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Autore: valerio93    15/09/2010    5 recensioni
Questa storia raccontata sotto forma di auto biografia racconta dell'amore che il protagonista prova verso un suo compagno di classe.Una storia romanti ca e piena di colpi di scena che metterà a dura prova i sentimenti del protagonista che lotterà contro tutto e contro tutti per ottenere il cuore della persona che ama.Secondo voi ci riuscirà???? leggiamo e scopriamolo insieme
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                    CAPITOLO 1
Era il mio primo giorno di scuola. Come era normale in una tale occasione ero molto ansioso e spaventato: stavo per conoscere le persone con cui avrei passato ben cinque anni della mia vita.Pensavo che,con le persone giuste accanto,quegli anni che mi separavano dalla maturità sarebberò passati in fretta lasciando in me solo una lunga scia di bei ricordi e belle esperienze, ma se invece così non fosse stato avrei passato quegli anni come fossero i più brutti della mia vita. Pensavo a quei tre anni di medie che avevo superato.Pensavo a quanto avevo sofferto perchè lì non avevo alcun amico nè nessuno che mi volesse bene.Tutti mi evitavano e nessuno aveva neanche mai lontanamente pensato che io soffrissi tanto a causa loro e della loro indifferenza nei miei confronti o se lo sapevano nessuno se ne curò mai per loro non esistevo.Gli esami di terza media per me furono un gran sollievo perchè mi liberarono da tre anni di prigionia e sofferenza.Con tutto me stesso sperai che entrando li dentro per niente al mondo avrei rivissuto quella traumatizzante avventura. Dopo un'attesa snervante ecco finalmente il rintocco di una campanella. Quel rintocco mi invitava ad entrare in'aula e affrontare il mio destino e le mie paure. Così  Cercai di lasciare fuori da quell'aula tutta l'ansia e la paura che avevo accumulato nell'attesa di quel momento ed entrai. Dopo un po' entrarono anche gli altri compagni. Io mi sedetti in un posto qualunque senza farci troppo caso e la maggior parte dei miei compagni fece lo stesso,altri invece,compagni da una vita,scelsero volontariamente di sedersi insieme. Guardai le faccie di tutti i miei nuovi compagni come prima impressione pensai che non sembravano cattive persone anzi mi apparivano simpatici e disponibili,tuttavia per il momento stentavo a presentarmi o a tentare un approcio diretto con i miei compagni per timidezza o perchè prima volevo osservarli dall'esterno ad ogni modo adottai un'attesa strategica evitando un qualunque contatto. Dopo una buona mezz'oretta entrò la professoressa. Era una donno ansiana con i capelli tinti di un giallo dorato e un corpo esile.La professoressa esordì con un :"Buongiorno ragazzi" e arrivato il saluto di risposta si sedette alla cattedra.La prima cosa che fece fu prendere il registro e fare l'appello. Arrivata al mio cognome come di consueto capita a tutti i professori che leggono il mio cognome per la prima volta sbagliò a pronunciare e ammetto che la cosa mi irritò molto,tuttavia con la massima calma la corressi e accettai le sue scuse. Cercavo stupidamente di memorizzare tutti i nomi che venivano elencati e associarne i volti. Credevo che questo mi avrebbe favorito nlla socializzazione. Inutile dire che il mio tentativo fallì: dopo pochi minuti non ricoravo nemmeno il nome del mio vicino di banco. La professoressa si presentò:"sono la Professoressa  Ayumi-san".
Volle chiamare un alunno dal posto per vedere il grado di preparazione della classe e guarda caso chiamo quel ragazzo di cui aveva sbagliato a leggere il cognome: me.
Mi alzai dalla mia sedia e mi avvicinai alla lavagna mentre la classe sembrava in uno strano silenzio soprannaturale che più tardi avrrei scoperto essere normale poco prima di un'interrogazione per evitare di essere chiamati attirando l'attenzione con l'emissione di una qualunque sillaba. Mi diede una frase latina da tradurre e la svolsi senza problemi(quanto mi piacerebbe risolvere le frasi latine di adesso con la stessa facilità!!!).Dopo averla tradotta tornai a posto e il mio compagno di banco prese il mio posto. Il suo nome era Disty-san.Ricordo che risolse la frase che gli fu affidata da tradurre molto più velocemente di me e non appena ritornò a sedere al mio fianco gli dissi:"Complimenti Disty-san sei davvero molto bravo"
"Grazie e complimenti anche a te.Vedo che hai una certa dimistichezza con il latino"Rispose lui in forma di cortesia.
"Alle medie facevamo un pò di latino per questo ho una certa dimistichezza"dissi io felice che mi abbia risposto e che fosse anche simpatico e beneducato.
Conversai con lui ancora un po' e poi la mia attenzione torno fissa sulla professoressa e su ciò che diceva.
Un'ora dopo suonò la campana e poichè quello era il primo giorno di scuola uscivamo in quel momento.
Mi avviano verso la porta per uscire dalla classe pronto per tornare a casa quando un ragazzo alto,magro e con gli occhiali mi si parò davanti e mi disse :"ciao mi chiamo lomy-san piacere di conoscerti".
Io risposi:"molto piacere il mio nome è scuto-san piacere tutto mio"
Allungai la mia mano per stringere quella che lui mi aveva cordialmente teso. Nel momento in cui le nostre mani entrarono in contatto ebbi uno strano flash.
In pochi secondi vidi tutto il nostro futuro le gioie e i dolori che avremmo affrontato insieme,vidi che io e lui eravamo legati.Per un qualche motivo lui sarebbe stato molto importante per me.Provavo una sensazione piacevolissima nel tenere quella mano.Sentivo che il mondo si era fermato per girare intorno a quell'istante pieno di magia.Poi all'improvviso Lomy-san ruppe il contatto lasciando la mia mano. Tutto quel che avevo visto era fuggito via dalla mia mente, quel momento aveva lasciato dentro di me solo una strana senzazione che al momento non riuscì a decifrare e la certezza che la persona che avevo di fronte sarebbe stata importantissima per me e il mio futuro.Nel percorso che collegava la classe all'uscita della scuola io e lui parlammo nelle nostre prime sensazioni riguardo la classe,la porfessoressa e i nostri compagni.Infine usciti da scuola ci congedammo l'uno all'altro e ci dirigemmo verso le nostre rispettive case. Quel giorno pensai di essermi procurato il mio primo amico a scuola.Non sapevo ancora che per me sarebbe stato molto di più.
  
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