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Autore: ross_ana    15/09/2010    11 recensioni
Come fotogrammi di un film babbano scorrevano davanti ai miei occhi chiusi immagini di noi due abbracciati, immagini di noi due che facevamo l'amore, immagini di noi due che stavamo in silenzio ad ascoltare i battiti dei nostri cuori galoppanti, immagini di promesse che non avremmo mai potuto mantenere... non più.
-Io non amo Astoria, amo te. E se non te l'ho detto prima è perchè non volevo rovinare...
-Non volevi rovinare cosa? La nostra storia? Una storia senza futuro e senza speranze? Cosa non volevi rovinare, Draco?
-Non volevo rovinare il presente, Hermione. Perché puoi dire quello che vuoi, ma io so che anche per te quest'anno è stato il migliore di tutta una vita e che come me, non dimenticherai mai niente di ciò che abbiamo vissuto.
Terza Classificata al Dramione Contest, indetto da Valaus. Premio Miglior Hermione.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Salve gente! ^^
Ebbene si, eccomi qui con un'altra oneshot :D
Si è classificata terza al Dramione Contest indetto da Valaus, ed ha vinto anche il premio Miglior Hermione ^^




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Buona lettura :)


-Nick: ross_ana@ sul forum, ross_ana su efp
-Titolo: Addii
-Immagine scelta: N
-Canzone scelta: Secretly - Skunk Anansie
-Prompt scelto: 13 (Ginny Weasley, Foresta Proibita)
-Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste
-Personaggi secondari: Ginny Weasley
-Rating: Verde
-Avvertimenti: Le frasi in Grassetto fanno parte del testo della canzone.




La sensazione che tutto fosse finito si abbatté prepotente su di me e mi ritrovai a guardarmi intorno con una nostalgia che non avrei mai creduto possibile.
La mia stanza singola da Caposcuola era stata per l'intero anno il mio rifugio. Aveva accolto i miei salti di gioia nei momenti più felici e le mie lacrime nei momenti più tristi. Ma forse proprio per questo motivo non riuscivo a restarci ancora da sola. Forse proprio per questo motivo sentivo il bisogno di uscire all'aria aperta e godermi quell'ultimo giorno ad Hogwarts fuori da quelle mura che per me erano state un guscio protettivo.
Dovevo crescere. Era arrivato il momento della trasformazione da bruco in farfalla.
Smisi di preparare il mio baule e scesi le scale del dormitorio attraversando la Sala Comune e i corridoi deserti del castello in maniera quasi furtiva, come se stessi infrangendo chissà quale regola... e sorrisi pensando a quante volte il regolamento della scuola non ci era servito da monito per comportarci bene.
Ricordai la prima avventura ad Hogwarts che aveva segnato l'inizio dell'amicizia con Ron ed Harry: mi avevano salvato dal Troll nel bagno delle ragazze e da allora, una dietro l'altra, si erano susseguite le nostre pazzie! Aiutare Harry a raggiungere la pietra filosofale eludendo la sorveglianza di Fuffy, il cane a tre teste di Hagrid, e superare tutte le protezioni messe a disposizione dai professori; aver salvato Sirius dal bacio dei Dissennatori grazie alla Giratempo che la professoressa McGranitt mi aveva fatto avere dal Ministro per poter seguire tutti i corsi del terzo anno; aver aiutato Harry ad esercitarsi per la prova del Torneo Tremaghi, imparando così ad apprendere direttamente dai libri; aver avuto l'idea di formare l'ES e aver infranto almeno dieci decreti della Umbridge per imparare davvero Difesa dalle Arti Oscure; sgattaiolare fuori dal castello per andare a trovare Hagrid dopo l'orario consentito... persino la Grande Guerra Magica si era svolta nel castello di Hogwarts e la morte di Voldemort ci aveva concesso la possibilità di ritornare per l'ultimo anno dei M.A.G.O.
Sospirai pensando proprio a quell'ultimo anno appena trascorso. Per quanto fosse stato completamente diverso da quelli precedenti (privo di pericoli, privo di combattimenti quasi mortali, privo di paure), era stato il più eccitante e il più emozionante di tutta la mia vita.

Persa nei miei pensieri non mi ero accorta di aver superato il parco, affollato da tutti gli studenti che si godevano il sole in libertà, e di essere arrivata ai margini della Foresta Proibita.
Riflettei di tornare indietro, ma la voce di Harry che era appena uscito dalla capanna di Hagrid risuonò forte alle mie orecchie.
-Hermione!
-Hey Harry... ciao Ginny, Ron.
-Dove stavi andando?
-Da nessuna parte. Stavo passeggiando, ero sovrappensiero e sono arrivata fin qua senza accorgermene.
-Ti va se ti faccio compagnia, Herm?
Guardai Ginny, l'unica che sapeva cosa mi passasse per la testa, e annuii.
-Ci vediamo dopo, ragazzi.
Harry e Ron sbruffarono e mormorarono qualcosa tipo “Roba da donne!” prima di andare via, ed io restai a guardare le loro schiene che si allontanavano finché Ginny non richiamò la mia attenzione.
-Andiamo a sederci all'ombra, Herm... qua fa davvero troppo caldo, e poi così saluterai anche la Foresta Proibita, infondo hai vissuto delle avventure anche là dentro, no?!
Non so come avrei fatto durante quel settimo anno se non avessi avuto Ginny al mio fianco. Lei aveva sciolto i miei dubbi, aveva trovato le soluzioni più impensabili ai miei problemi, aveva organizzato mini festeggiamenti mirati a farmi svagare la testa quando sentivo il bisogno di staccare la spina, mi era stata accanto in ogni momento e in ogni situazione, appoggiando le mie scelte e aiutandomi a realizzare i miei desideri.
-Grazie di tutto, Gin... non saprei cosa fare se non ci fossi tu.
-Ma va là, scema. Non devi ringraziarmi. Sediamoci.
Seguii il suo esempio e mi accoccolai ai piedi dell'albero che proiettava bellissime ombre sul terreno arzigogolato.
Fissai il mio sguardo sulla riva del Lago Nero, sorridendo al ricordo della paura per la Piovra Gigante, dello stupore per le sirene... della gioia per i baci rubati alla luce della luna, per le carezze agognate sotto il cielo trapunto di stelle, per le parole sussurrate al vento in giornate che ancora sapevano di felicità...
-Stai pensando a lui?
Sospirai distogliendo lo sguardo e interrompendo le mie fantasie.
-Già.
-Ti va di raccontarmi com'è andata ieri?
-Non ce la faccio a parlarne... ma se vuoi, te lo mostro.
-Spero non ci siano immagini troppo scabrose.
-Sorvolerò.
Ginny rise e poi pose le sue mani nelle mie. Sapeva cosa fare perchè più di una volta con lei mi ero esercitata per quell'Incantesimo avanzato spiegatoci dal professor Vitious.
Era simile alla Legilimanzia ma funzionava al contrario: grazie al contatto fisico si potevano trasferire nella mente altrui le immagini dei propri pensieri.
-Mostramens.

Ero nella Stanza delle Necessità che aspettavo già da mezzora. Il camino era spento visto che le temperature estive non richiedevano l'accensione del fuoco, ma ormai eravamo affezionati alla formula della Stanza che ci aveva visto lì insieme sin dalla festa di Halloween: un divano in pelle rossa divideva in due la camera e un tappeto persiano in tinta copriva tutto il pavimento. Un letto a baldacchino con finissime lenzuola di seta ogni giorno di un colore diverso occupava l'angolo più in ombra. Ma la cosa che mi era sempre piaciuta di più era la finestra ad arco che svettava alta sulla parete opposta e offriva una vista magnifica su paesaggi sempre diversi. Quella sera si vedeva Stoccolma.
Ero accoccolata sul divano e godevo della leggera brezza che entrava dai vetri socchiusi. Quando stavo in quella stanza, la
nostra stanza, il mondo fuori frenava la sua corsa, il tempo si cristallizzava e non esisteva nient'altro che noi.
Quando sentii la porta aprirsi, un sorriso triste si dipinse sulle mie labbra, e con tristezza attesi che si avvicinasse.
-Ciao Regina.
-Non chiamarmi così, Draco. Sai che odio quel soprannome.
Il sorriso si spense sulle labbra di entrambi, l'atmosfera cambiò improvvisamente e la consapevolezza di non vivere più insieme quel sogno ci congelò.
-Grazie per essere venuta.
Non risposi... perché cosa avrei potuto rispondere?
Prego?
Grazie a te per avermi chiesto di venire?
Dimmi in fretta ciò che devi e lasciami scappare?
Non mi lasciare, non farlo, ti prego?
Che cosa avrei potuto rispondere a quelle sue parole quasi sussurrate? A quale parte del mio cuore avrei dovuto dare ascolto? A quella arrabbiata, delusa, amareggiata? O a quella ancora perdutamente innamorata, perdutamente sua?
-Posso sedermi?
-Fa pure.
Lo guardai girare intorno al divano, lo guardai spostare i cuscini che ci dividevano e lo vidi accomodarsi di fianco a me. Volevo essere dura, volevo fare la forte, ma non appena le sue spalle poggiarono sullo schienale mi buttai sul suo petto, affondando la testa nell'incavo del suo collo, respirando quel profumo che mi faceva sentire viva.
Sentii le sue mani stringere con forza i miei capelli, sentii le sue braccia tendersi per lo sforzo di non stringermi troppo. Lo sentii trattenere il respiro, forse per paura che anche un po' d'aria avrebbe potuto cambiare quella situazione precaria in cui ci trovavamo.
E io non riuscii a trattenere le lacrime. Piansi per la prima volta davanti a lui. Piansi svuotandomi di tutto quello che provavo. Piansi inzuppando la sua maglia e stringendo convulsamente i pugni intorno ai suoi fianchi.
Aspettò che mi calmassi e che riprendessi il controllo di me stessa prima di parlare ancora. Ma restammo comunque abbracciati, forse per evitare di guardarci negli occhi, forse perché avevamo bisogno di quel contatto.
-È brutto vederti piangere.
-È colpa tua se piango.
-Hermione... lo sai benissimo che non è colpa mia.
E l'idillio finì.
Mi alzai di scatto e mi avvicinai alla finestra dandogli le spalle. La mia rabbia era così tanta che se lo avessi guardato lo avrei riempito di pugni.
-Non è colpa tua? Io dico di sì, invece. Tu l'hai sempre saputo, e mi hai mentito, mi hai preso in giro per tutto questo tempo.
-Non è vero. Io non ti ho mai preso in giro!
-Però è vero che lo sapevi e che mi hai mentito. Come posso credere al resto?
Sentivo il dolore trafiggermi a ondate, sentivo la sofferenza invadermi e sopraffarmi. Non ero mai stata tanto male in vita mia.
-Hermione ascoltami, ti prego.
Non l'avevo sentito avvicinarsi, e quando poggiò le sue mani sulle mie spalle tese sentii una sorta di calore invadermi, come un raggio di sole che buca le nuvole dense in una giornata nera.
-Che c'è?
-Non credevo sarebbe successo questo...
-Questo cosa?
Sfuggii alla sua presa e mi girai ad affrontarlo. Volevo guardarlo negli occhi mentre ammetteva di avermi preso in giro, di avermi usata.
-Non credevo che mi sarei innamorato di te, non...
-NON DIRE CHE MI AMI. NON LO DIRE.
Il mio urlo rimbombò nella stanza testimone delle nostre notti d'amore, testimone dei nostri sospiri che si perdevano, e si mischiavano, e si incontravano, e ci rendevano una cosa sola.
-È la verità. Io ti amo. E tu lo sai benissimo.
-Quello che io so, Draco, è che tu una settimana fa mi hai lasciato perché tra un mese devi sposare Astoria Greengrass. Quello che io so, Draco, è che questo matrimonio è stato organizzato subito dopo la morte di Voldemort. Quello che io so, Draco, è che Voldemort è morto un anno fa, che la prima volta che mi hai amato è stata lo scorso Halloween, e che da allora non hai fatto altro che illudermi e mentirmi.
Come fotogrammi di un film babbano scorrevano davanti ai miei occhi chiusi immagini di noi due abbracciati, immagini di noi due che facevamo l'amore, immagini di noi due che stavamo in silenzio ad ascoltare i battiti dei nostri cuori galoppanti, immagini di promesse che non avremmo mai potuto mantenere...
non più.
-Io non amo Astoria, amo te. E se non te l'ho detto prima è perchè non volevo rovinare...
-Non volevi rovinare cosa? La nostra storia? Una storia senza futuro e senza speranze? Cosa non volevi rovinare, Draco?
-Non volevo rovinare il presente, Hermione. Perché puoi dire quello che vuoi, ma io so che anche per te quest'anno è stato il migliore di tutta una vita e che come me, non dimenticherai mai niente di ciò che abbiamo vissuto.
-Abbiamo vissuto solo bugie!
Mi allontanai ancora una volta da lui e ritornai ad accovacciarmi sul divano, stringendo le ginocchia intorno al mio petto con le braccia. Fissai lo sguardo nel camino spento e desiderai che si accendesse ancora, desiderai poter tornare indietro e dimenticare la verità che mi aveva così scossa.
-Non è vero e lo sai bene. Io ti amo, e tu mi ami. Questa non è una bugia.
Non ribattei e non negai, perché non potevo negare.
Ero innamorata di Draco Malfoy e con lui avevo conosciuto me stessa. Ma questo non cambiava le cose, anzi, mi faceva stare soltanto peggio.
-Tu sapevi tutto fin dall'inizio. Dovevi darmi il diritto di poter scegliere.
-Se te lo avessi dato non avresti scelto me. Se te lo avessi dato avresti rinunciato a tutto quello che abbiamo vissuto.
-Certo che lo avrei fatto, perché non sarei mai voluta stare con un promesso sposo.
-E cosa ti saresti persa? Questo non te lo chiedi?
-Sicuramente non avrei perso Ron. È per te che l'ho lasciato. È per te che ho mandato all'aria un futuro certo con una persona che mi amava e che voleva per me solo il meglio.
Non riuscivo a vedere la sua espressione visto che era alle mie spalle, ma immaginai che piegasse la testa in avanti e che abbandonasse le braccia lungo il suo corpo. Perché lui reagiva così quando qualcosa gli faceva male.
-Ti sei pentita di quello che è successo?
Avrei voluto mettermi di nuovo a piangere, avrei voluto urlare che no, non mi sarei mai potuta pentire di ciò che era successo, anche se alla fine ero stata abbandonata, anche se alla fine ero stata lasciata per un matrimonio organizzato da tempo. Avrei voluto raggiungerlo, baciarlo e stringerlo forte come avevo fatto tante volte. Avrei voluto guardarlo negli occhi e ripetergli, per l'ennesima volta, per fugare le sue incertezze, che probabilmente io e Ron ci saremmo lasciati ugualmente, che comunque non potevo metterli a paragone perché erano completamente diversi, che in ogni caso, avrei rinunciato non solo a Ron ma a tutto ciò che avevo pur di stare con lui.
Invece, il mio orgoglio mi impedì di essere sincera. E complice il fatto che non lo stavo guardando, per la prima volta gli dissi una bugia.
-Sì.
Riuscii a sentire il rumore del suo cuore che si spezzava. Forse perché era stato l'eco di ciò che era accaduto al mio.
-Addio Hermione.
E non risposi, perché non ne fui in grado.
Non appena sentii la porta della stanza richiudersi, mi lasciai sopraffare dal mio dolore e cominciai a piangere disperatamente.

Staccai le mie mani da quelle di Ginny. Non c'era bisogno che vedesse altro.
Rimanemmo per qualche secondo in silenzio, poi sentii le sue braccia stringersi intorno al mio corpo fragile e ricominciai laddove avevo interrotto il ricordo: piansi disperatamente.
Sentivo le sue mani carezzarmi con dolcezza, ma era un altro il tocco che agognavo.
Sentivo le sue labbra sussurrarmi parole di conforto all'orecchio, ma era altro ciò che volevo sentire.
Tutto di me desiderava la vicinanza di Draco e il contatto con il suo corpo, ma lui non era più mio, forse non lo era mai stato, e io dovevo cominciare a farmene una ragione.
-Tesoro calmati, vedrai che...
-La gente cambia, le cose cambiano, e l'unica persona su cui si può contare è se stessi. Io non posso contare nemmeno su me stessa invece, non mi sento nemmeno una persona. Un automa, ecco, è più o meno questa la definizione di me che potrei dare.
-Non dire così, Herm. Ci sono io, e ci sono Harry, Ron, Neville, Luna... siamo tuoi amici, non ti lasceremo mai sola.
-Non è la stessa cosa, Gin. Voi non siete lui.
Restammo in silenzio ad ascoltare i singhiozzi che mi scuotevano il petto. Nulla poteva darmi conforto in quel momento, nulla poteva placare il dolore che mi sommergeva. Ma non potevo lasciarmi sopraffare, non potevo lasciarmi vincere dalla fine di un sogno.
Respirai profondamente un paio di volte e trassi forza nella sua vicinanza per calmare il mio pianto convulso. Quando fui certa di aver ritrovato il mio ferreo autocontrollo mi staccai dal suo abbraccio fraterno.
-Torniamo al castello... devo ancora finire di sistemare il baule e stasera non mi voglio perdere il banchetto di addio. È l'ultimo.
-Si... andiamo a farci belle...
Il suo entusiasmo non moriva mai, la sua forza d'animo riusciva a farmi sorridere anche nei momenti più tristi, e il suo affetto incondizionato sapeva suggerirle sempre quando era il momento di insistere sulle emozioni e quando invece c'era bisogno di cambiare aria.

*


Mi sporsi a guardare fuori dal finestrino mentre il treno si allontanava dalla stazione di Hogsmeade, e con nostalgia versai altre due lacrime, uniche testimoni dei sentimenti che mi avrebbero accompagnato in quell'ultimo viaggio di ritorno a Londra.
La scuola era finita e con essa era finito un capitolo di quel libro chiamato vita.
Ricordai con stupore uno sciocco film babbano e il discorso di fine anno tenuto da uno studente americano: questa non è una fine, ma un inizio... e forse aveva ragione, perché lontano da Hogwarts aspettava il futuro, probabilmente una carriera, e poi una famiglia...
Checché provassi a convincermene, però, la sensazione di essermi lasciata dietro gli anni migliori della mia vita mi pervase l'animo.
-Hermione andiamo o non troveremo uno scompartimento vuoto.
-Non posso venire con voi, Harry, devo andare nella carrozza dei Caposcuola. Vi raggiungo dopo.
-Va bene.
Sorrisi a Ron, Ginny, Neville e Luna che mi guardavano con espressioni serene e mi allontanai. Sapevo che loro, tutti loro, sarebbero stati presenti nella mia vita. Loro erano le mie certezze, e nessun matrimonio ci avrebbe separati.
La carrozza dei Capiscuola era vuota e non me ne stupii. Probabilmente ero l'unica che voleva rimanere attaccata fino alla fine a quella spilla che brillava sul mio petto, a ciò che quella spilla aveva significato e alle conseguenze che aveva generato.
Rimasi a fissare il paesaggio che scorreva veloce oltre il finestrino del treno e quasi mi stupii quando cominciai ad intravedere la stazione di Londra. I ricordi avevano affollato la mia mente impedendomi di sentire lo scorrere del tempo. Forse era stato un bene.
Quando il treno cominciò a rallentare, come in uno stato di trans mi cambiai le vesti da mago. Si fermò al binario nove e tre quarti disperdendo il banco di nebbia che ci aveva attesi. Mi specchiai nel vetro bagnato da qualche gocciolina di quella pioggia che ci aveva accompagnati durante tutto il tragitto e sistemai le pieghe della mia maglietta preferita. Quella rosa che piaceva tanto a lui. Sciolsi il nastro che teneva i miei capelli legati in una coda e li lasciai liberi di cadere ribelli sulle mie spalle.
Aspettai che le porte del treno si aprissero e cercai di confondermi nella fiumana di ragazzi che correvano ad abbracciare le loro famiglie. Prima che potessi seguirli, però, un polso si artigliò al mio e mi tirò nell'ombra di una colonna.
Riuscivo a vedere il muso del treno da dove mi trovavo, potevo sentire il chiacchiericcio eccitato di figli e genitori che dopo mesi si riabbracciavano... eppure i miei occhi rimanevano fissi solo sul colletto nero della sua giacca, le mie orecchie ascoltavano solo le parole che uscivano dalla sua bocca.
-Perché hai indossato proprio questa maglia?
-Era il mio modo per dirti addio.
Il suo corpo si poggiò ancora di più al mio provocandomi una marea di brividi.
-Perché?
-Perché non doveva finire in quel modo.
Ti sei pentita di quello che è successo?
Si.

-Guardami negli occhi, Hermione.
-Non posso farlo. Annegherei.
-E allora chiudi gli occhi e baciami.
-Astoria potrebbe vederti.
-È di Astoria che ti preoccupi o dei tuoi amici? Guardati intorno, Hermione, sono tutti impegnati a salutarsi l'un l'altro, sono tutti impegnati a dirsi addio. Concedi anche a me la possibilità di farlo. Concedimi di dirti addio a modo mio. Baciami.
-Stai parlando in modo talmente sensuale di ragazzi e ragazze e dei tuoi sogni...
-Realizzane uno, Hermione. Solo uno. Baciami.
Sentivo il desiderio crescere prepotente in me. Sentivo il bisogno di stringermi a lui e di accontentare quella richiesta che avrebbe fatto felice anche me. Ma sapere che quello era l'ultimo bacio mi spingeva a rimandare, a ritardare l'inevitabile distacco che avrebbe visto protagonista il mio cuore spezzato.
Provando e riprovando a pensare con purezza, provandoci maledettamente, mi sentii vittima dei miei stessi sogni e dei miei stessi bisogni. Perché mentre percepivo il calore della sua mano sulla mia schiena, un desiderio imperioso si propagava lungo il mio corpo.
-Draco...
-Non dire niente, ti prego. Baciami e basta.
E non me lo feci ripetere ancora.
Chiusi gli occhi, portai una mano dietro la sua testa godendo così del contatto con i suoi morbidi capelli, l'altra sulla sua schiena arpionando con le mie dita tese il tessuto costoso della sua giacca nera, e lo baciai, realizzando così il desiderio di entrambi.
Fu un bacio carico di significato. Dolore, tristezza, passione, amore.
Era pieno di rabbia e di sogni infranti.
Era colmo di ricordi e di speranza perdute.
Era una misera illusione in cui trovar rifugio, anche se per pochi istanti.
Forse avevamo aspettato fino ad allora per donarci completamente la verità e la pienezza dei nostri sentimenti. Forse era quello l'attimo preciso che il destino aveva scelto per l'incontro definitivo delle nostre anime.
Avevo atteso il mio momento, ero stata così delicatamente gentile con me stessa e con lui da cercare di tenere a bada le emozioni contrastanti che tentavano di tenermi lontana da ciò che il mio cuore reclamava.
Non era giusto il mio comportamento. Non era giusto il mio desiderio. Non era giusto il mio amore. Perché lui non era mio. Un'altra ragazza, presto donna, avrebbe goduto dell'amorevolezza delle sue cure, della dolcezza delle sue carezze, della profondità dei suoi baci, della forza del suo amore.
Ma avevo dovuto pensare egoisticamente per regalarmi un ultimo momento di pace illusoria. Per regalarmi un ultimo ricordo che potesse preservarmi anche in futuro l'emozione dell'ennesimo addio.
Ci staccammo ansanti e provai ad allontanare il suo corpo dal mio.
Non me lo permise.
Poggiò le mani sul muro alle mie spalle e mi bloccò nella sua presa. Ero in trappola, nella sua trappola.
-Ti amo, Hermione.
-Non dirlo, Draco. Non dirlo più.
Ma le mie parole non lo toccarono. Forse non le ascoltò nemmeno.
-Mi hai fatto ritrovare me stesso. Mi hai aperto gli occhi e mi hai mostrato la vita. Donna, amica, amante. Tutto questo sei sempre stata per me, e tutto questo continuerai ad essere. Sposerò un'altra, è vero, ma nel mio cuore, l'unica moglie che avrò sarai tu.
Non riuscii a impedire alle lacrime di sopraffarmi. Si chinò a raccoglierle con le labbra, baciando le mie gote arrossate e poi ancora le mie labbra gonfie.
-Non piangere, Hermione. Perché piangi? Sto dicendo che ti amo, che ti amerò sempre. Non piangere, per favore. Perché piangi?
-Ho atteso i miei giorni, Draco. Sono stata un'amica dalla visione obiettiva, poi segreta lussuria per te. Adesso ti senti perplesso e non capisci il significato delle mie lacrime... Quindi devi stare per conto tuo invece che qui con me, segretamente...
-Non voglio andare da nessuna parte, voglio stare con te. Voglio te, adesso.
Spinse il suo bacino contro il mio e ansimai al contatto della sua eccitazione con la mia. Tante volte nei corridoi della scuola avevamo rischiato di essere scoperti, tante volte avevamo fatto l'amore in aule vuote non riuscendo a trattenerci per arrivare fin su al settimo piano. Ogni volta, la paura di essere scoperti fungeva quasi da afrodisiaco. Ma adesso le cose erano cambiate, erano diverse.
Adesso era finita.
-Allora adesso ti senti eccitato, sei bollente e confuso, vuoi fare qualcos'altro... Allora dovresti stare per conto tuo invece di stare qui con me, in segreto.
-Perché mi ripeti ancora queste parole? Perché non mi dici che anche tu mi ami e mi desideri? Perché non smetti di pensare a ciò che ci aspetta e non ti dedichi al presente?
Ogni sua domanda era come una coltellata in pieno petto, ma non potevo dargli ascolto. Non potevo lasciarmi andare abbandonando me stessa in quei sogni che non sarebbero mai potuti divenire realtà.
-Hermione rispondimi. Perché mi tratti così? Ti ho detto che ti amo, ti ho detto che Astoria non conta niente per me. Perché non rispondi al mio amore? Perché mi tratti così?
-Adesso ti senti pizzicato, ti senti usato? Dovevi fare qualcos'altro, Draco, oppure avresti dovuto stare per conto tuo.
-Perché? Perché continui a ripeterlo?
Ma il dolore stava annebbiando ogni mia capacità di ragionare coerentemente.
Sentivo nel mio cuore l'eco del suo addio. Sentivo il peso della sua confessione. Sentivo la profondità del dolore che mi aveva causato.
-Avresti dovuto fare qualcos'altro. Dovevi stare per conto tuo invece che con me. In segreto, segretamente.
-Per favore...
Ma non fui capace di ascoltare altro perché tutto fu coperto dal suono del mio cuore che si sgretolava definitivamente.
Lo guardai con gli occhi pieni di lacrime, gli feci una carezza e gli diedi un bacio a fior di labbra. Prima che potesse provare a fermarmi ancora, svicolai dalla sua presa e sfuggii.
-Addio amore mio.
E asciugando le lacrime che scesero impavide sul mio viso risentii l'eco di quelle parole che mi avrebbero accompagnata per sempre, segretamente.




Ecco il giudizio della GiudiciA:

Grammatica: 10/10

In tutta la fict ho riscontrato solo un paio d’imprecisioni di poco conto, talmente irrilevanti che davvero non potevano influire sul punteggio.
Nel suo complesso, la storia è ben scritta ed il lessico che hai deciso di adottare è molto evocativo, dà sul serio l’impressione che si stiano leggendo i pensieri di Hermione e permette di lasciarsi coinvolgere con molta facilità.
Le uniche note di rilievo a livello grammaticale sono un “trassi forza nella sua vicinanza” piuttosto che un più adatto “dalla” e l’espressione “svagare la testa”, che forse sarebbe stata più appropriata senza l’aggiunta de “la testa”.
Per il resto, tutto ottimo.
Ah, e questa volta, i perché erano solo due ;)

Stile: 9 ½/10

Il tuo stile è ottimo. Coinvolgente, toccante, emozionante, calibrato. Ineccepibile.
Ma... c’è un ma.
Quei dannati, dannatissimi, stradannati puntini di sospensione u.u
Troppi, davvero. Meno dell’altra volta, per fortuna, ma sempre troppi.
Sarà che io da questo punto di vista forse sono fin troppo rigida, ma non li sopporto. A mio parere, bisogna utilizzarli assai raramente, solo quando si vuole dare enfasi ad una frase o attribuirvi un senso d’incompiutezza, interruzione o titubanza.
Tu, invece, spesso li utilizzi anche al posto delle virgole o dei punti. Ed è l’unica cosa che va ad influire, seppur in maniera quasi irrilevante, su uno stile altrimenti superlativo.

Sviluppo Trama: 10/10

Che dire, anche su questo punto una storia assolutamente ineccepibile. Tutti gli eventi sono consequenziali e plausibili ai fini della trama, non c’è nulla che sia fuori posto, compreso l’escamotage d’inserire il flashback attraverso i ricordi che Hermione mostra a Ginny.
E’ una storia ben definita e ben organizzata, assolutamente ottima.

Originalità: 9/10

A primo impatto, non sembra brillare eccessivamente di originalità. C’è la solita relazione segreta tra Draco ed Hermione, che s’interrompe alla fine dell’ultimo anno di scuola perché lui è promesso ad un’altra sebbene ami lei, le lacrime della fanciulla e lo struggente addio.
Ma, a differenza di quanto possa sembrare, ci sono tre elementi fondamentali che rendono questa storia originale.
Innanzitutto, il flashback. Eccezionale l’idea di inventare un incantesimo per rendere Ginny partecipe dei ricordi di Hermione – e non so se ti sei ispirata davvero a questo o è solo una casualità, ma mi ha ricordato molto il telefilm “Roswell” - , è un modo molto intelligente ed atipico di riesumare un evento importante avvenuto in precedenza evitando vagheggiamenti tra sé e sé della Grifondoro o un striminzita sintesi di quanto successo.
Secondo, Draco. Draco rinuncia ad Hermione perché promesso ad Astoria Greengrass. Lo fa suo malgrado, perché è un matrimonio d’interesse organizzato dai suoi, e va contro il suo volere. Draco ama Hermione... ma non fa nulla per riprendersela.
Le dice di amarla, le dice che non prova niente per Astoria, la bacia, la seduce ma mai, per un solo istante, promette di lottare per loro. Nemmeno ci pensa. E questo è un particolare indubbiamente originale, visto che solitamente nelle Dramione organizzate con una struttura simile lui rinuncia alla famiglia, al nome, all’eredità e tutto quanto pur di restare al fianco della sua amata.
Terzo ed ultimo, Hermione. Originale appunto perché perdutamente innamorata ma non rincretinita. Non si distacca minimamente dal suo personaggio, non calpesta tutto ciò in cui crede, non butta al vento la propria dignità implorando a Draco di non lasciarla, rivelandogli come non possa vivere senza di lui, eccetera eccetera.
Soffre, soffre tanto. Ma non cede. Non torna indietro sui suoi passi. E, per quanto tutto ciò sia infinitamente triste, è originale e terribilmente verosimile.

Utilizzo Immagine: 5/5

Nulla da dire davvero. Riveste senza ombra di dubbio un ruolo fondamentale, forse il più fondamentale in assoluto. Ti sei persino soffermata nel dare una motivazione anche alla maglia di Hermione. Hai ricalcato i gesti, le emozioni, l’urgenza che traspare da quel bacio.
Più perfetto di così non si può, bravissima!

Utilizzo Canzone: 4 ½/5

E qui mi tocca fare la maestrina u.u
Dunque, la canzone è inserita correttamente. Mi è piaciuta la tua scelta di trasformarla nelle parole di Hermione a Draco, mi è piaciuta la tempistica e la selezione dei pezzi.
Tuttavia, non ho potuto darti punteggio pieno.
Io studio da interprete. Ergo, non ho potuto davvero sorvolare sui punti che hai tradotto in maniera errata.
“Provando e riprovando a pensare con purezza, provandoci maledettamente” : l’originale è “bloody hard”, ovvero “dannatamente difficile”.
“Avevo atteso il mio momento, ero stata così delicatamente gentile” : “subtly”, più che “delicatamente”, significa “accuratamente”, “sottilmente”.
“Sono stata un'amica dalla visione obiettiva, poi segreta lussuria per te” : “to lust after someone” significa “desiderare qualcuno”, dunque la traduzione più corretta sarebbe “ti ho segretamente desiderato”.
“Adesso ti senti pizzicato, ti senti usato” : effettivamente “busted” può voler dire “pizzicato”, ma nel senso di “colto in flagrante”. In ogni caso, qui il corretto significato è “manovrato”, “manipolato”, “imbrogliato”.
Infine, hai ripetuto più e più volte la citazione “avresti dovuto fare qualcos’altro”. Ma l’originale dice “you had to do someone else”, dunque non qualcosa ma qualcuno. Perciò “avresti dovuto farti qualcun’altra”, o un po’ più finemente “saresti dovuto stare con qualcun’altra”.
So che questa puntualizzazione è odiosa, ma purtroppo non potevo evitarla, deformazione professionale u.u
In ogni caso, come vedi, ha inciso poco o nulla sul punteggio.

Caratterizzazione Personaggi: 10/10

Perfetti, in tutto e per tutto.
Perfetto Draco, che non è disposto a seguire i propri sentimenti rinunciando alla strada che suo padre e la sua famiglia hanno tracciato per lui. Perfetta Hermione, ligia al dovere anche di fronte al dolore che esso le provoca.
Assolutamente IC, fedeli in tutto e per tutto.
La possibilità che entrambi decidano di arrendersi alla forza del loro amore, rinunciando a tutto ciò che è stata la loro esistenza sino a quel momento, presuppone una maturità psicologica ed intellettuale che, al momento, non hanno. Perciò, questa tua scelta di separarli in un modo così triste e sofferto è quanto di più calzante.

Gradimento personale: 10/10

Tu sei sempre quella che mi fa piacere storie che normalmente non mi piacciono, dannazione u.u No ok, io amo le belle Dramione, e questa senza ombra di dubbio la è. Ma tendo a preferire i lieti fine, con uccellini che cinguettano, prati in fiore, petali di rose e Draco ed Hermione che si giurano amore eterno.
Tendenzialmente non sono una grande fan delle storie in cui il loro amore contrastato viene effettivamente contrastato al punto da spingerli a lasciarsi.
Ma la tua storia è una piacevole eccezione. E’ bella, intensa, coinvolgente e toccante.
L’ho adorata sin dalle prime battute.
Per quanto, devo ammetterlo, mi fa strano vedere il tuo nome associato ad una fict in cui Hermione dice a Draco “Non dire che mi ami” xD
Davvero complimenti, un ottimo lavoro.

Extra per l'inserimento del prompt: 1/1

I punti sono stati così suddivisi: 0,50 per il personaggio, 0,50 per il luogo.
Ginny è presente in modo rilevante. E’ la confidente di Hermione, l’unica a sapere della sua storia con Draco e l’unica a cui concede di conoscerne ogni segreto. Inoltre, la presenza di Ginny permette l’inserimento del flashback chiarificatore.
La foresta proibita non è estremamente fondamentale, ma ad ogni modo la sua presenza non è trascurabile. E’ sul ciglio della foresta che avvengono le confidenze tra Hermione e Ginny, è lì che avviene il salto nel passato che mostra l’ultima discussione tra Hermione e Draco.
Ha un ruolo non centrale, ma neppure marginale.

Totale: 69/71




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