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Autore: BambolaMorta    13/09/2010    2 recensioni
Non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Non avrei mai pensato di poter fare del male a te. Non avevo mai impugnato una pistola prima. Comunque ho sempre saputo di avere una mira eccezionale.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Craig Mabbit, Max Green , Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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shoot craig, shoot! Non avrei mai pensato di arrivare a tanto.
Non avrei mai pensato di poter fare del male a te.
Non avevo mai impugnato una pistola prima.
Comunque ho sempre saputo di avere una mira eccezionale.

***

"E così oggi Radke esce di prigione, eh?"
Monte alzò esasperato gli occhi al cielo. "Dio Craig, vorresti per favore smetterla con le seghe mentali? Si, okay, Ronnie esce oggi di prigione. E con questo? Credi che se correrà tra le braccia di Max lui lo accetterà di nuovo, dopo tutto quello che è successo?!?"
Il ragazzo sbuffò, facendo oscillare la bottiglia di birra sopra al tavolo. "E' che...non lo so...ho paura, Monte...si sono amati così tanto..."
"Appunto", asserì convinto Brian, sperando di convincere anche Craig della verità delle sue parole. "Si sono amati".
Sembravano passati secoli da quando Ronnie e Max gironzolavano per la sala prove - improvvisata nel garage di casa Radke - abbracciati, appiccicati o mano nella mano.
Brian si ritrovò a sospirare.
"Sembri il primo a non essere convinto del fatto che tra Max e Ronnie sia davvero tutti finito...", constatò amaro Craig, la bottiglia di birra ormai vuota abbandonata davanti a sè.
"Fanculo Craig, Max ti ama! E'...è semplicemente pazzo di te!"
Il vocalist abbozzò un sorriso. "Grazie Monte, davvero...che farei senza di te?"
"Razzieresti l'intera scorta di alcolici del Walmart all'angolo e ti sbronzeresti solo e depresso in un puzzolente vicolo buio dietro qualche casinò, struggendoti per sapere se davvero hai soppiantato Ronnie nel tenero cuoricino di Max", fece vantandosi teatralmente. "Eh si, è proprio vero che se non esistessi si dovrebbe inventarmi!", concluse con un civettuolo gesto della mano.
Craig scosse ridacchiando la testa. "Fottiti un po' Brian, che è meglio. Saluti amico, Max mi aspetta a casa, dobbiamo cenare insieme stasera"
"Sparisci, non fare aspettare la tua Giulietta..."
"Sgommo, socio. Adios!"

Caldo afoso, sole a picco in testa, ingorgo.
Quelle erano le tre cose che più al mondo facevano incazzare Craig Mabbit.
Oltre alla vista di Ronnie Radke, ovviamente.
Si chiese se il disadattato fosse già stato sfrattato dalla Las Vegas County Jail, ma smise subito di pensarci, onde evitare tornare a casa da Max di umore nero - umore che, tra l'altro, era già pessimo a causa dello stress da ingorgo -.
Finalmente, dopo trenta minuti buoni passati a cuocere sotto il bruciante sole nel coupè scapottato, la coda si mosse e si disperse per le strade di Las Vegas.
Arrivò davanti a casa di Max con dieci minuti d'anticipo, malgrado il traffico.
Si sistemò alla meglio i capelli lunghi nello specchietto retrovisore.
Era arrivata l'ora di tagliarli, erano più ingovernabili di quelli di una donna con il ciclo, cazzo!
Davanti alla porta si tolse gli occhiali da sole, poi abbassò la maniglia ed entrò.
Mannaggia a Max e alla sua mania di non chiudere mai la porta di casa a chiave, avrebbe dovuto imparare a farlo ora che erano diventati famosi.
Magari sarebbero potuti entrare in casa dei ladri, dei fanatici, dei killer assoldati dalla mafia, dei...

Il suo cervello fece blackout per un secondo.
Scendevano le scale mano nella mano, ridacchiando come due fidanzatini dopo la loro prima volta.
Si bloccarono su un gradino appena lo videro.
Era...sconvolto.
Ronnie e Max, insieme.
E certo Max non l'aveva portato di sopra per fare il tour della casa.
L'unica cosa che sfuggì ad entrambi dalle labbra fu un "Oh", balbettato tra il deluso e lo stupito.
Gli tremavano le mani e la testa gli pulsava violentemente, quasi fosse sul punto di esplodere.
Gli faceva male persino respirare.
Girò sui tacchi e scivolò fuori dalla casa di Max - dalla loro casa - distrutto, a pezzi, spaccato.
Aveva il cuore a brandelli, trapassati uno ad uno da miliardi di schegge di ghiaccio che li graffiavano fino a farli sanguinare.
"Aspetta Craig, posso spiegarti tutto!"
Salì in macchina senza prestare il minimo ascolto a Max che lo seguiva.
Aveva il cervello annebbiato, come un pazzo quando smette di prendere le medicine che lo tengono a freno.
Ma dov'era? Dove diamine l'aveva messa?
Si chinò a guardare sotto al sedile del passeggero della sua decapottabile e la trovò.
Piccola, grigia e lucente, un regalo di uno zio texano particolarmente conosciuto per il suo amore per le armi.
Non aveva mai sparato prima.
Comunque al liceo gli avevano sempre detto che aveva una mira a dir poco stupefacente quindi, esperienza o no, sarebbe riuscito nel suo intento.

Quattro colpi.
Bnag, bang, bang, bang.
Rapidi, diretti.
Uno solo arrivò a destinazione, al centro esatto del petto di Max.
Erano pari, adesso: avevano entrambi il cuore spezzato, seppure in modo diverso.
Un ultimo sguardo a Max, a terra in un lago di sangue.
E si, anche a Ronnie, per godere del suo dolore.
Respirò a pieni polmoni l'aria pesante e inquinata di Las Vegas.
Faceva meno male, adesso.
Un ultimo sguardo al corpo del suo ex ragazzo sull'asfalto, poi partì a tutta velocità diretto chissà dove.
Sperando solo di non trovare altri ingorghi.

Angolino Cimitero:
Postata per far fronte alla depressione da inizio terza liceo, ergo non ha pretese.
Trovo che faccia meno cagare delle altre, comunque a voi lettori il giudizio :)
Grazie in anticipo ^.^
RestInPeace, BurnInHell
  
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