Autore: Nana°
(nanaosaki93 su efp)
Titolo:
Manhattan Café
Pairing/Personaggi:
ShikaIno
Rating:
Verde
Avvertimenti:
AU, OneShot
NdA:
No, la ShikaIno non mi piace. Quindi, la giudicia è contenta. Però questa fic stranamente mi è uscita carina. A me piace quindi dopo averla riletta millemila volte l’ho inviata. Sinceramente non sono sicura che da qualche parte, in Giappone, sia veramente pieno di bar in stile occidentale ma spero possiate abbonarmela U.U non ho molte cosa da dire su tutto questo tranne che la fic mi è praticamente venuta in sogno e che l’ho scritta sul cellulare alle tre di notte.
Buona lettura : )
Manhattan Café
Il cellulare
vibrò nella tasca
del pantalone dalla quale uscì dopo pochi secondi mentre
ancora si lamentava.
Il suo collega lo informava con un messaggino che avrebbe ritardato di
mezz’ora.
Rifletté qualche istante appurando poi che non valeva la
pena rispondere e
comunque non aveva nessuna voglia di litigare con la
ipersensibilità del touchscreen.
Dio quanto odiava quella
parola.
Quando gli avevano messo in
mano quell’aggeggio infernale come regalo per la promozione a
direttore
generale del suo reparto –il più giovane che la
sua compagnia avesse mai
avuto!- l’avevano ripetuta tante di quelle volte che adesso
solo a pensarla gli
veniva la nausea.
Lui proprio non la sopportava, la tecnologia.
Certo, ti faceva risparmiare
parecchio tempo se utilizzata bene e per i giusti scopi ma proprio non
ci
trovava nulla di speciale in quei minuscoli concentrati di scienza
–che
diventavano sempre più piccoli, sempre più
complessi- che non facevano nulla
senza il tuo consenso. Erano come piccoli neonati bloccati
all’età di sei mesi.
Funzionano solo sotto
suggerimento, solo se ti disturbi a schiacciare un determinato
pulsante, se
componi una certa combinazione. Hanno sempre bisogno del tuo click di approvazione. A Shikamaru
proprio non piaceva, comportava troppo sforzo nonostante gli bastassero
poche
occhiate per apprendere come funzionasse certa roba.
Guardò l’orologio legato al
suo polso. Era arrivato con un po’di anticipo e quindi aveva
a sua totale
disposizione più di trenta minuti. Fosse rimasto a casa
cinque minuti in più
avrebbe potuto beatamente impiegarli per un sonnellino, ma visto che
ormai era
nel bar avrebbe cercato di non sprecare troppe energie aspettando
lì seduto.
Magari avrebbe potuto ordinare
qualcosa.
« Mi scusi
signorina, mi
porterebbe un Martini con ghiaccio? »
« Io ci lavoro, idiota. Secondo te vado in giro in grembiule e blocco per gli appunti? »
Aveva posto una domanda
effettivamente molto stupida se interpretata letteralmente. In
realtà il suo che ci fai qui
era solo il concentrato
di mille altri interrogativi che si erano affollati in gola.
« Aspetti
qualcuno? »
« Aspettavo un collega ma mi
ha appena avvisato che ritarderà di una
mezz’oretta. Che seccatura… »
« Avrai cambiato il modo di
sistemare i capelli ma sei sempre lo stesso ah? Io ti prendo il
Martini, anzi
ne prendo due visto che stasera offri tu, e poi mi prendo una pausa
così
possiamo parlare un po’. Ti va? »
Poi era sparita proprio come
era arrivata, nascondendosi tra la piccola folla che si era radunata
attorno al
bancone, senza neanche aspettare una sua risposta a quella domanda a
cui era
scontato avrebbe accettato.
Tornò qualche minuto dopo,
forse ancora più energica di prima, con un vassoio
contenente i due bicchieri
colmi di un liquido trasparente. Mise il primo davanti a lui e bevve un
piccolo
sorso dal secondo per poi guardarlo negli occhi.
Erano più
azzurri quanto ricordasse.
« Ti trovo bene,
Nara. »
« Anche tu sembri parecchio in
forma. »
« Cosa te lo fa credere? »
« Non so, ordini Martini on the rocks in uno dei bar più belli di Osaka, indossi un pantalone Armani, aspetti annoiato piccoli sottoposti. Devi essere diventato una persona importante. »
« Sì, più o meno. »
Lei non si curò
di nascondere
la risata divertita che scaturì da quella risposta. Era
capace di sminuire
qualsiasi cosa, lui. Tutto il contrario della ragazza che si ritrovava
davanti
che invece, dopo aver dato un altro sorso alla bevanda che aveva
appoggiato
sulle gambe incrociate, aveva iniziato a parlare di tutto quello che le
passava
per la testa.
« …e
così sono riuscita a
laurearmi un esame prima di Sakura! Lei però è
stata un vero tesoro, mi ha
aiutata molto con la tesi. L'infermiere
nella gestione dell'arresto cardiocircolatorio e nella successiva
diagnostica
cardiovascolare ambulatoriale. Suona bene ah? »
Certi suoi atteggiamenti
erano
rimasti immutati. Come lo guardare in alto mentre elogiava qualche sua
vittoria, qualche obiettivo che aveva raggiunto da sola, e
contemporaneamente
passarsi le punte dei capelli tra le dita. Shikamaru aveva una sua
personale
teoria su quell’atteggiamento. Secondo lui guardava verso il
cielo per elevarsi
ancora di più, per far capire alle persone a cui parlava che
lei era al di
sopra, che continuava a mirare al meglio.
« …e
quindi oggi mi sono
ritrovata a lavorare in questo locale per dare una mano a una vecchia
compagna
di Università. Ho il mio posto fisso alla clinica del
centro, io. »
« Interessante. »
« Tu però non mi hai
raccontato nulla. »
« Mah, non c’è nulla da dire.
Mi sono laureato in Scienze Economiche aziendali e mi hanno assunto in
un’impresa. Qualche settimana fa mi hanno promosso, ma per me
è solo una grande
scocciatura. »
Lei rise ancora una volta e
per la prima volta abbassò lo sguardo, fissando forse
qualche macchia che
avrebbe dovuto pulire più tardi nel pavimento di finto marmo
italiano.
« Sono davvero
contenta di
averti rivisto, Shika. »
« Anch’io sono molto contento.
»
Sembrava davvero la stessa ragazzina di dieci anni prima se abbassava la voce in quella maniera e sussurrava certe parole. Quante volte l’aveva sognata? Quante volte aveva sperato di superare quella enorme muro che li separava? C’era Chouji da non tradire, la loro amicizia da non rovinare, gli anni da trascorrere insieme da far passare in tranquillità senza problemi di cuore da affrontare.
Ora quel muro sembrava non
esserci più.
« Che c’è Hozuki? Sì, sono ancora al cafè. Ok, ti aspetto. »
« Oh che
coincidenza! Abbiamo
il cellulare uguale! L’ho pagato 8000 yen settimana scorsa,
non è un vero
affare? Adoro il touchscreen! »
Shikamaru sorrise a
quell’affermazione ma non ebbe il tempo di replicare che la
voce del suo
collega lo raggiunse alle spalle. Era davvero vicino come gli aveva
detto al
telefono cinque secondi prima. Gli batté una mano sulla
spalla e quando gli fu
davanti gli porse l’altra per farsela stringere, da bravi
colleghi in
trasferta.
Lei gli rivolse un’altra
occhiata e poi si alzò senza di nulla, lasciando il
cellulare sul tavolo e
portando via il vassoio con sopra solo il suo bicchiere ormai vuoto.
Suigetzu si
sedette esattamente davanti a lui, dove lei era stata fino a poco prima.
« Sì grazie, prendo un Bloody Mary»
« Perfetto, lo prendo io. »
Era davvero di una bellezza
stravolgente.
« Shikamaru,
Shikamaru… Non
starai cercando di corteggiare una tua vecchia compagna di classe
spero. »
Nel pronunciare il suo nome
lei aveva un modo particolare nel lasciar tremare la prima sillaba
contro i
denti. Lo guardava in una posa fintamente minacciosa e gli sorrideva.
« Sia mai. Corteggiare per me è sempre stato solo una grande scocciatura. Credo che cedere ai tentativi di seduzione di una bella ragazza sia molto meno faticoso. »
Lei scoppiò in una risata così rumorosa e cristallina che una buona parte del locale si girò solamente per guardarla. Quando ebbe finito di dar elegantemente spettacolo di sé infilò una mano nella tasca della giacca che non aveva mai tolto. La ritrovò intenta a graffiare con le unghie lunghe e smaltate lo schermo del cellulare e quando lo rimise tra le sue mani un lungo numero faceva bella vista sul monitor a troppi pollici.
« Se non mi chiami
presto la
prossima volta che ti vedo ti faccio male. Anche se dovessero passare
altri
dieci anni. »
Ino si allontanò
ancheggiando
facendo sventolare leggermente il grembiule
–chissà come sarebbe stata bene con
solo quello addosso…- mentre
lui salvava
velocemente il numero.
Odiava la tecnologia ma forse,
per quella volta, avrebbe potuto usufruire al meglio di quegli aggeggi
del
diavolo.
Fine.
E alla fine, sono arrivata quarta e sono pure contenta. Il bannerino
è super bellissimo nonostante la coppia non sia tra le mie
preferite [Oh Shikamaru, così lontano dal tuo Kiba sembri
sempre così triste! T.T] e mi ritengo soddisfatta di quello
che ho scritto.
Non posterò il giudizio di Globulo Rosso che è
troppo lungo [Ma infinitamente grazie per tutto quello che
c'è scritto, sei stata precississima e veloce *w*] ma il
bannerino sì U.U
Un saluto, Nacchan : )