Partiamo dal
presupposto che Fay e Kurogane stanno insieme da mesi, quasi un anno. BUONA
LETTURA e arrivate fino in fondo mi raccomando ^_^
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KURO-CHAN PAPÀ?
Kurogane era appena tornato dal lavoro, pomeridiano di
scuola. Appena varcò la soglia si vide sfrecciare davanti una sua studentessa,
con una bacinella d'acqua in mano.
"Che diavolo succede?" si chiese appoggiando la borsa vicino
all'attaccapanni. Yui e Fay vivevano insieme a lui da più di un
anno ormai, ed
era quindi abituato all'effusioni del collega di chimica, ma vedersi
Tomoyo Daidoji in casa gli tornava strano e cosa ancora più
strana, non aveva ancora ricevuto
le solite moine da parte del biondo.
"Oh, Kurogane-Sensei! Menomale che è quì, vada ad aiutare Sakura-Chan a
prendere degli asciugamani" propose cortesemente Tomoyo tornando sui suoi
passi
"Asciugamani?"
"Si, sono in bagno"
"Lo so dove sono, è casa mia! Ma a che ti servono e sopratutto che ci fai
tu in casa m...?"
"DAIDOJIII!!!!, Muoviti ci serve l'acqua" urlò la voce della
preside dalla camera da letto di Kurogane, la quale era condivisa da Fay. Yui
aveva una camera tutta sua.
"Che diavolo ci fa la strega della presida a casa mia?" chiese
spaesato.
"Scusi ora devo andare! Si faccia spiegare tutto da Sakura-Chan"
"No, Spetta Daidoji*!" provò a fermarla, ma la ragazza era già sparita
dietro
"Mi spiace Sensei, mi scusi"
"Non fa nulla, ma vorrei capire cosa succede? Che ci fate tutti in casa
mia, mica è un condomio!" esclamò alzandosi e raccogliendo alcuni asciugamani.
Sakura lo guardò svampita, come se la sua presenza e quella degli altri fosse
naturale, poi sorridendo giovialmente esclamò
"Fay-Chan sta partorendo!"
Kurogane sbiancò e lasciò ricadere gli asciugamani, Sakura inginocchiandosi li
riprese "Credevo l'avessero avvisata, mi spiace"
"SAKURA-CHAN, gli asciugamani!" esclamò Tomoyo dalla stanza.
"Si, si arrivo!" disse per poi scomparire nella stanza. Kurognae
invece rimase lì, fermo a pensare. Nessuno gliel'aveva detto e non se l'aspettava,
sopratutto così all'improvviso. Fay aveva fatto sesso solo con lui, quindi era
logico pensare che il padre fosse lui, ma in ogni caso c'era qualcosa che non
gli tornava
"No, un momento!" esclamò come se gli si fosse accesa una lampadina
"FAY È UN UOMO!" urlò rosso in faccia. L'urlo lo sentirono tutti in
casa, anche Watanuki e Doumeki, i quali se ne stavano in cucina a prendere il
the insieme ai fratelli Lee. Nella camera da letto Yuko, dopo aver sentito
l'urlo, guardò Tomoyo sadicamente.
"Daidoji, sai cosa fare!"
"Si Sensei!" rispose la ragazza sorridendo, peggio della preside. Sakura
guardò la preside e l'amica non capendo l'allusione
"Che vuol dire?"
"Nulla, diciamo che Kurognae-Sensei ci farà divertire!" le spiegò
Himawari, mentre passava un asciugamano alla preside
Kurogane era seduto in sala sul divano, nel vano tentativo di capirci qualcosa.
Tomoyo gli si avvicinò con calma sedendosi a sua volta
"Nervoso, Kurogane-Sensei?" chiese toccandogli con un dito il
braccio. Il professore sembrò schizzare sul soffitto come un gatto, anche se di
solito l'uomo era paragonato ad un cane "Peggio d'un violino Sensei!"
rise
"Molto
"Guardi che non ha nulla da temere, è una cosa normale"
"Normale? Normale è dirmele prima certe cose!" si infervorò
"Ma come, Fay-San mi aveva detto che l'aveva avvisata mesi fa, la credevo
pronto" disse Tomoyo confusa. Kurogane la guardò, più confuso di lei poi
un ricordo affiorò alla mente del professore.
"Forse quel giorno?" sibilò pensando a qualche mese prima, quando Fay
lo aveva messo al tavolino della cucina e tutto rosso tentava di dirgli una
cosa, ma alla fine sen'era andato sorridendo più svampito di prima, per non
parlare la maniera di come si comportava in quegli ultimi mesi. A casa non
c'era quasi mai e tornava sempre con dei farmaci dalla farmacia e ricette
mediche, all'inizio non c'aveva fatto caso, ma adesso "Ma cosa vado a
pensare Fay è un uomo!" si convinse sussurrando, ma Tomoyo non era sorda.
"In ogni modo vedrà che andrà tutto bene! Ormai ci siamo"
"Ci siamo? Ci siamo a cosa?" chiese prima di vedere Sakura uscire
dalla sua camera con le mani sporche parzialmente di sangue, le quali tremavano
e la proprietaria era trafelata come mai in vita sua
"To......Tomoyo-Chan!" balbettò lei
"Sakura-Chan?" chiese tranquilla l'amica
"So.....sono due" si riprese contenta cominciando a saltellare.
Kurogane perse la testa, la quale cominciò a girare su una giostra, però poi la
preside peggiorò
"Kinomoto
"Cosa?" chiese ormai a ebetolandia il povero Kurogane
"Yuko-Sensei si sta sbagliando!" disse la voce di Himawari dalla
camera. I ragazzi, in cucina si stavano sbvellicando. Avevano capito
che la preside, insieme a Tomoyo stava prendendo in giro il loro povero
professore di Ed. Fisica.
"E, ancora?" si chiese la donna, tornando dentro, poi vi riuscì e
tutta saltellante si diresse verso Kurogane sempre più bianco "Ancora
congratulazioni, sono due bianchi, due neri e uno giallognolo!" spiegò.
Kurogane parve riaversi dalla trance, ma prima che potesse aprire bocca la
porta si aprì rivelando Yui e Fay con dei sacchetti della spesa.
"Siamo tornati!" esclamò Yui chiudendosi la porta alle spalle. Fay fu
fermato, invece da Kurognae che lo squadrò da capo a piedi senza dire nulla
"Kuro-Chu, che c'è?" chiese il biondo non capendo
"Non aspetti un bambino!" constatò il moro. Fay lo guardò stralunato
non capendo poi sorrise e chiese.
"Perché vuoi un bambino, Kuro-Pin?" chiese sorridendo. Yui rise a
quella domanda, genuina e spontanea, mentre Kurogane e divenne rosso facendo ridere
tutti
"NOOOO!" urlò poi, ricevendo un pugno da parte della preside
"Zitto, sono ancora piccoli!" sussurrò con una cesta in mano. Una gatta
bianca, stava allattando dei minuscoli gattini, mentre un gatto nero si
affacciava alla finestra. Fay andò a prendere il gatto che felice fece le fusa.
"Non ho capito bene la situazione, ma sono felice per Kuro-Chan!"
esclamò portando il gatto alla cesta. Il gatto nero cominciò ad annusare i
cuccioli e poi leccò la compagna
"NAHHHH, CHE CARINI!" urlarono in coro tutti i presenti. Kurogane
invece sembrava capire solo ora il dramma
"Ma, un momento! Allora quando parlavate di Fay, vi riferivate al
gatto?" capì
"Certo, di chi credevi stessimo parlando?" chiese Yuko sorridendo.
"Beh, io.....!"
"Kuro-Chu, credevi fossi io?" chiese Fay sorridente. Il collega
distolse lo sguardo arrossendo suscitando l'ilarità generale, per la seconda
volta.
Quella sera Kurogane rimirava i cuccioli che, tranquilli dormivano accanto alla
madre, mentre il padre se ne stava sul divano. Quei due gatti, li avevano
comprati tempo fa Fay e Yui, portandoglieli a casa, quando ancora erano dei
cuccioli di tre mesi e adesso erano diventati genitori.
"Forse non è stata una buona idea darvi i nostri stessi nomi!"
constatò pensando all'idiozia del biondo, nel darglieli. Era ovvio poi che
sorgessero dubbi, sopratutto a lui.
"Cattivo Kuro-pon!" esclamò Fay sedutosi sul divano, accanto a
Kuro-Chan, dopo
"Si
"Oh avanti, non dirmi che non vorresti un figlio?" chiese Fay
"Sinceramente?" chiese alzandosi e raggiungendo il biondo,
spodestando il gatto, il quale andò accanto alla cesta.
"Sinceramente!" rispose Fay tirandogli una pacca sulla schiena.
"Tu prova a cambiare il tuo aspetto in ogni minima parte e non ti parlo più!"
"Ma questo è ricatto Kuro-Rin!" protestò Fay salendogli a cavalcioni
sulle gambe, per poi abbracciarlo. Kurogane lo prese di peso e alzandosi lo
portò in camera "E adesso Kuro-Chan?" chiese ridendo il biondo.
"Me la paghi!"
"Ma non è stata colpa mia" protestò
"Non m'interessa!"
Il gatto nero alzò la testa verso i padroni e sentendo la porta chiudersi
miagolò per poi guadare i suoi cuccioli, e alzandosi si mise davanti alla cesta
leccandoli come a volerli cullare, conscio del fatto che la compagna dormiva.
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Tale animale, tale padrone come si suol dire. Mi auguro che sia piaciuta. Forse
si capisce fin da subito che non può essere Fay a partorire, ma l'dea mi è
sembrata carina. Il resto lo lascio a voi.
* Kurogane e Yuko usano i cognomi, perché in Giappone è buon’educazione dare
del LEI anche agli studenti, come se fossero sul lavoro.