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Autore: Barby_Ettelenie_91    20/09/2010    11 recensioni
Un temporale si abbatte su Minas Tirith e la pioggia fa tornare alla mente di Aragorn tanti ricordi... E' la prima volta che scrivo, quindi siate clementi! Buona lettura!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era grigio piombo quella mattina su Minas Tirith. Una giornata triste che rispecchiava l’umore di re Elessar. Da qualche tempo era diventato stranamente malinconico. Nessuno sapeva il perché, neppure la sua adorata moglie Arwen.

Aragorn non riusciva a spiegare questa strana sensazione, ma in cuor suo sapeva il perché. Ma non lo voleva ammettere nemmeno con se stesso. Il problema è che Lui gli mancava troppo.

Un fulmine all’improvviso squarciò il cielo e le prime gocce di pioggia cominciarono a picchiettare sulle finestre dello studio del re.

Quella scena gli fece tornare in mente una giornata simile di tanti anni prima.

 

Il piccolo Estel era un bambino vivace e molto curioso. Quando abitava a Gran Burrone, dagli elfi, passava intere giornate in giro per gli immensi giardini. Nonostante re Elrond gli dicesse di non allontanarsi troppo lui andava sempre dappertutto. Ogni volta che passeggiava per i giardini, per i boschi, era sempre una scoperta nuova. Finché un giorno mentre si trovava nel bosco fu sorpreso da un forte temporale. Cercò riparo sotto qualche albero, ma ben presto si ritrovò bagnato fradicio, disorientato, in mezzo a un bosco oscuro che non sembrò più riconoscere. Stava ormai per disperarsi quando vide apparire una luce che sembrava uscita dal nulla. Quella luce in realtà era un elfo. Lunghi capelli che parevano fili d’oro, occhi blu profondi come il mare e una tale grazia nei movimenti rendevano quella creatura la più bella che il piccolo Estel avesse mai visto.

“Sei un angelo che i Valar hanno mandato per salvarmi?” domandò estasiato da tale visione. “No sono solo un elfo, ma in ogni caso ti riporterò a casa sano e salvo” rispose Legolas sorridendo.

 

Quella fu la prima volta che si incontrarono.

Ma da quel giorno ormai lunghi anni sono passati, tante cose sono accadute.

 

All’epoca Legolas si recava spesso a Gran Burrone per portare notizie a re Elrond di quanto stava accadendo a Bosco Atro,gli orchi sempre più spesso invadevano le loro terre, segno che le forze del Male si stavano radunando.

Nonostante questo, riusciva sempre a trovare un po’ di tempo libero per conoscere meglio quel bambino curioso che si era perso nel bosco.

Quando il piccolo Estel  crebbe scoprì le sue vere origini. Era lui l’erede di Isildur e l’erede al trono di Gondor. Decise allora di scappare dal suo destino, di nascondersi da tutto e tutti. Ma giurò a se stesso che un giorno avrebbe rivisto il suo adorato Legolas, che tanto lo aveva affascinato fin dal primo momento che lo vide.

Si incontrarono nuovamente al Concilio Elrond ed entrambi entrarono a far parte della Compagnia dell’Anello.

Aragorn stava aspettando gli atri per  partire quando Legolas lo raggiunse.

“La promessa che ti feci quel giorno nel bosco è ancora valida”

“Come scusa?”

“Avevo promesso che ti avrei riportato a casa sano e salvo, non ricordi? Anche ora in questo difficile viaggio che ci attende, ti prometto che ti proteggerò sempre”

“Non sono più un bambino, Legolas! Sono pronto ad affrontare quello che il Destino mi riserverà! Ma in ogni caso sappi che anche io sarò sempre al tuo fianco.”

Finita la conversazione si abbracciarono fraternamente. Se prima avevano qualche dubbio, ora erano pronti per partire perché ognuno sapeva di poter sempre contare sull’altro.

 

 

Nella Compagnia dell’Anello Aragorn conobbe le più diverse creature, che se solo glielo avessero detto poco tempo prima avrebbe creduto impossibile un tale avvenimento.

Conobbe il portatore dell’Anello, il piccolo hobbit Frodo, con al seguito altri tre giovani hobbit, Sam, Merry e Pipino, il nano Gimli, Gandalf lo stregone grigio e Boromir sovrintendente di Gondor.

 

La guerra dell’anello fu lunga e dolorosa. Tante furono le sofferenze patite dai membri della Compagnia. Dovettero affrontare un lungo viaggio irto di pericoli, combattere contro ogni genere di oscura creatura e si trovarono continuamente faccia a faccia con la Morte.

Boromir fu ucciso, e più di una volta anche gli altri si trovarono sull’orlo dell’abisso.

 

Ma Sauron l’Oscuro Signore nel suo ossessivo desiderio per l’Anello e nei suoi piani di potere e vendetta non aveva calcolato la cosa più importante: il potere dell’Amicizia.

 

 

Chi mai avrebbe pensato che un piccolo hobbit avrebbe potuto distruggere l’Unico Anello?

 

Chi mai avrebbe pensato che un ramingo venuto dai boschi potesse diventare il nuovo re di Gondor?

 

Ma tutto ciò avvenne grazie all’Amicizia.

 

Ognuno sapeva di poter sempre contare sugli altri.

 

Quante volte Frodo è stato tentato dall’Anello,ma grazie all’aiuto del fedele Sam e di tutti i suoi amici è riuscito a resistere e a portare a termine la sua missione. Quante volte Aragorn si trovò in pericolo di vita, ma fu salvato da Legolas che era sempre al suo fianco. Quante volte la Compagnia si trovava confusa e demoralizzata, ma c’era Gandalf che li consigliava, li sosteneva e li aiutava a rimanere sulla retta via. Boromir addirittura per proteggere gli hobbit pagò con la sua stessa vita.

 

Per Sauron, creatura oscura senza cuore, questi sentimenti di amicizia e amore fraterno erano inconcepibili.

E’ per questo motivo che la missione della Compagnia dell’Anello, apparsa suicida fin dall’inizio, ebbe successo.

Il Bene tornò a splendere sulla Terra di Mezzo, e la stirpe degli Uomini, andata in rovina con la caduta di Isildur, tornò a nuova vita con l’incoronazione di re Elessar e il suo matrimonio con la principessa elfica Arwen.

Da quel giorno è passato quasi un anno. E da allora Legolas e gli altri membri della Compagnia non li aveva più rivisti.

Ma era talmente impegnato con tutte le faccende di Corte che non ha avuto tempo di pensarci. E solo ora che fervevano i preparativi per la grande festa in onore del primo anniversario del nuovo regno di Gondor, re Elessar si rese conto di quanto gli mancavano.

Poi non aveva più avuto notizie da parte di nessuno nel corso di quei mesi, nemmeno da Legolas, che durante la guerra era diventato il suo migliore amico. Ora quasi li rimpiangeva quei giorni, perché nonostante le terribili sofferenze patite, si sentiva molto meno solo di quanto non si sentisse ora. Sua moglie gli è sempre stata vicina, certo, ma pure lei in quest’ultimo periodo era strana, distante e spesso non si sentiva molto bene. Era davvero un brutto periodo. Tutti lo vedevano come il Re buono e saggio, che aveva riportato la pace nel Regno, ma in fondo era un uomo anche lui, con tutti i suoi sentimenti e le sue debolezze!

Il giorno dopo per fortuna il temporale era passato e il sole era tornato a splendere su Minas Tirith.

Ormai mancava solo una settimana alla grande festa e i preparativi a Corte stavano diventando frenetici. Aragorn vi prese parte svogliatamente mentre Arwen anche quel giorno rimase a riposare.

Naturalmente tutta la Compagnia era invitata, in fondo era anche merito suo se ora Gondor aveva di nuovo un re. Erano stati mandati inviti in tutta la Terra di Mezzo, dalla Contea a Bosco Atro, da Rohan a Gran Burrone.

Nei giorni precedenti arrivarono risposte positive ed entusiaste da parte di quasi tutti gli invitati. Ma quella mattina un elfico messaggero portò una brutta lettera a re Elessar: Legolas si scusava in tutti modi possibili, ma alla festa non poteva proprio partecipare.  Aragorn poco ci manca che si mette a piangere…quelli dovevano essere giorni gioiosi, invece sembrava che tutto stesse andando maledettamente storto!

 

Ormai mancava un giorno alla festa. I primi ospiti cominciarono ad arrivare. Arrivarono il Capitano Faramir con Eowyn e Eomer, appena giunti da Rohan, poi fu la volta di Gandalf insieme agli hobbit [ Gandalf e Frodo nel libro dopo la guerra sono partiti per Valinor, ma nella storia non hanno ancora lasciato la Contea. N.d.A.] dalla Contea e di Gimli. Aragorn cercò di accoglierli nel migliore dei modi e Arwen fece altrettanto, nonostante fossero entrambi stanchi e presi dai loro pensieri.

 

Finalmente arrivò il grande giorno. Tutto era pronto, le strade di Minas Tirith pullulavano di gente entusiasta sotto un cielo splendente. Aragorn nonostante tutto si era un po’ tirato su di morale. In fin dei conti, una festa del genere a Gondor non si era mai vista.

I festeggiamenti iniziarono già dalla mattina e quando un argenteo squillo di tromba proveniente dalla torre più alta del castello annunciò l’ora di mezzogiorno tutti gli ospiti del re presero posto a tavola per iniziare il grande pranzo.

 

Prima di iniziare però Aragorn volle dire qualche parola: “Miei cari ospiti oggi siamo tutti qui per festeggiare una data importante, oggi è esattamente un anno da quando è tornato alla vita il Regno di Gondor. E vorrei ringraziarvi con tutto il cuore, perché è anche grazie a voi e al vostro coraggio se la Terra di Mezzo è salva e Gondor ha di nuovo un re. Senza di voi, non ce l’avrei mai fatta, grazie di tutto!” Un fragoroso applauso seguì il discorso. Stavano per iniziare il pranzo ma Arwen lì fermò perché anche lei voleva fare un annuncio. Però sembrava imbarazzata ed emozionata al tempo stesso. Ma alla fine si fece coraggio: “Ecco… io… amore mio, scusa se non te l’ho detto prima ma volevo farti una sorpresa…io aspetto un bambino! Presto a Gondor ci sarà anche un principe!” Ci fu lo stupore generale, che nel giro di pochi secondi si trasformò in un grande applauso, subito seguito da un brindisi per la bellissima notizia.

 

Tutto sembrava perfetto ma Aragorn in cuor suo sapeva che mancava qualcosa… anzi, qualcuno.

 

Proprio in quel momento un’ombra si avvicinò di soppiatto alla sedia di re Elessar e due mani luminose gli coprirono la faccia. Aragorn risentì quel dolce profumo di boschi e rugiada che da troppo tempo non sentiva. “Io mantengo sempre le promesse. “ gli sussurrò Legolas all’orecchio. Poi mentre andava anche lui a sedersi vicino agli altri aggiunse sorridendo: “Re Elessar non vi liberete tanto facilmente di me!”

Ora non mancava più nessuno, il pranzo poteva cominciare. Era tutto davvero finalmente perfetto.

   
 
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