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Autore: crimsontriforce    17/09/2010    1 recensioni
Non immaginereste mai chi non si incontra in un centro commerciale.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Adrian Andrews, Larry Butz, Maya Fey, Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E tre, chiudo con Maya. :) A presto, spero!









Incontri casuali pianificati o altre storie





Giunse un giorno alle orecchie di Maya, tramite una puntata del nuovo “Ryu & Yaya – le avventure scolastiche dei giovani amici dello Steel Samurai”, l'idea che i giovani tosti & alla moda passino i loro sabati pomeriggio a ciondolare al centro commerciale, alternando incontri inaspettati a nuove mirabolanti imprese.
Come molte delle idee che passano dalle orecchie di Maya, anche questa non si diresse verso un centro di elaborazione del pensiero, bensì direttamente agli organi motori. Salutato Phoenix in fretta e furia, si avviò verso l'ambita meta, in cerca di incontri inaspettati, se non addirittura di nuove e senza dubbio mirabolanti imprese.

*


Arrivata al centro della piazzetta aperta su cui si affacciavano tre lati di negozi, Maya si complimentò con se stessa e col valore educativo della televisione odierna. Era una buona giornata da passare fuori: fresca quanto ci si potesse aspettare dalla metà di maggio, assolata il giusto con qualche nuovola in cielo. Un alito di vento si faceva sentire ogni tanto, senza imporsi, smuovendo la frangia di Maya quando si fu appostata in quello che riteneva un buon punto d'osservazione, accanto alla colonnina color panna di un bar.

Presa dall'entusiasmo dell'ignoto, saltò con lo sguardo da una persona all'altra in mezzo alla folla che sciamava entrando e uscendo dal complesso. Uomini d'affari, madri con bambini urlanti, madri urlanti con bambini, l'occasionale tipo strambo che, nella personale esperienza di Maya, molto probabilmente era un avvocato. Tutti di buon passo, tutti sconosciuti. Per quelle persone, la ragazza poteva essere parte della colonna – non avrebbero notato la differenza, salvo forse una colonna un po' più viola.

Il suo sorriso perfetto s'incrinò di una frazione. Salvo poi ricomporsi quando la sua lenta panoramica visiva la portò a fissare la vetrina alla sua destra, o il Paradiso, come ebbe poi a definirla. Il negozio di giocattoli cui apparteneva, in una botta di ispirazione espositiva, aveva riunito i suoi principali settori di vendita in un gigantesco diorama. Il piano di base era ricoperto da erba, rocce e un torrentello con acqua corrente, realizzato con i mezzi e la maestria del modellismo. Il cielo dipinto sfumava nel nero punteggiato dello spazio, dove una flotta aliena costruita e dipinta a mano calava minacciosa sulla scena appesa a dei fili di nylon. E al centro – al centro, dove Maya esitava a soffermare lo sguardo, temendo di svenire per la troppa magnificenza... al centro della scena campeggiava il nuovo set completo di action figure dello Steel Samurai, serie Unleashed Collectable Arts International Volume 15. Con ventisei punti di articolazione e tre teste alternative cadauna.
“Pink Princessss...”, sibilò Maya avvicinandosi al negozio come uno zombie squattrinato. “Pink Princess col costume dello special natalizio del 2020 e gli shuriken scintillanti segreti del videogiocooo...”, sospirò tutto d'un fiato.

All'altro estremo della piazza, aggrappata alla borsa fiammante del negozio di scarpe alle sue spalle, Adrian Andrews si godeva l'acquisto e la giornata, senza fretta, di buon umore. Maya aveva il naso incollato alla vetrina e non la vide.

*


Non c'erano orologi in vista e il suo cellulare era scarico, ma erano le quattro e mezza. Maya ne era sicura perché il suo stomaco ne era sicuro. E le quattro e mezza significano merenda.
Beh. A essere del tutto onesti, quel brontolio – meno intenso delle fitte imperiose del pranzo e più deciso della colazione, quando era ancora abbastanza addormentata da poter trangugiare qualunque cosa senza accorgersi della differenza – poteva significare anche undici e un quarto, tre in punto o sei e ventidue, e anche il fatto che il brontolio sembrasse sillabare “h-a-m-b-u-r-g-e-r” non restringeva granché il campo. Ma Maya era uscita di casa poco dopo le tre, con un pacco famiglia di popcorn al caramello parcheggiato nello stomaco, ergo. Quattro e mezza. Merenda.
Abbandonata la sua colonnina, Maya si addentrò nei meandri del centro, seguendo l'olfatto, il listino prezzi e, in certe limitate occasioni, il faccino accattivante della mascotte del fast food di turno. Il suo giro di ricognizione finì per riportarla a pochi passi dal punto di partenza, dove un baracchino grigio del tutto anonimo nascondeva gli aromi unti e bisunti più invitanti del circondario.

Affrettandosi lungo uno dei corridoi interni, Miles Edgeworth spiccava fra la folla sia per la giacca vistosa, sia per l'aria affranta che avrebbe tratto gran bene anche da una sola parola amica. Ma Maya era già persa in lontane dimensioni sensoriali, navigando fra densi mari di ketchup coronati da spuma di senape dolce.

*


Sei e un quarto, a giudicare dai primi rombi in lontananza del suo stomaco, e ancora non un “Ciao”, non un volto noto. Né una personalità famosa in incognito né un omicidio e nemmeno una piccola, pucciosa, innocua invasione aliena – che dà sempre quel tocco di classe in più alle situazioni, inutile negarlo. Maya si trovò a guardare le nuvole per passare il tempo, nell'angolo di cielo incorniciato per tre lati dal palazzone grigio e libero alle sue spalle. A ben vedere, ce n'era una che somigliava a un magatama. E un alieno! Aveva trovato il suo alieno in cielo, anche se era assai improbabile che una nuvola scendesse a invadere la Terra per dare un po' di colore alla sua giornata. Ripensandoci: se fosse scesa a terra avrebbe significato pioggia e no, grazie. Ma almeno era lì, col suo casco rotondo e la sua tutina e la pistola a raggi... Maya raggelò: aveva trovato in cielo un magatama e una sagoma non troppo aliena e fin troppo familiare. Mettendoli insieme, cosa sarebbe apparso? Scrutò il cielo, aspettandosi di trovare un dito puntato, il banco dell'accusa (come si facesse a distinguere un banco dell'accusa era un'altra faccenda), svolazzi bianchi, ma niente. Solo una nuvola a forma di mucca pascolava tranquilla all'orizzonte.

A giudicare dagli sguardi cospiratori che lanciava muovendosi da una vetrina all'altra, anche Larry Butz doveva aver visto l'episodio odierno di Ryu & Yaya. Fortunatamente per Maya, era appostato al secondo piano.

*


“Che idiozia questi spin-off, non sanno più cosa inventarsi”, sbottò al ritorno, di fronte a un allibito Phoenix.















Note: Il nome della serie di action figure è un affettuoso sfottò alle denominazioni chilometriche made in Square-Enix (o mica troppo affettuoso), più un Unleashed di Starwarsiana memoria perché ci stava bene. Lo spin-off televisivo, invece, si rifà genericamente ai tanti tie-in imbarazzanti che esistono a questo mondo. E la nuvola-alieno era a forma di Oldbag u_u
   
 
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