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Autore: Otella    14/09/2010    5 recensioni
"Caro Draco. Mio essere maschile indissolubilmente completo. Qua piove e c'è il sole. Qua crollano persino le rovine".
Mentre la più brillante studentessa di Hogwarts si dedica alla stesura di un'appassionata lettera, Draco Malfoy la osserva di nascosto, ammirandone la sua beltà. E, soprattutto, morendo di curiosità per il contenuto di quella misteriosa pergamena. Forse riuscirà a leggerla, seppur Hermione Granger sia intenzionata a mantenerla segreta.
[['Partecipante al Contest "L'Amour Toujours" di LoveChild']]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E' la mia prima fanfiction sulla magnifica saga di Harry Potter. Come la maggior parte di voi qui, ho scelto di incentrare la one-shot su Draco ed Hermione,prendendo spunto da una lettera da me scritta qualche mese fa. Spero riusciate a cogliere tutta la cura e tutto l'amore che vi ho riversato.

Non sapevo quale contesto inserire, ho preferito restare sul vago, anche se comunque si accenna all'episodio della storia tra Ron e Lavanda, narrato nel sesto libro.

Buona lettura!

 

- Tua selvaggia e dolcissima. Mia selvaggia e dolcissima Hermione -

Caro Draco.

Caro amato amore mio,

mio essere maschile indissolubilmente completo.

Qua piove e c’è il sole. Qua crollano persino le rovine.

Tutto scorre apparentemente piatto, tra i soliti pensieri di Harry, le buffe instabilità di Ron, i silenzi di Ginny. L’intero corpo dei professori continua ad esser fiero di me e nessuno, in special modo la McGranitt, perde occasione di farmelo presente. Ma questo lo sai già, d’altronde sono l’alunna più brillante di Hogwarts. Ed entrambi siamo certi, sebbene tu non lo voglia ammettere, che mi rivelo perfettamente in grado di superare persino te in Pozioni. Per quanto Piton possa adorarti non può negare l’evidenza.

Ho sempre pensato che fosse una sfortuna avere le lezioni in comune con Serpeverde. Le nostre Case sono davvero inconciliabili, ma adesso sto cominciando progressivamente a cambiare idea. Studiare tutti insieme ogni mattina ha i suoi vantaggi. Posso osservarti comodamente dalla mia postazione, senza che nessuno mi accusi di farlo. Posso anche rivolgerti la parola, nonostante la maggior parte delle volte le nostre conversazioni finiscano in interminabili battibecchi. Eppure, ogni tanto, il tuo tono non sembra così cattivo con me. O,almeno,non quanto quello che sfoderi nel litigare con Harry,Ron o Ginny. Non solo. Ti ho anche scoperto a fissarmi sottecchi, ma temo fortemente che sia un prodotto della mia immaginazione, ultimamente popolata da cose che non esistono. Infatti nessuno sembra essersi accorto di ciò. Nessuno.

Durante il Quidditch sai bene che tifo segretamente per te. E’ proprio vero che il nostro Cercatore, tuo acerrimo nemico, è molto abile e veloce, ma nel mio cuore rimani il vincitore. E trovo un tale piacere, dopo ogni partita, a posare il mio cupido sguardo sul tuo viso in apparenza duro, sulle tue spalle forti, sulla divisa che ti sta d’incanto e sul tuo corpo sudato. Ma poi la paura mi assale, e distolgo l’ attenzione.

Proprio in seguito all’ultimo incontro disputato ho scoperto un fatto piuttosto singolare. Entrando nella Sala comune dei Grifondoro, intenti a festeggiare smodatamente la vittoria, mi sono accorta di Ron e Lavanda Brown appartati, in una posizione piuttosto equivoca. Non si capiva bene dove finisse lui e dove cominciasse lei, tanto erano appiccicati volgarmente in un bacio che, in teoria, sarebbe dovuto essere appassionato. Ma io non ho colto neppure un briciolo di intensità, al contrario, sembrava così squallido. E oggi, all’indomani della partita, Ron ha tentato in tutti i modi di coinvolgermi nelle sue battute, assicurandosi che ne ridessi, così come Harry mi ha domandato, con cautela, se stessi bene. So che cosa credono. Che io sia innamorata di colui che tu chiami, buffamente, Lenticchia, e che sia dunque gelosa di Lavanda. Ma non è così, ho provato a spiegarlo a Ginny che ha dato l’impressione di avermi creduta. Io e Ron! Accipicchia, potrebbe sembrar vero, e non ti nascondo di aver provato qualche sentimento nei suoi confronti, ma il tutto si è rivelato così tiepido e scialbo che ho compreso quanto fosse insignificante il pensiero di me e lui insieme. E poi…poi,ovviamente,io sono innamorata di te.

In questo istante mi trovo in biblioteca, ufficialmente per fare una ricerca di Storia della Magia, che, in realtà, ho terminato da più di un’ora. A breve dovrò recarmi a cena e ti vedrò, come sempre, seduto con spavalderia al tavolo dei Serpeverde, intento a prendere in giro qualcuno o ad osservare il vuoto. Lo fai spesso. E poi, al momento di recarsi nei dormitori, ci passeremo accanto, come ci capita ogni volta, inspiegabilmente. E sentirò il tuo odore. Sai di buono, di acqua di colonia di Hermees, un profumo classico e pulito del mondo Babbano. Chissà, dici di detestare tanto l’universo dei non maghi e poi, magari, ti rechi a far compere proprio là. Il tuo odore…così diverso dal mio. Io so di vecchiume. Mi cospargo di essenza alla vaniglia, uno dei pochi lussi che mi concedo, ma so di vecchiume. Ed è colpa di questo posto, mio amato Draco. Di queste persone che non mi conoscono, dei pregiudizi che Harry e Ron hanno su di te, della paura che la mia passione segreta possa esser portata allo scoperto. Chissà quando e se passerai accanto a me, con la tua aria così sicura, ancor più della mia, e mi libererai.

Un’altra lettera da non spedire.

Con amore

Tua selvaggia e dolcissima Hermione.

 

 

Hermione Granger terminò di scrivere sulla sua misteriosa pergamena e vi soffiò sopra per far asciugare più in fretta l’inchiostro. Infine rilesse velocemente l’intero contenuto e, con un amaro sorriso, appallottolò il foglio e si alzò, trascinandosi dietro il grosso libro di Storia della Magia. Era quasi ora di cena, sicuramente Harry, Ron e Ginny la stavano già aspettando nella Sala Grande. Lanciò un ultimo sguardo al tavolo della Biblioteca dove, solitamente, sedeva per studiare, per concentrarsi e per dedicarsi alle sue piccole occupazioni personali. Prima di lasciare il luogo gettò nel cestino la pergamena e, camminando nervosamente, si avviò verso l’uscita.

Draco Malfoy seguì con lo sguardo quella figura che abbandonava silenziosamente la Biblioteca. I ricci selvaggi di Hermione costituivano un sempre più allettante invito ad avvicinarsi, a prenderli fra le dita e annusarli. Gli era capitato molto spesso di spiarla e comprendeva bene il perché. Negli ultimi tempi nutriva una sorta di attrazione nei confronti della brillante Gryffindor e questo, certamente, non riusciva a perdonarselo. Ma cosa importava. Dopo che la giovane fu uscita, Draco si allontanò dal suo nascondiglio e si avvicinò al cestino dove Hermione aveva gettato quella pergamena. Aprì il foglio non troppo appallottolato e prese a leggere, con avidità, assaporando ogni riga di quella meravigliosa lettera. A giudicare dalle ultime parole, la ragazza non si aspettava che il suo destinatario la ricevesse e né aveva l’intenzione di spedirla lei. Eppure, per puro caso, era successo. Sorrise. Draco Malfoy sorrise con una tenerezza che nessuno mai gli avrebbe attribuito e conservò il prezioso bottino tra le pieghe della divisa. Ma ancor prima che potesse compiere un qualsiasi movimento, scorse Hermione Granger che lo osservava sbigottita dalla soglia, il libro di Storia della Magia le cadde con un pesante tonfo sul pavimento. Il  biondino non si scompose. Si avvicinò alla giovane, che tremava di imbarazzo e paura, e raccolse il testo, porgendoglielo.

“Ti è caduto questo…”

“Cosa ci fai qui?” domandò lei, ignorando le sue parole.

“Ti osservavo. Prima. Adesso sono venuto a liberarti dal vecchiume che ci circonda, mia selvaggia e dolcissima Hermione

Pronunciò quelle frasi con innaturale intensità e benevolenza. Hermione restò basita e tentò di farfugliare nervosamente.

“Quindi tu hai letto la mia lettera, doveva essere un segreto, e…”

Draco non la lasciò finire. Rapidamente e,allo stesso tempo,così lentamente da assaporare il momento, la attirò a sé e poggiò le sue labbra su quelle di lei. Un bacio. Un bacio non come quello di Ron e Lavanda, o come quelli che si era scambiata con Krum, o ancora come quelli che Malfoy aveva distrattamente dato a Pansy Parkinson o Daphne Greengrass. Era semplicemente un bacio che dava voce ad ognuno di quei sentimenti che i due si erano nascosti fino ad allora. Si staccarono l’uno dall’altra e sorrisero contemporaneamente. Adesso le lettere di Hermione sarebbero giunte a Draco. E lui ne avrebbe fatto tesoro.

 

  
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