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Autore: Cassie chan    28/10/2005    20 recensioni
Ciao a tutti! Sono ancora io, Cassie chan! Per chi non mi conoscesse, ho pubblicato due fic su Tokyo mew mew e una su Buffy, ma questa, in ordine di tempo di scrittura, è la mia prima fanfiction! L’ho scritta su Gundam perché sinceramente è stato l’anime, che mi ha fatto esaurire di più; Heero e Relena non arrivavano mai al sodo, con quello che sveniva ogni tre puntate e quell’altra che sospirava: “Oh, Heero!” ad intervalli più o meno di cinque secondi. Per questo, siccome sono una persona molto vendicativa, mi sono presa questa piccola rivincita!… che cosa succederebbe se Heero e Duo si scoprissero contemporaneamente innamorati di Relena? Senza andare per le lunghe, Relena sceglierebbe Heero, ma quando le cose ti danno modo di cambiare completamente idea per un tragico equivoco? Un piccolo avvertimento: la fic comprende due coppie, e, come avrete intuito, sono Heero&Relena, e poi Duo&Relena! Solo che una rimane, e l’altra no! Perciò, se non vi dovesse piacere che coppia io ho scelto, non ammazzatemi!Buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heero Yui, Relena Peacecraft
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – In darkness… our light…

 

Capitolo 1 – In darkness… our light…   

 

La stanza era illuminata dalle luci delle candele e del lampadario di cristallo, che riempiva le pareti ricoperte da marmi colorati di riflessi argentei. Il salone era pieno di persone dall’aspetto distinto, tutte compunte e ben vestite, che sorseggiavano drink e bevande varie, in attesa dell’arrivo della Principessa Relena Peacecraft. La corte era in febbrile agitazione, poiché era il primo ricevimento che si teneva da quando la Principessa era tornata sul trono del Saint Kindom; Relena, infatti, era stata costretta a ritornare nel suo Regno perché suo fratello Miliardo aveva rifiutato il trono, ritenendosi solo un uomo con le mani irrimediabilmente sporche del sangue di tanti innocenti e, per questa ragione, aveva lasciato la Terra e si era diretto verso lo Spazio cosmico, dove ora viveva, assieme alla fedele Noin. Relena perciò, pur essendo rimasta nella carica di viceministro degli Esteri, era in ogni caso dovuta tornare nel suo paese natio, per occupare il posto di suo padre, morto ormai molti anni prima.

“Per fortuna, almeno non sono sola qui” si disse, risoluta, mentre scendeva la scalinata, coperta da un tappeto rosso, circondata dagli sguardi dei presenti.

In un angolo della sala, appoggiato al muro, c’era un ragazzo alto, che indossava un elegante uniforme militare bianca. Aveva un’aria corrucciata e perennemente assorta, con i capelli castani che li coprivano parte degli occhi blu profondo. A chi non lo conosceva bene poteva sembrare solo uno di tanti ufficiali della corte, ma in realtà, il giovane era Heero Yuy, uno dei piloti di Gundam, che ormai tre anni prima, si era reso artefice della pace nel mondo. Ma, a corte, era anche conosciuto per un’altra ragione. Era anche il ragazzo, che era sempre accanto alla Principessa da ormai quasi tre anni, con l’incarico di sua guardia del corpo, tutti erano convinti che Yuy provasse qualcosa per Relena, ma il suo comportamento non lo dava certo a vedere. Era molto freddo e scostante con tutti, e lui e Relena non stavano certo assieme. Sebbene ad un osservatore attento, sarebbe parso evidente che a Relena si illuminavano gli occhi ogni volta che lo vedeva, e Heero sorrideva in modo impercettibile solo a lei, i due sembravano ai più, solo amici che avevano condiviso insieme molte vicende.

Ma la vicenda, si era ulteriormente complicata quando tre mesi prima era giunto povero, lacero, e affamato alla Reggia un altro pilota di Gundam, che era stato assunto anch’ egli dalla Principessa. Il pilota ora era accanto a Heero, sorseggiando una bibita, anche lui in uniforme bianca. Il ragazzo aveva lunghi capelli castani legati in una treccia e occhi azzurro chiaro. Aveva un’aria più felice e spensierata del suo compagno e ora, come il suo amico, stava osservano Relena, che, dopo averli salutati con un sorriso, stava scendendo con grazia le scale.

Duo Maxwell si rivolse all’amico, che stava ancora fissando Relena: “Certo che Relena è davvero bellissima…”.

Heero non rispose, anche se sapeva benissimo che la sua risposta sarebbe stata la stessa.

Relena, dopo aver salutato un po’ di persone, si diresse verso di loro. Indossava un vestito corto, sul ginocchio, giallo, con spalline color oro, che s’intrecciavano sulla spalla. I capelli biondi, erano alzati in un’elegante crocchia sulla nuca e il viso era illuminato dai riflessi dei gioielli, che portava, ma che evidentemente le procuravano un certo fastidio.

“Bene, che cosa ci fanno i miei migliori ufficiali qui in angolo?”disse scherzosamente, con le braccia conserte.

Vedendo che Heero non rispondeva, si rivolse a Duo: “Signor Maxwell, non vuole invitare la Sua Principessa a ballare?”.

Duo, illuminandosi in volto, disse con un tono molto cerimonioso: “Ma certo, Vostra Maestà”. Relena lanciò un’ultima occhiata a Heero, che sentii il cuore sprofondare. Perché non l’aveva invitata lui a ballare? Era davvero uno stupido…solo che non voleva che quei pettegoli della corte facessero strane insinuazioni, ce n’erano già fin troppe. Anche se poi non è che gli importasse granché di quello che pensassero gli altri, non voleva che succedesse qualcosa che lo costringesse a lasciare la sua Relena…Rabbrividii a quello che aveva pensato…la sua Relena?! Ma poi si calmò. Valeva la pena che, dopo tre anni, facesse ancora finta che di quella ragazza non gli importasse nulla? La sua presenza in quel posto già significava da sola che era perso della Principessa del Saint Kindom, che aveva cambiato la sua vita. Lei lo calmava, lo faceva stare bene, gli faceva male al cuore, ogni volta che la vedeva. Viveva solo del suo sorriso, del suo sguardo, della sua voce dolce, che gli purificavano il cuore. Ogni giorno ricordava di meno tutti i crimini, che aveva commesso, cadendo solo del pensiero della splendida persona che aveva accanto. Dopo un periodo di profonda crisi interiore, aveva trovato accanto a lei la pace, convincendosi infine che se quella serie di delitti, lo avevano condotto a lei, dovevano avere avuto un qualche senso.

Eppure, sapeva che lei si meritava di meglio, si meritava una persona, che la facesse stare bene, qualcuno che l’amasse tanto da farle scordare per qualche momento che era la Principessa di quel Regno e una personalità importantissima nella Nazione Terrestre Unita…e lui non era questo. Era solo quello che, presentandosi nel suo studio, la sommergeva d’altri problemi, e che poi, sebbene gli si spezzasse il cuore, per via del suo carattere impossibile, la lasciava lì con la testa tra le mani, che cercava di risolvere tutta quella situazione.

Heero alzò lo sguardo verso di lei e la vide, mentre ballava stretta a Duo. Si sentii il cuore morire…Duo sembrava che le stesse dicendo qualcosa che la stava facendo ridere e lei si asciugava le lacrime con il palmo della mano. Poi, mentre la canzone finiva e la gente si dirigeva verso il tavolo dei rinfreschi, Relena si staccò dal ragazzo con un sorriso e, prima di allontanarsi e dirigersi verso la sua madre adottiva, che era appena arrivata, si avvicinò lentamente a Duo e lo baciò velocemente sulla guancia. Duo rimase immobile, accarezzandosi la guancia, dove Relena l’aveva baciato, mentre la vedeva allontanarsi.

Duo sentiva il cuore pieno di spilli…ci mancava solo questa, pensò, mentre tornava verso Heero. Ci mancava solo che Relena lo baciasse…certo, lo aveva baciato solo come un amico, gli aveva solo detto che gli voleva molto bene e lo aveva ringraziato per averla fatta divertire tanto, eppure…

Era ormai da tanto che Duo aveva capito che Relena non era per lui soltanto la persona, che dopo anni di stenti, gli aveva offerto un’occupazione e che ora si era impegnato di proteggere, non era purtroppo per lui solo questo. Si odiava profondamente per questo, avrebbe voluto cambiare le cose, fare sì che tutto stesse procedendo in maniera diversa, ma invece più passava il tempo e più tutto si stava muovendo verso quel finale obbligato. Ormai anche se lo avrebbe negato fino all’ultimo davanti agli altri, si era innamorato di Relena. L’unica donna sulla faccia della Terra e nell’intero spazio, che non avrebbe mai dovuto mai solo pensare di amare. Sembrava quasi che avessero scritto per lui un copione in perfetto stile strappalacrime, che ora lo poneva in questa assurda situazione. Sebbene Heero non fosse il tipo più chiacchierone dell’Universo, lui aveva ormai capito da tempo che era perso di Relena, tanto quanto lo era lui. Solo che Heero l’amava da quando l’aveva conosciuta, aveva scelto di sopravvivere alla guerra solo per lei, aveva deciso di seguirla per tutta la vita…solo che Heero aveva bisogno di lei, come l’ossigeno, ne aveva bisogno per continuare a vivere, per aprire il suo cuore, per capire che la sua vita non si esauriva in una carrellata di stupide missioni. Inoltre, Heero era il suo migliore amico e lui non avrebbe mai potuto portargli via Relena, da sotto il naso. Eppure, sapeva che lui avrebbe certamente reso più felice Relena di quanto Heero potesse provare solo a fare…quella ragazza aveva un estremo bisogno di ridere, di divertirsi. Avrebbe voluto portarla fuori da quella Reggia soffocante e portarla in riva al mare, farle vedere il mondo, vedere il suo sorriso diffondersi nei suoi occhi. Eppure, sapeva che non sarebbe stato mai possibile. Relena era innamorata di Heero e lui era innamorato di lei. Basta. Per lui, non c’era neanche un minimo spazio in quello che i loro cuori lasciavano.

Sospirò a lungo, mentre si sedeva accanto a Heero, tra le altre guardie. Avrebbe voluto parlare con qualcuno di questa situazione, ma, al momento, aveva a disposizione solo Heero e Relena, le persone che erano maggiormente coinvolte nel suo problema. Decise che più tardi avrebbe chiamato Trowa, per fare due chiacchiere con lui; Rareba era partito assieme a Dorothy per lo spazio la settimana prima per occuparsi degli affari della sua famiglia, Wufei non era certo la persona più adatta, forse gli avrebbe consigliato di uccidere sia Heero che Relena, e la sua amica Hilde gli aveva chiamato due giorni prima, confessandogli di essersi innamorata di lui.

Heero si mosse nervosamente sulla sedia. Aveva visto Relena che baciava Duo e si era sentito soffocare. Si era persino alzato con l’intento di andare a parlarle, ma poi si era seduto di nuovo. Che cosa le avrebbe detto? Non poteva certo dirle che stava morendo di gelosia, per quello che aveva fatto, che voleva che avesse baciato lui, e non Duo. E che però, nel contempo, era convinto che Duo fosse molto meglio di lui per starle accanto, che l’aveva vista così contenta accanto a lui e che voleva solo che lei fosse felice. Anche Heero, come Duo al suo fianco, sospirò a lungo.

Poi un rumore, proveniente dal centro della stanza, attirò la loro attenzione. Un gruppo di persone si era radunato al centro della stanza e parlava convulsamente, ma non erano invitati alla festa. Erano uomini vestiti di nero con passamontagna sul capo, che portavano pistole e fucili. Heero e Duo si alzarono simultaneamente dalle loro sedie, cercando entrambi con lo sguardo Relena, ma non riuscivano a vederla. Estrassero dalle tasche le pistole e si diressero verso il centro della stanza, dove si erano radunati anche gli altri ufficiali.

Un uomo, che era al centro della stanza ed era vestito di nero, come gli altri, prese la parola e disse a voce alta: “Siamo un gruppo di secessionisti delle colonie!Vedete di non fare scherzi, altrimenti uccideremo tutti i presenti!”. Così dicendo si aprì la giacca, mostrando una serie di cariche esplosive legati al suo corpo. Molti dei presenti urlarono.

Duo mugolò nell’orecchio di Heero: “Riesci a vedere Relena?”.

Heero, il sudore che gli imperlava la fronte, disse: “No, non la vedo da nessuna parte, ma dovrebbe essere qui”.

L’uomo, che aveva parlato prima, continuò: “Vogliamo che ci consegnate la Principessa Relena e agli altri non sarà torto un capello…”

Relena, che era nella folla abbracciando sua madre, che piangeva convulsamente, deglutì e poi disse, attirando l’attenzione di Heero e Duo, che finalmente videro, dove si trovava: “Se mi consegnerò a voi, lascerete liberi tutti?”.

L’uomo, con una risata ironica, disse: “Vostra Maestà, siete davvero stupenda stasera…sì, non dovete preoccuparvi, il nostro obiettivo siete solo voi, Principessa”.

Relena lasciò la madre, che singhiozzava ancora e si diresse, aprendo la folla attorno lei, verso il centro della stanza.

Duo si rivolse all’amico: “Che facciamo ora?”. Heero ci pensò su, mentre i passi dei tacchi di Relena risuonavano sul marmo freddo.

“Ascolta” disse “Tu penserai a distrarli, mentre io salirò sulle scale, verso il piano di sopra e sparerò a quello con le cariche esplosive. Allora, cominceremo a sparare sugli altri, hai capito?Penso che gli altri ufficiali capiranno e inizieranno a sparare, anche loro…siamo più di loro, e solo quello con le cariche, che può darci fastidio”.

A quel punto, si diresse, correndo in silenzio, verso le scale; Duo non aveva la minima idea di come distrarli, poi, vedendo che Relena era vicinissima al capo, che tendeva il braccio verso di lei, si riscosse e si avvicinò, dicendo: “Voi, che cosa avete intenzione di fare con la Principessa?”.

Relena lo guardò per qualche istante, chiedendosi che cosa avesse in mente e, al contempo, dove fosse Heero. Si fermò immobile, mentre Duo con la mano, le faceva nascostamente segno di venirgli accanto.

“Non vi daremo mai la Principessa, senza garanzie che non le sia fatto del male!”disse Duo, mentre le altre guardie cominciavano a capire che Duo stava portando avanti una mossa diversiva e facevano indietreggiare gli invitati.

“Sta tranquillo” disse uno degli uomini “La vostra Principessa sarà al sicuro…la stiamo solo portando dove non potrà che fare del bene e cioè nella nostra colonia…”.Gli altri scoppiarono a ridere.

Tacquero, quando videro il loro capo accasciarsi, pieno di sangue…Heero lo aveva appena colpito e Duo si apprestò a mettere a testa ingiù sotto di sé Relena, mentre le altre guardie iniziavano a sparare.

Nella sala, ormai, regnava il caos. Molti invitati si erano gettati faccia a terra, mentre uomini in nero e guardie cadevano ferite in rivoli di sangue. Duo prese Relena per un braccio e la trascinò verso la parete, dove c’era il pianoforte e le disse di nascondersi lì dietro e di non muoversi per nessun motivo. Relena obbedii e si accucciò dietro il pianoforte, mentre Duo andò ad aiutare le altre guardie.

Heero, intanto, stava mettendo a terra un altro uomo, quando vide Duo raggiungerlo. Doveva avere nascosto Relena al sicuro, si disse.

Ormai, non era rimasto più nessuno, a parte un uomo che continuava strenuamente a sparare e a difendersi. L’uomo, di un tratto, si illuminò e corse verso il pianoforte, dove aveva visto Relena che stava aiutando sua madre, che era a terra ferita. Heero si accorse appena in tempo dei suoi movimenti e corse dietro di lui, sparandogli alle spalle. L’uomo urlò e si accasciò pieno di sangue, proprio accanto a Relena che rimase attaccata al muro per la paura.

Heero si avvicinò a lei, che ormai era livida e che era ferita sulla guancia.

“Relena, come stai?” disse, sinceramente preoccupato.

La ragazza, all’inizio non rispose, poi gli occhi si riempirono di lacrime, corse verso Heero e lo abbracciò.

“Heero, ho avuto tanta paura che ti facessero del male!” disse, gemendo, soffocando i singhiozzi sul suo petto.

Heero se la strinse contro e sorrise, un dolce sorriso disteso: “Io sto bene, non ti devi preoccupare…in fondo, ne ho passate di peggio di questo”.

Relena sorrise, ancora stretta a lui, mentre le lacrime le rigavano le guance. Heero sentii il suo cuore che trovava finalmente la pace, non voleva lasciarla andare, non voleva assolutamente che smettesse di stringerlo. Lei era così bella che non poteva permettersi che anche quel momento andasse perso. Dolcemente, attirò il mento della ragazza con la mano contro il suo viso e la baciò sulle labbra. Relena rimase un attimo immobile, e mormorò tra le labbra “Heero”, poi mise le sue braccia attorno al collo del ragazzo e l’attirò a sé. Heero se la strinse ancora più forte contro, mentre gli sembrava solo allora di aver cominciato a vivere.

Intanto Duo li guardava baciarsi e si sentiva come se stesse morendo… ecco, finalmente Heero se ne era accorto, si era accorto che l’amava e che non poteva lasciarla andare ancora. Eppure, sapeva che non era per niente contento di quello che stava accadendo, non lo era per niente. Avrebbe voluto che Relena stringesse così lui, che l’amava tanto quanto Heero, che l’avrebbe potuta rendere felice. Ma era così che doveva andare a finire. L’amore tra Heero e Relena era una di quelle cose che non avrebbe mai potuto neanche immaginare di possedere e perciò doveva soltanto rassegnarsi ed essere contento per loro due.

Relena si staccò dopo un po’ dall’abbraccio di Heero e disse al ragazzo: “Credevo che non l’avresti mai fatto…pensavo che per te fossi solo una grandissima scocciatura…”.

Heero le accarezzò il viso e disse, ridendo: “E lo sei ancora, stanne certa…”, poi, continuò: “Solo che adesso è successo qualcos’altro…”. Si fece più serio e andò avanti: “E’ solo che ora mi sono innamorato della mia dolcissima scocciatura…ti amo Relena”.

Relena scoppiò in lacrime, poi disse con voce flebile: “Ti amo anch’io, Heero”.

Lui le diede un altro bacio ancora più dolce del precedente, poi l’aiutò ad alzarsi e la prese in braccio, dato che lei non riusciva neanche ad alzarsi. Lei affondò il viso nella sua camicia, anche se non riusciva a dimenticare il viso dell’uomo, a cui Heero aveva sparato.

Entrambi si diressero verso il centro del salone, dove le guardie stavano legando e portando via alcuni uomini, mentre altri si apprestavano a soccorrere le guardie ferite o gli invitati. C’erano state anche una decina di vittime e Relena, dopo che Heero la mise a terra, sebbene se la stringesse ancora contro, piangeva silenziosamente, soprattutto per la morte di una sua amica, a cui voleva molto bene.

Un ufficiale, che era alto e aveva gli occhi di un bel colore tendente al viola, sorreggeva la madre di Relena, verso la quale si gettò sempre piangendo a dirotto. Dopo l’uomo, che si chiamava Laurence, ma che era conosciuto con il nomignolo di Laurie, si avvicinò a Heero e a Duo, che, dopo essersi accertato che Heero e Relena avessero smesso di baciarsi, si era nuovamente avvicinato.

“Comandante” disse Laurie, la voce leggermente incrinata. Era giovane, non poteva avere più di 20 anni, come Heero e Duo, ma certo non aveva il loro passato. “Ci sono state perdite di molti uomini; molti soldati sono morti, anche se tutto sommato il numero poteva essere anche maggiore. Tra i civili, invece, è morta solo una ragazza…”

“Sì, lo so” replicò Heero, stringendo i pugni “L’amica di Relena…cioè, della Principessa Relena…”
Duo lo guardò per qualche istante, poi chiese: “Come sta la Principessa?”, anche se aveva visto che stava abbastanza bene.

Heero rispose, sollevato: “Per fortuna, sta discretamente bene…è solo molto scossa e spaventata…”.

Duo, per evitare di pensare ancora a Relena, si rivolse a Laurie: “Si è capito a che gruppo facessero capo quei tipi?”.

Laurie annuì con il capo e continuò: “Sì…sembra che facciano parte della colonia X-2569…sono fanatici che sono formati dallo scioglimento di WhiteFang, vogliono principalmente la secessione della loro colonia dalla Nazione Terrestre perché ritengono di esservi stati annessi con la forza e non per loro specifica volontà, anche perché la loro colonia è ai primi posti per tasso di invivibilità e di ciò, danno la colpa alla Terra … sono particolarmente pericolosi perché possono contare sui finanziamenti estorti alla famiglia Winner, dato che si dice che il loro capo sia praticamente l’attuale maggiore azionista del gruppo…”.

Heero disse a bassa voce: “... dalla famiglia di Rareba…”

Duo proseguì, sebbene non voleva neanche nominare quel nome che ora gli faceva tanto male: “Ma cosa vogliono dalla Principessa Relena?”.

Laurie continuò: “Non si sa esattamente…secondo molti, vorrebbero semplicemente toglierla di mezzo perché rappresenta molto la Nazione Terrestre ed è stata soprattutto lei, ai tempi della Grande Guerra ad essere stata la fautrice della pace e dell’ordine costituitosi; ma per molti altri, vorrebbero porla alla guida del loro gruppo, come figura simbolica in grado di identificare loro e altre colonie sovversive…questa è la versione più accreditata, anche se molti, me compreso, pensano che vorrebbero rapire la Principessa per indurre il vecchio capo di Whitefang ad uscire allo scoperto…”.

“Zach Marquise…. “ borbottò Heero, l’aria di nuovo corrucciata, che si era leggermente dissolta dopo il bacio con Relena.

“Sembra che lo rivogliano con loro” proseguì Laurie, “Ritengono di indurlo a farsi vivo, sequestrando sua sorella, l’unica persona a cui è effettivamente legato. Una volta che avranno entrambi i Peacecraft superstiti, sarà facile trovare per loro il seguito dei vecchi militanti di Whitefang, che sono davvero molti e anche dei pacifisti moderati, che accetteranno di combattere per la loro autonomia e un maggiore benessere, e che si identificheranno con la Principessa Relena. La colonia X-2569 è la più grande mai costruita e certamente accendere lì la miccia significherebbe propagarla in tutto lo spazio…” concluse Laurie.

Heero e Duo avevano ascoltato in silenzio, sapevano bene che la sicurezza di Relena era in grave pericolo e che i secessionisti avrebbero certamente attaccato di nuovo. Erano riusciti ad entrare indisturbati nella Reggia una volta e potevano certamente farlo di nuovo.

“La prima cosa da fare” disse Heero, l’aria più decisa che mai “E’ mettere al sicuro la Principessa…poi è assolutamente necessario trovare un modo per sgominare questo gruppo. Lo abbiamo preso troppo alla leggera, pensando che non avessero i mezzi per attaccare, ma ora sappiamo che non hanno certamente problemi economici e nemmeno organizzativi…”

Heero chiamò a raccolta le guardie rimaste e iniziò freneticamente a dare ordini: “Voglio che la Reggia sia completamente isolata…daremo l’impressione che la Principessa sia ancora qui, ma la trasferiremo quanto più lontano possibile. Tu, Sandler” disse a Laurie “Cerca di trovare il maggior numero possibile di informazioni su questo gruppo…Duo cerca di contattare Rareba per sapere qualcosa su questo fantomatico capo…intanto, il palazzo deve essere evacuato dagli invitati e dai soldati e civili feriti…muoviamoci!”.

Heero si avvicinò allora a Relena, che era ancora abbracciata a sua madre. Era pallida e aveva gli occhi lucidi e rossi. Alle volte, Relena sembrava così forte, ma in realtà, spesso si scordavano che era solo una ragazza di ventuno anni. Era una ragazza fragile, una ragazza che non rideva mai, era un ragazza di ventuno anni con un pesante destino, da indossare a forza, come un abito stretto. Era una ragazza, che doveva avere appena incominciato a vivere, ma che, in realtà, era già gravata da responsabilità e doveri, che la vita dava solo quando era già scorsa da un bel po’.

Duo borbottò, mentre si allontanava, non potendo impedirsi di pensare: “Certo, Comandante, vado a chiamare Rareba…lei intanto si prenda cura della nostra Principessa…”

Heero disse alla madre di Relena di andarsene al più presto da lì e di tornare a casa, dopo essersi fatta curare, dato che era ferita. Dopo che la madre si fu allontanata, abbracciando nuovamente Relena, Heero le si avvicinò, chiedendole se stesse bene.

Relena, senza alzare lo sguardo da terra, replicò, la voce ridotta ad un sussurro: “Conoscevo Katy da quando andavo a scuola…era stata lei a farmi capire che ero innamorata di te, e stasera volevo presentartela, e ora invece…”. Relena non resse più e scoppiò in lacrime, tremando, come se fosse in preda alle convulsioni.

Heero non sapeva che cosa fare per calmarla, non l’aveva mai vista in quello stato e, anche se era Relena era sempre molto occupata e quindi non molto allegra, non era abituato a vederla così devastata dal dolore. Gli venne una fitta al cuore al pensiero di come doveva essersi distrutta quando era morto suo padre. Poi Relena disse qualcosa che gli spezzò completamente il cuore: “Sarei dovuta morire io al suo posto…è mia la colpa di questa strage…”.

Heero si riscosse a quell’orrendo pensiero e la prese per le spalle, scuotendola leggermente: “Non ti azzardare a dire mai più una cosa del genere! Non è stata colpa tua se Katy è morta, è stata colpa di quei folli, che volevano portarti via!  Non pensi quante persone sarebbero state male per la tua morte?!…”, poi, abbassando la voce e guardandola fissa negli occhi celesti, disse: “…non pensi che mi avresti semplicemente ucciso se fossi morta, che non sarei sopravvissuto senza di te?!”.

Relena lo guardò fisso negli occhi, non si era ancora abituata al fatto che Heero le avesse confessato di amarla e, sebbene fosse preda delle sensazioni che quell’inferno aveva provocato in lei, si sentii sollevare da terra verso il cielo più alto del Paradiso.

Lo guardò a lungo e poi, con un mezzo sorriso sulle labbra rosa, disse: “In effetti, non ti voglio lasciare così presto…sei l’unica cosa che mi dà la forza di andare avanti”, poi si alzò in punta di piedi e lo baciò ancora una volta. Heero rimase immobile per qualche secondo, poi la strinse…l’amava così tanto, sarebbe morto piuttosto che vederla soffrire, voleva stare con lei fino alla fine di tutta l’eternità.

Dopo essersi separati, lui la informò di tutto quello che gli aveva detto Laurie e le disse che era assolutamente necessario che lasciasse la reggia quanto prima.

“E tu che cosa farai?” chiese Relena, atterrita dal pensiero di doverlo lasciare.

“Io resterò qui, devo coordinare le guardie…tu andrai nella casa che ti lasciò tuo nonno sulle Montagne Orientali e ti farai accompagnare da una guardia fidata…”, poi ci pensò un momento e disse: “Andrai con Duo… a lui affiderei la mia stessa vita”.

Se solo Heero avesse saputo…se solo avesse saputo, mentre salutava Relena che saliva su una macchina scura con i vetri neri e la baciava, stringendola nel freddo della notte…se solo avesse saputo che non avrebbe rivisto Duo, a cui diede una pacca sulla spalla, se non un’altra volta, e poi quattro anni dopo, senza che tra loro due ci fosse un minimo sentimento di amicizia, se solo avesse potuto vedere lo sguardo di Duo annebbiarsi, mentre prendeva posto accanto alla donna che amava di più al mondo, se solo avesse saputo che il cuore del suo migliore amico stava per scoppiare, mentre la sua gamba urtava continuamente per la strada tortuosa la gamba di Relena, se solo avesse saputo che Relena si sarebbe trovata in una situazione impensabile per un tragico equivoco, magari avrebbe fermato quell’auto, chiamando a gran voce Relena e stringendosela fino a quando l’alba non avrebbe distrutto il gelo della notte.

Ma lui non sapeva niente di quello che il destino gli stava preparando e perciò lasciò partire l’auto, che stava conducendo Relena e Duo verso il primo atto di un futuro che non poteva neanche lontanamente immaginare.

 

 

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