Non pensavo fossi un simile frignone.”
Stava piangendo? Garrus non se ne era reso conto.
Shepard si lasciò cullare da quell’abbraccio: ne aveva bisogno. Tornare dalla morte l’aveva resa fragile: ora più che mai aveva bisogno di qualcuno che la sostenesse e Garrus, insieme a Tali, aveva preso volentieri quell’impegno.
Tutti a bordo sapevano che il turian e il loro comandante erano amici di vecchia data, ma assistere così a quel gesto di affetto fu come violare la loro intimità: tutti, tranne Legione, provarono un improvviso interesse per il mobilio della stanza.
 
“Forza, soldato. Dammi una mano a sedermi.” Garrus la accompagnò al divano e Joker fece spazio per farla sedere: Shepard si lasciò cadere sul divano di peso, con una smorfia di puro piacere.
“Non temete, non vi ho convocato solo per assistere a questa pietosa scenetta” disse, non appena si fu seduta: sembrava invecchiata, come se le si fossero posati venti anni sulle spalle, in una sola settimana.
“C’è qualcosa di molto importante che devo mostrarvi.”
Shepard si mise a tossire, e qualcuno, forse Jacob, portò un bicchiere d’acqua dalla toilette.
“Grazie.”
Quando il bicchiere fu vuoto, Shepard continuò:
“Osservate attentamente. IDA, fai partire la simulazione.”
“Certo, Comandante.”
Le luci nella stanza si ridussero, mentre il pannello olografico al posto del letto prendeva vita.
Riprodusse fedelmente la Via Lattea, in una replica perfetta della mappa di navigazione:
“Dai dati estratti dalla base dei collettori prima che fosse distrutta, io, il comandante Shepard e Legione siamo riusciti a ricostruire il numero di forze dei Razziatori. Basandoci su questi dati, il numero di navi, con una potenza simile a quella della Sovereign, è il seguente.”.
Il numero comparve sopra la Via Lattea. A quella vista, il silenzio divenne assoluto.
 
“Stiamo scherzando vero?” Forse Joker era il più abile pilota in circolazione, ma la sua lingua precedeva di molto il suo buon senso.
“Temo di no, Jeff.” Rispose IDA.
“Andiamo, deve esserci un errore: com’è possibile che siano così tanti?”
Legione si staccò dell’acquario, al quale era rimasto appoggiato fino a quel momento:
Il numero di navi è stato dedotto dai registri dei collegamenti fatti dalla base dei Collettori con le Antiche Macchine. Non è inesatto affermare che la stima potrebbe essere stata fatta per difetto.”.
“Quindi potrebbero essere molti di più.” Tradusse Shepard, tenendosi la fronte con le mani e mantenendo lo sguardo sul pavimento. Aveva avuto bisogno di sedersi per cinque minuti quando quel numero le era comparso di fronte la prima volta. Quelle sette cifre popolavano i suoi incubi quando dormiva e la sua mente quando era sveglia:
 
Sette milioni, quattrocento cinque mila e novecento ventisei navi: ovvero 7’405'926 Razziatori.
 
Esatto, Shepard Comandante.
Nel silenzio che seguì, nessuno fece una domanda. O si rifiutavano di crederci, oppure erano più coraggiosi di quanto Shepard pensasse: in entrambi i casi, non era ancora finita.
“Continua pure, Legione.”
Una volta ottenuto questi dati, Shepard Comandante ha richiesto che fosse formulata una simulazione del possibile scenario futuro.
IDA prese parola, mentre Legione tornava a posizionarsi vicino all’acquario.
“A due anni standard da ora, la flotta dei Razziatori raggiungerà la Via Lattea. Possiamo immaginare che il loro primo obiettivo sarà la Cittadella, per assumere il controllo dei portali e impedire qualsiasi comunicazione. Verosimilmente, la loro rotta sarà questa.”.
Mentre parlava, il braccio della Via Lattea che ospitava i sistemi controllati dagli Umani, dai Krogan e dai Turian fu ingrandito.
“Supponendo che non prendano prigionieri e le forze al comando del Consiglio non varino durante il periodo, il numero delle vittime sarà il seguente.”
Un nuovo numero andò a sostituire quello precedente, mentre le miniature dei pianeti sulla rotta indicata scomparivano in cenere olografica.
Non era necessario conoscere la matematica per rendersi conto di quanto fosse più grande del precedente. Molto più grande.
 
“MERDA!”
Shepard non dovette alzare lo sguardo per riconoscere la voce di Jack.
Il Comandante ricordò di aver pensato la stessa cosa.
IDA continuò, incurante dell’interruzione:
“Una volta ottenuto il controllo della Cittadella e quindi dei portali, sarà solo questione di tempo prima che ogni forma di vita senziente nella galassia scompaia.”
IDA era una macchina, ma era anche una IA. Mentre lo diceva, Shepard si accorse che c’era paura nella sua voce.
“Quanto è attendibile questa simulazione?” chiese Tali.
Abbiamo elaborato questa simulazione basandoci su ogni dato disponibile, creatrice Tali’Zorah. È affidabile oltre il 92.8%”
“Credo che tu debba spiegarlo meglio, Legione. Chi ha elaborato questa simulazione?” disse Shepard.
“Tutti noi abbiamo contribuito.”
“Con noi non intenderai…?”
“Esatto, Tali, l’intera nazione dei Geth.”
 
L’inevitabilità della loro morte pesava su tutti loro. Dodici guerrieri, ognuno esperto di centinaia di battaglie, sentirono veramente e per la prima volta, quanto la loro vita potesse essere effimera di fronte ai numeri dei loro avversari.
 
Shepard si alzò in piedi, andando di nuovo ad appoggiarsi alla parete della cabina.
Era fresca.
“Merda, Merda, Merda!” il rumore dei vetri infranti da Jack non la raggiunse. L’acqua delle vasche, uno dei tanti lussi inutili che Cerberus aveva fatto installare a bordo, finì per metà sul pavimento, prima che un campo di forza attivato da IDA impedisse al resto di uscire.
“Controllati, bambina.” La voce calma di Samara richiamò all’ordine la psicopatica. Fu un’azione compiuta di riflesso: perfino la voce della Justicar era svuotata di ogni emozione.
Tuttavia, fu talmente inaspettato che per un momento Jack si azzittì. Poi tutto il furore che la biotica portava sempre con sé, fuoriuscì come vulcano:
“Cosa? CALMATI? Non sai dire niente di meglio, brutta strega? Merda! Fottiamo i collettori solo per scoprire di essere già condannati a morte? Abbiamo fatto saltare in aria i loro culi per niente? E ora scopriamo di avere poco più da vivere di questo rospo?”.
Lo schiaffo la colse al volo. Tutti sapevano che Thane era malato e gli restava poco tempo da vivere. Fu così rapido che nessuno lo vide caricare il colpo.
Jack si ritrovò sbalzata in aria, e atterrò malamente di schiena sul pavimento: i drell erano più forti di quanto la loro muscolatura facesse pensare.
Shepard si voltò per guardare la scena, pronta a intervenire se le cose fossero degenerate.
Il più sorpreso di tutti era Thane. Si guardò la mano, incapace di credere al fatto di aver ceduto all’ira così facilmente. Poi fissò lo sguardo su Jack, incredula anche lei, che si teneva la guancia schiaffeggiata.
 
Thane si chinò su un ginocchio, muovendosi come in sogno.
“Perdonami.” Disse, offrendole la mano: Jack la afferrò, facendosi tirare su. Shepard si chiese se Grunt sarebbe stato in grado di trattenere Jack se fosse esplosa.
La biotica si massaggiò la guancia, la fronte corrugata mentre fissava Thane: Shepard l’aveva vista coi propri occhi aprire in due un YMIR a mani nude, utilizzando solo pugni caricati con poteri biotici. Dubitava che i drell fossero più robusti.
 
“Se lo rifai, sei morto.” Sibilò Jack alla fine.
Thane chinò il capo, esibendosi in una specie d’inchino:
“Non accadrà mai più, hati.”
“Come mi hai chiamata?”
Hati, forse un giorno ti spiegherò cosa significa.”
 
Joker ruppe il momento magico:
“Ok comandante, adesso che sappiamo che siamo tutti fottuti, cosa pensiamo di fare?” Ancora una volta, Shepard si chiese se avrebbe dovuto strangolare Joker o benedirlo per il suo senso dell’umorismo.
Shepard si appoggiò alla parete osservando il suo equipaggio, consapevole che tutti la stavano guardando.
“Ma noi non siamo fottuti, Joker.” Shepard disse quella frase staccando bene le parole: voleva inculcare il loro significato nella testa di ogni membro del suo equipaggio.
“A no? Perdonami, ma credevo che la morale della storia fosse che ci restano poco più di due anni da vivere.”.
“Credi che abbia passato un’intera settimana chiusa in cabina solo per elaborare la nostra condanna a morte? Indubbiamente i Razziatori ci prenderanno con le braghe calate, se il Consiglio rimarrà inattivo. Se non prendiamo subito qualche provvedimento, tanto vale cominciare a scavare nella terra lo spazio per le nostre tombe.”.
Un’improvvisa corrente d’aria scosse la stanza, il che era assurdo considerando che erano nello spazio, dentro la cabina di una nave.
“Ho intenzione di convincere i Consiglieri che è tempo di intervenire. Che se rimarranno ancora increduli alle prove che gli porterò, allora sono inutili e devono essere rimossi, e rimpiazzati da qualcuno che abbia davvero a cuore la sorte della Galassia.”.
Shepard era coperta dalla testa ai piedi da energia oscura, che la illuminava come una torcia: il familiare colore azzurro elettrico si spandeva da ogni centimetro della sua pelle, rizzando i capelli degli altri umani nella stanza.
“Intendi dire che vuoi uccidere i Consiglieri?” Era stato Garrus a domandare.
L’energia oscura si disperse, lasciando Shepard ancora più stanca di quanto già non fosse. Tuttavia, la donna non indietreggiò.
Fissando uno per volta tutti i membri del suo equipaggio, rispose:
“Solo se non mi lasceranno altra scelta.”
 
Il gocciolio del sangue che usciva dalla mano di Jack era l’unico rumore nella stanza.
 
Plik!Plik!Plik!
 
“IDA, fai partire l’altra simulazione.”
“Con piacere, Shepard.”
L’ologramma si riaccese nuovamente, riproducendo l’intera Via Lattea, con il numero di Razziatori che fluttuava sopra di essa.
“Se il Consiglio si atterrà al piano che il Comandante Shepard ha elaborato, questo è il possibile scenario futuro.”
La flotta dei Razziatori fece nuovamente il suo ingresso nella Via Lattea, facendosi strada nei sistemi periferici. Sorprendentemente, la loro avanzata avveniva in modo molto più lento e il numero dei Razziatori cominciò a diminuire.
“Ma come…?” Chiese Zaeed, interrompendo il silenzio che fino ad allora era stato assoluto.
Shepard Comandante ha proposto di sabotare i portali galattici. Quando le Antiche Macchine cominceranno il trasferimento, il portale sarà fatto detonare, coinvolgendo ogni vascello nelle vicinanze.”.
“Se davvero i portali sono una loro creazione, è ovvio che non si aspetteranno una mossa del genere.”
Shepard esibiva un ghigno che Garrus non le aveva mai visto sul volto, tranne che sui campi di battaglia.
IDA continuò con la spiegazione:
“Facendo terra bruciata attorno ai sistemi che invaderanno per primi, costringeremo i Razziatori nella Cittadella. Quando ci saremo assicurati che il grosso delle loro forze si trovi laggiù, la faremo detonare assieme al portale. I Razziatori saranno intrappolati dentro la nebulosa della Vedova e decimati dallo scoppio degli ordigni e dai rottami vaganti. Poi li bombarderemo dall’esterno della nebulosa fino a quando non rimarrà nulla di loro.”.
 
Plik!Plik!Plik!
 
“Sabotare i portali?” chiese Miranda.
“Esatto.”
“Far saltare la Cittadella?” chiese Jacob.
“Esatto.”
“…E uccidere i Consiglieri.” Chiosò Jack.
“Solo se non mi daranno altra scelta.”
Shepard fissò gli occhi al soffitto, attraverso la vetrata che dalla sua cabina mostrava le stelle.
“Diglielo IDA.”
“Comandante, ritengo imprudente comunicare simili notizie all’equipaggio.”
“Non mi interessa, hanno il diritto di sapere.”
“Come desidera. La percentuale di successo stimata di questo piano è del 10,2 per cento. Se riuscirà, i Razziatori saranno completamente sconfitti. Per sempre.”
Shepard non diede loro tempo di assorbire l’informazione:
“Ecco cosa farete ora: ritornerete ai vostri posti. Io rimarrò qui, a dormire per le prossime sedici ore. Poi mi farò una doccia e recupererò tutti i pasti che ho saltato. Quindi ascolterò cosa avete intenzione di fare: se intendete aiutarmi, o preferite andare a nascondervi da qualche parte, sperando che i Razziatori non vi trovino prima della fine biologica della vostra vita.”.
Shepard fece una pausa impercettibile, prima di concludere:
“È tutto. Ora sparite.”
Il gruppo, che con tanta cura era stato riunito da Shepard, sfilò come un singolo essere fuori dalla stanza.
Soltanto Legione rimase un momento ancora, aspettando che tutti fossero usciti e le porte si fossero chiuse, prima di fare la sua domanda:
“Shepard Comandante, perché ha comunicato dati errati all’equipaggio? La percentuale di successo stimata del nostro piano è del 20,8 per cento.”.
Shepard sospirò:
“In questo modo sono sicura che non vacilleranno, Legione, qualunque sia la minaccia che sarà posta di fronte a loro dai Razziatori.”
“Noi comprendiamo.”
“IDA, mi raccomando, non fare parola con nessuno di questo.”
“Nemmeno con Jeff?”
“Soprattutto non con Joker. Almeno non ora, forse in futuro.”
“Mi fido di lei, Comandante.”
“Grazie, IDA.”
Shepard barcollò verso la parete, cercando di afferrare il letto, che era rimasto appoggiato alla parete per tutta la settimana. Era pesante e il suo corpo faceva fatica a svolgere le azioni richieste.
Poi due mani, di tre dita ciascuna, sollevarono il letto e lo deposero, apparentemente senza sforzo, al suo posto originale. I datapad e l’interfaccia olografica erano già spariti.
“Grazie, Legione.” Shepard si accasciò sul letto, senza nemmeno preoccuparsi di togliersi le scarpe.
Il geth rimase ad osservarla per alcuni secondi, poi a voce molto bassa disse:
“Sogni d’oro, Shepard Comandante.”
La donna stava già dormendo. Legione chiese a IDA di monitorare il respiro del comandante e di avvertire la dottoressa Chakwas se fosse sceso a livelli critici, poi lasciò anch’esso la stanza.
 
Dodici persone, fra cui un krogan, strette nel montacarichi, erano un po’ troppe. Eppure nessuno si lamentava.
“Sabotare i portali?” chiese Miranda.
“Così ha detto.” Rispose Jacob
“Far saltare la Cittadella?” chiese Kasumi.
“Così ha detto.” disse Jack.
“…E uccidere i Consiglieri?” Chiosò Zaeed.
“Solo se non ci daranno altra scelta.” Disse Samara.
“… Per me può funzionare.” Disse Garrus.
“Se è un piano della Guerriera, funzionerà di certo.” La voce di Grunt rimbombò nello spazio ristretto.
“Astuto. Pericoloso. Interessante.” Mordin si teneva il mento con le mani, ponderando i dati con la sua mente rapidissima.
“Tu che ne pensi, Thane?” Tali era stretta fra il drell e Grunt.
“Che saranno molti coloro che spedirò nelle profondità.”
“Amen, ragazzi” concluse Joker.
 
Shepard sognò di un numero di sette cifre, in cui ognuna era zero.



E questo è solo l'inizio! ;)

Due piccole osservazioni riguardo questo pezzo. Per quanto riguarda il titolo, se non fosse chiaro di che Re si tratti è Pirro, re degli Epiri.
Solo che intitolare un capitolo "Vittoria di Pirro" non mi piaceva
.
In effetti quando ho visto la flotta dei Razziatori nel filmato finale che facevano rotta verso la Via lattea, i pensieri che mi hanno attraversato gli emisferi sono stati:
"Avremo bisogno di armi più grosse. E di una nave più potente. E di un miracolo. Un grosso miracolo. E di armi ancora più grosse..."
Insomma, avete capito.

Per quanto invece riguarda il vocabolo Drell con cui Thane chiama Jack, sono convinto che se esiste una "siha", ovvero un angelo guerriero, esista anche il suo opposto.
Ovvero una demonessa guerriera, che ho fatto chiamare hati.
Ma mentre una siha è un fiero protettore, le hati sono meno... onorevoli e la loro presenza mette a dura prova anche i loro compagni con tutto ciò che ne consegue.
Per questo capitolo è tutto.

  
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