Buio
pesto.
Buio
liquido.
Buio
appiccicoso.
Riesco
a
muovermi a fatica. Non riesco a respirare. Non riesco a vedere nulla,
se non il
buio nero pece che mi avvolge.
Dove
sono? È impossibile che mi trovi nel nulla...
Giro
la
testa verso destra e vedo un cono di luce argentea arrivare
dall’alto. Voglio
trovare la fonte di questa luce, devo
trovarla se voglio andare via da qui. Alzo la testa e vedo che la luce
viene da
fuori. Non ha un contorno definito, ma è bellissima.
Così bianca, così pura...
Tutto il contrario di me. Non avrei dovuto. Cazzo, il giorno del loro
matrimonio!
Sono
le nove
di mattina, il sole inonda la stanza di una luce accecante e di un
piacevole
tepore. Sono di ottimo umore, il mio migliore amico sta per sposarsi!
Con la
ragazza che ritiene giusta. Apro la porta con una piccola spinta.
Eccolo lì.
Dorme. Quando dorme è bellissimo, forse ancora
più bello di quando suona la
chitarra... Gli occhi serrati, la bocca leggermente aperta e il respiro
regolare che gli gonfia il petto.
E poi
ripenso alle mattine quando aprivo gli occhi e la prima cosa che vedevo
era quest’immagine
paradisiaca che per me era come un incentivo a vivere un minuto di
più, un’ora
di più, un giorno di più. Ricordo benissimo il
suo sapore, la sua dolcezza...
La valanga di ricordi mi fa stare veramente male e mi da anche una
leggera
nausea.
Ma
oggi
non posso farmi assalire dalla nostalgia. Oggi devo essere una
macchiolina di
gioia. Per lui, per il mio migliore amico,
per Josh.
Mi
avvicino cauta al letto. Poggio una mano sulla spalla libera dalla
morsa del
lenzuolo e lo scuoto leggermente. Ciò che ottengo di
risposta è molto simile ad
un grugnito. Divertita, decido di raccogliere il guanto di sfida ed
insistere.
E io insisto, insisto e insisto, finché mi ritrovo a
saltellare sulle ginocchia
per svegliarlo. Josh Cede. I preparativi dell’ultimo minuto
procedono spediti
e, apparentemente, senza intoppi. Ogni ora che lentamente passa, Josh
diventa
sempre più nervoso, irascibile, irritabile. Zac mi implora
di fare qualcosa per
calmarlo. Afferro una chitarra e lo raggiungo in camera. Lo trovo
seduto sul
letto con la testa tra le mani, scosso dai brividi. Mi siedo accanto a
lui e,
senza dire una parola, comincio a suonare gli accordi di “The
Only Exception”.
Il tempo che attacco la prima strofa, i brividi sono già
spariti, al ritornello
canta con me. Quando finisco di suonare i nostri occhi sono incatenati,
appiccicati. Nessuno dei due riesce a distogliere lo sguardo. Le nostre
mani si
allacciano e gli spazi tra le dita si sentono finalmente pieni. I
nostri palmi
sono stati creati per stare uniti. Piano, Josh si sporge in avanti,
sempre di
più e io non ho la forza di volontà di ritrarmi.
Arriva alle mie labbra e io
rispondo. Si cercano bramose, sentono la nostalgia. Non vogliamo
fermarci, non
ce la facciamo. Piano, mi libera del vestito grigio che indosso. Piano
gli
slaccio la camicia. Oggi il suo amore è un amore disperato,
un amore
dell’ultimo minuto, un amore che dice addio a quelle
scappatelle che
ultimamente c’erano sempre più spesso... Andiamo
avanti, fin quando i nostri
odori e i nostri sapori non si distinguono più. Io sono lui
e lui è me...
Il
matrimonio scorre lento e penoso. Ma nessuno lo da a vedere. Josh si
tiene a
distanza e io affogo i ricordi nello champagne. Vado a dormire con un
leggero
mal di testa.
Ad
ogni
modo, ora non ho tempo di pensare alla mia giornata. Sono intrappolata
in
questo posto che, a guardarlo bene, sembra un piccolo laghetto. Acqua.
Acqua,
annegherò! Ok, Hayley, non farti prendere dal panico, ora ti
dai una spintarella
e raggiungi la superficie.
Spingo
verso l’alto, ma non mi muovo. Provo di nuovo, ma il
risultato non cambia. Mi
accorgo di essere incatenata ad un blocco di cemento posato sul fondo.
Ora il
mio buon senso va a farsi fottere e comincio a muovermi freneticamente.
Ogni
arto lavora contro l’altro. Sto andando sempre più
a fondo. Sempre più giù.
L’acqua entra nelle narici e nelle fessure della bocca. I
polmoni sono pieni.
Smetto di muovermi. Mi arrendo. Non
mi ero mai arresa, oggi
ho ceduto. Rilasso i muscoli e chiudo gli occhi.
Addio.
Mi
dispiace.
Nel
momento in cui la schiena urta il fondo, mi sveglio. Sono cosciente, ma
le
palpebre restano serrate, non ho il coraggio di aprirle. Resto
rannicchiata
sotto le lenzuola. Una posizione fetale che implora protezione. Le
lacrime
cominciano ha rigarmi il volto. Oggi ho davvero ceduto. Ho lasciato
andare
Josh. Per sempre. L’idea che non sarà mai
più mio mi distrugge, mi corrode
dentro. L’ho amato come Jenna non sarà mai capace.
Mi sento in colpa per averlo
tentato un’ultima volta. Non lo meritava. E ora piango il mio
senso di colpa,
la mia rabbia, la mia frustrazione e la mia tristezza.
Joshua
Neil
Farro, perdonami.
In
fondo
tu eri l’unica eccezione, le tue braccia erano le mie torri,
TU eri tutto
quello che volevo.
Ok,
è la mia prima fic, quindi siate clementi!!
Comunque, non
è nata da un’idea precisa... è nata
così e
non mi lamento per niente xD!
Spero vi
piaccia =D
Geneviève♥