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Autore: Tartafante    30/10/2005    2 recensioni
- Agosto, l’estate più torrida degli ultimi 20 anni – ripetevano gli esperti ad ogni previsione meteo, ma non così ardente come può essere l’amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Agosto, l’estate più torrida degli ultimi 20 anni – ripetevano gli esperti ad ogni previsione meteo, ma non così ardente come può essere l’amore. Roberto, volontario del Servizio Civile, era di turno al campo estivo. Seduto all’ombra di una pianta controllava i bambini, che nonostante il caldo soffocante, giocavano e correvano allegri. Qualche metro più in la, stesa sull’erba arida, Gaia disegnava con un gruppo di bambine. Lei era stupenda, lunghi capelli ramati le scendevano sulla piccola schiena, 2 occhi scuri, profondi, un dolce visino da bambina, sebbene avesse già 19 anni. Roberto se ne era innamorato dal primo giorno di formazione; molti mesi erano trascorsi dal loro primo incontro, e da allora, lei era rimasta nei suoi pensieri.

- Forza bambini! Tutti in piscina!!!! – urlò Roberto, con tono quasi solenne. Gaia si alzò e accompagnando il suo gruppetto lo raggiunse. I bambini erano già sul bordo della piscina, una vecchia e scassata piscina gonfiabile, non era il massimo ma era abbastanza grande da soddisfare il bisogno di refrigerio di tutti.

In poco tempo bambini e volontari erano in costume, pronti a tuffarsi – si fa per dire – nell’acqua fresca. Roberto e Gaia entrarono insieme e insieme rimasero per tutta la durata del bagno, vigilando sui bambini. Roberto era visibilmente emozionato, anche se non era la prima che stavano così vicini.

- Ohi! Ci conosciamo da un bel po’ di mesi e ancora arrossisci? – disse Gaia sorridendo divertita – No! Macche! – rispose prontamente lui – E’ il caldo, oggi fa veramente caldo, sono rosso per questo... – mai scusa fu più banale e di questo entrambi se ne resero subito conto, concludendo con una grossa risata.

Il pomeriggio trascorse così, tra risate, scherzi e giochi d’acqua. La sera giunse repentina quel giorno e tutti i bambini tornarono dalle loro famiglie. Gaia e Roberto rimasero soli, in quel silenzio quasi innaturale della sera. – Bene, un altro giorno è passato. - disse Gaia – Già, proprio vero – soggiunse Roberto voltandosi verso di lei e abbassando lo sguardo. – Dove guardi!!! Stupidino!!! – urlò lei, con tono scherzoso, dopo avergli alzato il volto, con la mano sotto il mento, verso i suoi occhi. – Chi io? Cosa? Cos’ho fatto io? – farfugliò Roberto, rosso in volto come non lo era stato mai. – L’ho capito che ti piaccio, sai? – disse lei – Ma... ma... io... ecco... si ecco vedi – balbettò lui sempre più rosso – Sì, va bene mi piaci!!! Mi sei piaciuta dal primo giorno e... – non finì di parlare che già le loro labbra erano unite, in un lungo, dolce, caldo bacio.

- Ehi! Vedo che non sei più timido... – sussurrò Gaia – E’ già – rispose lui, prima di rubarle un altro bacio.

Ormai la sera era giunta, ma il caldo perdurava soffocante. Lo sguardo dei due finì sulla piscina, colma di fresca acqua. – Tu che dici? – chiese Roberto – Mmm... stiamo pensando la stessa cosa? – rispose lei con aria di complicità. Questione di un attimo ed entrambi erano immersi in quell'oasi di freschezza. Ripresero a baciarsi, baci sempre più lunghi, sempre più dolci, sempre più sensuali.

Scivolarono lentamente, senza nemmeno accorgersene, verso il fondo della vasca. L’acqua li aveva sommersi, non era molto alta, ma lo era abbastanza per coprire entrambi. I baci diffondevano Bollicine di ossigeno che danzavano libere nell’acqua dando vita a mille riflessi alla luce del vespero.

Risalirono solo il tempo di respirare, si guardarono negli occhi, si unirono di nuovo e si immersero nuovamente. Lei voleva giocare, lui osare. Lentamente le prese i polsi, li porto verso la scaletta metallica della piscina e le lego le mani stringendo con dolcezza la corda. Lei non oppose resistenza, voleva giocare e lui la accontento. Continuarono a baciarsi, i due corpi volteggiavano sul fondo, uniti in un tenero abbraccio d’amore. Gaia, talmente eccitata non si accorse di essere stata legata troppo in basso fino a quando l’ossigeno non comincio a mancarle. Tento invano di risalire. I suoi polsi erano legati, l’acqua troppo alta. Cominciò ad agitarsi, sbatteva i piedi tentando di liberare le mani, doveva assolutamente risalire, doveva respirare, non aveva più aria nei polmoni, stava per affogare. Quando ormai pensava fosse tutto finito, un bacio, un lungo bacio la riportò in vita. Roberto le aveva chiuso il naso con due dita e baciandola le aveva immesso ossigeno nei polmoni. Gaia non era più tanto convinta di quel gioco, Roberto glielo lesse negli occhi. Continuava ad agitarsi tentando di liberare i polsi. Lui decise di slegarla, le voleva troppo bene per farle del male.

- Scemo!!!!!! – tuono lei sensibilmente scossa – Scusami ti prego, non volevo te lo giuro! Mai ti avrei fatto del male, credimi. – si affrettò a rispondere lui – Cosa pensavi di fare!!! Volevi affogarmi?!?! – ribatté lei – No te lo giuro, tu volevi giocare, mi dispiace ho esagerato non volevo scusami ti prego perdonami – balbettò confusamente lui. – Ok ti credo ma non farlo mai più – disse lei con un filo di voce velato di pianto. Roberto le si avvicino, la strinse forte a lui e le promise, sussurrando, che non l’avrebbe mai più rifatto.

Uscirono dalla piscina, si asciugarono e si vestirono. Si diedero un ultimo bacio prima di tornare ognuno alla propria casa.

Ormai la notte era calata, una calda notte estiva. Fu la notte più calda degli ultimi 20 anni, la più calda in tutti i sensi.

  
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