Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: deliradubbiosa    15/09/2010    3 recensioni
Un breve sguardo alla vita di Alice prima della trasformazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, James
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic Buonasera^^ sono rimasta un po' delusa dall'assoluta mancanza di recensioni... fatevi sentire, anche per un "non mi piace" :)
Il direttore accolse cortesemente i tre visitatori.
L'uomo barbuto, dopo aver ricambiato il saluto, si presentò."Mi chiamo Ethan Brandon. Sono di Biloxi. Vengo a portarvi mia figlia Mary Alice", disse in tono freddo, ma che era indubbiamente il suo consueto.
"Biloxi? Dovete aver fatto un lungo viaggio".
"Non così lungo. E' a circa 170 miglia da qui".
"Bene", disse con un sospiro il direttore. Poi guardò la ragazza, senza rivolgersi a lei. "Qual è il suo problema?". La voce era distaccata e professionale - non potei fare a meno di provare ribrezzo: era la prima volta che la sentivo davvero, e strideva orribilmente col viso della ragazza, che invece rifletteva la scarica di sensazioni contrastanti che attraversavano il suo cervello.
Strana la percezione della scena che si imprimeva nella mia mente: chi ero io per sentirmi nauseato da quel modo di trattare la ragazza - Mary - come fosse un oggetto?
Sorrisi amaro, ma dentro di me, abituato com'ero a fingere. Per me Mary sarebbe stata un oggetto ancor più che per gli altri. Eppure, a riguardare la sua espressione affranta, il suo sguardo basso e profondo, non riuscii a non vedere la persona, a vedere solo il sangue.
Un fiotto di elucubrazioni che non riconoscevo come mio affiorò rapidamente.
"Sostiene di vedere nel futuro", fu la risposta del padre.
'Padre', ripetei tra me. Non ero certo che meritasse tale appellativo. E notai che il mio paragone con Cassandra era più azzeccato di quanto credessi.
"Capisco. Uhm...", e con la mano sinistra sollevò il volto di Mary.
Ella raddrizzò le spalle, fino ad allora tenute gobbe, come a volersi ritrarre, e socchiuse gli occhi, leggermente stizzita, ma nienta di più.
Quello del direttore era un gesto dettato dalla curiosità, niente a che vedere con qualcosa che si avvicinasse a un controllo medico.
"Va bene"... acconsentì a internare la ragazza. "Seguitemi, dovete compilare alcuni moduli".
"Ethan", sussurrò la donna da dietro la veletta, "è proprio necessario?".
"Ne abbiamo già parlato", decretò il marito. Poui, con tono più calmo, aggiunse: "Pensa a Cynthia". Chiarì al direttore che Cynthia era la sorella minore di Mary, la ragione per cui la pazzia della stessa Mary doveva essere tenuta nascosta, la ragione di un viaggio in piena notte. "Se l'insanità di Mary Alice diventasse cosa rsaputa, Cynthia non troverebbe mai un marito, un posto nella società".
Il direttore rassicurò l'uomo: nessuno avrebbe mai saputo di Mary. Era abituato a situazioni del genere.
Mary fu consegnata a un infermiere, mentre i genitori entrarono nell'ufficio del direttore.
Seguii 'infermiere accompagnare la ragazza nello spogliatoio.
Gli fu naturale comportarsi educatamente, con delicatezza. "Dovrò tagliarvi i capelli, signorina".
La giovane si lasciò cadere su una sedia che era lì, di spalle alla porta e quindi alla mia vista, poi passò le mani dietro ai capelli per sollevarli e lasciarli ricadere al di là della spalliera. Abbassò il capo.
L'infermiere non ebbe il cuore, credo, di privare completamente la ragazza dei capelli, cone se sentisse che assieme ad essi avrebbe reciso la sua dignità, così li tagliò all'altezza del mento.
I capelli introdotti tra le lame delle forbici cadevano lentamente a terra, a ciocche.
"Dovreste lasciarvi cambiare d'abito". L'infermiere era imbarazzato.
La giovane esitò. "Faccio da sola, se non vi dispiace".
L'uomo sfilò dall'armadio una camicia di forza e gliela porse, poi fece per uscire: di conseguenza corsi via.
L'infermiere chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò ad essa. Se ne staccò quando la sentì muoversi dietro di sé: la ragazza stava uscendo.
Eccola lì, i capelli corti, la camicia di forza bianca, lo sguardo più afflitto di prima.
Avevo visto abbastanza. Corsi via.
Era quasi l'alba.
Mi rifugiai in un vicino boschetto.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: deliradubbiosa