Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: FannyScarlet    28/10/2005    3 recensioni
In una notte buia e tempestosa tre fratelli scavano in una tomba alla ricerca di un tesoro su commissione... Questa è la mia prima fic, spero vi piaccia!Finalmente ho messo l'HTML...grazie Lady Guinever!!!Commentate mi raccomando!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La cassa

Era una notte buia d’estate, percorsa da frequenti lampi che silenziosamente scaricavano a occidente un cumulo di basse nuvole, portatrici di tempesta. Questi brevi e violenti lampi di luce ponevano in rilievo con agghiacciante chiarezza i monumenti e le pietre tombali del piccolo cimitero, prestando loro una vita e un movimento quasi da danza. Era una notte in cui presumibilmente nessun testimone avrebbe avuto animo di aggirarsi in un cimitero, e perciò tre uomini intenti a scavare nella tomba. I tre uomini, Jack, Mike e Frank, erano tre fratelli che profanavano le tombe in cerca di tesori.

Una sera sentirono bussare alla porta della loro casa in maniera frettolosa e Mike andò ad aprire; si trovò davanti un’alta figura scura che disse con voce bassa e roca:
-È questa la dimora dei fratelli Benedict, profanatori di tombe?-
A Mike si raggelò il sangue e cominciò a sudare freddo “Come fa quell’uomo a sapere di noi?” pensò e chiese nervosamente:
-Ma cosa le salta in mente? Noi i profanatori di tombe? Eh! È impossibile!-
-La stavo aspettando signor Hanes. Si accomodi pure.- disse improvvisamente Jack all’oscura figura.
-No grazie, ho molta fretta e vorrei concludere velocemente.-
-Come vuole.-
-Ehi! Un momento! Che storia è questa?- chiese Mike
-Sta' zitto te lo spiego dopo. Chiedo scusa per mio fratello, dicevamo?- disse Jack avvicinandosi alla figura.
-Voglio che scaviate nella tomba di Carl Groptky che si trova in un cimitero abbandonato piuttosto lontano da qui. Ecco la mappa con le indicazioni. Ci vedremo a lavoro concluso.- fece per andarsene, quando gli giunse la domanda di Frank:
-Come facciamo a contattarla?-
Un ghigno si dipinse sul volto dell'uomo avvolto dalle tenebre -non preoccupatevi, verrò io.- e se ne andò silenziosamente come era venuto.

I tre stavano scavando già da un po' e ancora non avevano trovato niente, finchè Frank, nello scavare, non urtò con la pala qualcosa di metallico.
-Forse è quello che cerchiamo!- urlò Mike con entusiasmo. -Non è detto, potremmo aver sbagliato come nelle precedenti sei tombe. Portano tutte lo stesso nome, ma quell'uomo non ci ha dato altre indicazioni. Spiegò Frank, mentre Jack cercava di tirare fuori dalla tomba quella che sembrava una scatola piuttosto pesante.
All’improvviso un lampo squarciò il cielo facendo sobbalzare i tre.
Mike intanto, il più giovane dei fratelli, tremava sia dal freddo che dalla paura e chiese con voce rotta:
-Ragazzi che ne dite se cercassimo un posto dove riparaci? O magari perché non torniamo in macchina?-
-Chiudi il becco donnicciola!- lo prese in giro Frank.
-Comunque non ha tutti i torti, con questa pioggia rischieremo di ammalarci.- affermò Jack.
-Ok.-
all’improvviso un altro lampo, però più potente del precedente, illuminò il cimitero permettendo ai tre di scorgere una villa.
-Ripariamoci sotto quel portico.- propose Frank.
-Ma sei scemo?! A me quel posto mette paura!- ribattè Mike.
-Scusa e il profanare tombe non ti spaventa?- chiese Frank stuzzicandolo mentre Jack roteò gli occhi.
-Quella è un’altra cosa, ci ho fatto l’abitudine.- ribadì Mike.
-E allora ti abituerai anche a quella villa.- sentenziò Frank tirandolo per un braccio. E insieme si diressero verso la villa. Si ripararono sotto il portico e Jack prese una sigaretta che portò alla bocca e che accese con evidente nervosismo, fumare lo rilassava; si appoggiò alla porta che si aprì lentamente con un acuto cigolio. I tre guardarono la porta aprirsi, il vento ululante si alzò leggermente facendo aprire di più la porta, ma poi il vento si fece più potente e spalancò improvvisamente le ante della porta costringendo i fratelli ad entrare.
-Sembra il vento ci avesse voluto far entrare in casa.- osservò Mike
-Ma stai zitto.-
Mike fin da piccolo tendeva a credere a leggende e superstizioni a differenza dei fratelli che lo prendevano sempre in giro per questo.
Jack, Frank e Mike decisero di andare a curiosare un po’ in giro per la villa portandosi dietro la cassa. Dopo aver percorso un lungo corridoio buio con le pareti ammuffite giunsero ad un’enorme porta di legno scuro sulla quale erano scolpiti delle strane creature alate con artigli e zanne con lunghe code, le maniglie avevano la forma di serpenti a forma di S con le bocche aperte che mostravano i denti aguzzi. Lentamente Jack appoggiò una mano sulla maniglia e spinse la porta aprendola con una molta calma. All’interno della stanza c’era un lungo tavolo con delle sedie spaccate mentre altre buttate all’aria; le imponenti finestre erano naturalmente sporche, ma intatte, mentre le tende di velluto rosso strappate. Gli uomini presero tre sedie e si sedettero attorno alla cassa contemplandola. Si sentivano strani in quel luogo, ma soprattutto Mike: aveva paura di quel posto, ma allo stesso tempo ne era attratto, sembrava avere dei ricordi legati alla villa, forse i suoi veri genitori abitavano lì o almeno avevano qualcosa a che fare con la villa; scacciò subito quei pensieri, aveva rinunciato a scoprire chi erano i suoi veri genitori già da molto tempo. Per non pensarci guardò la cassa era nera come la pece, come le tenebre là fuori e come l’uomo che gli aveva commissionato il lavoro, e un lucchetto che dava l’aria di essere d’oro massiccio.
“Tocca il sigillo”
Si allungò per toccarlo, ma la voce di Jack lo fermò
-Che cos’hai Mike? Guardavi la cassa in maniera strana.-
-No, non è niente fratello, sto bene non ti preoccupare.- Eppure Mike era sicuro di aver sentito una voce incitarlo a toccare il sigillo.
“Tocca il sigillo”
Eccola di nuovo! Mike in un primo momento rimase cosciente di sé e cercò di capire se era pazzo o no, ma più cercava di capire qualcosa più la voce nella sua testa si faceva insopportabile. Si prese la testa fra le mani, si alzò di colpo spaventando i fratelli che gli chiesero all’unisono:
-Che cos’hai Mike?-
Intanto Mike cadde a terra in preda a dolori lancinanti, le sue urla strazianti erano insopportabili, si rotolava per terra, batteva i pugni per terra, sui muri, scaraventava le sedie che per poco non colpirono i suoi fratelli, si tolse l’impermeabile, si strappò la maglietta continuando ad urlare. Il dolore si fece più acuto, lacrime piene di dolore rigarono il suo volto sofferente pieno dei graffi che si faceva, mai aveva provato così tanto dolore. Poi di nuovo quella voce.
“Tocca il sigillo”
-Che cosa vuoi da me maledetto?- chiese Mike disperato.
“Tocca quel dannato sigillo se vuoi smettere di soffrire!” Disse stavolta la voce gridando.
A quelle parole Mike si diresse verso la cassa, allungò una mano per toccare il lucchetto, ma appena lo sfiorò una scarica colpì il suo dito percorrendo l’intero braccio provocandogli dei tagli interni. Urla disumane uscirono dalla bocca di Mike, poi di nuovo quella maledettissima voce:
“Tocca il sigillo se vuoi smettere di soffrire”
-Non fai che ripetere le stesse cose ma il sigillo mi ha ferito!- gridò Mike arrabbiatissimo.
-Ma con chi parla?- chiese confuso Frank.
-Non ne ho idea- rispose Jack.
-Silenzio voi due!- sentenziò Mike che andò contro Jack, lo prese per la camicia e lo scaravento contro Frank con una tale potenza che i due svennero. Poi, non sapendo che altro fare toccò il sigillo cercando di resistere alla strana forza finché non riuscì ad aprire la cassa. Un vortice uscì dalla cassa investendo Mike e una nuova voce disse:
-Ben tornato da noi Murtis-
Mike aprì gli occhi rossi dal taglio felino, la sua bocca si contorse in un ghigno malefico e mostrò le sue affilate zanne bianche, la sua pelle era verdastra, dalle scapole erano spuntate delle grandi ali di pipistrello e dal coccige si formò una lunga coda, le braccia erano più muscolose e i suoi artigli lunghi; anche le gambe erano più robuste e anche ai suoi piedi c’erano degli artigli affilati.
-Grazie Madre, ben tornata su questo mondo anche a voi.-
-Mi hai fatto patire molto fratellino, guarda che caos hai fatto.-
La figura nera dell’altra notte era sulla soglia della porta e sorrideva compiaciuto dal suo operato.
-Allora eri proprio tu a parlarmi, come immaginavo. Mi spiace fratello, ma ora che io e nostra Madre siamo di nuovo qui possiamo ricominciare la conquista degli Inferi, del nostro impero rubatoci da Lucifero.
-Si, ma prima figli miei voglio mangiare, ho passato secoli chiusa in quella cassa e ora ho bisogno di nutrirmi. Potrei cominciare da quei due laggiù.- disse la Madre guardando Jack e Frank che avevano assistito alla trasformazione di Mike e ora stavano tremando, i loro volti erano contorti dal terrore. Intanto la Madre si stava avvicinando a loro famelica e in pochi secondi divorò i fratelli. Mentre masticava si sentivano le ossa di Jack e Frank rompersi tra i denti dello Spettro e dalla sua bocca uscirono fiotti di sangue che naturalmente non era il suo. Jack e Frank erano stati fortunati ad essere stati uccisi per primi perché la vendetta degli Spettri dell’Inferno era appena iniziata.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: FannyScarlet