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Autore: LawrenceTwosomeTime    19/09/2010    1 recensioni
Una donna bella, colta e talentuosa si prepara a interpretare Lucia di Lammermoor in un famoso teatro romano. La messa in scena è perfetta, ogni cosa lo è... Ma un particolare stona, e per un soprano votato al Bello questa non è che l'avvisaglia di una tremenda Caduta. Quando l'armonia è perduta, è lecito sperare in una rinascita?
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romina si ammirò nella luce argentata dello specchio e vide fascino, talento e cultura. Si ritrasse, disgustata.
"Va tutto bene, Lucia?", le domandò una voce dalle ombre.
"Si, certo, benissimo, grazie Antonio. E per favore, ti prego, chiamami col mio vero nome"
La figura imponente del tenore si stagliò dietro di lei in tutta la sua tracotanza.
"Scusa. Cerco solo di entrare in parte… È una mia fissazione, mi aiuta a stabilire un contatto con l'impronta spirituale dell'opera"
Romina fece una smorfia.
"Si, si, beh, non mi sembri affatto dispiaciuto"
Lui le prese delicatamente il volto con una manona; un gesto tenero e lento. Poi si abbassò e le strizzò il capezzolo destro.
"Tieni le mani a posto, animale! Non qui, non mentre stiamo per andare in scena"
Il faccione di Antonio si rabbuiò.
"Non capisco… L'approccio professionale ti spaventa, quello sensuale ti deconcentra… Dimmi che cosa posso fare per convincerti che sei perfetta"
Lei si voltò, un'espressione supplichevole sul viso neoclassico.
"Convincimi del contrario, piuttosto. Fammi sentire semplice… no, già la semplicità è indice di raffinatezza. Io voglio di più: voglio diventare provinciale, superficiale, passabile, sostituibile. Mi piacerebbe pensare che la mia vita non sia un monumentale spreco di talento e bellezza. Del mio talento e della mia bellezza"
L'uomo inclinò per un momento la testa, dando segno di non capire, ma fu solo un attimo.
"So che effetto fanno le prove generali sui giovani soprani, l'ho già visto succedere, ma francamente… "
"Mi sento come una perla che affonda nella spazzatura", disse lei.
Antonio caricò il proprio sguardo di apprensione.
"No, no, non fraintendermi", aggiunse Romina appoggiandogli un dito sulle labbra, gli occhi che scintillavano al buio come quelli di un gatto.
"Tu sei fantastico, sei tutto ciò che una donna potrebbe desiderare. E lo spettacolo… per non so quale cosmica concatenazione di eventi, è il più improbabile potenziale capolavoro mai messo in scena a Roma dai primi del Novecento"
"E allora? Mi dici chi è il responsabile del tuo malessere?"
"Ma non è ovvio?", disse lei sussultando, il braccio che descriveva un'ampia parabola in direzione del proscenio.
"Che senso ha tutto questo, se Loro non possono apprezzarlo?", concluse mentre tentava in qualche modo di afferrare la totalità del concetto con le mani aperte.
"Spettacoli scadenti, pubblico scadente, anni… decenni di vuoto totale: se per un bizzarro incidente di percorso qualche artista si fosse salvato dal macero, la sua performance suonerebbe oscena al cospetto di queste statue. Anzi, peggio: non risuonerebbe affatto"
Si risedette. E poi: "Sarebbe molto meglio cantare alle poltrone. Per quanto una mente possa impermeabilizzarsi al Bello, le persone non avranno mai la dignità degli oggetti"
Antonio si chinò, parlandole all'orecchio: "Facciamo così. Stasera tu canta, dai il meglio di te stessa. E se alla fine dell'opera, i loro applausi non ti faranno rinascere… se, se non ti sentirai liberata, sudata e felice come dovresti essere… Noi penseremo a qualcosa. Cambieremo, radicalmente. Te lo prometto"
Lei sorrise, lui non la vide sorridere ma intuì che sorrideva.
E scomparve tra le ombre con la stessa morbidezza con cui era apparso.
  
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