Capitolo
1 – In darkness… our light…
La stanza era
illuminata dalle luci delle candele e del lampadario di cristallo, che riempiva
le pareti ricoperte da marmi colorati di riflessi argentei. Il salone era pieno
di persone dall’aspetto distinto, tutte compunte e ben vestite, che
sorseggiavano drink e bevande varie, in attesa dell’arrivo della Principessa
Relena Peacecraft. La corte era in febbrile agitazione, poiché era il primo
ricevimento che si teneva da quando la Principessa era tornata sul trono del
Saint Kindom; Relena, infatti, era stata costretta a ritornare nel suo Regno
perché suo fratello Miliardo aveva rifiutato il trono, ritenendosi solo un uomo
con le mani irrimediabilmente sporche del sangue di tanti innocenti e, per
questa ragione, aveva lasciato la Terra e si era diretto verso lo Spazio
cosmico, dove ora viveva, assieme alla fedele Noin. Relena perciò, pur essendo
rimasta nella carica di viceministro degli Esteri, era in ogni caso dovuta
tornare nel suo paese natio, per occupare il posto di suo padre, morto ormai
molti anni prima.
“Per fortuna, almeno
non sono sola qui” si disse, risoluta, mentre scendeva la scalinata, coperta da
un tappeto rosso, circondata dagli sguardi dei presenti.
In un angolo della
sala, appoggiato al muro, c’era un ragazzo alto, che indossava un elegante
uniforme militare bianca. Aveva un’aria corrucciata e perennemente assorta, con
i capelli castani che li coprivano parte degli occhi blu profondo. A chi non lo
conosceva bene poteva sembrare solo uno di tanti ufficiali della corte, ma in
realtà, il giovane era Heero Yuy, uno dei piloti di Gundam, che ormai tre anni
prima, si era reso artefice della pace nel mondo. Ma, a corte, era anche
conosciuto per un’altra ragione. Era anche il ragazzo, che era sempre accanto alla
Principessa da ormai quasi tre anni, con l’incarico di sua guardia del corpo,
tutti erano convinti che Yuy provasse qualcosa per Relena, ma il suo
comportamento non lo dava certo a vedere. Era molto freddo e scostante con
tutti, e lui e Relena non stavano certo assieme. Sebbene ad un osservatore
attento, sarebbe parso evidente che a Relena si illuminavano gli occhi ogni
volta che lo vedeva, e Heero sorrideva in modo impercettibile solo a lei, i due
sembravano ai più, solo amici che avevano condiviso insieme molte vicende.
Ma la vicenda, si era
ulteriormente complicata quando tre mesi prima era giunto povero, lacero, e
affamato alla Reggia un altro pilota di Gundam, che era stato assunto anch’
egli dalla Principessa. Il pilota ora era accanto a Heero, sorseggiando una
bibita, anche lui in uniforme bianca. Il ragazzo aveva lunghi capelli castani
legati in una treccia e occhi azzurro chiaro. Aveva un’aria più felice e
spensierata del suo compagno e ora, come il suo amico, stava osservano Relena,
che, dopo averli salutati con un sorriso, stava scendendo con grazia le scale.
Duo Maxwell si
rivolse all’amico, che stava ancora fissando Relena: “Certo che Relena è
davvero bellissima…”.
Heero non rispose,
anche se sapeva benissimo che la sua risposta sarebbe stata la stessa.
Relena, dopo aver
salutato un po’ di persone, si diresse verso di loro. Indossava un vestito
corto, sul ginocchio, giallo, con spalline color oro, che s’intrecciavano sulla
spalla. I capelli biondi, erano alzati in un’elegante crocchia sulla nuca e il
viso era illuminato dai riflessi dei gioielli, che portava, ma che
evidentemente le procuravano un certo fastidio.
“Bene, che cosa ci
fanno i miei migliori ufficiali qui in angolo?”disse scherzosamente, con le
braccia conserte.
Vedendo che Heero non
rispondeva, si rivolse a Duo: “Signor Maxwell, non vuole invitare la Sua
Principessa a ballare?”.
Duo, illuminandosi in
volto, disse con un tono molto cerimonioso: “Ma certo, Vostra Maestà”. Relena
lanciò un’ultima occhiata a Heero, che sentii il cuore sprofondare. Perché non
l’aveva invitata lui a ballare? Era davvero uno stupido…solo che non voleva che
quei pettegoli della corte facessero strane insinuazioni, ce n’erano già fin
troppe. Anche se poi non è che gli importasse granché di quello che pensassero
gli altri, non voleva che succedesse qualcosa che lo costringesse a lasciare la
sua Relena…Rabbrividii a quello che aveva pensato…la sua Relena?! Ma poi
si calmò. Valeva la pena che, dopo tre anni, facesse ancora finta che di quella
ragazza non gli importasse nulla? La sua presenza in quel posto già significava
da sola che era perso della Principessa del Saint Kindom, che aveva cambiato la
sua vita. Lei lo calmava, lo faceva stare bene, gli faceva male al cuore, ogni
volta che la vedeva. Viveva solo del suo sorriso, del suo sguardo, della sua
voce dolce, che gli purificavano il cuore. Ogni giorno ricordava di meno tutti
i crimini, che aveva commesso, cadendo solo del pensiero della splendida
persona che aveva accanto. Dopo un periodo di profonda crisi interiore, aveva
trovato accanto a lei la pace, convincendosi infine che se quella serie di
delitti, lo avevano condotto a lei, dovevano avere avuto un qualche senso.
Eppure, sapeva che
lei si meritava di meglio, si meritava una persona, che la facesse stare bene,
qualcuno che l’amasse tanto da farle scordare per qualche momento che era la
Principessa di quel Regno e una personalità importantissima nella Nazione
Terrestre Unita…e lui non era questo. Era solo quello che, presentandosi nel
suo studio, la sommergeva d’altri problemi, e che poi, sebbene gli si spezzasse
il cuore, per via del suo carattere impossibile, la lasciava lì con la testa
tra le mani, che cercava di risolvere tutta quella situazione.
Heero alzò lo sguardo
verso di lei e la vide, mentre ballava stretta a Duo. Si sentii il cuore
morire…Duo sembrava che le stesse dicendo qualcosa che la stava facendo ridere
e lei si asciugava le lacrime con il palmo della mano. Poi, mentre la canzone
finiva e la gente si dirigeva verso il tavolo dei rinfreschi, Relena si staccò
dal ragazzo con un sorriso e, prima di allontanarsi e dirigersi verso la sua
madre adottiva, che era appena arrivata, si avvicinò lentamente a Duo e lo
baciò velocemente sulla guancia. Duo rimase immobile, accarezzandosi la
guancia, dove Relena l’aveva baciato, mentre la vedeva allontanarsi.
Duo sentiva il cuore
pieno di spilli…ci mancava solo questa, pensò, mentre tornava verso Heero. Ci
mancava solo che Relena lo baciasse…certo, lo aveva baciato solo come un amico,
gli aveva solo detto che gli voleva molto bene e lo aveva ringraziato per
averla fatta divertire tanto, eppure…
Era ormai da tanto
che Duo aveva capito che Relena non era per lui soltanto la persona, che dopo
anni di stenti, gli aveva offerto un’occupazione e che ora si era impegnato di
proteggere, non era purtroppo per lui solo questo. Si odiava profondamente per
questo, avrebbe voluto cambiare le cose, fare sì che tutto stesse procedendo in
maniera diversa, ma invece più passava il tempo e più tutto si stava muovendo
verso quel finale obbligato. Ormai anche se lo avrebbe negato fino all’ultimo
davanti agli altri, si era innamorato di Relena. L’unica donna sulla faccia
della Terra e nell’intero spazio, che non avrebbe mai dovuto mai solo pensare
di amare. Sembrava quasi che avessero scritto per lui un copione in perfetto
stile strappalacrime, che ora lo poneva in questa assurda situazione. Sebbene
Heero non fosse il tipo più chiacchierone dell’Universo, lui aveva ormai capito
da tempo che era perso di Relena, tanto quanto lo era lui. Solo che Heero
l’amava da quando l’aveva conosciuta, aveva scelto di sopravvivere alla guerra
solo per lei, aveva deciso di seguirla per tutta la vita…solo che Heero aveva
bisogno di lei, come l’ossigeno, ne aveva bisogno per continuare a vivere, per aprire
il suo cuore, per capire che la sua vita non si esauriva in una carrellata di
stupide missioni. Inoltre, Heero era il suo migliore amico e lui non avrebbe
mai potuto portargli via Relena, da sotto il naso. Eppure, sapeva che lui
avrebbe certamente reso più felice Relena di quanto Heero potesse provare solo
a fare…quella ragazza aveva un estremo bisogno di ridere, di divertirsi.
Avrebbe voluto portarla fuori da quella Reggia soffocante e portarla in riva al
mare, farle vedere il mondo, vedere il suo sorriso diffondersi nei suoi occhi.
Eppure, sapeva che non sarebbe stato mai possibile. Relena era innamorata di
Heero e lui era innamorato di lei. Basta. Per lui, non c’era neanche un minimo
spazio in quello che i loro cuori lasciavano.
Sospirò a lungo, mentre
si sedeva accanto a Heero, tra le altre guardie. Avrebbe voluto parlare con
qualcuno di questa situazione, ma, al momento, aveva a disposizione solo Heero
e Relena, le persone che erano maggiormente coinvolte nel suo problema. Decise
che più tardi avrebbe chiamato Trowa, per fare due chiacchiere con lui; Rareba
era partito assieme a Dorothy per lo spazio la settimana prima per occuparsi
degli affari della sua famiglia, Wufei non era certo la persona più adatta,
forse gli avrebbe consigliato di uccidere sia Heero che Relena, e la sua amica
Hilde gli aveva chiamato due giorni prima, confessandogli di essersi innamorata
di lui.
Heero si mosse
nervosamente sulla sedia. Aveva visto Relena che baciava Duo e si era sentito
soffocare. Si era persino alzato con l’intento di andare a parlarle, ma poi si
era seduto di nuovo. Che cosa le avrebbe detto? Non poteva certo dirle che
stava morendo di gelosia, per quello che aveva fatto, che voleva che avesse
baciato lui, e non Duo. E che però, nel contempo, era convinto che Duo fosse
molto meglio di lui per starle accanto, che l’aveva vista così contenta accanto
a lui e che voleva solo che lei fosse felice. Anche Heero, come Duo al suo
fianco, sospirò a lungo.
Poi un rumore,
proveniente dal centro della stanza, attirò la loro attenzione. Un gruppo di
persone si era radunato al centro della stanza e parlava convulsamente, ma non
erano invitati alla festa. Erano uomini vestiti di nero con passamontagna sul
capo, che portavano pistole e fucili. Heero e Duo si alzarono simultaneamente
dalle loro sedie, cercando entrambi con lo sguardo Relena, ma non riuscivano a
vederla. Estrassero dalle tasche le pistole e si diressero verso il centro
della stanza, dove si erano radunati anche gli altri ufficiali.
Un uomo, che era al
centro della stanza ed era vestito di nero, come gli altri, prese la parola e
disse a voce alta: “Siamo un gruppo di secessionisti delle colonie!Vedete di
non fare scherzi, altrimenti uccideremo tutti i presenti!”. Così dicendo si
aprì la giacca, mostrando una serie di cariche esplosive legati al suo corpo.
Molti dei presenti urlarono.
Duo mugolò
nell’orecchio di Heero: “Riesci a vedere Relena?”.
Heero, il sudore che
gli imperlava la fronte, disse: “No, non la vedo da nessuna parte, ma dovrebbe
essere qui”.
L’uomo, che aveva
parlato prima, continuò: “Vogliamo che ci consegnate la Principessa Relena e
agli altri non sarà torto un capello…”
Relena, che era nella
folla abbracciando sua madre, che piangeva convulsamente, deglutì e poi disse,
attirando l’attenzione di Heero e Duo, che finalmente videro, dove si trovava:
“Se mi consegnerò a voi, lascerete liberi tutti?”.
L’uomo, con una
risata ironica, disse: “Vostra Maestà, siete davvero stupenda stasera…sì, non
dovete preoccuparvi, il nostro obiettivo siete solo voi, Principessa”.
Relena lasciò la
madre, che singhiozzava ancora e si diresse, aprendo la folla attorno lei,
verso il centro della stanza.
Duo si rivolse
all’amico: “Che facciamo ora?”. Heero ci pensò su, mentre i passi dei tacchi di
Relena risuonavano sul marmo freddo.
“Ascolta” disse “Tu
penserai a distrarli, mentre io salirò sulle scale, verso il piano di sopra e
sparerò a quello con le cariche esplosive. Allora, cominceremo a sparare sugli
altri, hai capito?Penso che gli altri ufficiali capiranno e inizieranno a
sparare, anche loro…siamo più di loro, e solo quello con le cariche, che può
darci fastidio”.
A quel punto, si
diresse, correndo in silenzio, verso le scale; Duo non aveva la minima idea di
come distrarli, poi, vedendo che Relena era vicinissima al capo, che tendeva il
braccio verso di lei, si riscosse e si avvicinò, dicendo: “Voi, che cosa avete
intenzione di fare con la Principessa?”.
Relena lo guardò per
qualche istante, chiedendosi che cosa avesse in mente e, al contempo, dove
fosse Heero. Si fermò immobile, mentre Duo con la mano, le faceva nascostamente
segno di venirgli accanto.
“Non vi daremo mai la
Principessa, senza garanzie che non le sia fatto del male!”disse Duo, mentre le
altre guardie cominciavano a capire che Duo stava portando avanti una mossa
diversiva e facevano indietreggiare gli invitati.
“Sta tranquillo”
disse uno degli uomini “La vostra Principessa sarà al sicuro…la stiamo solo
portando dove non potrà che fare del bene e cioè nella nostra colonia…”.Gli
altri scoppiarono a ridere.
Tacquero, quando
videro il loro capo accasciarsi, pieno di sangue…Heero lo aveva appena colpito
e Duo si apprestò a mettere a testa ingiù sotto di sé Relena, mentre le altre
guardie iniziavano a sparare.
Nella sala, ormai,
regnava il caos. Molti invitati si erano gettati faccia a terra, mentre uomini
in nero e guardie cadevano ferite in rivoli di sangue. Duo prese Relena per un
braccio e la trascinò verso la parete, dove c’era il pianoforte e le disse di
nascondersi lì dietro e di non muoversi per nessun motivo. Relena obbedii e si
accucciò dietro il pianoforte, mentre Duo andò ad aiutare le altre guardie.
Heero, intanto, stava
mettendo a terra un altro uomo, quando vide Duo raggiungerlo. Doveva avere
nascosto Relena al sicuro, si disse.
Ormai, non era rimasto
più nessuno, a parte un uomo che continuava strenuamente a sparare e a
difendersi. L’uomo, di un tratto, si illuminò e corse verso il pianoforte, dove
aveva visto Relena che stava aiutando sua madre, che era a terra ferita. Heero
si accorse appena in tempo dei suoi movimenti e corse dietro di lui,
sparandogli alle spalle. L’uomo urlò e si accasciò pieno di sangue, proprio
accanto a Relena che rimase attaccata al muro per la paura.
Heero si avvicinò a
lei, che ormai era livida e che era ferita sulla guancia.
“Relena, come stai?”
disse, sinceramente preoccupato.
La ragazza,
all’inizio non rispose, poi gli occhi si riempirono di lacrime, corse verso
Heero e lo abbracciò.
“Heero, ho avuto
tanta paura che ti facessero del male!” disse, gemendo, soffocando i singhiozzi
sul suo petto.
Heero se la strinse
contro e sorrise, un dolce sorriso disteso: “Io sto bene, non ti devi
preoccupare…in fondo, ne ho passate di peggio di questo”.
Relena sorrise,
ancora stretta a lui, mentre le lacrime le rigavano le guance. Heero sentii il
suo cuore che trovava finalmente la pace, non voleva lasciarla andare, non
voleva assolutamente che smettesse di stringerlo. Lei era così bella che non
poteva permettersi che anche quel momento andasse perso. Dolcemente, attirò il
mento della ragazza con la mano contro il suo viso e la baciò sulle labbra.
Relena rimase un attimo immobile, e mormorò tra le labbra “Heero”, poi mise le
sue braccia attorno al collo del ragazzo e l’attirò a sé. Heero se la strinse
ancora più forte contro, mentre gli sembrava solo allora di aver cominciato a
vivere.
Intanto Duo li
guardava baciarsi e si sentiva come se stesse morendo… ecco, finalmente Heero
se ne era accorto, si era accorto che l’amava e che non poteva lasciarla andare
ancora. Eppure, sapeva che non era per niente contento di quello che stava
accadendo, non lo era per niente. Avrebbe voluto che Relena stringesse così
lui, che l’amava tanto quanto Heero, che l’avrebbe potuta rendere felice. Ma
era così che doveva andare a finire. L’amore tra Heero e Relena era una di
quelle cose che non avrebbe mai potuto neanche immaginare di possedere e perciò
doveva soltanto rassegnarsi ed essere contento per loro due.
Relena si staccò dopo
un po’ dall’abbraccio di Heero e disse al ragazzo: “Credevo che non l’avresti
mai fatto…pensavo che per te fossi solo una grandissima scocciatura…”.
Heero le accarezzò il
viso e disse, ridendo: “E lo sei ancora, stanne certa…”, poi, continuò: “Solo
che adesso è successo qualcos’altro…”. Si fece più serio e andò avanti: “E’
solo che ora mi sono innamorato della mia dolcissima scocciatura…ti amo
Relena”.
Relena scoppiò in
lacrime, poi disse con voce flebile: “Ti amo anch’io, Heero”.
Lui le diede un altro
bacio ancora più dolce del precedente, poi l’aiutò ad alzarsi e la prese in braccio,
dato che lei non riusciva neanche ad alzarsi. Lei affondò il viso nella sua
camicia, anche se non riusciva a dimenticare il viso dell’uomo, a cui Heero
aveva sparato.
Entrambi si diressero
verso il centro del salone, dove le guardie stavano legando e portando via
alcuni uomini, mentre altri si apprestavano a soccorrere le guardie ferite o
gli invitati. C’erano state anche una decina di vittime e Relena, dopo che
Heero la mise a terra, sebbene se la stringesse ancora contro, piangeva
silenziosamente, soprattutto per la morte di una sua amica, a cui voleva molto
bene.
Un ufficiale, che era
alto e aveva gli occhi di un bel colore tendente al viola, sorreggeva la madre
di Relena, verso la quale si gettò sempre piangendo a dirotto. Dopo l’uomo, che
si chiamava Laurence, ma che era conosciuto con il nomignolo di Laurie, si
avvicinò a Heero e a Duo, che, dopo essersi accertato che Heero e Relena
avessero smesso di baciarsi, si era nuovamente avvicinato.
“Comandante” disse
Laurie, la voce leggermente incrinata. Era giovane, non poteva avere più di 20
anni, come Heero e Duo, ma certo non aveva il loro passato. “Ci sono state
perdite di molti uomini; molti soldati sono morti, anche se tutto sommato il
numero poteva essere anche maggiore. Tra i civili, invece, è morta solo una
ragazza…”
“Sì, lo so” replicò
Heero, stringendo i pugni “L’amica di Relena…cioè, della Principessa Relena…”
Duo lo guardò per qualche istante, poi chiese: “Come sta la Principessa?”,
anche se aveva visto che stava abbastanza bene.
Heero rispose,
sollevato: “Per fortuna, sta discretamente bene…è solo molto scossa e
spaventata…”.
Duo, per evitare di
pensare ancora a Relena, si rivolse a Laurie: “Si è capito a che gruppo
facessero capo quei tipi?”.
Laurie annuì con il
capo e continuò: “Sì…sembra che facciano parte della colonia X-2569…sono
fanatici che sono formati dallo scioglimento di WhiteFang, vogliono
principalmente la secessione della loro colonia dalla Nazione Terrestre perché
ritengono di esservi stati annessi con la forza e non per loro specifica
volontà, anche perché la loro colonia è ai primi posti per tasso di
invivibilità e di ciò, danno la colpa alla Terra … sono particolarmente
pericolosi perché possono contare sui finanziamenti estorti alla famiglia
Winner, dato che si dice che il loro capo sia praticamente l’attuale maggiore
azionista del gruppo…”.
Heero disse a bassa
voce: “... dalla famiglia di Rareba…”
Duo proseguì, sebbene
non voleva neanche nominare quel nome che ora gli faceva tanto male: “Ma cosa
vogliono dalla Principessa Relena?”.
Laurie continuò: “Non
si sa esattamente…secondo molti, vorrebbero semplicemente toglierla di mezzo
perché rappresenta molto la Nazione Terrestre ed è stata soprattutto lei, ai
tempi della Grande Guerra ad essere stata la fautrice della pace e dell’ordine
costituitosi; ma per molti altri, vorrebbero porla alla guida del loro gruppo,
come figura simbolica in grado di identificare loro e altre colonie
sovversive…questa è la versione più accreditata, anche se molti, me compreso,
pensano che vorrebbero rapire la Principessa per indurre il vecchio capo di
Whitefang ad uscire allo scoperto…”.
“Zach Marquise…. “
borbottò Heero, l’aria di nuovo corrucciata, che si era leggermente dissolta
dopo il bacio con Relena.
“Sembra che lo
rivogliano con loro” proseguì Laurie, “Ritengono di indurlo a farsi vivo,
sequestrando sua sorella, l’unica persona a cui è effettivamente legato. Una
volta che avranno entrambi i Peacecraft superstiti, sarà facile trovare per
loro il seguito dei vecchi militanti di Whitefang, che sono davvero molti e
anche dei pacifisti moderati, che accetteranno di combattere per la loro
autonomia e un maggiore benessere, e che si identificheranno con la Principessa
Relena. La colonia X-2569 è la più grande mai costruita e certamente accendere
lì la miccia significherebbe propagarla in tutto lo spazio…” concluse Laurie.
Heero e Duo avevano
ascoltato in silenzio, sapevano bene che la sicurezza di Relena era in grave
pericolo e che i secessionisti avrebbero certamente attaccato di nuovo. Erano
riusciti ad entrare indisturbati nella Reggia una volta e potevano certamente
farlo di nuovo.
“La prima cosa da
fare” disse Heero, l’aria più decisa che mai “E’ mettere al sicuro la
Principessa…poi è assolutamente necessario trovare un modo per sgominare questo
gruppo. Lo abbiamo preso troppo alla leggera, pensando che non avessero i mezzi
per attaccare, ma ora sappiamo che non hanno certamente problemi economici e
nemmeno organizzativi…”
Heero chiamò a
raccolta le guardie rimaste e iniziò freneticamente a dare ordini: “Voglio che
la Reggia sia completamente isolata…daremo l’impressione che la Principessa sia
ancora qui, ma la trasferiremo quanto più lontano possibile. Tu, Sandler” disse
a Laurie “Cerca di trovare il maggior numero possibile di informazioni su questo
gruppo…Duo cerca di contattare Rareba per sapere qualcosa su questo fantomatico
capo…intanto, il palazzo deve essere evacuato dagli invitati e dai soldati e
civili feriti…muoviamoci!”.
Heero si avvicinò
allora a Relena, che era ancora abbracciata a sua madre. Era pallida e aveva
gli occhi lucidi e rossi. Alle volte, Relena sembrava così forte, ma in realtà,
spesso si scordavano che era solo una ragazza di ventuno anni. Era una ragazza
fragile, una ragazza che non rideva mai, era un ragazza di ventuno anni con un
pesante destino, da indossare a forza, come un abito stretto. Era una ragazza,
che doveva avere appena incominciato a vivere, ma che, in realtà, era già
gravata da responsabilità e doveri, che la vita dava solo quando era già scorsa
da un bel po’.
Duo borbottò, mentre
si allontanava, non potendo impedirsi di pensare: “Certo, Comandante, vado a
chiamare Rareba…lei intanto si prenda cura della nostra Principessa…”
Heero disse alla
madre di Relena di andarsene al più presto da lì e di tornare a casa, dopo
essersi fatta curare, dato che era ferita. Dopo che la madre si fu allontanata,
abbracciando nuovamente Relena, Heero le si avvicinò, chiedendole se stesse
bene.
Relena, senza alzare
lo sguardo da terra, replicò, la voce ridotta ad un sussurro: “Conoscevo Katy
da quando andavo a scuola…era stata lei a farmi capire che ero innamorata di
te, e stasera volevo presentartela, e ora invece…”. Relena non resse più e
scoppiò in lacrime, tremando, come se fosse in preda alle convulsioni.
Heero non sapeva che
cosa fare per calmarla, non l’aveva mai vista in quello stato e, anche se era
Relena era sempre molto occupata e quindi non molto allegra, non era abituato a
vederla così devastata dal dolore. Gli venne una fitta al cuore al pensiero di
come doveva essersi distrutta quando era morto suo padre. Poi Relena disse
qualcosa che gli spezzò completamente il cuore: “Sarei dovuta morire io al suo
posto…è mia la colpa di questa strage…”.
Heero si riscosse a
quell’orrendo pensiero e la prese per le spalle, scuotendola leggermente: “Non
ti azzardare a dire mai più una cosa del genere! Non è stata colpa tua se Katy
è morta, è stata colpa di quei folli, che volevano portarti via! Non pensi quante persone sarebbero state
male per la tua morte?!…”, poi, abbassando la voce e guardandola fissa negli
occhi celesti, disse: “…non pensi che mi avresti semplicemente ucciso se fossi
morta, che non sarei sopravvissuto senza di te?!”.
Relena lo guardò
fisso negli occhi, non si era ancora abituata al fatto che Heero le avesse
confessato di amarla e, sebbene fosse preda delle sensazioni che quell’inferno
aveva provocato in lei, si sentii sollevare da terra verso il cielo più alto
del Paradiso.
Lo guardò a lungo e
poi, con un mezzo sorriso sulle labbra rosa, disse: “In effetti, non ti voglio
lasciare così presto…sei l’unica cosa che mi dà la forza di andare avanti”, poi
si alzò in punta di piedi e lo baciò ancora una volta. Heero rimase immobile
per qualche secondo, poi la strinse…l’amava così tanto, sarebbe morto piuttosto
che vederla soffrire, voleva stare con lei fino alla fine di tutta l’eternità.
Dopo essersi
separati, lui la informò di tutto quello che gli aveva detto Laurie e le disse
che era assolutamente necessario che lasciasse la reggia quanto prima.
“E tu che cosa
farai?” chiese Relena, atterrita dal pensiero di doverlo lasciare.
“Io resterò qui, devo
coordinare le guardie…tu andrai nella casa che ti lasciò tuo nonno sulle
Montagne Orientali e ti farai accompagnare da una guardia fidata…”, poi ci
pensò un momento e disse: “Andrai con Duo… a lui affiderei la mia stessa vita”.
Se solo Heero avesse
saputo…se solo avesse saputo, mentre salutava Relena che saliva su una macchina
scura con i vetri neri e la baciava, stringendola nel freddo della notte…se
solo avesse saputo che non avrebbe rivisto Duo, a cui diede una pacca sulla
spalla, se non un’altra volta, e poi quattro anni dopo, senza che tra loro due
ci fosse un minimo sentimento di amicizia, se solo avesse potuto vedere lo
sguardo di Duo annebbiarsi, mentre prendeva posto accanto alla donna che amava
di più al mondo, se solo avesse saputo che il cuore del suo migliore amico
stava per scoppiare, mentre la sua gamba urtava continuamente per la strada
tortuosa la gamba di Relena, se solo avesse saputo che Relena si sarebbe
trovata in una situazione impensabile per un tragico equivoco, magari avrebbe
fermato quell’auto, chiamando a gran voce Relena e stringendosela fino a quando
l’alba non avrebbe distrutto il gelo della notte.
Ma lui non sapeva
niente di quello che il destino gli stava preparando e perciò lasciò partire
l’auto, che stava conducendo Relena e Duo verso il primo atto di un futuro che
non poteva neanche lontanamente immaginare.
A voi, la parola:
commentate! Commentate! Commentate!