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Autore: KooriChan    19/09/2010    2 recensioni
Nel silenzio del suo Scrigno, Shinku combatte la sua battaglia contro il Rimorso, dopo la fine della grande battaglia contro Barasuishou. Un'introspettiva one shot nel cuore e nelle preoccupazioni della nostra Rosso Cremisi.
Dedicata a Vodkadoll, senza cui non avrei mai conosciuto questa splendida serie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jun Sakurada, Shinku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shinku no Yume 。 真紅の夢
Clack.
Il rumore dello scrigno risuona nel silenzio della stanza di Jun,  rimbombando oltre al legno che mi protegge, mille volte piu forte e metallico. Quel rumore, quel rumore pieno di angoscia.
Nostro padre ha detto che devo superarlo da sola.
Per questo, mi ha riportata in vita.
Eppure è piu difficile di quanto pensassi, non ostante sia circondanta dall'amore delle mie Sorelle e...soprattutto da quello di Jun.
Mi adagio sulla seta candida e morbida, esausta dopo un'altra giornata, dopo un'altra normale giornata. Scandita. Vissuta. Ed eccolo il nostro sonno scivolarmi addosso, il mio mondo riprendere forma.
La stanza deserta.
La luce morbida.
La mia tazza di Thè.
Perchè tutto questo, ora, mi appare cosi sgraziato? Perchè le nuvole stanno oscurando nuovamente il raggio di sole che dalla finestra accarezza il pavimento di legno scuro e pregiato?
...
Souseiseki.
I suoi occhi bicromi, i capelli corti, le cesoie lucenti in quell'ambra di quel campo d'emanazione..e l'espressione tranquilla., nel sonno eterno che ora l'avvolge.
Nori, nonostante tutto, continua a lavargli i vestiti ed a pettinarlo, in attesa che la sua anima trovi nuovamente la strada e torni a casa, dalle sue sorelle.
Lei non ha perso la speranza.
Non l'ha persa nemmeno Suiseiseki.
Hina.
Vorrei fermare queste immagini, vorrei smettere di sognare, o forse semplicemente di ricordare. Vorrei che tutto questo finisse, che il coperchio si sollevasse ancora una volta e cominciasse una nuova giornata, per allontanare tutto questo.
Per allontanare il bruciore nel petto, ogni volta che...il tuo sorriso innocente, la tua voce cosi chiassosamente calda e vitale...il tocco soffice delle tue dita di bambina tornano alla mia mente.
Perchè, se ho accettato la perdita di Souseiseki, non riesco ad accettare la tua? Forse perchè, in fondo, tu non sei distante.
Tu sei dentro di me.
Eppure Hina...vorrei tanto non averti sconfitto, quel giorno. Vorrei tanto aver capito prima che ci sono...altri modi, per diventare Alice. Che il Gioco non era l'unica via. Vorrei essere stata per te la Sorella Maggiore di cui avevi cosi bisogno. Vorrei tanto che tu non fossi qui, vicino al mio cuore in questo modo cosi dolorosamente bruciante.
La tua Rosa Mystica...
Fatico a respirare, ed il sogno, il mio mondo, iniziano a dissolversi, mentre apro gli occhi, nell'oscurità senza fondo del mio scrigno, mentre l'unica cosa che desidero è uscirne.
Istintivamente, cerco con le mani di sollevare il coperchio, temendo irrazionalmente di non trovare le forze, di non riuscire, di...essere nuovamente imprigionata in quell'oscurità fatta di ricordi rivissuti in eterno. Uno spicchio di luce lunare e l'aria fresca che entra dalla finestra.
Stranamente, il freddo in questo momento è meno fastidioso del solito, mentre cerco di riportare la calma nel mio petto, stringendolo tra le dita.
"Shinku?"
La voce di Jun, dell'unico uomo capace di entrare nel mio cuore di bambola, risuona nella stanza.
Presto, anche Suiseiseki si sveglierà, richiamata dal chiasso, ne sono sicura. Mi volto verso di lui, cercandolo con gli occhi, assaporando con essi ogni sfumatura della sua espressione.
Preoccupazione. Dolcezza. Amore.
"Shinku..."
Nuovamente la sua voce, mentre lentamente lascio la presa sul petto, che ora brucia meno furiosamente, come se quegli occhi profondi potessero essere come acqua fresca su di un'ustione.
Si alza, avvicinandosi al mio scrigno, dove ancora siedo, chinandosi fino a me, quasi a farmi percepire il suo respiro di medium.
Sorrido, allungando una mano verso la sua guancia, scuotendo appena il capo, prima che possa, da servitore irriverente qual'è, fare delle domande sconvenienti, a cui non posso, ancora, dare una risposta.
" Non preoccuparti, Jun. Questa...è la mia battaglia."
" La tua vita."
   
 
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