Come
uno che, per strada deserta
cammina tra paura e
terrore
e, guardandosi
indietro, prosegue
e non volta mai più
la testa
perché sa che un
orrendo demonio
a breve distanza lo
insegue.
[S.T Coleridge]
13 Maggio 1992
Caro Richard,
stiamo partendo.
Io e tua
figlia abbiamo preso questa decisione
dopo che hanno bruciato la casa, con noi dentro. Sono sicuro che siano
stati loro. Non c’è altra spiegazione, i
vandali che si vogliono divertire non vengo nel pieno del bosco per dar
fuoco a
case. Sono loro. Probabilmente
stavano escogitando questo piano da un po’ quindi cerca di non
giustificare
l’accaduto con frasi tipo: “ è stato fatto per ripicca” perché sapevano
che noi eravamo lì dentro. Hanno solo atteso
il momento giusto è tutto è esploso nel fuoco. È da quando i bambini
sono nati
che tentato in qualche modo di ribellarsi e io non posso di certo
rimanere
qui, aggiungermi agli altri Cacciatori
con la speranza di calmare la
rivolta con il rischio che Wendy e i piccoli vengano uccisi. L’idea
che, presto
o tardi, ci saranno due Cacciatori in
più a dare la caccia a tutti loro, deve avergli dato alla testa e hanno
scelto
il modo più facile per toglierseli dai piedi: ammazzarli. Il fuoco deve
esser
stato appiccato dalla stanzetta di Lucy. Non so neanche chi
e come sia riuscito ad entrare
in casa, sta di fatto che la bambina
non è stata toccata, semplicemente è stato dato fuoco alla sua camera
con lei
nella culla. Il fuoco è divampato in un attimo e non ho idea di come,
grazie a
Dio, non sia morta. Wendy ha portato David e Andrew verso il bosco
mentre io
sono entrato nella stanza per prendere Lucy ma è stato come trovarsi
davanti
alla bocca dell’inferno. C’èra fuoco e
fumo ovunque, non riuscivo nemmeno a respirare. Non sentivo nemmeno
Lucy
piangere, per un momento ho creduto che fosse morta, e quando è
crollato il
soffitto ho pensato che fosse la fine. Ma in verità il cemento e i
mattoni mi
hanno aperto un varco nel fuoco e sono riuscita a prenderla e portarla
via, al
sicuro. Era viola in faccia, non respirava nemmeno più, poi
improvvisamente si
è ripresa. Meglio così. A neanche tre mesi di vita ha rischiato di
morire
mentre i suoi fratelli l’hanno scampata per un pelo. Capisci ora perché
partiamo? Ne io ne tua figlia vogliamo far crescere i nostri figli in
un luogo
così, dove a ogni movimento nell’ombra, la paura che qualche demone
sputato
dall’inferno venuto a far del male ai nostri figli ci assalga. Sai bene che dare la caccia a vampiri, demoni
e altri mostri non mi ha mai attratto e sebbene sia stato educato così
fin da
piccolo, non voglio far lo stesso con Andrew e David. Il gene del Cacciatore è qualcosa che hanno nel
sangue sia da parte della mia famiglia che da quella di Wendy, la tua,
è
qualcosa che fa e farà parte di loro per sempre , per questo una volta
cresciuti abbastanza non intendo nascondergli niente di questo segreto,
saranno
sempre al corrente di tutto. Ma, da padre, non posso chiedergli di
rinunciare
alle loro ambizioni per impugnare paletti in legno e d’argento. È come
ordinargli di stare dietro una grande vetrata trasparente a osservare i
sogni
degli altri avverarsi, mentre i loro rimangono dietro a guardare.
Saranno loro
a scegliere il loro futuro.
Ora siamo diretti verso la mia vecchia casa in
Irlanda, dai miei. Reputo che sia un posto molto più sicuro, sebbene
anche i
demoni del posto non tardino a reclamare l’attenzione dei Cacciatori
locali.
Avrai capito perché non ti ho detto tutto questo tramite chiamata:
qualcuno di
loro avrebbe potuto sentire e non voglio rischiare.
Wendy ti
vuole bene, e spero che non ti
rammaricherai per questa decisione. Avrò cura di lei, non temere.
Con stima,
Thomas.
Quando Richard
Anderson lesse le ultime parole di
quella lettera, scritta con calligrafia disordinata, fu colto da un
impeto di
rabbia e dolore così potente da farlo cadere per terra, in ginocchio,
proprio
davanti al camino. Ignorò il male alle ginocchia, coperto da un altro
tipo di
cruccio molto più forte. Si sforzò di non far traboccare le lacrime che
rischiavano di scendere lungo le guance e con un urlò disperato
appallottolò la
lettera, gettando la pallina di carta nel camino. Il foglio di carta
prese
fuoco in un attimo, passando velocemente dal tipico color bianco a un
giallo
sbiadito fino al marrone e poi al grigio, sgretolandosi in cenere e
mischiandosi con i carboni ancora ardenti della legna che scoppiettava.
Solo
dopo aver colto l’ultimo granello di cenere che spariva tra le fiamma
si portò
le mani tremanti sul viso, piangendo sommessamente.
La scena, per tutto il tempo, venne osservata da un giovane ragazzo, seduto aggraziatamente su un ramo di un albero poco lontano da casa, ai margini del bosco. Dopo aver socchiuso gli occhi, riducendoli a due fessure, si guardò intorno circospetto, assicurandosi che nessuna delle case vicine avesse luci accese poi, ignorando i quindici metri di altezza su cui era sospeso, si buttò giù senza timore, atterrando in modo spaventosamente aggraziato e disinvolto sulle punte dei piedi, senza produrre nessun rumore , sul prato secco e gelato. Quasi come fosse un animale predatore, si acquattò un poco e respirò a pieni polmoni l’aria fredda della notte, in cerca di qualche odore. Non captò nulla di anomalo, se non un gruppo di cervi a qualche chilometro di distanza, verso il William River. Soddisfatto di ciò che aveva appena osservato nella casa, sorrise, poi sbuffando – nessuna nuvola di fiato gli usci dalla bocca – si incamminò con una camminata flessuosa e sicura di sé verso il bosco nero, sparendo nel buio.
Ooook, se siete arrivati fino alla fine senza
avere attacchi di vomito, conati di nausea, giramenti di testa e nei
casi peggiori attacchi al vostro apparato crasso, è un buon segno. =)
Come
prologo è penosissimo e probabilmente poco chiaro e confuso ma da una
parte volevo che fosse proprio così. L’ho scritto in un momento di
fantasia e dopo che ho riletto tutto, l’idea di scrivere qualcosa mi è
piaciuta più di quanto immaginassi.
Se tutto
questo può interessarvi fatemi sapere che magari posto il seguito. =)
Mi raccomando,
recensite. Please?
Bacio.