Who’re you in love with?
“Se un uomo vuole
occuparsi incessantemente di cose serie e non abbandonarsi ogni tanto allo
scherzo, senza accorgersene, diventa pazzo o idiota”
~ Erodoto
Hermione sedeva sugli spalti
del campo da Quidditch, da sola, mentre osservava il cielo grigiastro e
ripensava al perché fosse seduta lì, durante il freddo mese di febbraio. Ron si
era comportato da insensibile un’altra volta - come ormai accadeva spesso -,
giustificando il fatto che si trovasse lì, praticamente congelata, ripensando
alle sue parole.
Perché non ti sciogli i
capelli almeno per una volta, Hermione?
La ragazza non riusciva
a capire che diavolo volesse dire. C’era bisogno di sciogliersi i capelli per
studiare o per leggere un libro in santa pace? C’era bisogno di sciogliere quel
grumo di capelli crespi che si ritrovava per sembrare ancora più ridicola?
“Idiota!” mormorò,
mettendosi la testa tra le mani e chiudendo gli occhi.
“Spero di non essere
stato io la causa di un simile linguaggio. Da quando Hermione
Granger usa certe espressioni volgari e gergali?” una voce familiare,
accompagnata dal vento, raggiunse la ragazza, facendola sobbalzare leggermente.
Hermione non ebbe
nemmeno bisogno di alzare lo sguardo, per capire da chi proveniva quella voce.
Arrossì leggermente, sentendo il proprio cuore iniziare a battere forte e la
solita - ormai piacevole - morsa stringerle lo stomaco. Si voltò verso di lui,
cercando di nascondere il rossore che le imporporava le guance.
Fred Weasley
“Per Merlino, Fred!”
strillò con una voce particolarmente acuta e strozzata, “non provare mai più a
spaventarmi in questo modo!”.
Fred si sedette accanto
a lei, scrutandola attentamente, con lo stesso sorrisetto beffardo disegnato
sul volto, “allora, cosa ci fa l’intelligente e saputella so-tutto-io
Granger qui fuori al freddo?”.
“Ron è un idiota” si
limitò a mormorare la ragazza, spostando lo sguardo dal rosso per posarlo sul
bianco campo da Quidditch, ormai già completamente ricoperto dalla neve che era
caduta nei giorni precedenti. Hermione si lasciò scappare un sospiro,
osservando - come se lo trovasse veramente interessante - la nebbiolina bianca
che le usciva dalla bocca.
Fred ridacchiò
sommessamente, circondando le spalle della ragazza con un proprio braccio,
“Hermione cara, hai scoperto la vera identità di Ronald Bilius
Weasley”.
La ragazza alzò appena
gli occhi al cielo e sospirò nuovamente, cercando di ignorare il rossore, che
si faceva sempre più presente sulle sue guance, già rosee a causa del freddo
gelo che accompagnava febbraio. Hermione cercò di mostrarsi indifferente al
braccio di Fred che la circondava, ma con scarsi ed ovvi risultati,
considerando il proprio imbarazzo.
“Non so più cosa fare
con lui, Fred! Prima, quando lui e Harry non si rivolgevano la parola, per via
del Calice di Fuoco e del Torneo Tre Maghi, mi sentivo come contesa trai miei
due migliori amici. Poi, soltanto quando si è accorto di non essere riuscito ad
invitare nessuna al Ballo del Ceppo, ha realizzato che ero una ragazza. E
infine, ha rovinato tutto dicendo che stavo fraternizzando con il
nemico soltanto perché avevo deciso di andare a quello stupidissimo
ballo con Krum!” si fermò per riprendere fiato e per
voltarsi verso il rosso che la guardava, “e ora sta dicendo che dovrei
sciogliermi i capelli per una volta. Prima o poi esploderò, se continua ad
assillarmi in questo modo!”.
“Sembra che Ron abbia
una cotta per te…” fu l’unica cosa - decisamente
ovvia - che uscì dalle labbra quasi sigillate del ragazzo, mentre abbassava lo
sguardo sulle proprie mani.
“Lo so” sospirò affranta
Hermione, lasciando i proprio sguardo su Fred.
“Non sembri molto
entusiasta di ciò”.
“Il fatto è che io lo
vedo soltanto come un fratello… niente di più”.
Entrambi stettero zitti
per un po’, ascoltando ciascuno i propri pensieri e spostando lo sguardo dalla
persona che avevano accanto, fino al campo di Quidditch e viceversa.
“Allora…
chi ti piace?” la voce di Fred era quasi divertita e molto curiosa di sapere
chi fosse il ragazzo misterioso che aleggiava nella testa della migliore amica
di suo fratello.
Hermione abbassò lo
sguardo sulle proprie mani, sforzandosi di non arrossire e cercando di
concentrarsi su qualcosa di meno imbarazzante. Una leggera e fredda brezza la
investì, facendole accapponare la pelle, nonostante il suo volto scottasse. Non
perché avesse la febbre o fosse malata, ma per via della presenza del ragazzo
al suo fianco.
“Oh, andiamo, Mione. Sai che non lo dirò a nessuno. E se non mi credi, te
lo giuro anche” continuò ad infierire il rosso.
Mi piacerebbe dirtelo,
credimi. Ma non vorrei rischiare di perdere la tua amicizia se tu non dovessi
ricambiare i miei sentimenti. Il problema si ingigantirebbe di cinquecento
volte, pensò la ragazza, lasciando il proprio sguardo sulle mani, senza sapere
cosa rispondere.
“Non mi dirai che è una
cosa così vergognosa, vero? Non sarai mica innamorata di Piton? Se è così,
dovrei iniziare a preoccuparmi della tua sanità mentale…”
scherzò Fred, ridendo al solo pensiero di una Hermione innamorata follemente di
Severus Piton. Nah, non lo avrebbe mai creduto
possibile.
La ragazza si decise ad
alzare lo sguardo dalle proprie mani e a posarlo sul rosso, “non è Piton”
sospirò, cercando il coraggio per formulare qualsiasi frase di senso compiuto,
“d’accordo, c’è un ragazzo che mi piace. E’ più grande di me, ma ancora non ha
finito Hogwarts. E’ davvero intelligente, ma la maggior parte della gente non
pensa che lo sia. Ha addirittura il suo fan club personale di ragazze, che
farebbero qualsiasi cosa per lui; non c’è speranza che anche lui sia innamorato
di me”.
“Oh, non dire così, Mione. Sei intelligente, simpatica e senza dubbio bella”.
“Sono una brutta
secchiona so-tutto-io, ecco cosa sono”.
“Non sei assolutamente brutta.
Sicuramente sei una saputella secchiona so-tutto-io,
ma non sei decisamente brutta. Hai addirittura catturato l’attenzione di Viktor
Krum! Di una giocatore di Quidditch molto famoso! E
ho fatto molto caso agli sguardi che i ragazzi di rivolgevano durante il Ballo
del Ceppo. Tutti erano rimasti abbagliati dalla tua bellezza. Tu non sei
brutta, Mione” le sorrise Fred.
“Dici sul serio?”.
“Sì, Hermione” lo
sguardo del ragazzo cadde sull’orologio che questi portava al polso, “è quasi
l’ora di pranzo, che ne dici se ritorniamo al castello?”.
“D’accordo” annuì la
ragazza, alzandosi velocemente dal posto dove era seduta. Aveva molto freddo e
la visione di una calda ed accogliente Sala Grande era molto allettante.
“In quale casa è?” le
chiese Fred, iniziando a camminare a fianco della ragazza.
“Grifondoro”.
“Che aspetto ha?”.
Hermione ci pensò su per
un attimo, riflettendo tra sé e sé, dovrei descriverlo? E se non
capisce che sto parlando di lui? Cosa devo fare, dirglielo esplicitamente o
continuare a girarci intorno?”.
“Okay. E’ alto più o
meno così… ama fare scherzi e burle alle persone… mette sempre prima i suoi amici e la sua famiglia
di se stesso… gioca nella squadra di Quidditch… e ha le lentiggini e i capelli rossi” gli ultimi
due elementi li disse a voce più bassa, svelando praticamente il nome del suo
innamorato misterioso.
Fred si fermò,
voltandosi a guardarla, “stai parlando di George? Ti piace George?”.
La ragazza avrebbe
potuto giurare di aver sentito una piccola nota di delusione nella voce del rosso,
come se ci fosse rimasto male. Emise un respiro frustrato, “ no! Stavo
descrivendo te e non George!”.
Ha appena detto che le
piaccio?, si chiese Fred, come se non riuscisse a credere alle sue orecchie e ai
suoi stessi pensieri. Si voltò verso Hermione e vide che lo aveva superato e
che stava per entrare nel castello. Corse verso di lei, riuscendo a
raggiungerla e a fermarla.
“Hermione! Aspetta!” la
voce del rosso e un suo braccio su una sua mano la fecero fermare e voltare,
interrogativa, verso di lui.
“Che cosa vu-” non
riuscì a finire la frase perché le labbra di Fred si posarono sulle sue,
impedendole di parlare. Per un momento Hermione rimase di sasso, non potendo
credere a quello che stava accadendo, ma poi rispose al bacio tirandolo verso
di lei per il bavero della camicia.
“Wow” esclamò la
ragazza, sorridendo, non appena il bacio si sciolse.
“Sì” la assecondò Fred,
intrecciando le dita della propria mano con quelle della ragazza. Camminarono
fino alla Sala Grande, ignorando gli sguardi di alcuni studenti che guardavano
shoccati il loro tenersi per mano. Ignorando i commenti, si sedettero al tavolo
di Grifondoro, vicino a Ron e Harry.
“C-Cosa stai facendo?”
balbettò Ron con la bocca spalancata e lo sguardo incredulo.
Harry guardò la scena
divertito, cercando di trattenere le risate. Avrebbe fatto bene a non scoppiare
a ridere davanti al suo migliore amico… almeno in
quel momento per lui così drammatico.
Fred scoccò un bacio su
una guancia di Hermione, “ho seguito il tuo consiglio Ron, ho lasciato i miei
capelli sciolti. Non era quello che mi avevi chiesto di fare” gli rispose in
tono secco e sfacciato, “sono un essere umano e come tale ho il diritto di fare
quello che mi pare, no?”.
“Così…
sbaciucchiare Fred è tutto quello che vuoi?” chiese il povero Ronald
lentamente, guardandoli con faccia letteralmente sconvolta.
Hermione si voltò a
guardare il suo ragazzo, prima di riportare il proprio sguardo su Ron,
“assolutamente sì!”.