POV
ISABELLA
Juliet
The dice was loaded from
the start
And I bet
And you exploded in my heart
And I forget I forget
The movie song
When you gonna realize
It was just that the time
was wrong?
Juliet…
[Romeo
& Juliet- The Killers]
Furono
pochi i momenti in cui mi ritrovavo da sola in casa.
Edward
era sempre lì con me, a rassicurarmi… Ma gli
incubi persistevano.
Occhi
rossi, braci ardenti nel nero più
totale… Un ruggito nella notte. Il bagliore bianco di una
spada che brandisce
l’aria minacciosa.
Poi
qualcosa, un rumore, un grido. Cerco
di andare a controllare: non riesco ad alzarmi… finalmente
la luce. Mi ritrovo
nel bosco, come quella mattina. Stavolta però quegli occhi
ardenti puntano su
di me. Ho freddo, e il buio ritorna. Il cacciatore si avvicina. Io ho
con me la
spada. Cerco di trapassarlo da parte a parte, ma sul suo corpo, la mia
spada si
sgretola come fosse fatta di cartapesta.
“Isa!
Svegliati!” aprii gli occhi. Ero in camera mia… e
Edward era seduto davanti al
mio letto, come tutte le mattine. “Hai fatto
quell’incubo… di nuovo” disse poi
truce.
Io
lo guardai. “Da quant’è che sei
qui?” “Non molto… dovevo preparare la
canzone
per la seconda audizione” mi sussurrò sorridendo.
“Davvero?
Me lo vuoi dire solo adesso che l’audizione era
oggi?” “Doveva essere una
sorpresa… Ho tre permessi per saltare scuola: uno per me,
uno per Alice e uno
per te!” io sbarrai gli occhi. “Vuoi dire che mi
porti con te?” “E c’è da
chiederlo?! Ah una cosa… Anche gli altri giudici sono
vampiri” “C… cosa?”
domandai ancora più incredula. Lui si grattò la
testa, in segno di incertezza e
sorrise imbarazzato.
“Beh
sì… ho iniziato a frequentarli
all’inizio del programma… Ormai per me sono come
una seconda famiglia” “Okay…”
dissi io con una maschera calma in viso. “Quindi
mi porti a conoscere… la tua famiglia di vampiri”
“Esattamente!” esclamò lui
strizzando un occhio.
Edward
era davvero un ragazzo d’oro. Tutte le madri avrebbero voluto
lui per la
propria figlia: responsabile, adulto, che si prenda cura di
loro… Era assurdo
che lui potesse essere mio.
Il
mio Edward.
Presi
un paio di jeans sapientemente invecchiati dal mio armadio, una
maglietta lunga
nera molto stretta da abbinare con una bella cintura turchese e delle
scarpe
dello stesso colore. “Ottima scelta” sorrise lui
mentre io gettavo i vestiti
sul letto.
Mi
girai per esaminare il suo
abbigliamento, che quel giorno era molto più importante del
mio, dato che
avrebbe dovuto fare un’audizione. Indossava un paio di jeans
strappati, una
t-shirt nera con scollo a V, delle Etnies
nere e rosse e - come tocco finale aggiunto sicuramente da
Alice- una
piccola catena scendeva giù dai jeans.
“Alice” risi io. “Del resto lei
è qui
per questo… Il mio tutor!” scoppiamo tutti e due
in una sonora risata.
Scendemmo
al piano di sotto ed ebbi giusto il tempo di ingurgitare una tazza di
caffè
bollente. Alice ci aspettava già fuori e rimaneva incollata
al clacson.
Uscimmo
velocemente e lei smise subito di suonare per mostrarci un sorriso
caloroso.
“Hola gente!” portava dei leggins super coprenti,
dei tacchi di almeno dodici
centimetri ed una maglietta verde acido che le arrivava a
metà coscia.
“Spagnola, Alice?” “Ma certo! Oggi sono
di buon umore!” mise in moto la
macchina e partimmo ad una velocità inimmaginabile.
“ALICE RALLENTA!” lei mi
fece un cenno come per dire niente di
che. “Arriveremo prima…”
constatò Edward. “Wow Sherlock… Sei un
genio. Oggi
ci sarà un ospite speciale in sala e sarà lui a
valutarti…” disse Alice nel
pieno dell’agitazione. “Come?”
domandò il vampiro impietrito. “Sì, si
chiama
James ed è venuto proprio per la tua audizione…
Meglio non farlo aspettare,
no?” “Ma… ci saranno gli
altri?” “Certo e non vedono l’ora di
vedere il cambiamento. Sinceramente
sono
soddisfatta del mio lavoro…” “Lavoro sporco…”
lei sembrò contrariata. “Lavoro che ti ha salvato
l’esistenza…” lui annuì
risoluto.
In
men che non si dica eravamo arrivati alle porte del Forks
Theatre. L’unico più in ansia di me era
Edward, che presto
avrebbe dovuto affrontare il palco. Ma io avrei dovuto conoscere i suoi
“parenti” vampiri.
Assurdo.
Tutti
erano già ai loro posti ed una voce annunciava
l’entrata in scena di Edward.
“Veloce… Sto io con Isa” lo disse un
ragazzo grosso come un armadio che si
presentò davanti a me. “Piacere Emmett”
gli strinsi la mano. Aveva una presa
d’acciaio: se avesse stretto un po’ di
più mi avrebbe rotto un osso. Aveva i
capelli corvini e i tratti decisamente duri, adeguati al suo fisico.
“Non ti
preoccupare… Sono grosso, ma non cattivo!” disse
lui ridendo. “Vieni, ti porto
in un posto dove vedrai bene
l’esibizione…” mi condusse lungo un
corridoio
strettissimo che sboccava nelle prime file. “Okay, noi ci
sediamo qua. Le
presentazioni con gli altri a dopo” fummo appena in tempo per
vedere Edward che
saliva sul palco. All’inizio il pubblico non lo riconobbe,
poi scoppiò in un
mare di applausi di ammirazione.
Lui,
impassibile eppure sorridente, si mise a cantare. La sua voce era
persino
migliorata. Scaldava il mio cuore, e di sicuro quello di tutti gli
altri nella
sala. Cantava
I will follow you into the dark dei
Death Cab For Cutie.
Emmett
guardava sorridente verso di lui e mi sembrò quasi
emozionato. Un orso-armadio
come lui, emozionato.
Alla
fine del pezzo, tutti applaudirono, fecero standing ovation e urlarono EDWARD!EDWARD! per diversi minuti. Poi
il conduttore tornò sul palco e mise un braccio attorno alla
spalla di Edward.
“Insomma ci siamo rimessi in forma eh?!”
“Sì, e devo ringraziare il mio tutor
Alice per questo…” sembrava commosso. Di sicuro,
se fosse stato capace di
piangere sarebbe già scoppiato.
“Che
ne dici di chiamarla sul palco prima dell’arrivo del giudice
James?” lui annuì
impercettibilmente. Poco dopo sul palco comparve Alice che saltellava
come un
folletto della felicità. “Insomma…
anche tu hai imparato qualcosa?” lei
sorrise. “Ormai considero Edward mio fratello dato che -
adesso si può dire- i
suoi genitori hanno deciso di adottarmi!” tutti applaudirono
per circa tre
minuti.
“Wow
Alice! Ma è fantastico… Oh, scusate. I
convenevoli a dopo. Il giudice è pronto
ad esprimere la sua opinione” Edward e Alice si abbracciarono
fraternamente.
Poi, dal soffitto dell’auditorium, scese una pedana, sulla
quale stava un uomo
molto particolare…
Un
codino biondo e degli occhiali rettangolari con le lenti oscurate erano
il
minimo dato che indossava una camicia viola, dei pantaloni leopardati e
degli
stivaletti neri.
“Eccentrico…”
sghignazzò Emmett. “Buongiorno!” disse
l’uomo mandando baci al pubblico.
“Inquietante…” aggiunsi io. Il vampiro
accanto a me annuì e si coprì la bocca
con l’enorme mano per non far vedere al pubblico che stava
per scoppiare a
ridere.
“Signor
giudice…” attaccò il presentatore. “Chiamami
James, ciccio” “Okay, James… Cosa ne
pensi di Edward Cullen?” “Beh io direi Voce Sana in Corpore Fantastico! Questo
ciccio deve assolutamente partecipare ad America’s Got
Talent” disse con
enfasi. Tutti applaudirono.
Per
un attimo lo sguardo di James si spostò su di me e mi parve
malizioso. Dai suoi
occhiali oscurati però, non si vedeva il colore degli occhi.
“E’ tutto…” disse
risoluto. Quando si girò per andarsene, mi sembrò
di vedere un bagliore rosso
nel suo sguardo.
Corsi
nel backstage insieme a Emmett, per abbracciare Edward e ricoprirlo di
baci…
Mentre correvo pensavo.
Occhi
rossi… impossibile.
Nota
dell’autrice:
Scusate
per il super ritardo… dovevo trovare un buon modo per
continuare la storia!!