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Autore: Ezrebet    15/09/2010    0 recensioni
Una storia di amore e morte, di lealtà e di giustizia..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Buffy Anne Summers, William Spike
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Andrew pulì le labbra di Michael dai residui di gelato e guardò Buffy sconsolato “Santo cielo, siamo da mettere entrambi in lavatrice!” allargò le braccia, mostrando le chiazze di cioccolato sulla camicia.

“E’ il rischio che si corre a portare mio figlio ai giardini” scherzò lei. Era seduta in panchina e il sole baciava i suoi capelli biondi rendendoli ancora più luminosi.

Amava quei momenti, per questo trascorreva più ore possibili con Andrew e Michael in riva al fiume..

“Già, devo ricordarmelo per la prossima volta” fece il ragazzo, mentre il piccolo si distraeva con le sue macchinine. Un momento dopo, se lo trovò seduto accanto “Devo parlarti”.

Il suo tono, improvvisamente serio, la fece voltare “Si.. ti ascolto”.

Lo guardò torcersi le mani in grembo e corrugò la fronte. Non aveva proprio bisogno di tutto quel mistero.. Gli toccò una spalla “Forza. Sono tutta orecchi”.

“Beh.. In realtà, non è che io debba parlarti.. ma ci ho pensato tanto.. e credo di volerti parlare” guardandola, decise di arrivare al punto “Ecco. Wesley mi ha telefonato. E dopo di lui Gunn”.

“Sento Gunn molto spesso. Niente di nuovo..” si rattristò al pensiero di aver perduto l’amicizia e l’affetto di Wesley.

“Si, ma non ti ha detto quel che ha detto a me” la scrutò “Ha parlato con Spike”.

Buffy aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ci riuscì. Rimase zitta, gli occhi fissi sull’amico di sempre, l’espressione indecifrabile.

“Spike sta bene, adesso. Ha preso il suo posto in azienda, accanto a Ethan Shelby.. e ha chiesto di te” sospirò, incerto se continuare o meno. La reazione di lei era impossibile da comprendere. Continuava a guardarlo in silenzio. Alla fine, riprese “Io non so se la cosa ti interessa o se quello è un capitolo chiuso.. Non so esattamente come ti senti rispetto a questo. Spike sa di Michael” studiò la sua espressione, ancora impenetrabile.

La ragazza annuì piano “Si, va bene. Non ho motivo per nascondergli l’esistenza di suo figlio”.

Andrew proseguì “Nobile da parte tua, dopo quanto è successo e come ti ha trattato.. alla clinica” la fissò, mentre le immagini della tristezza di lei gli attraversavano la mente.

“Non voglio vivere di rancore” sussurrò Buffy “Il rancore e la vendetta hanno dominato le nostre vite per troppi anni..” si alzò dalla panchina “Ho amato tantissimo William e ancora adesso..” cercò le parole “Ancora adesso penso che non ci sarà mai nessuno come lui per me..” scosse la testa, abbozzando un sorriso amaro “Come posso odiarlo o provare rancore? Mi ha dato Michael..” guardò il bambino che stava giocando allegro “In fondo, siamo stati schiacciati da una cosa tanto più grande di noi che qualcun altro aveva deciso. In questi anni ho capito che non posso odiarlo, in alcun modo” incontrò gli occhi di Andrew trattenendo le lacrime “Non potrei mai”.

Lui le fu subito accanto e la strinse a sé “Oh, Dio, Buffy” le accarezzò i capelli “Mi dispiace così tanto. Se avessi agito prima, in qualche altro modo, avrei potuto proteggerti..”.

“No, era destino” mormorò Buffy sospirando “Era il mio tragico destino..” si staccò appena ed Andrew poté vedere che stava sorridendo tristemente “Ma non ho mai pensato che la mia vita fosse finita lì.. C’è Michael, ci sei tu, ci sono io..” alzò il viso verso il cielo terso “Non è affatto finita”.

 

Andrew non si stupì di trovarsi di fronte Spike. L’idea che lui si sarebbe fatto vivo prima o poi non l’aveva mai lasciato dalla chiacchierata telefonica con Gunn. Ed infatti, eccolo lì, fermo sulla soglia dell’appartamento, che lo fissava serio da dietro gli occhiali.

Occhiali? Da quanto Spike Shelby portava gli occhiali? E i capelli.. non erano più ossigenati, ma di un caldo castano, leggermente lunghi sulle spalle..

Gli fece cenno di entrare, indicandogli la poltrona.

“Da quanto sei a Londra?” gli domandò.

“Una settimana” rispose Spike rimanendo rigido tra i cuscini “Mi sono dovuto ambientare un po’..”.

“Hai dovuto trovare il coraggio di farti vedere” lo corresse ironico. L’altro non rispose. Così, Andrew proseguì “Mi sembra che tu ti sia ripreso bene dall’incidente”.

Spike fece un breve cenno del capo.

Un silenzio imbarazzato calò tra di loro. Infine, fu proprio Spike a dire “So che ci siamo fatti la guerra per tanto tempo e che ti ho fatto del male..”.

“Mi avete pestato varie volte” lo interruppe serio “Tu e i tuoi scagnozzi”.

“Lo so. Ma sono cambiato” lo guardò evidentemente ansioso “Non faccio più quella vita”.

“E questo dovrebbe tranquillizzarmi?” si sporse un poco “La tua famiglia ha ammazzato mio fratello Lindsay”.

“Non l’ho ucciso io..” fece subito “Pazzo e violento, si, ma non sono un assassino” sospirò.

Andrew annuì “Bene. Sono contento per la tua anima” gli voltò le spalle e prese a fissare un punto della parete “Non sai che cosa ha significato per me crescere con fiato degli Shelby sul collo, con la paura di un agguato, con la paura per l’incolumità delle persone cui volevo bene”.

“Conosco quella paura”.

Andrew si voltò di scatto “Se stai accusando la mia famiglia..”.

Ma Spike scosse la testa “No. Sto parlando di ciò che tutti noi abbiamo patito a causa di una faida senza senso”.

Quelle parole parvero calmare Andrew. Lo guardò ancora, dicendo “So perché sei qui”.

Lui annuì “Immagino di si” si schiarì la voce “Vorrei incontrare Buffy. Credi che sarà possibile?”.

“Non credo di dover essere io a decidere” rispose dopo una lieve esitazione. Sospirò “Lei sa che stai bene e che hai chiesto di lei..” si passò una mano sulla fronte “Ed è proprio incredibile che non riesca ad odiarti” lo fissò truce “Non ti odia, dopo quello che le hai fatto. Dopo che.. che l’hai lasciata davanti ad una porta chiusa per un anno!” sputò rabbioso “Hai idea di che cosa abbia passato..?”.

Spike ricambiò il suo sguardo, impassibile “No. Non ne ho idea, Andrew. So di aver agito come un bastardo senza cuore e forse lo sono” si alzò dal divano “Ma non potevo.. non potevo lasciare che lei vedesse ciò che di me era rimasto.. Io le ho spezzato il cuore, l’ho annientata in tutti i modi immaginabili.. e sono stato punito.. Non volevo che avesse pietà di me..!”.

Il tono disperato con cui pronunciò quelle ultime parole costrinse Andrew a guardarlo. Si rese conto in quel momento di non avere davanti Spike, il Sanguinario, l’incubo della sua adolescenza.. Si accorse che colui che gli stava parlando era un uomo distrutto che stava tentando di rimediare, in qualche modo, se ne esisteva uno.

Sospirò, combattendo con la sensazione che lo stava invadendo, prendendo a calci sé stesso per la compassione che si faceva largo dentro le sue viscere.. Si appoggiò esausto al tavolo.

“E se non posso rimediare con lei, voglio provarci con mio figlio” sussurrò Spike “Credo di essere sopravvissuto solo per fare questo”.

Andrew annuì, sconfitto.

 

In ufficio era stata più dura del solito. Mentre usciva dal Palazzo di Giustizia, il pensiero di Buffy corse alla serata che l’aspettava con Michael e tutte le sue tutine da stirare. La baby sitter a quest’ora gli aveva già fatto il bagnetto e dato da mangiare..

Si bloccò quando dall’altro lato della strada scorse una figura che non poteva dimenticare.. William era appoggiato alla sua automobile, le mani in tasca, gli occhi nei suoi.

Il cuore le saltò in gola, una famigliare morsa allo stomaco le impediva di respirare.. Poteva voltarsi ed andarsene, nessuno l’avrebbe costretta ad incontrarlo e parlargli.. Ma le gambe si mossero di volontà propria. Attraversò la strada e gli fu davanti in pochi secondi.

“Ciao, William” disse con tutta la calma che riuscì a simulare, sperando di essere convincente.

“Ciao, Buffy” le rispose teso. Si staccò dall’auto “Credi.. credi che possiamo parlare? Non molto, qualche minuto”.

Si rese conto che l’uomo bellissimo che aveva davanti aspettava la sua risposta senza respirare. Allora, annuì prima che la paura e le immagini del passato la costringessero a voltarsi e scappare. Girò intorno alla macchina e salì. Attese che lui facesse lo stesso e partì.

Non sapeva dove stesse andando. Guidò qualche minuto in silenzio, incapace di dire qualcosa o di guardarlo. Stringeva così forte il volante che le dita le dolevano. Alla fine, si trovò di fronte a casa.

Spense il motore ed abbandonò le mani in grembo.

“Vuoi entrare?” gli domandò.

“Possiamo parlare anche qui”.

Allora, si decise ad alzare lo sguardo e ad incontrare gli occhi blu che le avevano cambiato la vita.

“Immagino che tu sia qui per Michael”.

“Per lui, si” fece un cenno con la testa “Ma ho così tante cose da dirti” sospirò “Non so se ci riuscirò..” abbozzò un sorriso.

Buffy lo guardò meglio. Sul viso non c’era alcun segno dell’incidente, tranne una cicatrice che tagliava il suo sopracciglio sinistro in tre punti.

Lui si accorse dell’esame, e sussurrò “Le operazioni che ho subito mi hanno rimesso in sesto..” si schiarì la voce “Almeno fisicamente..”.

“Mi dispiace così tanto, William” si trovò a dire “E’ stato un incidente terribile e ho creduto.. ho creduto che fossi morto e poi che non ti riprendessi più”.

Spike scosse la testa “Ti prego, smettila” si allontanò un poco, appoggiando la testa al finestrino.

Lo fissò confusa.

“Buffy..” sembrò cercare le parole “Non ci provare nemmeno. So esattamente che cosa ti ho fatto, che cosa hai passato..” la voce si spezzò, mentre tornava con lo sguardo su di lei “Il modo in cui ti ho parlato dopo.. dopo tutto..”.

Dopo un lungo silenzio, fu Buffy a dire “Non importa, William. Non importa più. Quello che è successo.. è stato troppo, per te, per me.. per tutti noi” si passò una mano sulla fronte “Siamo qui, vivi, stiamo parlando..” tentò di sorridere “Possiamo riposarci, ora?”.

Gli occhi di Spike si allargarono. Registrò quanto Buffy gli stava dicendo e le lacrime gli offuscarono lo sguardo.. Deglutendo forte, allungò una mano verso quella di lei, incapace di dire qualcosa.

“Andiamo” fece Buffy.

Un momento dopo, si avviarono verso casa.

 

Senza dire una parola, lo accompagnò nella stanza di Michael. Lo guardò mentre fissava il piccolo addormentato nel suo lettino. Non riusciva ad immaginare che cosa stesse provando, tuttavia si sentì commossa. William era vivo, nonostante tutto, e Dio, o chi per lui, gli stava dando la possibilità di conoscere suo figlio.

In silenzio, si sedettero in sala. Buffy avrebbe voluto dire qualcosa, sciogliere quel momento così intenso e duro, ma lui la fermò con un cenno della mano.

“Sono tornato per te, Buffy, perché ti amo e l’ho sempre fatto..” le confessò sospirando.

“Mi hai lasciato.. Prima dell’incidente, ricordi? Era finita..” non provò nemmeno a trattenere le lacrime. Le aveva mai detto ti amo prima?... Dopo una breve occhiata, Spike si alzò in piedi, incapace di reggere il suo sguardo.

“So che adesso non servirà, ma voglio dirtelo, voglio che tu sappia.. Fu per Drucilla. Aveva minacciato di farti del male. Volevo metterti al sicuro prima di affrontarla. E l’incidente..” si strinse le braccia al petto, al ricordo “Stavamo litigando perché continuava a minacciare te e io tentavo di farla ragionare. Mi ha graffiato e il sangue mi colava sugli occhi impedendomi di vedere la strada..” smise di parlare, immerso nel ricordo di quel momento tragico.

Buffy lo guardava, sconvolta. E dunque era questa la verità.

“Ti ho allontanato perché avevo paura che ti facesse del male. Ne aveva già fatto” si voltò “Ad Angel”.

“Oh, Dio, William..” riuscì a sussurrare con un filo di voce.

Lui scosse la testa “E’ difficile parlarne, dopo tutto.. Una storia squallida di tradimento e follia” rise amaro “L’ho allontanata da me quando..” le lanciò un’occhiata “quando ti ho conosciuta e lei si è rifugiata da Angel.. forse ha cercato di sostituirmi, non lo so. Drucilla era pazza” sospirò, la mascella contratta, lo sguardo perso nel vuoto “E quando lui le ha detto che non intendeva impegnarsi, che stare con lei non era veramente nei suoi programmi.. L’ha ammazzato. L’ho trovata con la pistola in mano, a casa di Angel, seduta a terra accanto al cadavere..” mosse la testa, come a scacciare il ricordo “Non ho potuto in alcun modo lasciare che la incriminassero.. e così.. così ho inscenato tutto, ho fatto sparire l’arma, ho spostato il corpo di Angel.. Ho mentito a te, alla polizia, a Gunn, a mio padre” infilò le mani in tasca “Ma non potevo abbandonarla al destino che la sua pazzia aveva scelto per lei”.

La mente di Buffy registrava quelle rivelazioni freneticamente, e tutti i pezzi di quel periodo delirante andavano lentamente a posto, riaprendo vecchie ferite. Ricordò quanto avesse sospettato di Wesley per la morte di Angel e per lo stesso incidente di Spike.. Abbassò la testa, cercando di recuperare un ritmo regolare di respiro. Ma era impossibile. Perché lui era qui, davanti a lei, e le stava raccontando tutto, le stava confessando che l’amava e sempre l’aveva fatto.

 “Ho molte cicatrici, Buffy. E non solo fisiche. Non hai idea.. del dolore che ho provato. Dolore fisico, certo, ma soprattutto.. emotivo. Sono morto, Buffy, e non so proprio come ho fatto a ricominciare a vivere e venirne fuori”. Alzò lo sguardo e la fissò.

“Io ti amo. Ho attraversato l’inferno e recuperato la mia anima solo per questo momento, per venire qui a dirtelo. Non mi aspetto niente..”tentava inutilmente di tenere la voce ferma “Ho provato a farcela da solo. Sono uscito, ho incontrato gente.. ma è sempre stato solo tempo. Ho parlato con loro perché tu non c’eri. Che Dio mi perdoni, Buffy, ma tutto gira intorno a te. La mia vita, gira intorno a te”.

“William.. io..” cercò di dire, ma lui l’interruppe.

“So che ho sbagliato. Ho fatto delle scelte sbagliate. E ho rovinato tutto ma..” la guardò implorante “Ma i miei sentimenti per te sono sempre gli stessi”.

Buffy si passò una mano sul viso, accorgendosi che era umido di lacrime. Si asciugò le guance lentamente, poi si alzò e gli andò davanti. Era così difficile stare lì e non abbracciarlo, ignorando ciò che il suo cuore e il suo corpo stavano gridando da ogni singolo anfratto. Da quando William era diventato carne della sua carne? Da quando lo sentiva addosso come la sua pelle, la luce del sole, la pioggia insistente di Londra?..

“Dovremmo parlarne ancora e molto, perché tu non puoi piombare qui dopo due anni e pretendere che io sia pronta a rispondere, in un modo o nell’altro.. Ci sono cose da dire, fiducia da ristabilire..” incontrò i suoi occhi “.. tu credi che potremmo saltare tutto questo ed abbracciarci?”.

Gli occhi di Spike si spalancarono, mentre quelle parole gli si conficcavano nel cuore e nella mente. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo precedette “Puoi solo abbracciarmi e baciarmi, William?”.

Un istante dopo era sepolta nelle sue braccia, ad ascoltare il battito impazzito del suo cuore mentre la stringeva in modo spasmodico e le appoggiava le labbra tra i capelli, mormorando parole incomprensibili.

“.. Dio, Buffy..” sussurrò “Se questo è un sogno..” ma lei alzò la testa e lo interruppe, fissandolo “No. E’ ciò che voglio, ciò che sento..” gli sfiorò le labbra con le proprie.

Poi, si stacco da lui e lo fissò, improvvisamente seria.

“Dimmi che mi ami”.

Spike annuì, un lampo di desiderio quasi la abbagliò “Ti amo”.

“Dimmi che mi vuoi”.

“Ti voglio, sempre” la sua voce era bassa e roca, e questo bastò ad infiammare Buffy.

Si portò una mano alla bocca, tremante, mentre la attirava a sé e schiantava le proprie labbra sulle sue, invadendola come sempre, come sempre aveva fatto..

Tentò di allontanarsi, ma lui la trattenne. Si staccò solo quando il bisogno d’aria ebbe la meglio e la fissò, i lineamenti stravolti dalla passione.

“Non è cambiato niente..” le sussurrò, mentre con le mani seguiva il contorno dei suoi fianchi, su, fino ai seni. Ne accarezzò uno, con fare sensuale. Poi, lentamente le slacciò alcuni bottoni della camicetta e la sua mano s’insinuò a sfiorarle la pelle, bruciandola.

“Oh, Dio, William..” si lamentò, chiudendo gli occhi. Come se non l’avesse neanche sentita, continuò ad accarezzarla, slacciandole il reggiseno e piegando la testa, cercando con le labbra la morbidezza del suo seno. Iniziò a tormentarle i capezzoli e lei si sentì eccitata esattamente come allora.. Si trovò a spingere i fianchi contro quelli di lui, sentendo la sua famigliare eccitazione. Spike si sollevò di scatto, la prese per la vita e con occhi infuocati dal desiderio, la fece sedere sull’orlo del tavolo, insinuandosi tra le sue ginocchia. Sempre fissandola, abbassò la mano e la accarezzò attraverso la stoffa delle mutandine. Buffy sussultò, spingendosi ancora di più verso il suo corpo, che, si rese conto soltanto adesso, le era mancato oltre misura..

La tirò verso di sé e, senza esitazione, la penetrò. Solo allora, Buffy lo guardò negli occhi, mentre una lacrima le scivolava sulla guancia in fiamme. Si aggrappò alle sue spalle ed incontrò le sue spinte, in un frenetico e tuttavia dolce movimento che era registrato nelle sue viscere.. Solo con lui raggiungeva quella perfezione assoluta.

“Buffy..Buffy, amore mio” lo sentì sussurrare mentre raggiungeva un’estasi di cui aveva dimenticato l’esistenza ed esultò, quando sentì che anche lui si lasciava andare su di lei, appoggiandole la testa sul seno..

   
 
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