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Autore: rocio    13/09/2010    0 recensioni
Micheal Collins, un ragazzo semplice che non fa caso alla realtà mondana in cui è sempre vissuto, e vive la vita a modo a suo, scoprendo, presto di non esser capace ad amare in modo sano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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This is what I brought you this you can keep,
This is what I brought you may forget me.
I promise to depart just promise one thing,
Kiss my eyes and lay me to sleep.

«Collins? Signor Collins? ... MICHEAL COLLINS»

Un ragazzetto di ventidue anni è in fondo a un'aula, che scribacchia qualcosa poco convinto su un quadernino tutto sgualcito. Incurvato sul banco, la penna che gratta sul foglio qualche linea decisa; i capelli castano dorati sono perfettamente disordinati, e incorniciano il viso squadrato del ragazzo, gli occhi azzurri dal taglio cerbiatto sono concentrati e fissi sul foglio. Il "ragazzetto", se così si può chiamare un colosso di quasi due metri con una muscolatura ben formata e sui punti giusti, indossa una felpa grigia, abbinata a un paio di  jeans scoloriti, sul grigiastro, e un paio di converse. Una sciarpa, una kefia  per intenderci, bianca e nera è legata al collo del ragazzo. Le gambe incrociate sotto al banco, la lingua che viene morsa senza troppa forza dai denti.
Spostando l'attenzione sul disegno si può notare un disegno manga abbastanza ben fatto che rappresenta un ragazzone muscoloso dall'espressione estasiata alla guida di un macchinone rosso, che dovrebbe rappresentarlo, e una figura minuta dalle fattezze nipponiche seduta vicino a lui, leggermente spaventata che si regge bene allo sportello per paura di cadere. Sotto in stile graffito una scritta "Mich&Haru-Chan". Sarebbe stato un bel week-end quello che stava per giungere, niente lezioni universitarie e solo un pò di tempo con la sua Haruka, sua grande amica. L'avrebbe portata fuori in campagna, magari per un bel pic-nic, e le avrebbe regalato questo disegno.  A un certo punto ecco la voce stridula di una professoressa, che lo richiama più volte, il ragazzetto solleva la testa confuso, cercando la fonte di quel suono fastidioso, e gli occhi sembrano allargarsi dalla paura alla vista della professoressa che si avvicina. Con un movimento veloce e spontaneo cerca di girare il quadernetto, in modo che l'insegnate non possa vedere il bel disegno.

«Collins? Signor Collins? ... MICHEAL COLLINS»
«Si?» risponde con un sorrisetto sghembo, di sfida.

  
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